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sabato 7 luglio 2018

L'INCONTRO RAVVICINATO DI SOCORRO


Solo nella sua auto di pattuglia, il sergente Lonnie Zamora stava inseguendo un'auto in corsa, a sud di Socorro, nel New Mexico. Era il 24 aprile del 1964, verso le 17:45, quando udì una sorta di ruggito e vide una fiamma nel cielo a sud-ovest a una distanza stimata di mezzo miglio, un miglio al massimo. Zamora interruppe l’inseguimento, poiché temeva che l’oggetto in fiamme potesse far esplodere un deposito locale, pieno di dinamite e andò a indagare.
 

Zamora non vide altri eventuali testimoni, ma ricorda che c’era un’auto che precedeva la sua. Secondo lui, il conducente di quell’auto potrebbe aver sentito il rumore ma non poteva vedere l’oggetto fiammeggiante poiché era occultato dal fianco della collina.
Condusse la macchina sulla ripida salita e con difficoltà, riuscì a scalare la collina. Non notò nulla di strano. Cercò, invece, di individuare il piccolo deposito degli esplosivi poiché non ricordava l’esatta collocazione. Solo allora notò un oggetto lucido, a circa 150 a 200 metri di distanza, che scambiò per una auto rovesciata, nelle vicinanze della quale c’erano due persone. Uno di quegli individui sembrò notarlo, mostrando una certa sorpresa. L'oggetto era lucido, simile all'alluminio. Si stagliava sullo sfondo della Mesa e aveva la forma di un uovo. Zamora ebbe una visione sfuggente delle due persone in tuta bianca accanto alla "macchina". Non ricorda nulla di particolare. “Sembravano normali – disse - anche il loro abbigliamento non sembrava avere nulla di particolare, ma erano di piccola statura".
Mentre si dirigeva in auto verso di loro, poteva ancora rimanere in contatto radio con la centrale di polizia ma poi dovette proseguire a piedi. Era appena sceso dall'auto, quando sentì nuovamente il ruggito. Data la distanza ravvicinata, sentì un suono molto forte. Non somigliava, come ci si potrebbe aspettare, al rumore di un jet. Nello stesso istante, vide una fiammata scaturire dalla parte inferiore dell'oggetto che, nel frattempo, cominciava ad alzarsi lentamente. La fiamma somigliava a quella prodotta da un cannello per saldature: non produceva fumo, ma sollevava la polvere nelle immediate vicinanze. 
Senza perdere di vista l'oggetto, corse verso la sua macchina, inciampando e perdendo gli occhiali. A questo punto fu in grado di fornire una descrizione più dettagliata dell'oggetto. Si trattava di un ovale liscio, senza né portelli né finestrini. Notò dei caratteri rossi di qualche tipo, proprio nel mezzo.
 

Zamora descrisse così il decollo: “Dopo essere caduto ed aver perso gli occhiali, mi sono riparato dietro l’auto. Guardando indietro, notai l’oggetto salire dal fondo valle fino al mio livello. Ebbi paura e scappai. Ho corso fin oltre la collina, poi mi girai e buttandomi a terra, mi coprii la faccia con le braccia. Non avvertendo più il rumore, alzai lo sguardo e vidi l'oggetto allontanarsi da me. Viaggiava in linea retta – aggiunse - mantenendosi a bassa quota: superò la baracca della dinamite alta solo 2,5 metri di circa un metro. Quindi, con un’accelerazione repentina, si alzò e sparì nel cielo.
Zamora tornò alla sua auto e contattò l'ufficio dello sceriffo via radio.
“Ho preso gli occhiali – racconta - sono salito in macchina e ho contattato via radio Nep Lopez, il radiotelegrafista, per indurlo a guardare fuori dalla finestra e vedere se poteva scorgere l’oggetto. Lui mi chiese: “di cosa si tratta?” Risposi: “sembra un pallone.”
 

Zamora fu raggiunto da un collega, il sergente Chavez.
Il sergente Chavez (N.M. State Police at Socorro) si avvicinò e gli chiese quale fosse il problema, poiché vide che stava sudando ed era molto pallido. Fu il sergente ha notare delle tracce sul terreno.
Zamora, infatti, ricordò che l'oggetto aveva delle gambe.
“Quando ho visto l'oggetto, pensavo che fosse un’auto, poi vidi che poggiava a terra su quattro gambe. In quel momento, non ci ho fatto caso poiché continuavo a credere di trovarmi sul luogo di un incidente. Non ho prestato attenzione alle gambe. Queste sporgevano dal di sotto ed erano leggermente inclinate.”
Zamora non riusci a spiegare se le due persone salirono a bordo. Disse di averle perse di vista mentre fuggiva. Però sentì due o tre "tonfi", come se qualcuno stesse chiudendo con forza un portello. Udì questi tonfi e poi il ruggito.
Chavez lo invitò a prendere una matita e ha fare un disegno dettagliato dell'oggetto.

 

Nel giro di poche ore, la notizia si propagò: molti avevano sentito le comunicazioni via radio, inclusi alcuni giornalisti. In pochi giorni, i giornalisti della Associated Press e della United Press International furono a Socorro. I membri del gruppo di studio civile UFO APRO arrivarono sul posto due giorni dopo, così come gli ufficiali del Blue Book, il progetto dell'Aeronautica statunitense. Gli investigatori del NICAP sono apparsi il martedì seguente. Il primo investigatore del NICAP era Ray Stanford, che in seguito avrebbe scritto un resoconto dettagliato delle sue indagini.
Diversi testimoni indipendenti riportarono di un oggetto a forma di "uovo" o di una fiamma bluastra, che sorvolò l’area in quel giorno, alcuni testimoni si fecero avanti anche prima che si diffondesse la notizia.
Stanford ha menzionato un certo numero di testimoni nel suo rapporto, tra cui i due turisti Paul Kies e Larry Kratzer, che percorrevano la strada verso Socorro sulla loro auto e si trovavano a meno di un miglio dal luogo di atterraggio. Apparentemente, hanno assistito allo sbarco e al decollo e hanno riferito di aver visto la fiamma e la nuvola di polvere. La loro storia furiportata nel Dubuque Iowa Telegraph-Herald,  alcuni giorni dopo il loro ritorno.
Anche una famiglia del Colorado vide l'oggetto ovale che si avvicinava a Socorro volando a bassa quota, verso ovest appena a sud della città. Passò sulla loro macchina. Poco dopo, questi turisti si fermarono per fare rifornimento. La loro identità non fu rivelata, la storia venne raccontata dal benzinaio, Opal Grinder. Il conducente disse alla moglie: "quell’aereo ha quasi scoperchiato il tetto della macchina.” L'uomo pensava che fosse in avaria in quanto era sceso lontano dal più vicino aeroporto. Vide anche l’auto della polizia risalire la collina e pensò che cercava di prestare soccorso.
Secondo Stanford, un altro testimone chiamò una stazione televisiva di Albuquerque verso le 17.30 per segnalare un oggetto ovale a bassa quota che volava lentamente verso Socorro. Diverse altre storie sono apparse sui giornali del New Messico nei giorni successivi, tutte riguardano l’avvistamento di un oggetto di forma ovale. Sembra che un oggetto simile sia atterrato vicino a La Madera nel nord del Messico. Il rapporto dell'FBI sul caso La Madera menziona che il testimone riferì di una fiamma blu-bianca associata all'oggetto. Furono anche rilevate quattro impronte, probabilmente del carrello di atterraggio, rettangolari a forma di V e diversi segni circolari di circa 4 pollici di diametro.
Stanford ha anche annotato che un gran numero di testimoni, pur non avendo visto l’oggetto, ne hanno sentito il rumore, descrivendolo come un forte ronzio. Parlò personalmente con due donne che dichiararono di aver sentito il “ruggito” poco prima delle sei del pomeriggio.
 
 

Nell'ottobre del 2009, Stanford ha rivelato che anche il sergente Chavez, il primo poliziotto arrivato ad aiutare Zamora, confidandosi con dei colleghi, aveva asserito di aver visto l'oggetto allontanarsi rapidamente verso ovest, sopra le montagne, mentre lui si avvicinava al sito. Tuttavia, in pubblico, Chavez continuò ad affermare che fosse arrivato troppo tardi per vedere l'oggetto. Però, poté notare dei cespugli bruciati che stavano ancora fumando. Confermò che Zamora appariva in stato di shock.
Altri poliziotti intervennero per indagare: notarono anch’essi l’erba bruciata. Tra di loro c’erano Ted Jordan e James Luckie, i quali dichiararono che i ciuffi d'erba e i cespugli bruciati erano ancora roventi quando arrivarono sul posto.
Chavez perlustrò il terreno cercando la presenza di attività umane. Non riuscì a trovare tracce di pneumatici oltre a quelle lasciate dall’auto di Zamora, ma trovò le tracce dell’atterraggio. Le impronte lasciate dai pattini del carrello di atterraggio erano rettangolari, incuneate nel terreno ed erano chiaramente recenti.
L'investigatore dell'FBI osservò anche che i segni rettangolari "sembravano essere stati fatti da una gamba inclinata poiché la terra era stata spinta di lato. Inoltre, furono osservati tre segni circolari, di circa quattro pollici di diametro. Stanford, nel suo libro, suppone che questi segni furono impressi nel terreno dalla scaletta che l'equipaggio avrebbe usato per uscire e rientrare nella navicella.

 

L’INDAGINE DELL'AERONAUTICA

Il capitano Richard T. Holder e l'agente dell'FBI Arthur Byrnes Jr. intervistarono insieme Zamora. Tuttavia, per ragioni che rimangono ignote, l'FBI chiese ed ottenne una certa discrezione sulla loro presenza. Zamora ipotizzò che l'oggetto fosse una navicella di nuova concezione che veniva testata a White Sands Missile Range o nella vicina base aerea di Holloman. Holder respinse questa idea e in seguito, dichiarò a un giornale di Socorro che i militari non avevano in dotazione niente di simile.
Dopo aver intervistato Zamora, Holder e diversi ufficiali della Polizia Militare hanno isolato il sito e prelevato dei campioni della sabbia e dei cespugli bruciacchiati. Il mattino seguente, una domenica, Holder ricevette una telefonata da un colonnello del Joint Chiefs of Staff. Il giovane capitano Holder rimase sorpreso e turbato perché dovette fare rapporto a un ufficiale di così alto rango. Gli fu chiesto di inoltrare il rapporto servendosi di una linea criptata e sicura. Anche a distanza di anni, non riesce a spiegarsi l’interesse di questi alti funzionari militari statunitensi. Perché erano così interessati?
L'astronomo J. Allen Hynek (consulente del Blue Book) è arrivato a Socorro martedì 28 aprile. Ha incontrato Zamora e Chavez e li ha intervistati sull'incontro ravvicinato. Il maggiore dell'aeronautica Hector Quintanilla, inizialmente, pensò che l'avvistamento potesse essere spiegato come il collaudo di un modulo  lunare, anche se dopo alcune telefonate, Hynek ammise che questa spiegazione poteva essere esclusa. A dire il vero, l'Air Force cercò di confutare la faccenda spacciandola per una burla e suscitando il risentimento di Zamora al quale certamente non piaceva essere preso per un visionario. Alla fine, però, Hynek si decise ed ascoltò con la massima attenzione il racconto dell'unico testimone oculare. E’ interessante notare come, dopo averlo intervistato Hynek restò fermamente convinto, a tal punto che ammise: “non c'è mai stato un caso così dettagliato, con un testimone così attendibile."
Inoltre, per quanto concerne il progetto Blue Book, Hynek scrisse: "Credo che l'A.F. non sappia cosa sia la scienza".

 

LA SABBIA FUSA

Nel 1968, il fisico e ricercatore di UFO, James McDonald, ha individuato Mary G. Mayes, la quale ha affermato che quando frequentava l’università dell’Arizona, le fu chiesto di analizzare del materiale vegetale proveniente dal sito di Socorro.
Mayes riferì che lei e altri due studenti avevano effettuato una serie di analisi. Le piante – ha detto - risultavano bruciate in modo insolito: apparivano completamente prosciugate.
Non furono trovate tracce di radioattività, ma due sostanze organiche che non furono in grado di identificare.
Furono rilevate tracce di sabbia apparentemente "fusa", poiché aveva assunto un aspetto vitreo. In effetti, un’area triangolare composta di sabbia vetrosa, dell’ampiezza di 25 - 30 pollici (760 mm) fu notata sul sito dell’atterraggio.

 

VELOCITÀ E ACCELERAZIONE DELL'OGGETTO

Dalla ricostruzione dell'evento, tratto dal resoconto di Zamora, fu possibile stimare l’accelerazione e la velocità dell’oggetto. I calcoli dimostrarono una velocità massima di 2160 miglia/ora (3500 Km/h) e un’accelerazione di quasi 5 G.
Questi valori così elevati escludono molte spiegazioni convenzionali: non poteva trattarsi di un elicottero e neanche di un pallone aerostatico. Solo aereo a reazione ad alte prestazioni o un razzo potrebbero, in teoria, produrre tali accelerazioni e velocità (supersoniche) ma non in modo così silenzioso. Il rapporto dell'Air Force sull'incidente conferma che, dalle analisi del terreno, non risultano tracce di propellenti chimici, come ci si potrebbe aspettare dall’impiego di un motore a jet o di un motore a razzo. L’UFO descritto da Zamora, inoltre, mancava completamente di ali o di rotori: non poteva essere un velivolo convenzionale.

1 commento:

  1. Il capitano Richard T. Holder e l'agente dell'FBI Arthur Byrnes Jr. si occuparono dell'indagine. Il testimone ipotizzò che l'oggetto fosse una navicella di nuova concezione che veniva testata a White Sands Missile Range o nella vicina base aerea di Holloman. Holder respinse questa idea e in seguito, dichiarò a un giornale di Socorro che i militari non avevano in dotazione niente di simile.
    Intanto,la Polizia Militare aveva isolato il sito dell'atterraggio e prelevato dei campioni della sabbia e dei cespugli bruciacchiati. Il mattino seguente, una domenica, Holder ricevette una telefonata da un colonnello del Joint Chiefs of Staff. Il giovane capitano Holder rimase sorpreso e turbato perché dovette fare rapporto a un ufficiale di alto rango. Gli fu chiesto di inoltrare il rapporto dettagliato servendosi di una linea criptata e sicura.
    Perché degli ufficiali di così alto grado si erano interessati della vicenda?

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