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sabato 11 giugno 2016

IL VANGELO, SECONDO... ME

 
Voglio iniziare questo post con un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno scritto. Ho notato, anche, che alcuni hanno avuto difficoltà a rintracciare il mio indirizzo E-mail: tanto vale postarlo subito qui -  cacciapuoti.franco@gmail.com
Un argomento che ha suscitato molta curiosità e un vivace dibattito, riguarda quei ripetuti accenni ad una chiesa di Paolo, diversa da quella che avrebbe voluto l’apostolo Pietro. È un argomento, di carattere religioso che come al solito, tratterò in breve e con le dovute cautele anche se non mancherà di suscitare interrogativi e perplessità.
 
Da più parti, si ritiene che il tredicesimo apostolo abbia modificato radicalmente i Vangeli che parlano del Messia, creando una figura di Gesù del tutto diversa da quella reale. Infatti Gesù diventa un mistico, apolitico, pacifista e soprattutto, degiudeizzato. A questo punto Paolo di Tarso fa in modo di diffondere questa versione del Vangelo nel mondo antico, creando la Chiesa sulle basi di questa figura mistica, senza dimenticare di aggiungervi elementi che incitano a fare proselitismo, tramite la predicazione a tutte le persone del mondo. Si crea, quindi, una vera e propria religione paolina che nel secondo secolo decide definitivamente che il Nuovo Testamento deve essere formato da quattro Vangeli, scritti sicuramente molti anni dopo gli eventi di cui narrano e opportunamente corretti.
L'analisi storica ed oggettiva del Nuovo Testamento ne mette in luce la presenza di successive redazioni, di tantissime censure e contraddizioni, fino ad arrivare a svelare la strategia paolina di riscrivere totalmente il Cristo. Vengono eliminate le informazioni riguardanti la sua famiglia, i suoi fratelli e sorelle (di cui vi sono tracce storiche), viene eliminato qualsiasi riferimento alla sua condizione di uomo coniugato, vengono eliminati eventuali riferimenti ad attività antiromane. Si arriva al punto di togliere a Roma qualsiasi responsabilità della condanna di Gesù (Pilato se ne lava le mani) per scaricarla in modo esplicito sul popolo ebraico. Inoltre, vi si aggiungono eventi presi sfacciatamente dalla mitologia e dalla ritualità pagana. Tutto porta alla creazione di una figura mitologica di Gesù, probabilmente slegata dalla realtà storica, ma fondamentalmente adatta ad essere la base di una nuova religione.

 
È probabile che Paolo, figura storica molto controversa, fuse le religioni misteriche con il giudaismo e la passione di Gesù, fino a formare una nuova religione, centrata sulla morte di Cristo come sacrificio contemplativo. Paolo modificò molti concetti chiave del cristianesimo ed i Vangeli, così come li conosciamo, tendono a riflettere il suo pensiero, non l'autentica vita e gli insegnamenti di Gesù.
D'altronde, è evidente come lo stesso Dio del Nuovo Testamento sia, senza alcun dubbio, un Dio diverso da quello del Vecchio Testamento: non si adira, non fulmina nessuno, non divide le acque. Tanto, per rendere l'idea che non si tratta del Dio biblico fino ad allora conosciuto. Tutto ciò è il risultato di un processo che partì da Gesù, passò da San Paolo e terminò con la Chiesa, nel tentativo, ben riuscito, di creare una nuova religione che attecchisse e attirasse quante più persone possibili. È importante sottolineare come il Vangelo odierno sia il frutto delle aggiunte e delle modifiche non solo di Paolo ma sopratutto dei vari Santi Padri della Chiesa (Ireneo, Epifanio, Girolamo ecc.). I Vangeli (sia quelli apocrifi che ufficiali) si rifanno ad una fonte a noi non pervenuta, che raccoglieva i vari detti ed i vari eventi associati al Messia. Si trattava di racconti narrati e tramandati che riferivano le vicende attribuite a Gesù. Da questa fonte orale nacque il “Vangelo secondo Marco”, che riportava alcuni eventi della vita di Gesù, mentre mancava tutta la parte riguardante la natività. Da questo Vangelo fu estrapolato il “Vangelo secondo Matteo”, completato con l'aggiunta della natività, nel secondo secolo d. C.

 
A quanto pare, i Vangeli, rimasero ignoti quantomeno fino al IV-V secolo quando Ireneo, per la prima volta, iniziò a parlare di quattro vangeli. Invero, prima di questi scritti "ufficiali" ne circolavano molti che, in seguito, la chiesa ha dichiarato "spurii". Il modo in cui questo avvenne, ha del singolare: il "canone" fu decretato scartando quei libri che caddero dall'altare sul quale era stata riposta una pila di volumi!
I Vangeli contengono anacronismi ed imprecisioni: non è noto chi li abbia  scritti. È chiaro che, chi li compilò, visse molto tempo dopo la morte degli apostoli; si servì di un schema di base condiviso, verosimilmente impostato su supporto storico.
Quanto alla loro genuinità, basandoci sulle testimonianze dei cosiddetti padri apostolici Papia e Policarpo, che vissero a diretto contatto con gli apostoli, apprendiamo che gli "evangelisti" scrissero raccogliendo delle testimonianze di seconda mano, cioè "per sentito dire”, per poi stabilire, a modo loro, un ordine cronologico: una metodologia piuttosto anomala, per una biografia tanto importante.
Luca, considerato erroneamente testimone oculare, asserisce di sua penna (ma anche questo è dubbio) di non esserlo stato. Lo scritto è sicuramente posteriore a quello di  Marco, e  potrebbe contenere in sé la prova della sua datazione: è dedicato ad un compaesano di Luca, chiamato Teofilo, che nel 168 sarebbe stato vescovo di Antiochia. Si può concedere che questa possa essere quantomeno la datazione della redazione finale dell'opera, dato che il più antico manoscritto risale al 170 d. C.

1 commento:

  1. Paolo, figura storica molto controversa, fuse le religioni misteriche con il giudaismo e la passione di Gesù, fino a formare una nuova religione, centrata sulla morte di Cristo come sacrificio contemplativo. Paolo modificò molti concetti chiave del cristianesimo e i Vangeli, così come li conosciamo, tendono a riflettere il suo pensiero, non l'autentica vita e gli insegnamenti di Gesù.

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