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domenica 27 aprile 2014

SVANITI NEL NULLA



Quando si mette “in cantiere” un racconto, è lecito domandarsi se quella sia una storia che vale la pena di raccontare. Magari di storie simili se ne sono già scritte tante e questa potrebbe essere soltanto l’ennesima variazione sul tema.
Quella che sto per narrarvi, potrebbe essere una storia che non vale la pena di raccontare, in quanto sembra che non sia vera. Infatti, secondo quanto narra la scrittrice Laura Cherry nel suo libro Mysterium (Ebook), nel 1976 Robert Forrest e Bob Rickard, due ricercatori, indagarono a fondo sulla vicenda. Controllarono i censimenti dell’epoca e non rinvennero il nome di David Lang. L’uomo scomparso nel nulla non risultava registrato e la fattoria dove si sarebbe svolto il fatto non fu mai localizzata. Rimane quindi, forte, il sospetto che la storia fu divulgata ad opera del giornalista Stuart Palmer, che avrebbe anche fabbricato false prove per darle maggiore credibilità. Molti, invece, sostengono che la storia sia una versione aggiornata di quella di Orion Williamson, che nel 1854 in una piantagione vicino a Selma, in Alabama, scomparve all’improvviso, proprio come David, mentre attraversava un campo. Anche in quel caso la moglie e altri due testimoni videro la scena e non seppero spiegarsi cosa fosse successo. Dopo estenuanti ricerche in tutta la piantagione e nei dintorni, tutti arrivarono alla conclusione che Orion fosse morto.
Le corrispondenze tra le due storie sono così tante da indurre a credere che qualcuno abbia davvero preso la storia di Orion per riproporla con nomi e luoghi diversi.

Era il ventitrè settembre del 1880. A Summer County, nel Tennessee, David Lang sta attraversando un campo. Deve parlare con dei suoi braccianti che si stanno occupando di un pezzo di terra. Poco distante, sua moglie Emma rimane seduta sulla veranda a guardarlo. I due figli, George (otto anni) e Sarah (undici anni) giocano nel cortile e ogni tanto lo guardano anche loro. Così fanno l’avvocato August Peck e suo cognato Wade che stanno arrivando alla fattoria con un calesse.
Fatti pochi passi all’interno nel campo, David scompare. Emma si alza in piedi di scatto. Hanno visto tutti: lei, i figli, l’avvocato e il suo compagno di viaggio. Sembra sia sprofondato nel terreno! I cinque testimoni setacciano il campo, aiutati dagli altri lavoranti. Emma è sull’orlo di una crisi isterica: ancora non riesce a credere a ciò che ha visto. Comincia a far buio, ma le ricerche proseguono. Si tenta soprattutto di scovare quel buco nel terreno che potrebbe aver inghiottito David, anche se tutti sanno che da quelle parti non ci sono grotte sotterranee. Il terreno è compatto e, in profondità, poggia su di uno strato di solida roccia.
Dopo giorni di inutili ricerche, David viene dato per disperso. George e Sarah piangono in continuazione e la loro madre comincia a mostrare segni di squilibrio mentale.
A qualche giorno dall’evento, nel campo che ormai tutti credono stregato, si forma un cerchio di erba gialla, dal diametro di mezzo metro. È il punto in cui David si è volatilizzato. George e Sarah, animati da una normale curiosità infantile, passano parecchio tempo a osservarlo. Notano che gli insetti lo evitano e perfino i cavalli della fattoria stanno alla larga. George, intraprendente come sempre, esegue un esperimento: ci butta dentro un grillo che rimane fermo per qualche secondo, paralizzato dalla paura, poi salta fuori e ricomincia a frinire. I bambini passano all’esperimento successivo e decidono di entrare nel cerchio. Poco dopo hanno un tuffo al cuore poiché sentono la voce del padre che invoca aiuto. Il suono sembra provenire da molto lontano e fa venire la pelle d’oca. I due chiamano subito la madre e la convincono a entrare nel cerchio. Impallidisce di colpo quando sente la voce di suo marito. Prova a parlare con lui, ma ottiene risposte confuse. Disperata, si rivolge di nuovo alle persone che avevano partecipato alle precedenti ricerche e le convince a ricominciare tutto da capo. Viene setacciato ogni angolo trascurato la prima volta, si cerca di giorno e di notte, senza alcun risultato.
La voce di David nel cerchio del campo è sempre più debole e alla fine rimane solo il silenzio. Emma si rifiuta di celebrare una messa in memoria di suo marito, non può farlo dopo aver sentito quella voce chiamare aiuto: certe cose non si dimenticano. Trascorre gli ultimi anni di vita nella speranza di rivederlo e nel rammarico non aver fatto tutto il necessario per ritrovarlo. Dopo la sua morte, i bambini vanno a vivere con i nonni in Virginia. I nuovi proprietari della fattoria si tengono alla larga dal famoso campo, ma i successivi non si lasciano intimorire. Il terreno viene arato più volte, ma il cerchio di erba gialla ricompare ogni volta.

La faccenda potrebbe finire qui, ma come abbiamo già detto, quella di David Lang non è l’unica storia in circolazione, sovente si parla di queste persone, scomparse nel nulla sotto gli occhi attoniti dei testimoni. Sono forse ‘precipitate’ in un’altra dimensione?
Esistono altre dimensioni? La fisica, attraverso espressioni matematiche che sarebbe davvero difficile spiegare in poche righe, ci dice di sì. Per il sottoscritto che, nel racconto “Lo Spirito del vento”, parla per bocca del capo Wambleeska, lo spazio è simile a un enorme volume del quale noi, con la nostra realtà, occupiamo una sola pagina. Strane vicende su cui non è mai stata fatta luce indurrebbero a pensare che, occasionalmente, sia possibile passare da una dimensione all’altra. È proprio ciò che succede ad Alan Turing, il protagonista del racconto “Lo Spirito del vento”.
Ma dove potrebbero essere queste altre dimensioni?
I libri descrivono la quarta dimensione come “quel punto nello spazio a cui uno può giungere viaggiando in direzione perpendicolare allo spazio tridimensionale”. Non è facile come seguire dei cartelli stradali, questo è certo. Già il grande scrittore H. P. Lovecraft ipotizzò, a suo tempo, l’esistenza di altre dimensioni oltre alla nostra, spiegando che noi viviamo in una sola sezione tridimensionale. Abbiamo questi mondi che si compenetrano e che, per qualche ragione ancora sconosciuta, a volte trovano un punto di congiunzione. Laura Cherry allo scopo di darci un’idea di ciò che potrebbe essere accaduto a David Lang e ad altri, formula le seguenti ipotesi, alquanto suggestive. In un’altra dimensione le leggi della fisica non sarebbero più le stesse e coloro che hanno la sfortuna di accedervi non possono più interagire con chi si trova nella dimensione che hanno lasciato.
C'è chi dice che nella quarta dimensione c’è il vuoto. Non ci sono forze né energie che possono permettere alla luce e al suono di penetrare. Nessuno dei nostri cinque sensi può essere utilizzato. Un essere umano, in queste condizioni, non sarebbe più in grado di vedere né di sentire nulla.
Allora come spiegare le voci che i familiari degli scomparsi dissero di aver sentito?
In effetti, dice Laura, c’è anche chi afferma che la luce e il suono esistono nella quarta dimensione, ma viaggiano e si diffondono in modo diverso. Le onde sonore riescono in qualche modo a superare la barriera tra i due mondi, mentre le immagini no. Una parola pronunciata in un certo momento arriva a destinazione molto tempo dopo: chi scompare chiede aiuto, ma la sua invocazione viene udita solo dopo alcuni giorni.
Le distanze sono stravolte, magari con un piccolo passo si coprono grandi distanze e perdersi definitivamente diventa questione di secondi. Lo scomparso, senza volerlo, si allontana dal punto di congiunzione tra i due universi e la sua voce raggiunge con fatica sempre maggiore le nostre orecchie, alla fine non riesce più a farsi sentire.
Magari dall’altra parte la vita scorre più veloce e chi svanisce invecchia di dieci anni ogni dieci ore e muore in pochi giorni: ciò spiegherebbe il silenzio improvviso.
Semplici congetture, ovviamente. Nulla di certo, ma in un futuro non lontano, forse sarà possibile viaggiare nella quarta dimensione. A quel punto, varcata quella soglia per vedere cosa c’è oltre, potremmo anche  scoprire che fine ha fatto David Lang. 

2 commenti:

  1. La storia è quella di Orion Williamson, che nel 1854 in una piantagione vicino a Selma, in Alabama, scomparve all’improvviso mentre attraversava un campo. La moglie e altri due testimoni assistettero alla scomparsa, ma non seppero spiegarsi cosa fosse successo. Dopo estenuanti ricerche in tutta la piantagione e nei dintorni, tutti arrivarono alla conclusione che Orion fosse morto.

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  2. Diversi altri casi presentano analogie sulla diversità di spaziotempo tipo il caso paola harris.

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