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sabato 17 settembre 2016

DOPO LA MORTE



L'esperienza di premorte o NDE (acronimo del termine inglese Near Death Experience) costituisce un'argomentazione potente a favore dell'esistenza di una vita dopo la morte. Grazie al progresso registrato nell'ambito delle tecniche di rianimazione, sempre più persone vengono riportate indietro dal #LA SOGLIA della morte clinica. Molte riferiscono un'esperienza profondamente significativa durante la quale hanno l'impressione di essere vivi e in pieno possesso delle proprie facoltà al di fuori del proprio corpo. Per molti, un'esperienza di premorte è un'esperienza intensamente emotiva e spirituale. 
Gli studi hanno dimostrato che le NDE si possono verificare a seguito di malattie, di interventi chirurgici, durante il parto, a seguito di incidenti, di attacchi cardiaci e di tentativi di suicidio.
In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr., un medico, inizialmente scettico ed in seguito, fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, è considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna, è stato seguito da altri due nel 1983 e nel 1988.
A partire dal 1975 sono stati condotti studi in diversi Paesi, al punto che oggi esistono diverse associazioni e riviste internazionali dedite all'indagine e agli studi sulle esperienze di premorte. 
Il Dott. Moody ha riscontrato una sorprendente similitudine nei racconti di 150 persone che avevano avuto un'esperienza di questo tipo al punto che è stato in grado di identificare tutta una serie di elementi comuni che ricorrono frequentemente in questi resoconti. Ha ricostruito, così, un'esperienza tipica:
  • Un uomo sta morendo e mentre raggiunge il punto di maggiore stress fisico, sente di essere stato dichiarato clinicamente morto dai suoi dottori. Inizia a sentire un rumore sgradevole, un forte tintinnio o un ronzio e allo stesso tempo sente che si sta muovendo molto rapidamente attraverso un lungo tunnel buio. Dopo di che, si ritrova al di fuori del suo corpo fisico, ma ancora nello stesso ambiente e vede il suo corpo a distanza, come se fosse uno spettatore. 
  • Osserva i tentativi di rianimazione da un punto insolitamente favorevole e si trova in uno stato di confusione emotiva. 
  • Dopo un po' si riprende e comincia ad abituarsi a quella strana condizione. Nota di avere ancora un "corpo", sebbene di natura molto diversa e con potenzialità diverse da quelle del corpo fisico che si è lasciato dietro. 
  • Presto succedono altre cose. Qualcuno viene a trovarlo e ad aiutarlo. Egli intravede gli spiriti di parenti e amici già morti e gli appare di fronte uno spirito amorevole e caldo, di un tipo che non ha mai incontrato prima, un essere di luce. 
  • Questo essere gli pone, senza parlare, una domanda per fargli valutare la sua vita e lo aiuta mostrandogli una panoramica istantanea dei principali eventi della sua esistenza. 
  • Ad un certo punto si ritrova vicino ad una sorta di barriera o di confine. #LA SOGLIA, apparentemente rappresenta il limite tra la vita terrena e l'altra vita. Allora scopre di dover tornare sulla terra, scopre che non è ancora arrivato il momento della sua morte. 
  • A questo punto tenta di fare resistenza, poiché adesso, tutto preso dalla sua nuova esperienza, non vorrebbe più tornare indietro. È sopraffatto da intense sensazioni di gioia, amore e pace. Nonostante il suo rifiuto, però, in qualche modo si riunisce al corpo fisico e torna a vivere.  
In seguito prova a raccontare agli altri  cosa gli è successo, ma trova difficoltà a farlo. In primo luogo, non riesce a trovare le parole appropriate per esprimere queste esperienze ultraterrene. Si accorge pure che gli altri lo prendono in giro, così smette di raccontare.  
Tuttavia l'esperienza che ha "vissuto" chi è reduce da una NDE condiziona profondamente il resto della sua esistenza, in particolare la sua visione della morte e il modo in cui questa si relaziona con la vita. Acquisisce, tanto per fare un esempio:  
  • una certezza generalizzata dell'esistenza di una vita dopo la morte 
  • una totale assenza della paura della morte 
  • un vasto spostamento da religioni organizzate a pratiche spirituali personali
  • una visione più positiva di se stessi e degli altri
  • un maggiore desiderio di solitudine
  • la percezione di uno scopo o del destino
  • una mancanza di interesse nei confronti del successo materiale 
 
Molti hanno sperimentato grosse difficoltà nelle relazioni interpersonali a causa della modifica delle proprie abitudini ed hanno sviluppato un maggior interesse per la propria salute. La maggior parte di loro ha ridotto il consumo di bevande alcoliche, quasi tutti hanno smesso di fumare, la maggior parte ha guardato meno televisione.  
A questo proposito è significativo il racconto dell’attrice Sharon Stone che il 29 settembre del 2001, veniva colpita da un aneurisma, che la ridusse in fin di vita e le costò un lungo ricovero in ospedale. A distanza di molti anni, la diva è tornata a raccontare quella tragedia che ha sconvolto profondamente la sua esistenza e l'ha portata a vivere un vero e proprio episodio di pre-morte. Le sue parole sono a dir poco sconvolgenti: la Stone rievoca l'episodio della luce bianca, ricorrente in tanti racconti analoghi, e spiega di aver incontrato le anime di cari defunti. 
"Sentivo di essere morta. C'era questo gigantesco vortice di luce bianca sopra di me e… puff. Sono entrata in una magnifica e luminosa luce bianca, ho iniziata a vedere alcuni miei vecchi amici, sono stata accolta da loro… persone che erano a me molto, molto care e che sono morte. Ho fatto un vero e proprio viaggio che mi ha portato in luoghi che erano qui e oltre. Ma è stato un viaggio molto veloce. Improvvisamente ero tornata, ero di nuovo nel mio corpo. Questa esperienza ha toccato così profondamente la mia vita che non sarà mai più la stessa."  
 
Il Dott. Sabom, un cardiologo della Georgia, intervistò 100 pazienti d'ospedale che erano sfuggiti alla morte per un pelo. Il 61% di essi riferì di avere sperimentato una NDE classica. Molti di loro furono in grado di descrivere con precisi dettagli tecnici esattamente quello che era successo nella sala operatoria mentre erano ritenuti in stato di incoscienza o addirittura morti.  
Ci sono resoconti di persone che hanno avuto una NDE e sono tornate con informazioni concrete di cui precedentemente non avevano alcuna conoscenza. Queste includono la capacità di identificare antenati nelle fotografie, di essere a conoscenza di fratelli o sorelle morti prima della propria nascita, o di essere a conoscenza di segreti di famiglia. Altri sono stati in grado di documentare informazioni riguardanti eventi futuri di cui erano venuti a conoscenza. 
Siete ancora scettici? Il Dott. Peter Fenwick, è un neuropsichiatra di fama internazionale, uno specialista dell'interfaccia mente/cervello e dei problemi della coscienza. In Gran Bretagna è la più importante autorità clinica in materia di NDE ed è il Presidente dell'Associazione Internazionale per gli Studi sulle Esperienze di Premorte. Con la moglie Elizabeth, anch'essa scienziato professionista formatasi a Cambridge, ha condotto indagini approfondite sull'argomento. Egli, agli scettici risponde così: "Semplicemente non hanno le conoscenze necessarie ... Si dicono tante sciocchezze sulle esperienze di premorte e a dirle sono persone che non hanno a che fare quotidianamente con queste cose. Pertanto, io sono assolutamente certo che queste esperienze non sono causate dalla carenza di ossigeno, dalle endorfine o da qualunque altra cosa del genere e certamente nessuna di queste cose è in grado di giustificare la qualità trascendentale di molte di queste esperienze, né il fatto che le persone avvertono un incolmabile senso di perdita quando se le lasciano alle spalle."




1 commento:

  1. Quando un sopravvissuto prova a raccontare agli altri cosa gli è successo, trova difficoltà a farlo. In primo luogo, non riesce a trovare le parole appropriate per esprimere quelle esperienze ultraterrene. Si accorge pure che gli altri lo prendono in giro, così smette di raccontare.

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