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martedì 4 aprile 2017

CHI PARLAVA CON DIO?

8 luglio 1947. Durante quella fatidica notte qualcosa si schiantò sull’arido suolo del deserto nel Nuovo Messico. La mattina seguente, il luogo dell’incidente fu praticamente occupato dai militari, che resero la zona off-limits. Nei giorni successivi ci fu un vero e proprio stupore quando le testate giornalistiche mostrarono in prima pagina la dichiarazione del ritrovamento di un UFO. Come avete potuto capire, stiamo parlando del famosissimo incidente di Roswell, evento secondo cui si sarebbe verificato lo schianto di un UFO e non di un pallone sonda, come dichiarato solo più tardi dall’aviazione statunitense.

Ma l’umanità sembra conoscere dall’alba dei tempi il fenomeno UFO e le testimonianze sono centinaia. Andando a ritroso, veniamo a conoscenza di numerosi dipinti di età medievale rappresentati oggetti piuttosto strani. A un occhio moderno, quei misteriosi oggetti sembrano essere proprio degli UFO. Certamente per quegli strani oggetti rappresentati nei dipinti esistono anche le spiegazioni convenzionali, ma sempre restando nel periodo intorno al medioevo rinveniamo un evento alquanto bizzarro: Il fenomeno celeste di Norimberga.

14 aprile 1561, secondo le cronache del tempo, la popolazione vide comparire nel cielo numerosi oggetti volanti, di varie forme, che ingaggiano fra di loro una sorta di combattimento. Le cronache del tempo riportarono l’accaduto con dovizia di particolari, affinché della vicenda ne rimanesse chiara memoria. Inoltre, furono eseguite diverse incisioni su legno e stampe su carta. L’avvenimento durò circa un’ora e terminò quando diversi oggetti precipitarono al suolo, alla periferia della città, causando un incendio. Ecco un estratto delle cronache: “E così da ambo i lati del Sole vi erano sfere in gran numero, c’è n’erano tre in fila, altre disposte in formazione quadrilatera, tante altre solitarie. E tra queste sfere sono state viste molte croci color sangue, e tra le croci e le sfere sono state visti due oggetti fusiformi color sangue con la parte posteriore più spessa. E in mezzo a tutti questi si trovavano anche due grandi tubi, uno sulla destra l’altro sulla sinistra e dentro questi tubi si trovavano tre, quattro e più sfere. Tutti insieme incominciarono a combattere, le sfere sul Sole si mossero verso quelli ai lati, questi ultimi si mossero con le sfere dentro ai tubi verso il Sole”.
Sembra proprio il racconto di una battaglia nei cieli.

Al giorno d’oggi esiste una teoria molto affascinante e parecchio controversa, che stenta ad essere accettata dalla così detta scienza ufficiale. Tale teoria potrebbe spiegare numerosi interrogativi a cui la scienza ancora non sa rispondere, compreso il famoso anello mancante dell’evoluzione umana, ma per accogliere questa teoria bisogna avere una mente libera da ogni condizionamento, di qualsivoglia natura. Stiamo parlando della teoria degli antichi astronauti, o teoria del paleocontatto, secondo cui degli esseri venuti dal cielo, come dicevano gli antichi, sarebbero sbarcati sul nostro pianeta condividendo la loro esperienza, e non solo quella, con le prime civiltà, cambiando così, per sempre, il corso della storia. C’è qualche prova a sostegno di tutto ciò? A quanto pare si e non parliamo di una o due prove, ma di centinaia, sparse in tutto il mondo, che arrivano da civiltà diverse, distanti nello spazio e nel tempo che, a quanto pare, ci raccontano tutte la stessa identica storia.

Questa teoria prese piede nella seconda metà del XX secolo. In particolare è stata spinta sotto i riflettori nel 1968 da Stanley Kubrick con il film 2001: Odissea nello spazio, con la famosa scena iniziale che ci mostra un’Africa di milioni di anni fa e un gruppo di ominidi che va incontro a un misterioso monolito nero. Gli ominidi, venendovi a contatto, imparano inspiegabilmente a usare gli strumenti per cacciare gli animali e ad estendere il proprio territorio aggredendo i nemici. Sempre nel 1968, l’autore svizzero Erich von Däniken, considerato il padre della teoria degli antichi astronauti, pubblica Chariots of the Gods che in poco tempo diventerà un best seller. In esso viene formulata per la prima volta l’ipotesi che migliaia di anni fa, viaggiatori spaziali provenienti da altri pianeti avrebbero visitato la Terra insegnando agli esseri umani la tecnologia e influenzando addirittura le religioni antiche e, di conseguenza, anche tutte le religioni che ne derivano sino ad oggi. Vi sembra assurdo? Se tutto ciò vi sembra poco credibile probabilmente non conoscete il Culto del Cargo che mette in risalto come può nascere una religione!

Il Culto del Cargo è una religione nata a cavallo della seconda guerra mondiale nelle isole del Pacifico, dove gli aerei americani facevano scalo per andare in Giappone. Essi si fermavano; avevano dei magazzini con le merci, con i viveri per le truppe. Dunque gli indigeni del posto hanno cominciato a vedere gli americani come degli Dèi perché li vedevano arrivare con aerei, mezzi per loro straordinari. Da qui nasce, appunto, il culto del cargo, cioè degli aerei cargo, tant’è che quando la guerra finì e gli americani se ne andarono, questi indigeni costruirono una fusoliera di aereo in legno, una finta pista di atterraggio e dei modelli di radio sempre in legno per poi celebrare dei riti. Ogni anno, infatti, a febbraio, fanno una festa chiamata “John Frum Day” dal nome del loro Dio chiamato John Frum. Sì è scoperto che, durante il periodo in cui gli americani atterravano, avevano identificato in particolare una persona di colore che diceva “I’m John from USA”, da qui John Frum. Il Culto del Cargo dunque ci mette di fronte a straordinari parallelismi: gli indigeni non sono nient’altro che l’umanità del passato e gli americani i visitatori dallo spazio con tutto ciò che ne consegue.

La maggior parte dei teorici degli antichi alieni, tra cui Von Däniken, sceglie due tipi di prove per sostenere le loro idee. La prima risiede nei testi religiosi antichi, tra cui la Bibbia, in cui i popoli addirittura interagiscono con degli Dèi o altri esseri celesti che scendono dal cielo in veicoli simili a “carri di fuoco” e dotati di poteri straordinari. La seconda prova sarebbe tutta una serie di opere d’arte raffiguranti strane creature simili agli alieni descritti oggi, oltre che gli OOPArt, ossia tutti quei reperti archeologici che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non dovrebbero esistere nell’epoca a cui si riferiscono. Molti, inoltre, sostengono che meraviglie architettoniche antiche siano state costruite con l’aiuto di una qualche tecnologia che non poteva esistere al tempo. Un esempio lo troviamo nel famoso sito di Puma Punku. Situato negli altopiani boliviani. Puma Punku è un campo di rovine di pietra disseminato di giganteschi blocchi che s’incastrano alla perfezione gli uni negli altri. La lavorazione è così meticolosa, ripetitiva e precisa che sarebbe impossibile senza l’ausilio delle macchine: ma le rovine hanno più di mille anni!
I popoli sudamericani sembrano lasciare numerosi indizi sul fatto che qualcosa di straordinario sia avvenuto nel passato sul nostro pianeta, come le linee di Nazca. Come tutti sanno, queste linee sono una serie di antichi disegni che si estendono per più di 80 chilometri. Esse creano sconcerto tra gli archeologi. Comprendono disegni stilizzati di animali e di esseri umani, alcune figure sono grandi diverse centinaia di metri. A causa delle loro dimensioni colossali, le figure possono essere viste solo dall’alto e non vi è alcuna prova che il popolo di Nazca, che abitava la zona tra il 300 a.C. e 800 d.C., abbia inventato macchine volanti. Che queste linee fossero un tributo per chi giungeva dall’alto? Se ci spostiamo di diverse migliaia di chilometri e dal sudamerica passiamo in Asia, troviamo ancora numerosi racconti riguardanti “carri celesti”. Molte epopee scritte in sanscrito, come il Mahabharata, realizzate in India più di duemila anni fa, contengono numerosi riferimenti a macchine volanti chiamate Vimana. Esistono interi volumi di centinaia di pagine che descrivono minuziosamente il loro funzionamento il che c’induce a pensare che più che un testo sacro quello fosse, in origine, un manuale tecnico. Questi Vimana sono frutto di pura e semplice mitologia? La cosa curiosa è che tutti i popoli della Terra ci raccontano le stesse cose.

A fronte di tutto ciò, forse le testimonianze più importanti ce le abbiamo nel libro più venduto al mondo, anche se, volendo essere più precisi, si tratta di una raccolta di libri: La Bibbia. Ebbene secondo alcuni studiosi La Bibbia, in particolare l’antico testamento, racconterebbe le vicende e il rapporto di un popolo con un gruppo di individui denominati Elohim. Su questi esseri ci sarebbe da scrivere fiumi di parole, ma la cosa più importante da sapere è che la stragrande maggioranza delle volte che leggete Dio nella Bibbia, in realtà l’originale testo ebraico riportava “Elohim” che è il plurale di El, accompagnato molto spesso da verbi al plurale. Questo termine nessuno sa cosa voglia dire di preciso anche se forse la traduzione più precisa sarebbe “Gli Splendenti”. I teorici degli antichi alieni credono fossero dei visitatori provenienti da un altro pianeta che sono scesi sulla Terra circa mezzo milione di anni fa e avrebbero creato l’uomo. Più scientificamente parlando, avrebbero mischiato i loro geni con gli ominidi presenti sul pianeta all’epoca creando così l’homo sapiens. Tutto questo ce lo dice anche la Bibbia nei primi versetti della Genesi.

A conferma di ciò, ultimamente, il Dr. Martin Taylor, dell’Istituto di Genetica e Medicina Molecolare presso l’Università di Edimburgo, insieme a un team internazionale di ricercatori ha scoperto un gene, il Mir-941, legato alla funzione cerebrale, presente negli esseri umani, ma assente in tutti gli altri primati. Questo gene, dalle origini assolutamente sconosciute, avrebbe in pratica dato un’accelerazione fantastica al processo cognitivo del nostro cervello rendendoci unici, rendendoci… Umani. Da dove sia arrivato questo gene è un mistero che, forse, può trovare risposta proprio in quei testi antichi considerati mitologia o opere divine.

Dio disse (a chi? Dobbiamo proprio credere che parlasse da solo?): “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” – Genesi 1,26

1 commento:

  1. Al giorno d’oggi esiste una teoria molto affascinante e parecchio controversa, che stenta a essere accettata dalla così detta scienza ufficiale. Tale teoria potrebbe spiegare numerosi interrogativi a cui la scienza ancora non sa rispondere, compreso il famoso anello mancante dell’evoluzione umana, ma per accogliere questa teoria bisogna avere una mente libera da ogni condizionamento, di qualsivoglia natura. Stiamo parlando della teoria degli antichi astronauti.

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