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sabato 30 luglio 2022

L'ALIENO DI DOVER

   Gli indiani Creek, originari del Canada orientale, li chiamano Mannegishi. Sono esseri di bassa statura, dalla testa rotonda, senza naso, con gambe lunghe e mani a tre dita che ricordano le zampe dei ragni. Secondo la leggenda i Mannegishi, vivono tra le rocce, in cavità sotterranee. Gli uomini bianchi non li avevano mai visti, fino al 1977.

Erano, infatti, le 10:30 del 21 aprile 1977, tre giovani 17enni viaggiavano, in auto, diretti a nord, sulla Farm Street. William Bill Bartlett, alla guida, intravide qualcosa scivolar via lungo un muro di pietre parzialmente diroccato. Quando i fari lo illuminarono, la creatura girò lentamente la testa in direzione della luce, rivelando due enormi occhi senza palpebre che brillavano "come due biglie arancioni" e un volto inespressivo, apparentemente, senza naso. La creatura aveva una testa a forma di anguria, sottile e allungata, che era quasi della stessa dimensione del resto del corpo. Il corpo era piccolo, come quello di un bambino, con gambe e braccia lunghe e mani dotate di tre dita lunghe e sottili che si aggrappavano alle rocce. La pelle, glabra, aveva la consistenza apparente della "carta vetrata umida". L'essere camminò incerto lungo il muro, passando le sue lunghe dita tra le pietre mentre si muoveva.
Bartlett rimase senza parole ma, pochi secondi dopo, quando riuscì a parlare, l’auto aveva proseguito, lasciandosi alle spalle la strana creatura: i suoi due compagni, Mike Mazzocco e Andy Brodie, distratti, non si accorsero di nulla.
Giunto a casa, Barltlett, d’impulso, sentì di dover fare un disegno raffigurante la creatura. In calce al foglio aggiunse una nota: "Io, Bill Bartlett, giuro sulla Bibbia di aver visto questa creatura".






La cosa, forse, sarebbe passata inosservata se il giorno successivo verso le 12:30, un 15enne di nome John Baxter non avesse raccontato che, mentre tornava a casa, all'incrocio tra Miller Hill Road e Farm Street, notò qualcuno a circa cinquanta metri di distanza. Camminando, John vide che questo individuo aveva una testa insolitamente grande. Pensò che potesse essere M.G. Bouchard, un bambino con la testa deforme a causa di una malattia infantile. Quindi, quando fu abbastanza vicino, John lo chiamò, ma lui non rispose. Intanto, si era avvicinato abbastanza da notare che non poteva essere Bouchard: era troppo piccolo.
- Ero a circa cinque metri – disse - quando mi sono fermato, anche lui si è fermato. Siamo rimasti lì. lo lo guardavo e ne sono sicuro, lui guardava me. Riuscivo a malapena a vedere il suo profilo. Gridai: chi è? E feci un altro passo nella sua direzione: l’essere, qualunque cosa fosse, fuggì rapidamente, inoltrandosi nel bosco. Curioso di sapere chi fosse, lo inseguii attraversando un ruscello fino a raggiungere un terrapieno. Nella radura, potevo vedere chiaramente il contorno del corpo e fui in grado di descriverlo, ma solo in silhouette. Era a circa dieci metri di distanza, con i piedi "attaccati" a una roccia, accanto a un albero. Il corpo della creatura somigliava a quello di una scimmia, tranne che per la testa a forma di "8". I suoi occhi erano due punti più chiari in mezzo alla testa, in ombra come il resto del corpo: guardava dritto verso di me che, a questo punto iniziai a temere. Rendendomi conto di non aver mai visto una creatura simile e non sapendo cosa avrebbe potuto farmi, col cuore in gola, mi allontanai da quel posto. Corsi lungo la strada fino all'incrocio di Farm Street. Lì, fui soccorso da una coppia che passava in auto, la stessa che mi accompagnò a casa.
Baxter fece un disegno che rappresentava la creatura accanto all'albero.



La notte seguente, verso mezzanotte, il 18enne Will Taintor e la sua fidanzata 15enne, Abby Brabham, stavano rincasando. Percorrevano, in auto, la Springdale Avenue, quando Abby vide qualcosa di strano: una creatura con una grande testa ovoidale e arti lunghi e sottili. Affermò che le mancavano tutti i tratti del viso, tranne gli occhi, che erano rotondi. La fissavano e brillavano di una luce verde fosforescente. È sicura di questo colore: nonostante il contrasto con la versione degli altri testimoni che li hanno sempre descritti come arancioni. Tuttavia, ammette di aver avuto solo l’opportunità di lanciare un'occhiata fugace. Descrisse una creatura con la testa grande e il corpo scuro: era accovacciata lungo la strada. Anche lei fece un disegno, che però risulta meno preciso degli altri.



martedì 26 luglio 2022

L’AVVISTAMENTO DI TEMPLETOWN: UN CASO DI RETROINGEGNERIA?


   


L’UFO, in questo caso è, nel vero senso della parola, un vero oggetto volante non identificato. Quello che lo rende esclusivo e se vogliamo, anche singolare, è la presenza di un pilota umano. Non potrebbe essere scambiato per un alieno: indossa una divisa dell’USAFF e porta in testa un cappello da baseball! Ciò mi porta a proporvi una riflessione: se, già nel ’66, l’aeronautica U.S.A. disponeva di tali prototipi, oggi, negli anni ’20 del 2000, di cosa dispone?
Prende corpo l’ipotesi che disponga di un’intera flotta di questi velivoli. L’ipotesi della “flotta spaziale americana” non è mia e non è neanche nuova. Fu proposta, anzi rivelata, da Gary McKinnon: un hacker britannico che, frugando negli archivi segreti della NASA, s’imbatté nelle prove di un programma spaziale gestito dalla US Navy (Cfr. la flotta spaziale americana)



All'alba di mercoledì, 23 marzo 1966 il tecnico William Eddie Luxson stava andando al lavoro, in auto, come era solito fare. A quel tempo, lavorava alla Shepherd Air Base. Partito da Templetown, Oklahoma, dopo aver guidato per circa dieci minuti, ritenne di poter svoltare sulla US Highway 70, strada verso Randlett. Guardò l'ora: erano le 05:05. Uno strano oggetto quale non aveva mai visto, stava atterrando proprio davanti a lui, bloccandogli la strada.
L'oggetto aveva uno scafo a forma di pesce, non aveva ali, né eliche, niente che potesse somigliare a dei motori e neanche una cabina di pilotaggio. Riconobbe, in coda, qualcosa di simile a un piccolo stabilizzatore orizzontale. Insomma pur essendo in grado di volare, questo oggetto non assomigliava per niente a un aeromobile conosciuto. Le dimensioni della navetta furono stimate in circa 22 m di lunghezza, 2,5 m di altezza e 3,5 m di larghezza. Era qualcosa che William non aveva mai visto prima. C'era anche una sorta di oblò con un diametro di circa 1 m e una porta aperta, dotata di rampa. Gli parve anche, che una luce fuoriuscisse dalla punta, trasparente. Era fermo su quattro gambe di atterraggio. Notò che c'erano dei caratteri sul lato del velivolo: la scritta "TL 4138" o forse "TL 4738": siccome aveva, in prima battuta, scritto quei numeri sul terreno, non poté più esserne sicuro quando, in seguito, li ricopiò su un foglio.
William si fermò a circa 46 metri dalla navetta, scese dall’auto e iniziò a camminare verso di essa. C’era un uomo vicino “all’oggetto”, indossava l'uniforme verde dell'Aeronautica, un cappello da baseball e sulle maniche riportava dei distintivi. L'uomo era del tutto “normale”: di altezza e corporatura nella media, dimostrava di avere circa trent’anni. Quando Laxson, continuando a camminare, dimezzò la distanza, poté notare che i distintivi sulle maniche sembravano proprio i gradi di un ufficiale dell'Aeronautica.
L'uomo, intanto, accortosi della presenza di Laxon, rientrò velocemente nello strano velivolo che volò via subito dopo. Si alzò in linea retta a circa 50 piedi (15 metri), poi accelerò repentinamente fino a circa 720 nodi (1.300 Km/h) scattando in direzione del fiume Rosso a una velocità tremenda.
Laxon ha dichiarato che, quando il velivolo si è sollevato, ha udito un suono simile a quello di un trapano elettrico. Inoltre, quando si è alzato ha sentito e visto i peli del braccio drizzarsi, come se fossero attirati da un campo elettrico.
L'Aeronautica U.S.A. non ha mai rilasciato dichiarazioni che potessero far luce sullo strano avvenimento, ma una squadra investigativa del "Progetto Blu Book" condusse un’indagine per verificare il caso.

lunedì 11 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (Ultima parte)




Sappiamo che gli avvistamenti UFO, in Brasile, si sono protratti ben oltre gli anni '70. Molti di questi incidenti, anche quelli più famosi, sono stati ignorati dai media, anche se la sua casistica ufologica è ricca di avvenimenti come in qualsiasi altra parte del mondo. Anzi, potremmo chiederci se esiste è qualcosa di unico in Brasile che susciti l’interesse di questi “visitatori”.
Secondo alcuni ricercatori, sarebbe la sua posizione, affacciata sull'Oceano Atlantico, il motivo di tali e tanti avvistamenti. Una nota teoria abbina gli avvistamenti di questi strani veicoli alla presenza dell’acqua e in particolare, ai vasti oceani del mondo.
Aggiungiamoci le estese foreste, la giungla e le zone montane, tutti posti isolati, dove sarebbe facile collocare, con discrezione, delle basi, magari provvisorie, per favorire al permanenza dei visitatori extraterrestri. Il paese, inoltre, è ricco di risorse naturali, in più ha una grande biodiversità con abbondanza di vita animale e vegetale. Un punto può sembrare di scarso rilievo, ma la ricerca di alcuni investigatori – più che altro Timothy Good – ha evidenziato come questi alieni o almeno alcuni di loro, abbiano interesse nello studio della vita animale e vegetale.
Il “Fenomeno”, come ho sempre affermato, genera più domande che risposte e gli avvistamenti avvenuti in Brasile sono senza dubbio parte del tutto: pezzi di un puzzle che contribuiscono a formare un'immagine generale.



IL DRONE COSMICO

La mattina del 17 maggio 1968, a San Paolo, si registrò uno strano incidente. Secondo un articolo apparso su Flying Saucer Review, del dottor Walter Buhler, il 28enne Caetano Sergio dos Santos, tornando a casa dal suo turno di notte, si avvide di uno strano disco metallico nei pressi della sua abitazione. Stimò che avesse un diametro di circa 17 cm. Nonostante le dimensioni contenute, quando andò a raccoglierlo, scoprì che era estremamente pesante, tanto che, per alzarlo, dovette usare entrambe le mani ed esercitare uno sforzo notevole. Lo mostrò al resto della famiglia ma nessuno seppe dirgli cosa fosse. Nessuno aveva sentito nulla e non c’erano depressioni nel terreno circostante. Insomma, nulla che facesse pensare che fosse precipitato. Avevano letto, sui giornali, di bombe piazzate da gruppi terroristici, perciò cominciarono a chiedersi se lo strano disco potesse essere un ordigno esplosivo.
L'oggetto presentava una superficie liscia e grigia che rifletteva anche la debole luce notturna. Aveva del materiale trasparente a ciascuna estremità, che aderiva perfettamente alla struttura tanto da sembrare fuso in un corpo unico. Caetano tentò, invano, di graffiarne la superficie con un cacciavite. Le sezioni trasparenti, esaminate più da vicino, mostrarono una specie di quadrante sottostante, diviso in cinque sezioni diverse che riportavano strani simboli. I quadranti erano dotati di due lancette: una nera e l'altra rossa.
Perplesso su cosa potesse essere questo oggetto, Caetano lo mostrò anche ai suoi vicini, che rimasero altrettanto confusi.
Pensò bene di riporlo in un luogo dove i suoi figli non potessero toccarlo: temeva potessero subire dei danni. Perciò lo ripose in alto, su uno scaffale del bagno. Più tardi, quella sera, mentre tornava in camera da letto per salutare la moglie prima di andare al lavoro, notò che il disco brillava intensamente. La cosa non lo preoccupò: ormai era abituato alle stranezze del piccolo oggetto. Ma quando, dopo diverse ore dopo, tornò a casa per la pausa del turno, udì le grida di sua moglie che chiedeva aiuto. La trovò, coi bambini, nel cortile sul retro, chiaramente angosciati e con addosso gli indumenti notturni.
La moglie terrorizzata gli raccontò che un ronzio l'aveva svegliata intorno all'una di notte e che proveniva dal bagno. Quando andò a guardare, riuscì a solo vedere un bagliore blu. Questo bagliore sembrava diffondersi, raggiungendo ogni stanza della casa. Spense l’interruttore principale della corrente togliendo l'elettricità a tutta la casa, ma il bagliore persisteva. Quindi, temendo fossero in pericolo, chiamò i bambini e uscì fuori. Pochi minuti dopo, arrivò il marito.
Stranamente, alcuni istanti dopo il loro arrivo nel cortile, e prima che Caetano tornasse, udirono un forte crepitio e videro cadere delle tegole frantumate.
Ora, con Caetano al suo fianco, la moglie si sentiva protetta: si fecero coraggio ed entrarono in casa. Scoprirono che il disco non c'era più. Ma, proprio sulla verticale del punto in cui era stato riposto, c'era un enorme buco nel soffitto.
Sembrava che il disco fosse stato richiamato da qualcosa o da qualcuno e fosse partito sparato, attraverso il tetto verso una destinazione sconosciuta. Per inciso, le tegole rotte, esaminate, fornirono agli strumenti elevate letture di radiazioni.

sabato 9 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (Parte V)




Continua l’esposizione dei casi Brasiliani riportando altri due incontri ravvicinati, uno dei quali relaziona sulla presenza di “oggetti” di una stravaganza mai riscontrata.



AVVISTAMENTO MENDONCA LIMA

Il 13 febbraio 1979, poco prima delle 18:00 a Mendonca Lima, il topografo Vladimir Menussi era all’opera insieme a quattro colleghi, quando decisero di fare una pausa poiché aspettavano la consegna dell'attrezzatura di cui avevano bisogno. Decisero che, per ingannare nell’attesa, si sarebbero dedicati alla pesca in un fiume vicino. Fu proprio nei pressi del corso d’acqua che notarono un oggetto a forma di disco apparire nel cielo. Stimarono avesse un diametro di circa 100 piedi e si trovasse a un'altitudine di 1000. L'oggetto rimase immobile nell’aria mentre i testimoni lo guardavano con stupore. Appariva quasi piatto con una "piccola depressione nella parte centrale". La navetta era "divisa in linee o segmenti radianti, simili ai raggi di una ruota". All'interno di ciascuno di questi segmenti erano visibili diverse aperture, mentre il lato superiore presentava delle piccole cupole.
L'oggetto, ad un certo punto iniziò a muoversi delicatamente e nel più assoluto silenzio oscillando in più direzioni. Ogni tanto dalle aperture usciva del gas. Rimase visibile per oltre un'ora mentre la squadra lo guardava con circospezione. Sembrava che non sarebbe successo nulla di interessante, invece emise tre fasci di luce blu che dalla parte inferiore dell'oggetto si allungarono, come se fossero solidi, fino al fiume sottostante. Questi raggi apparivano trasparenti e sembravano animati da un movimento rotatorio. I testimoni non capirono se i fasci di luce stessero immettendo qualcosa nell'acqua o se stessero succhiando, come se fossero delle enormi cannucce. Dopo alcuni minuti i raggi di luce si ritirarono, uno alla volta, all’interno della navetta. Ma un'altra luce fu diretta verso il fiume. Questa proveniva da sinistra e fece scaturire delle scintille quando entrò in contatto con l’acqua che, in quel punto, fu presa da un moto vorticoso. Durò poco, poiché questo raggio di luce scomparve, subito sostituito da un altro identico emesso dal lato destro della navetta.
I testimoni, in seguito, dichiararono di aver sentito una voce nella la propria testa, tutti nello stesso istante. Sembrava una comunicazione telepatica e diceva loro di non aver paura: non sarebbe successo niente di sgradevole. Continuò dicendo agli uomini che loro erano impegnati in alcune attività che in futuro sarebbero state rese note a tutti gli abitanti della Terra.
Le aperture sull'oggetto sembrarono chiudersi e il disco iniziò a brillare di una debole luce blu che, dopo un po’ divenne rossa, diventando gradualmente sempre più intensa. Poi, in modo assolutamente silenzioso, l'oggetto schizzò in alto e scomparve alla vista degli uomini.
L'avvistamento durò poco meno di 90 minuti e ciascuno dei cinque uomini della squadra ha testimoniato la stessa identica storia. I testimoni erano credibili, stimati professionisti che non avrebbero avuto nessun interesse ad inventarsi una storia del genere.
A noi resta una domanda: qual’era la misteriosa attività nella quale gli alieni erano impegnati? E cosa avrebbero appreso, in futuro, gli abitanti della Terra?



GLI INCONTRI RAVVICINATI DI BAEPENDI

Era il 16 maggio 1979, verso alle 10:30, secondo quanto ci riportano la Dott.ssa Libirajara Franco Rodriguez e Maria Jose Pereira, Arlindo Gabriel dos Santos era a caccia a Baependi (Minas Gerais) con due amici. Ad un certo punto, però, Arlindo si separò dagli altri due e fu allora che vide uno strano oggetto scendere a terra. Il testimone, con una certa cautela, iniziò ad avvicinarsi allo strano congegno, fermandosi a circa 500 piedi di distanza. Affermò che l’oggetto aveva la forma di una cabina telefonica ed era alta circa 5 piedi. Rendendosi conto di avere con sé la sua fotocamera KODAK, Arlindo la impugnò, inquadrò l’oggetto e scattò una foto. Non appena lo fece, lo strano velivolo scomparve davanti ai suoi occhi.
Stupito, si avviò nella direzione in cui prima si trovava il velivolo. Tuttavia, pochi istanti dopo, notò che un secondo oggetto stava scendendo dal cielo. Questo aveva la forma di una ciotola o di un piattino ed era più grande del primo. Rimase dov'era, continuando a scattare foto. Improvvisamente, sentì uno strano sibilo e vide uno sbuffo di fumo avvolgere la seconda navetta. Pochi istanti dopo non c'era più.
In men che non si dica, un terzo oggetto scese dal cielo, direttamente dove prima si trovavano i primi due. Questo era a forma di botte, alto sempre cinque piedi, aveva una grande elica a un'estremità. L’oggetto rimase immobile e Arlindo fu tentato di avvicinarsi. Ma, dopo aver fatto solo pochi passi, anche questo svanì, proprio come gli altri.
Prima ancora di capacitarsi, un altro oggetto apparve e discese nello stesso punto. Questo quarto oggetto aveva la forma di un uovo con un'estremità superiore particolarmente appuntita. Produceva un gran rumore mentre si poggiava a terra su quattro gambe metalliche. Su un lato c'erano diverse finestre, ma non fu possibile scorgere nulla all'interno. Ancora una volta, alzò la camera e tentò di scattare una foto. Ma prima che potesse farlo, un lampo bianco proveniente dall'oggetto, lo accecò temporaneamente.
Ebbe paura: lasciò cadere la camera e corse via. Dopo una breve corsa, si fermò, incapace di muoversi. Per quanto provasse, era bloccato sul posto, anzi, era addirittura come se qualcuno o qualcosa, lo tirasse indietro. Guardando dietro di sé, vide avvicinarsi due figure umanoidi. Indossavano tute pesanti e grandi caschi con una visiera trasparente. Quando furono abbastanza vicini, attraverso la visiera, poté scorgerne i volti che sembravano umani.
Prima che potesse notare altri dettagli, questi due individui l’afferrarono per le braccia e lo trascinarono, riluttante, verso la navetta. Avvicinandosi, riuscì a scorgere una terza figura. Stava in piedi accanto a una serie di scale a pioli che sporgevano da un'apertura sul lato dell'astronave. Volente o nolente, fu trascinato all'interno del veicolo.
All'interno vide altri individui simili. Per un po’ rimasero in silenzio. Ma poi iniziarono a parlare in una lingua sconosciuta. Un'entità più grande - una femmina - entrò nella stanza e tentò di comunicare a gesti, indicando gli oggetti presenti nella stanza. Non ci è chiaro come andarono le cose: su questo punto Arlindo è piuttosto confuso. Ha dichiarato che, nonostante non riuscisse a ricordare alcuna conversazione, comprese che gli fu intimato di coprirsi gli occhi e dopo essere stato portato fuori, di tenersi a distanza fin quando non fossero decollati. Fece come gli era stato detto e quando si sentì al sicuro, aprì gli occhi, ma l'oggetto era già sparito.

mercoledì 6 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (parte IV)




Continua la carrellata di avvistamenti. Nella parte IV narreremo l'insolita esperienza di un giovane studente che venne rapito mentre, di notte, percorreva una strada deserta e quello, non meno interessante, di una signora che rimase letteralmente paralizzata dalla paura.


Il caso Coutinho

Il 23 giugno del 1976 poco prima di mezzanotte, a San Paolo, secondo un articolo apparso su Apex, di Mario Martins Ribeiro, si svolse un altro bizzarro incontro ravvicinato. Nella notte in questione, ll 18enne Paulo Coutinho, studente, non era ancora rincasato. Un suo amico chiamò i genitori per dirgli che aveva trovato i libri di scuola di Paulo sparsi sul ciglio della strada. Temendo il peggio, i genitori ne denunciarono immediatamente la scomparsa.
Nonostante un'intensa ricerca, non fu trovata traccia del giovane. In apprensione, il padre del ragazzo scomparso ebbe l'impulso improvviso di andare a controllare in giardino. Non era una semplice intuizione, era come se qualcosa o qualcuno gli suggerisse di farlo. Fu così che scoprì suo figlio: era a terra, nei pressi della casa. Sebbene cosciente, non era consapevole di dove si trovasse e necessitava di cure mediche. Lo portarono all’ospedale più vicino.
I medici scoprirono che soffriva di una forte irritazione alle braccia. Stranamente, rilevarono che le penne a sfera che aveva con se erano radioattive. Tutto ciò non aveva alcun senso. Intanto, si fece avanti un testimone e la vicenda assunse dei toni ancora più incredibili. Una vicina di casa, di nome Virginia, era sulla veranda con sua figlia quando, circa alle 19:30, videro un bizzarro oggetto luminoso apparire in alto.
Quando Paulo si riprese, si apprese finalmente la sua versione sull’accaduto. Affermò di aver finito la lezione serale verso le 23:30. Decise, quindi che, prima di rincasare, avrebbe accompagnato la sua ragazza. Sulla via del ritorno, notò una strana luce nel cielo, proprio sopra di lui. Capì che non si trattava di un aeroplano, ma prima che potesse comprendere cosa fosse, si ritrovò completamente paralizzato.
L'oggetto, intanto, si era fermato a circa 20 piedi di distanza. Apparve una strana creatura, alta circa tre o quattro piedi, con una testa molto grande. Anche gli occhi erano grandi, mentre le orecchie erano appuntite e aveva un naso “da maiale”. Indossava una tuta grigia che sembrava sfoggiare un logo, forse un simbolo, sul petto.
Realizzò che sia lui, sia questa strana creatura, si stavano alzando in aria. Alzò lo sguardo e si rese conto che si stavano dirigendo verso un enorme oggetto a forma di sigaro di colore rosso che sembrava diventare grigio metallizzato man mano che si avvicinavano. Attraversò un varco e si rese conto di trovarsi in una stanza con tre delle bizzarre creature che lo osservavano. Era ancora paralizzato e incapace di muoversi. Dei messaggi telepatici inondarono la sua mente: gli dicevano di stare tranquillo, poiché non gli avrebbero fatto alcun male. Si voltarono e si diressero verso un'altra stanza. Privo di ogni volontà, si ritrovò a seguirli. La stanza era illuminata, ma non si vedeva la fonte della luce ed era completamente vuota. Fu quindi sottoposto a numerosi esperimenti e a un interrogatorio. Sulle domande poste, riuscì a ricordare ben poco. 
Ancora una volta fluttuò nell’aria e si rese conto che stava lasciando l'oggetto. Poi più nulla. Si svegliò in giardino, con il corpo che cominciava a riprendersi dalla paralisi.



L’incontro ravvicinato di San Paolo

Poco più di due anni dopo, intorno alle 23:00 dell'11 luglio 1978, sempre a San Paolo, fu segnalato l’atterraggio di UFO. Secondo un articolo di “UFO News Brazil”, la testimone, una donna di 44 anni che desiderava rimanere anonima, stava guardando la televisione quando notò che il suo cane mostrava chiari segni di agitazione. Correva in tondo, poi andava da una stanza all'altra come se si aspettasse di trovare qualcosa. Ad un certo punto, raggiunse la porta che conduceva al cortile, e cominciò a graffiarla: voleva uscire.
Lei udì un rumore forte, come un clangore, qualcosa di meccanico. Raggiunse la porta e mettendo da parte il buon senso, l'aprì. Di fronte a lei, c'erano due strane figure umanoidi che sembravano librarsi a pochi centimetri dal suolo. Dietro di loro, una navetta di forma ovale poggiava a terra su tre gambe.
La testimone si sentì paralizzata. Non fu in grado di dire se ciò fosse dovuto alla paura o a un campo di forze generato da quelle strane creature. Sentì delle voci nella sua testa che le dicevano di non temere. Una delle figure la stava guardando, mentre l'altra guardava per terra, tutt’intorno, come se cercasse qualcosa.
Questi umanoidi avevano in testa dei caschi color argento, che sembravano grandi se rapportati alla loro corporatura. Erano illuminati dall'interno con una debole luce blu. Riusciva così a distinguere due grandi occhi e un piccolo naso piatto. Non vedeva le orecchie e bocca. Indossavano la stessa tuta dalla quale pendevano vari gadget e dispositivi.
Mentre uno degli umanoidi rimase accanto al testimone, l'altro si allontanò verso l'astronave. Dalla sua cintura, estrasse un oggetto simile a una torcia col quale illuminò il cortile. L'umanoide puntò questo dispositivo lungo tutto il perimetro del cortile, prima di attivare un dispositivo che produsse del fumo. Quindi, ritornarono all'astronave, facendo segno alla testimone di seguirli. Lei, però, non si mosse. Rimanendo immobile, gli ha fatto capire che rifiutava l’invito.
Stando così le cose, gli alieni si apprestarono a ripartire.
Mentre l'oggetto saliva, lei poté vedere due luci gialle. Quando questo sparì alla vista, si rese conto che non era più paralizzata: era in grado di muoversi normalmente.
In seguito, la testimone riferì che per tutto il tempo che è durato l’incontro, l'intera area le apparì stranamente vuota, una sensazione che cessò con la scomparsa dell'UFO.

domenica 3 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (Parte III)


    

Come ci si potrebbe aspettare, in una “zona calda” come il Brasile, ci sono molti altri rapporti al riguardo di strani oggetti volanti. E anche se non c’è, letteralmente, lo spazio per raccontarli tutti, alcuni meritano di essere citati poiché più intriganti di altri.



L'incontro umanoide di Fritz Abbehusen

Secondo un rapporto investigativo, poco dopo le 19:00 del 13 dicembre 1972, a Bahia, il 65enne Fritz Abbehusen, un uomo d'affari in pensione, stava guardando la televisione quando, improvvisamente, questa iniziò a perdere l’immagine a causa di un’interferenza. Il Sig. Abbehusen si alzò e uscì in veranda per controllare l’antenna. Ma, quando aprì la porta, la sua attenzione fu subito attratta da un enorme oggetto rotondo e luminoso che si muoveva nel cielo, dirigendosi verso la collina che si ergeva a diverse miglia dalla sua casa. Dopo alcuni istanti, Fritz prese un binocolo per poter vedere l'oggetto in modo più dettagliato. Poté vedere che non era atterrato, come aveva inizialmente pensato, ma si librava a poca distanza dal suolo.
L'oggetto sembrava composto da due sezioni distinte: una superiore e una inferiore. La parte inferiore era alquanto luminosa, simile a una luce al neon. Nella parte superiore, più scura, poteva distinguere quelle che sembravano finestre o oblò che emanavano un bagliore arancione.
A questo punto, Fritz chiamò sua moglie, Margarida, e la loro serva, Valdeta, per farle uscire e mostrare loro cosa stava vedendo. Quando le due donne accorsero, rimasero ad ammirare il fantastico e futuristico velivolo. Poi, senza preavviso, tre luci lampeggianti, si separarono dall'oggetto. Una di queste si diresse, lentamente, nella loro direzione. Si fermò a una distanza di circa 150 piedi.
Fritz, immobile, rimase a fissare l'oggetto, mentre le due donne indietreggiarono leggermente.
Dalla luce brillante emersero due piccoli individui, che indossavano una tuta aderente di colore grigio chiaro. Fritz, in seguito, avrebbe detto che camminavano "come in punta di piedi". Data la distanza, i testimoni non riuscirono a distinguere i loro volti.
Le due entità si avvicinarono ancora e le due donne, in apprensione, si ritirarono in casa in tutta fretta, non prima di aver chiamato Fritz affinché facesse lo stesso. Ma, prima che lui potesse muoversi, le due creature, forse udendo le grida e temendo la reazione dei testimoni, indietreggiarono rifugiandosi in un provvidenziale alone di luce che mosse in ritirata verso la navetta. Tuttavia, l’oggetto, non decollò subito. Anzi, rimase sospeso sopra la collina per diverse ore, poi si allontanò scomparendo in lontananza.
Appena i giornali vennero a sapere la notizia, Fritz dovette affrontare una serie di interviste a raffica. Era considerato un uomo onesto e un testimone molto credibile, ma il suo racconto dovette apparire alquanto bizzarro. Per avvalorare la sua testimonianza, ricordandosi che durante l'avvistamento aveva visto un raggio proveniente dalla navetta proiettarsi sul terreno dove aveva acceso un piccolo fuoco, portò i giornalisti e i curiosi nel luogo in cui l'oggetto era sospeso: a terra c'era una piccola macchia di vegetazione bruciata. Altri segni di bruciature, più piccoli, furono trovati dove avevano sostato le due entità.


L'incidente stradale di Raposo Tavares

Poco più di un anno dopo, nel mese di febbraio 1974, verso le 23:15, secondo un resoconto riportato in “UFO e Abductions in Brazil” di Irene Granchi, a San Paolo, una coppia di cui conosciamo soltanto i nomi: Lucia ed Edison, stava rincasando, quando Edison si rese conto che stavano rimanendo a secco: dovevano fare rifornimento. Sapendo che a poca distanza, c'era una stazione di servizio aperta tutta la notte, si diressero lì.
Svoltarono in una strada laterale che correva parallela all'autostrada Raposo-Tavares e notarono che ne era stata costruita un’altra. La nuova strada portava al cimitero cittadino. Fu allora che videro quelli che sembravano essere i fari di diverse auto parcheggiate nei pressi del cimitero e diverse persone davanti alle luci.
Imperterriti, proseguirono fino alla stazione di servizio. Quando sono ritornati, cinque minuti dopo, tutti le luci erano spente. Edison, incuriosito, fermò il veicolo in modo da poter dare un’occhiata: apparentemente erano da soli. Ma mentre tirava il freno a mano poté sentire l'auto sollevarsi in aria, spostarsi leggermente in avanti e poi ricadere pesantemente a terra.
All'inizio, i due pensarono di essere stati tamponati da un veicolo proveniente da dietro. Ma, prima che potessero voltarsi, l'auto si sollevò di nuovo. Lucia aprì la portiera, ma rendendosi conto che il veicolo era sollevato da terra, la chiuse immediatamente, anche perché avvertì, all'improvviso, un senso di vertigine e di freddo. Si rivolse a Edison, rendendosi conto che anche lui appariva sofferente: non riusciva a parlare ed era pallido in volto.
L’auto ritornò a terra ed Edison riuscì ad avviarla e ad innestare la retromarcia per dirigersi, senza fare alcuna manovra, in direzione del paese. Oltre il cimitero, tuttavia, Lucia intravide una piccola figura, alta circa quattro piedi, vestita con un abito argentato che sembrava indossare un mantello e una specie di elmo o cappello. Prima che potesse notare ulteriori dettagli, Edison accelerò e continuarono a correre fino a quando non giunsero casa.
In seguito scoprirono che l'impianto elettrico dell'auto era stato seriamente danneggiato.

sabato 2 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (Parte II)


Come è successo in altre parti del mondo, durante gli anni '70, anche in Brasile ci furono un numero particolarmente elevato di avvistamenti UFO.
In questi racconti c’è di tutto: dagli oggetti strutturati agli avvistamenti multipli, a strani dispositivi più simili a droni (viste le dimensioni). Infine, non mancano gli incontri ravvicinati con strane creature umanoidi. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti classici e sono tra i più intriganti mai registrati.



Il Dr. Walter Buhler, ricercatore e giornalista, evidenzierà molti di questi casi, alcuni si sono verificati nei dintorni di Rio de Janeiro, cioè nella stessa zona dell'incidente del 1970 (Cfr. parte I). Diversi testimoni abitavano addirittura nella stessa strada. Ad esempio, il Sig. Aristeu Machado riporta di un incontro ravvicinato che avvenne sei mesi prima di quello osservato al largo della costa. Secondo Machado, la testimone era una signora di nome Altair che abitava proprio in una di quelle case. Verso le 2:00, incapace di dormire, la signora uscì sulla veranda e guardò verso la spiaggia. All'improvviso, un lampo di luce attirò la sua attenzione: si voltò e vide il classico "disco volante" alzarsi nell'aria. Prima di scomparire in lontananza il disco cambiò colore, passando da un rosso cupo a un arancione brillante.

Un altro incidente si verificò diversi anni prima: tra le 22:00 e le 23:00 del 16 marzo 1966, nella vicina zona di Barra da Tijuca. Nella notte in questione, diversi medici e infermieri dell'ospedale Lourenco Jorge assistettero alle evoluzioni di un bizzarro oggetto che “sorto dal mare”, per un po’, si librò a pelo d’acqua, dirigendosi verso una delle montagne vicine per poi posarsi sulla superfice e galleggiare. Anche questo oggetto assunse colori diversi mentre si muoveva, passando dal verde al blu per poi diventare rosso.

Meno di 24 ore dopo, intorno alle 17:45 del 17 marzo a Llha Cagarra, diverse persone sulla spiaggia udirono un gran botto. A provocarlo era stato un oggetto di forma ovale che calava sull’acqua, inabissandosi subito dopo. Credendo che fosse un velivolo in avaria, precipitato in mare, l’evento attivò il servizio di salvataggio e quattro scialuppe arrivarono rapidamente sul posto. Ma non trovarono nulla. Un aereo del soccorso marittimo esplorò tutta la zona senza rilevare alcunché. Eppure, Almeno due dei testimoni riferirono di aver visto chiaramente una "palla di fuoco" cadere in mare subito dopo l’esplosione. Tuttavia non sembra si trattasse di un atterraggio di fortuna: tutto fa pensare a un tuffo intenzionale.

L'anno successivo, nell'aprile 1967, furono segnalati altri avvistamenti, uno dei quali si verificò intorno alle 20:30 del 15 aprile 1967 a Gavea Peak. Diversi testimoni furono sorvolati da uno strano oggetto che "sparava fasci di luce bianca". Uno di loro, che riuscì a osservarlo con il binocolo, vide che cambiava colore, passando dal bianco al rosso. Rimase in vista per circa quindici minuti prima di scomparire.

C'è stata anche una mini-ondata di avvistamenti segnalati dai medici dell'ospedale Barra da Tijuca nelle ultime settimane di aprile. Ciò che ha reso questi avvistamenti degni di nota, fu il fatto che i testimoni svenivano: rimanevano privi di sensi per diversi minuti. Venivano quindi soccorsi e condotti in ospedale.
Una semplice coincidenza? Forse. 
Ma non potrebbe essere l’effetto collaterale di una tecnologia tanto diversa quanto superiore alla nostra?