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sabato 18 agosto 2018

MANTELL: IL PRIMO PILOTA A PERDERE LA VITA MENTRE INSEGUIVA UN UFO


Thomas Mantell era membro della Kentucky Air National Guard e sarebbe diventato il primo pilota a perdere la vita mentre inseguiva un UFO.
Dopo l'avvistamento di Kenneth Arnold del 1947 e il successivo incidente di Roswell, molte persone erano realmente spaventati da ciò che volava nei nostri cieli. I piloti militari erano e sono tutt’oggi i guardiani del nostro spazio aereo e anche se molti di loro non l'avrebbero mai ammesso, stavano vedendo gli UFO e li stavano avvistando in continuazione.
 

Era il sette gennaio del 1948, Mantell, a bordo di un F-51, fu raggiunto da altri tre aviatori della Guardia, diretti alla base Air Force di Standiford, nel Kentucky. Verso le 13.30, la Polizia di Stato del Kentucky iniziò a ricevere telefonate da cittadini ansiosi che denunciavano l'avvistamento di un grande oggetto circolare. Questi avvistamenti iniziarono nei cieli di Mansville, ma presto si diffusero a Irvington e Owensboro.
Gli operatori nella torre di controllo della base aerea di Godman, a seguito dei rapporti di avvistamento, furono in grado di osservare direttamente l'oggetto sconosciuto. Lo descrissero come estremamente grande e di colore bianco. Rotondo, con una luce rossa sul ventre. L'oggetto si muoveva volando lentamente verso sud. Circa un'ora dopo, Mantell e il suo squadrone furono contattati via radio per controllare il misterioso oggetto. Mantell ripose dicendo:


"l'oggetto è a ore 12:00, in alto [è davanti a me, più in alto (n.d.r.)] si muove a circa metà della mia velocità... Sembra essere un oggetto metallico ed è di dimensioni enormi... Sono ancora in arrampicata... Sto cercando di salire per avere una visuale migliore." 

Stavano salendo nell'aria rarefatta, senza ossigeno: per quanto potente, l’F51, un aereo ad elica, non è in grado di volare così in alto. Così due dei piloti rinunciarono all’inseguimento e decisero di rientrare. Solo Mantell continuò a inseguire quell’enorme oggetto sconosciuto. A 30.000 piedi il motore del suo aereo si spense. Gli investigatori hanno supposto che il pilota fosse già svenuto per la mancanza di ossigeno. l'aereo andò giù e in pochi minuti si schiantò al suolo vicino a Franklin, nel Kentucky.
Il luogo dell'incidente era teatro di una scena orribile. Il corpo di Mantell era ancora legato al sedile. Sappiamo che circolarono voci secondo cui il suo corpo sarebbe scomparso dall'aereo, ma queste dicerie risultarono infondate. Il suo orologio si era fermato esattamente alle 15:16, ovviamente nel momento dello schianto.
 

Alcuni investigatori dell’USAF si precipitarono sul luogo dell’incidente e capirono immediatamente cosa era successo o almeno così dissero. La loro supposizione, oltre che prematura apparve tanto assurda quanto infondata: dissero che i piloti erano stai tratti in inganno ed avevano inseguito il pianeta Venere! Effettivamente, l’avevano sparata grossa, tanto che questa stupida teoria fu respinta e aspramente criticata. Ma l'Air Force aveva già pronta una teoria di ripiego: lo squadrone doveva aver inseguito uno "Skyhook", un pallone sonda usato dalla U. S. Navy. Purtroppo, per loro, nessuno Skyhook era stato lanciato quel giorno. Quello che Mantell aveva inutilmente inseguito, in quel fatidico giorno, non è paragonabile a nulla che esiste su questa Terra.

1 commento:

  1. Per gli inquirenti, Mantell, un pilota esperto, un veterano della guerra è morto poiché mentre inseguiva una "stella" si è spinto così in alto da perdere i sensi per mancanza di ossigeno. Di inchieste "ufficiali" concluse in questo modo ne ho lette tante, ne ho sentite tante: troppe! Sono un oltraggio per i piloti che, come Mantell, hanno cercato di avvicinarsi all'ignoto.

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