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domenica 10 marzo 2024

I PILOTI DELLA MARINA RIPRENDONO GLI UFO – IL VIDEO SPOPOLA SUL WEB




E’ già successo: i fatti narrati risalgono al 2015. Degli strani oggetti, uno dei quali simile a una trottola, sono apparsi quasi ogni giorno, a partire dall’estate del 2014 fino a marzo 2015, nei cieli della costa orientale degli USA. I piloti della Marina riferirono ai loro superiori che quegli oggetti non avevano ali, né motori: non si notavano i caratteristici fumi di scarico dei jet e dai sensori ad infrarossi non venivano rilevate fonti di calore. Tuttavia, potevano raggiungere i 30.000 piedi e velocità ipersoniche.



- Queste "cose" sono là fuori tutto il giorno - riferì il tenente Ryan Graves, pilota di F/A-18 Super Hornet, in servizio nella Marina già da dieci anni. Si è esposto raccontando dei suoi avvistamenti al Pentagono e al Congresso. - Mantenere un aereo in aria, a quella velocità – ci dice - richiede una notevole quantità di energia e quegli oggetti non volavano per un ora o due, ma per tutto il giorno.
Alla fine del 2014, un pilota, in volo su di un Super Hornet, ebbe una quasi collisione con uno di quegli oggetti. Fu così che venne presentato un rapporto ufficiale sull'incidente. Alcuni degli avvistamenti furono videoregistrati, uno di quei video, ripreso dalla telecamera dell’aereo all'inizio del 2015, è poi diventato virale. Mostra un oggetto che sfreccia sulle onde dell'oceano mentre i piloti si chiedono cosa stanno guardando.
- Wow, che cos'è, amico? - Esclama uno di loro – guarda come vola!
Il Dipartimento della Difesa, però, non afferma che gli oggetti siano di natura extraterrestre e gli esperti tentano di trovare spiegazioni più terrene per tali avvistamenti.
Il tenente Graves e altri quattro piloti della Marina rilasciarono interviste al New York Times: dissero di aver visto gli oggetti sia nel 2014, sia nel 2015, nel corso di manovre di addestramento che si svolgevano, al largo della Virginia e della Florida, dalla portaerei Theodore Roosevelt. I piloti non fecero alcuna affermazione sulla loro provenienza.
Intanto, la Marina ha emanato nuove linee guida classificate su come segnalare tutto ciò che i militari chiamano fenomeni aerei inspiegabili o oggetti volanti non identificati. Joseph Gradisher, portavoce della Marina, afferma che la nuova guida non è che un aggiornamento delle istruzioni inviate alla flotta nel 2015, dopo gli incidenti di Roosevelt.
- C'erano una serie di rapporti diversi - ha detto Gradisher - in alcuni casi avrebbero potuto essere dei droni, ma in altri casi non sappiamo cosa fossero, non abbiamo dati sufficienti per esprimere un giudizio. Quindi, l’intento del messaggio alla flotta è quello di fornire una guida aggiornata sulle procedure di segnalazione per sospette intrusioni nel nostro spazio aereo.
Gli avvistamenti furono resi noti dall'oscuro e poco conosciuto Advanced Aerospace Threat Identification Program, del Pentagono, che analizzò i dati radar, le riprese video e i resoconti forniti dagli alti ufficiali della Roosevelt.
Alla fine del 2014, il tenente Graves, che era tornato alla base di Virginia Beach, incontrò un compagno di squadriglia appena tornato da una missione che aveva un'espressione scioccata. Rimase sbalordito nel sentire le sue parole: - Per poco, non ho colpito una di quelle cose.
Il caccia e il suo gregario stavano volando in formazione a circa 100 piedi, sull'Atlantico, a est di Virginia Beach, quando qualcosa si infilò tra i due aerei. Il pilota aggiunse che l’oggetto sembrava una sfera che racchiudesse un cubo. La quasi collisione in volo irritò i piloti dello squadrone, la maggior parte dei quali pensavano che gli oggetti fossero dei droni. Ma i funzionari governativi sapevano che i piloti di caccia si stavano addestrando in quella zona, pertanto, non è plausibile che vi avessero fatto volare anche dei droni.
C’era sicuramente un problema di sicurezza: era solo questione di tempo e prima o poi qualcuno sarebbe incorso in una collisione.
I piloti riferivano e i video lo mostravano, che gli oggetti acceleravano fino a raggiungere una velocità ipersonica ed erano capaci di arresti improvvisi e virate ad angolo retto: qualcosa che andava oltre i limiti fisici e le capacità umane. Ma sull’origine di tali oggetti, non fecero alcuna affermazione.

sabato 2 marzo 2024

MANITOWOC INCIDENT: ABBIAMO IL VIDEO




Un bizzarro ammasso di luci scintillanti, diverso da qualsiasi cosa conosciuta fu osservato e registrato da Myles Panosh, residente a Manitowoc (Wisconsin) e dal suo amico Jeff Lavicka, la notte del 24 marzo 2019. Lo straordinario filmato denominato "Manitowoc Incident", dura meno di 15 minuti.

Myles Panosh è un veterano del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Ci dice che quella sera, mentre era al telefono con Shelly Schmidt, a discutere di strane esperienze, comprese quelle riguardanti gli UFO, guardò fuori dalla finestra e individuò un enorme UFO nelle vicinanze della centrale nucleare di Point Beach (quando si parla del diavolo... N.d.R.) Myles cercò, invano, di catturare delle buone immagini con il suo iPhone ma, visto che non ci riusciva, chiese aiuto al suo vicino, Jeff Lavicka. Erano le ore 20:45. Jeff, quindi, riprese con successo l'evento utilizzando un Samsung Galaxy S4 e fu in grado di osservare il fenomeno fino alle 23:30 circa.
Il video mostra delle luci multicolori che appaiono agli apici di un oggetto opaco a forma di cuneo, simile a uno "Star Destroyer" accompagnato, in volo, da ulteriori corpi luminosi. Non si vedono stelle o altri corpi celesti, sullo sfondo, il che suggerisce che la fonte luminosa (l'UFO) fosse abbastanza intensa, almeno per l’obiettivo della telecamera, da offuscare la luce stellare e che il l’oggetto operasse all'interno dell'atmosfera terrestre.

Nel corso delle interviste inerenti all'incidente Manitowoc, sia Myles Panosh che Shelly Schmidt hanno raccontato testimonianze di residenti locali e di occasionali visitatori che affermavano di aver visto strane luci nel cielo vicino al sito nucleare e sul lago Michigan. Un articolo del Detroit Free Press, del marzo dello stesso anno, citava luci inquietanti che apparivano lungo la costa del Lago Michigan per quasi 200 miglia, evidenziando avvistamenti di vecchia data.
È chiaro che di questi argomenti se ne parli poco: ci sono in gioco le rivendicazioni degli ambientalisti che, come in tutti i siti in cui sorgono centrali atomiche, rimangono in delicato equilibrio con la paura dei dipendenti della centrale che temono di perdere il lavoro. Questo tabù è rinforzato dai protocolli di sicurezza che impediscono di attirare l’attenzione del pubblico su particolari “incidenti” che avvengono nelle vicinanze della centrale.
Questo spiegherebbe come i residenti locali, utilizzando semplicemente le fotocamere degli smartphone, siano riusciti a riprendere immagini straordinarie, mentre tutti i radar aeroportuali nonché i sensori del sistema di sicurezza del sito nucleare, non siano riusciti a rilevare un bel niente.

Secondo Myles Panosh, ciò che vide e che Jeff Lavicka registrò quella notte, non era una stella, non era un pianeta e non era neanche una meteora. Era sicuramente quello che si definisce un Oggetto Volante Non Identificato. Gli utenti possono cercare in Rete il cortometraggio “Manitowoc Incident” al sito: https://youtu.be/MLnYZG1TtWA
Probabilmente, potranno vedere uno dei pochi video affidabili sugli UFO.

sabato 24 febbraio 2024

I PILOTI VEDONO L’UFO, IL CENTRO DI CONTROLLO DEL TRAFFICO NO



Il 28 febbraio del 1996, l'equipaggio del volo Air Shuttle 5959 avviò le segnalazioni. In volo stazionario, nei pressi di Cleveland, l’equipaggio vide un oggetto luminoso, non identificato, volare a una quota inferiore.
Il pilota contattò, via radio, il Controllo del traffico aereo di Cleveland e gli riferì ciò che lui e il suo copilota stavano osservando, chiedendo al controllore se aveva qualcosa sul suo radar. Il controllore rispose di no: non vedeva alcuna traccia radar nelle immediate vicinanze dell’Air Shuttle 5959.
Poco dopo, il pilota del volo Mesaba Airlines 3179, che stava monitorando le comunicazioni radio, riferì al Controllo di aver visto anche lui l'UFO.
Inizialmente l'UFO venne segnalato come bianco, lampeggiante, ma presto mostrò una serie di vari colori. Lo Shuttle 5959 riferì al controllore che l'UFO si trovava diverse migliaia di piedi più in basso e a circa 10 miglia di distanza.
Il Controllo del traffico di Cleveland suppose che gli equipaggi vedessero il riflesso tra le nuvole di un faro di atterraggio. Ma da entrambi gli aerei riferirono che la luce era una fonte ben distinta.
Il pilota del volo 5959 fece di più: decise di scendere sotto l’oggetto. A quel punto, riuscì a distinguere molto chiaramente un congegno strutturato, rotante, che pulsava sopra di lui. Quindi, le luci non provenivano da terra.
Mesaba 3179 tentò di entrare in contatto con l'UFO facendo lampeggiare le luci, ma dall’oggetto sconosciuto non vi fu alcuna risposta. Mesaba riferì che uno dei loro passeggeri aveva scattato delle fotografie dell'UFO e la Torre di Cleveland rispose che avrebbe voluto dargli un'occhiata. Ma di quelle foto, poi non si seppe più nulla.



Di seguito è riportato un estratto della trascrizione delle comunicazioni radio tra la Torre di Cleveland, l'Air Shuttle 5959 e il Masaba 3179.

Air Shuttle 5959: - Cleveland, qui è 5959. Vediamo traffico là fuori. In basso a ore dodici. Lo hai sul radar?
Controllo di Cleveland: - Air Shuttle 5959, negativo. Signore, non ho niente davanti a te.
Air Shuttle 5959: Ok…
Controllo Cleveland: - Se è sotto di te, puoi darmi una stima della sua altitudine?
Air Shuttle 5959: - Beh, potrebbe essere difficile. Ehm! siamo tra gli strati. Stimo che sia approssimativamente due o tremila piedi sotto di noi. Forse è... Più o meno a... C’è una luce pulsante intorno, non so, forse a dieci miglia di distanza.
Controllo di Cleveland: - Ok, Air Shuttle 5959. Terrò gli occhi aperti. Ma non vedo nulla.
Masaba 3179: - E’ a nord-ovest di Detroit che hai visto quella luce?
Air Shuttle 5959: - Sì.
Masaba 3179: - Sì, è lì che l'ho visto anch’io. Una luce bianca davvero brillante, a volte tremolante... Ehm! L'ho vista sotto le nuvole.
Controllo di Cleveland: - Air Shuttle 5959, è traffico quello che ehm! Quello che hai visto prima? Lo vedi ancora là fuori?
Air Shuttle 5959: - Air Shuttle 5959, affermativo ed è una luce del genere... si affievolisce, poi diventa brillante. Non so se ci stiamo avvicinando. Ma sembra che la luce ruota attorno ad esso come, Ehm! Come una cosa tipo frisbee, che gli gira intorno.
Voce sconosciuta: - UFO.
Controllo di Cleveland: - Masaba 3179, vedi la stessa cosa?
Masaba 3179: - Ehm! Signore, l'ho visto uscire a Detroit e mi sono chiesto... Ehm! Ho visto solo un paio di lampi. Una luce davvero brillante, sembrava quasi un fulmine e ha attirato la mia attenzione. Ho continuato a guardarlo e sembrava un po' meno brillante. Mi è parso che fosse sotto la coltre di nuvole. Questo accadeva proprio mentre uscivamo da Detroit.
Controllo di Cleveland: - Ok, e riesci a trovare l'altitudine?
Masaba 3179: - La luce che ho visto era proprio come, forse, non lo so... A venticinque miglia a nord-ovest di Detroit…
Controllo di Cleveland: - Qualche tipo di obiettivo a ore dodici?
Masaba 3179: - Ehm! Abbiamo una specie di luce bianca là fuori a ore dodici e il Capitano, Ehm! Dice che pulsa. Sembra traffico in arrivo. Ma è rimasto più o meno nello stesso… Lo stiamo guardando da circa dieci o quindici minuti.
Air Shuttle 5959: - Air Shuttle 5959. Dalla nostra posizione sembra che sia quasi sopra Saginaw.
Controllo di Cleveland: - Ok, Air Shuttle 5959. Contattare il controllo avvicinamento Saginaw. Frequenza 126.45. Apprezzo l'informazione.
Masaba 3179: - 3179, quel target sembra essere, ehm! Sotto di noi. Forse a diecimila piedi.
Controllo di Cleveland: - Circa tremila metri, pensi che potrebbe essere un riflesso? Ehm! Forse la luce di un faro che per qualche motivo… Magari non è una di quelle cose strane. Ma un fenomeno naturale: un riflesso, perché non ho niente là fuori.
Masaba 3179: - Non lo so. Voglio dire, possiamo vedere un qualcosa di chiaro, sai, come un banco di nubi, ma relativamente solido... Ehm! Sotto di noi ed è decisamente Ehm! Chiaramente biancastro, ehm! Beh, ora sembra un po' bianco, rosso e verdastro: una specie di luce pulsante ed è costante. Non è un faro.
Air Shuttle 5959: - Controllo di Cleveland, Air Shuttle 5959.
Controllo di Cleveland: - Avanti.
Air Shuttle 5959: - Sì. Ehi! Tieni presente che siamo stati autorizzati a scendere a quattromila piedi. Quell'oggetto, ora, è sopra di noi: non è a terra.
Controllo di Cleveland: - Ok, signore. Stiamo controllando proprio adesso. Non ho proprio niente davanti a te. Apprezzo che tu sia tornato sulla nostra frequenza e me lo abbia comunicato.
Air Shuttle 5959: - Vi terrò informati. È strano. Continua a pulsare.
Controllo di Cleveland: - Masaba 3179, dov'è rispetto a te in questo momento?
Masaba 3179: - Dritto di prua, signore.
Controllo di Cleveland: - Sto cercando di indagare su cosa potrebbe essere. Puoi tenermi informato?
Masaba 3179: - Ok, signore. Gli farò lampeggiare le luci e vedrò se riesco a ottenere una reazione. 3179, l'altro aereo che ha visto quella luce era diretto a sud-est o era diretto verso… (confuso?)
Controllo di Cleveland: Beh, era in arrivo a Saginaw e in realtà quando l'ho consegnato a Saginaw, mi aspettavo che no l'avrei più sentito. Ma è tornato sulla mia frequenza e mi ha informato che era sceso a quattromila e mi ha detto che ciò che ha visto era ancora sopra di lui ed era come un rosso... Ha detto che era una luce rossa e verde che pulsava ed era come se ruotasse. Ha detto che mi avrebbe tenuto informato e ci avrebbe fatto un rapporto una volta arrivato a Saginaw. Non hai una telecamera a bordo, vero?
Masaba 3179: - Probabilmente potremmo prenderne una da uno dei passeggeri. Vuoi che chiediamo?
Cleveland Control: Sì, sarebbe interessante avere un paio di foto. Penso che, ehm! Potrebbe migliorare un po' la comprensione del nostro caso.
Masaba 3179: - Ok, 3179, c'è un passeggero che gli sta scattando una foto proprio adesso, ehm! Abbiamo un assistente di volo che dice che, ehm! Potrebbero aver visto la stessa cosa l'altra notte.
Controllo Cleveland: - Masaba 3179, lo copio (ricevuto). Ehm! Masaba 3179, quando hai acceso le luci, hai ricevuto qualche risposta?
Masaba 3179: - Non sembra, signore.
Controllo di Cleveland: - Ok, Masaba 3179, ora la passo a Minneapolis. L’oggetto è ancora a ore dodici?
Masaba 3179: - Ehm! Negativo, è circa a ore due adesso: noi abbiamo fatto una deviazione.
Controllo di Cleveland: - Ok, quindi è alla tua destra verso le ore due. Sarei sicuramente interessato a vedere quelle foto. Posso procurarti un indirizzo a cui potresti inviare una copia, se ne ricevi una copia.
Masaba 3179: - Sì, certo. Possiamo farlo. Abbiamo girato a destra e lui ha continuato per la sua strada: ora è a ore undici.
Controllo di Cleveland: - Ok, quindi è alla tua sinistra. OK.
Masaba 3179: - Ok, trentaduenove. Ci vediamo. Mi chiedo, quelle immagini mostreranno qualcosa?
Masaba 3179: - Controllo di Cleveland, Masaba 3179.
Controllo di Cleveland: - Masaba 3179, avanti.
Masaba 3179: - Voglio solo che tu sappia che ho fatto una foto. Come Capitano siedo sul lato sinistro. Ho anche ripreso alcune delle stelle in alto, quindi è la luce più bassa in quelle immagini. L'unica luce nella parte inferiore dell'immagine è… Ehm! Quello di cui stiamo parlando…
Controllo Cleveland: - Ok, fantastico. È una buona idea, lo apprezzo.
Masaba 3179: - Ho usato una macchina fotografica istantanea. Buona notte Signore.
Controllo Cleveland: - Buonanotte.



L’immagine è solo rappresentativa.

sabato 17 febbraio 2024

TANTI TESTIMONI: UN SOLO AVVISTAMENTO




Nel pomeriggio del 13 agosto 1947, A. C. Urie, insieme ai suoi due figli piccoli, Billy di dieci anni e Keith di otto, furono testimoni di uno strano evento.
Urie gestiva l'allevamento di trote di Auger Falls, le cui acque scorrevano attraverso lo Snake River Canyon. Quel giorno d'estate, verso l'una del pomeriggio, i suoi due figli si accingevano ad attraversare il corso d’acqua su una piccola barca, ma non riuscivano a capire cosa trattenesse l’imbarcazione. Allora scesero nel guado e si diressero, camminando, verso la riva.
Da lì, videro, a distanza ravvicinata, il disco volante che sfrecciava davanti a loro a circa 100 miglia all'ora e ad un'altitudine di circa 75 piedi. Anche Urie lo vide ma, non essendo con loro, da un’angolazione diversa.
Si muoveva seguendo il profilo del terreno: su e giù per colline e valli ad una velocità tale da far supporre che ai comandi del velivolo ci fosse qualcuno (o qualcosa) con riflessi più veloci di un essere umano!
Urie affermò (in base a chissà quali considerazioni) che fosse propulso da “energia atomica”. Di certo, emetteva un suono “frusciante”. Le parole esatte che usò per descrivere la forma dello scafo furono: “era come un piatto da torta rovesciato o un cappello di paglia compresso". Disse che era “lungo” circa 20 piedi e alto circa 10.
Continuò a osservare la scintillante nave ultraterrena mentre questa si allontanava rapidamente. Non aveva idea di ciò che aveva appena visto ma, era più che sicuro che si trattasse di qualcosa di straordinario.
Quando, in seguito, gli fu chiesto se davvero aveva visto un "disco volante", affermò senza mezzi termini: - conosco un certo numero di persone che li hanno visti e so che non li hanno immaginati e neanche erano persone in cerca di fama e notorietà.
Anche se prima non credeva in queste cose, il fatto di averlo visto con i propri occhi gli fece cambiare idea. I figli erano "spaventati e sicuramente a disagio" durante l'avvistamento, ma rimasero calmi per tutto il tempo. In seguito, forniranno ciascuno la propria testimonianza. 

Bisognerà aspettare ben tre decenni perché J. Allen Hynek scriva che era certo che gli Urie avessero fornito un resoconto veritiero. Del resto, il gran numero di avvistamenti avvenuti all'epoca non fece che rendere ancora più credibile la vicenda. Inoltre, furono individuati altri tre testimoni per questo avvistamento ma, sembra che l’oggetto fu visto da tante altre persone che, quel giorno, si trovavano nelle vicinanze e che fornirono delle prove non circostanziali.

sabato 10 febbraio 2024

IMPOSSIBILE DISTANZIARE UN UFO




Tutto iniziò poco prima della mezzanotte del 4 agosto 1963, il diciottenne Ronnie Austin stava tornando da un cinema drive-in, a Mount Vernon (Illinois), con la sua ragazza, Phyllis Bruce. Erano andati a vedere ‘La Grande Fuga’. Mentre stavano percorrendo la Route 15, oltre l'aeroporto di Mount Vernon, Austin vide qualcosa di strano fuori dal finestrino.
In seguito la descrisse come una "palla rotonda di luce bianca, brillante" che aveva all'incirca le dimensioni di una tinozza. Lo fece notare a Phyllis, chiedendole se pensava che fosse un aeroplano. Ma lei rispose: - No, non è un aereo. Non ha luci rosse e verdi lampeggianti!
Ronnie accelerò e rimase innervosito dal fatto che anche l'oggetto accelerava. Quando, in seguito, rallentò, anche l’oggetto fece lo stesso. Era ovvio che, qualunque cosa fosse, la strana luce splendente stava tenendo il passo con il loro veicolo.
Un po' preoccupati, ma non eccessivamente allarmati, i due proseguirono il loro viaggio. Si diressero a nord, per raggiungere la casa di Phyllis. Intanto, l'oggetto continuava a seguirli rimanendo sempre a debita distanza. I ragazzi rimasero calmi: forse, incapaci di percepire un pericolo.
Una volta arrivati, la sorella di Phyllis uscì per salutarli. Quindi, anche lei vide quell'oggetto luminoso, in alto. Tutti e tre l'avrebbero osservato per circa quindici minuti prima che Phyllis entrasse. A quel punto, Ronnie partì per recarsi a casa. La luce lo seguì. All'inizio sembrava che si accontentasse di osservare il suo viaggio. Tuttavia, quando lasciò la strada principale per imboccare una strada sterrata, più tranquilla, questa, improvvisamente, accelerò dirigendosi verso di lui. A un bivio, mentre l’auto rallentava, si fermò sopra un fienile, proprio davanti a lui.
Ronnie poté così osservare un po' più da vicino la palla luminosa che, ora stava passando da una luce bianca e brillante a un tenue bagliore arancione. Vide che si stava avvicinando al bivio e premette sull'acceleratore. Passò direttamente sotto l’oggetto oltrepassandolo. Corse via all’impazzata: in seguito, stimò che probabilmente stava correndo a più di 200 Km/h.
La palla arancione cominciò di nuovo a brillare. Immediatamente riprese vita e si lanciò all’inseguimento. In pochi secondi accorciò le distanze posizionandosi a non più di cento piedi dalla macchina.
Ronnie continuò ad avanzare nella notte. Guardava la strada davanti a lui, ma vedeva anche questo scafo, ormai grande quanto un'auto, alle sue spalle. Poi, l'autoradio cominciò ad emettere una cacofonia di sibili e scariche statiche. Allo stesso tempo, l’abitacolo fu investito da un “effetto rinfrescante”. L’oggetto luminoso passò proprio sopra l’auto in movimento.
Ronnie, in preda al panico, mantenne la calma necessaria ad esercitare il controllo della macchina. Aveva, però, maturato il sospetto che l’intelligenza nascosta dietro quel misterioso bagliore, aveva aspettato che lui fosse solo, prima di iniziare l'inseguimento.
Fece molta strada tentando invano di seminare quel misterioso velivolo. Alla fine si ritrovò nella zona del fienile. Quando ciò accadde, anche l’oggetto tornò a fermarsi, assumendo, di nuovo, quel colore arancione.
A questo punto Ronnie, si rese conto che era solo a tre miglia di distanza dalla fattoria di famiglia e premette di nuovo sull'acceleratore. L’oggetto luminoso si fece avanti, gli passò sopra e si posizionò alle sue spalle per continuare l’inseguimento. Il motore dell'auto ebbe un malfunzionamento, pur continuando a girare. Nonostante questo, alla fine Ronnie giunse a casa. Fece girare l'auto nell'ampio vialetto e scese dal veicolo il prima possibile. Mentre lo faceva, guardò in cielo. Lì, l'oggetto luminoso si librava sopra una pertinenza della fattoria a circa 200 metri dall’edificio principale.



Ronnie corse dentro, chiamando i suoi genitori e i suoi fratelli. Osservando l'orologio a muro, vide che era passata poco meno di mezz'ora dalla mezzanotte. Nonostante l'ora tarda (era il ’63) i suoi genitori, suo fratello e sua sorella, erano ancora svegli e si avventurarono fuori per vedere di cosa si trattava.
Con loro grande sorpresa, l'oggetto rimase esattamente dov’era. In bilico, nel fioco chiarore della propria luce, sopra l’edificio di fronte. Il padre di Ronnie pur consapevole della natura surreale e unica della situazione, decise di chiamare le autorità della contea di Jefferson affinché allertassero la vicina Base aeronautica di Scott.
Evidentemente, la Polizia non diede molto credito alla vicenda e non chiamò la base dell’Aeronautica. Tuttavia, inviarono sul posto il vice Lee (ritratto nella foto).
Due agenti di polizia, Richard Gidcumb e George Sexton, avevano sentito la conversazione alla radio e dato che si trovavano in zona, decisero di indagare per conto loro, all’insaputa del vice. Arrivarono alla fattoria degli Austin alle 00:45 (ben 25 minuti prima di Lee) in tempo per assistere all’insolito fenomeno luminoso.
Come per assicurarsi che non stessero vivendo una sorta di bizzarra allucinazione collettiva, il padre di Ronnie telefonò ad alcuni amici che abitavano lì vicino: i Withrow. Marito e moglie, uscendo in cortile, poterono vedere lo scafo che brillava di una luce arancione e che, intanto, iniziò a salire sempre più in alto, fino ad apparire osservabile come una stella estremamente luminosa.
In totale, furono undici le persone che assistettero al fenomeno. L'unica persona a non vederlo fu proprio il vice Lee, che non arrivò prima dell'01:10. La “stella”, però, rimase visibile fino all’alba.



Il dottor Conarski, interpellato telefonicamente dal padre, aveva consigliato di somministrare a Ronnie un sedativo. Questo perché il ragazzo appariva confuso e frastornato. Insomma, era chiaramente in stato di shock. E quando i giornalisti arrivarono per parlare con i testimoni, il padre di Ronnie, Orville Austin, espresse un giudizio critico nei confronti della stampa locale, affermando che “avevano messo le parole in bocca al ragazzo" approfittando del suo stato confusionale.
Dopo la stampa locale, le agenzie di stampa nazionali e internazionali ripresero e rilanciarono la notizia e il 10 agosto, mentre si intensificavano gli avvistamenti di UFO in tutto lo stato, membri dell’Aeronautica americana arrivarono finalmente a casa degli Austin. Due dei tre uomini componenti lo staff, Robert Friend e Hector Quintanilla, facevano parte del progetto Blue Book.

lunedì 15 gennaio 2024

UN CASO DA TALK SHOW




Poco prima delle 21:00, la sera del 3 ottobre 1978, il 29enne Hideichi Amano sedeva nella sua macchina in cima a una montagna che domina la città di Sayama, nella prefettura di Saitama, in Giappone. Amano era un appassionato radioamatore e la ricezione era molto più chiara da quel punto. Quella sera, alla radio, stava parlando con suo fratello che viveva dall'altra parte del Giappone. Parlarono per diversi minuti, poi Amano intraprese una conversazione con altri operatori HAM della zona. In macchina c’era anche sua figlia Juri, di due anni e per questo motivo interruppe le conversazioni via radio e decise di tornare a casa prima del solito. Tuttavia, proprio mentre cominciava a dirigersi verso casa, una strana luce brillante si diffuse e riempì all'improvviso tutto l’abitacolo. Mosse rapidamente lo sguardo all'interno dell'auto cercando di individuare la fonte dell'intenso bagliore, ma non notò nulla di strano, pertanto rivolse la sua attenzione all'esterno. Si sporse dal finestrino, ma non vide nulla di anomalo: la notte e l'ambiente circostante erano perfettamente scuri e sereni. La luce pareva provenire proprio dall'interno dell'auto. Quando riportò la testa all'interno, però, vide la sua giovane figlia, sdraiata sulla schiena, apparentemente in trance e con la schiuma alla bocca.
Prima che potesse rivolgere tutta la sua attenzione a Juri, tuttavia, uno “strano cerchio di luce arancione” apparve in basso, sul suo ventre. La luce arancione sembrava attraversare il parabrezza dell'auto e provenire da un punto lontano, nel cielo notturno. Amano rimase stordito e svenne. Poi, sentendo qualcosa che premeva contro il lato destro della sua testa, si riprese. Vide, accanto all'auto, una bizzarra creatura che aveva un oggetto simile a un tubo che usciva dalla sua bocca. Il “tubo” premeva contro il volto di Amano e ne uscivano dei “rumori acuti, diversi da una voce”. In seguito li paragonerà a una registrazione su nastro, eseguita ad alta velocità. La testa di questa bizzarra creatura era rotonda e apparentemente, senza collo. Aveva grandi orecchie appuntite e una distinta "depressione" triangolare sulla fronte. Gli occhi brillavano di un colore bianco-blu. Non vedeva alcun naso mentre ricordava chiaramente le labbra che serravano il tubo che usciva dalla sua bocca. Amano, ripresosi dallo spavento, tentò invano di avviare l'auto. I fari si erano spenti e ne dedusse che l’auto era rimasta senza corrente. Intanto, gli strani suoni acuti continuavano: cos’era questo misterioso messaggio alieno? Si sottomise a questa bizzarra fonte sonora ma, circa cinque minuti dopo, la creatura iniziò a svanire nell’oscurità così come svanì il dispositivo che premeva contro la sua testa e cessarono quei suoni acuti. Anche la luce arancione che, apparentemente, lo raggiungeva dal profondo del cosmo, svanì. Per un po’ ci fu un silenzio perfetto. Poi i fari, la radio e il motore della sua macchina ripresero a funzionare contemporaneamente. Quando controllò l'orologio, era fermo alle 21:57.

Fu solo dopo diversi minuti, dopo aver percorso un bel tratto di strada, che si riprese dallo spavento e udì la voce di sua figlia che gli chiedeva un sorso d'acqua. Sentendosi al sicuro, se non altro per essersi portato a debita distanza da qualunque cosa fosse penetrata nell'auto sulla cima della montagna, fermò il veicolo per controllare Juri che, però, stava già meglio. Sebbene indeciso sul da farsi, ritenne di dover denunciare l’accaduto alla polizia: lo fece mentre tornava a casa. Si pentì subito di aver preso quella decisione, poiché non lo presero sul serio. Quando tornò a casa, sua figlia dormiva profondamente. La lasciò con la moglie, mentre lui andò subito a letto: un mal di testa improvviso e penetrante si era fatto sentire già all’inizio del viaggio di ritorno. Nei giorni successivi, probabilmente in seguito alla denuncia, giornalisti televisivi e ricercatori vennero a conoscenza del suo caso. Se ne interessò, in particolare, uno show, uno dei più seguiti in Giappone, chiamato “23:00”. Gli chiesero se fosse disposto a sottoporsi a regressione ipnotica, in modo da poter dimostrare che diceva il vero. Lui fu d'accordo e Akio Morihe, un ipnotizzatore professionista, fu incaricato di svelare cosa accadde quella sera. Interrogato sotto ipnosi, davanti alle telecamere, fece delle rivelazioni sconcertanti: rivelò che la creatura gli aveva ordinato di recarsi nello stesso luogo in un giorno e ad un orario prestabilito. Non rese noto né il giorno né l’ora, a suo dire, per evitare che accorressero dei curiosi!

sabato 6 gennaio 2024

UFOLOGIA PERICOLOSA: TRE SOLDATI PARTONO PER INDAGARE, MA SPARISCONO NEL NULLA


A volte sortisco con il detto: “l’ufologia non giova alla salute” con riferimento a quei casi in cui un avvistamento porta a conseguenze nefaste. Questo è uno di quelli.
Tutto ebbe inizio nel 1953 (non si conosce la data esatta), quando un escursionista solitario, Brian Dogherty, mentre era accampato sotto le stelle, vide un grande velivolo scuro “a forma di piatto rovesciato” muoversi sopra le cime degli alberi circostanti. Sentì un forte "scricchiolio" e si alzò. Intanto la navicella atterrò nella foresta, in un punto più elevato del luogo in cui era accampato. Passò molto tempo prima che si riaddormentasse ma, quando si svegliò, andò alla ricerca del luogo dell’atterraggio. Purtroppo, quel velivolo misterioso era già decollato ed era volato via. Tutto ciò che Brian trovò fu un'area in cui gli alberi erano spezzati e gli arbusti appiattiti.

Nello stesso anno un altro campeggiatore, Peter Suttor, penetrò per puro caso in un'area sotto le scogliere del lato sud di quella valle (Burragorang Valley, Nuovo Galles del Sud – Australia) che si era già rivelata come luogo di atterraggio dei dischi, almeno a detta di Brian e di altri campeggiatori. Nascosto tra arbusti, vide, in lontananza, diverse sagome umane vestite con quelle che, in seguito, descrisse come "tute spaziali". Sembrava che quegli esseri stessero frugando il terreno con strani dispositivi, apparentemente, per raccogliere campioni di terreno e rocce.
Peter raccontò del suo strano incontro agli amici. Ne veniamo a conoscenza poiché tra questi c’era anche chi faceva parte di un gruppo ricerca sugli UFO, a Fairfield. A sua volta, qualcuno lo raccontò a un amico: un militare, di stanza Liverpool. Questo soldato, insieme ad altri due militari di Ingleburn, mentre erano in licenza, decisero di indagare. Quindi partirono per andare in campeggio nella zona dove era avvenuto l’avvistamento di Peter Suttor. Da Warragamba Township, seguirono lo stesso itinerario intrapreso da Peter. Penetrarono per diversi chilometri nell'entroterra fino all'area approssimativa in cui erano state viste le strane figure. Qui sparirono nel nulla! Nonostante le ricerche, di questi soldati si perse ogni traccia. Col tempo, ogni ulteriore notizia sulla loro scomparsa si perse in un “muro di gomma”: un silenzio ufficiale, che calò sull'intera vicenda.

L'immagine è solo indicativa.