Pare proprio che Guglelmo
Marconi, negli anni trenta, avesse costruito un misterioso dispositivo in grado
di bloccare istantaneamente il funzionamento dei motori a combustione interna.
La vicenda trova in disaccordo gli storici, in quanto c’è chi la ritiene solo
un’operazione di propaganda operata dal governo fascista. Voci confuse, quindi,
che si susseguirono sino a quando a parlarne non fu lo stesso Mussolini, in
un’intervista (quasi un soliloquio) rilasciata il venti marzo del 1945 al
giornalista Ivanoe Fossani. Ecco cosa disse Mussolini a tal proposito: “Sulla
strada di Ostia, ad Acilia, ha fermato i motori delle automobili, delle
motociclette e dei camion. Nessuno sapeva rendersi conto dell'improvviso guasto.
L'esperimento venne ripetuto sulla strada di Anzio con i medesimi risultati. Ad
Orbetello due apparecchi radiocomandati vennero incendiati ad oltre duemila
metri di altezza. Marconi aveva scoperto il raggio della morte! Sennonché egli,
che negli ultimi tempi era diventato religiosissimo, ebbe uno scrupolo di
carattere umanitario e chiese consiglio al Papa ed il Papa lo sconsigliò di
rivelare una scoperta così micidiale. Marconi, turbatissimo, venne a riferirmi
sul suo caso di coscienza e sull’udienza papale. Io rimasi esterrefatto. Gli
dissi che la scoperta poteva essere fatta da altri ed usata contro di noi,
contro il suo popolo; per rasserenarlo lo assicurai che il raggio non sarebbe
stato usato se non come estrema risoluzione, avevo fiducia di poterlo
convincere gradatamente. Invece Marconi moriva improvvisamente. Da quel momento
temetti che la mia stella incominciasse a spegnersi”.
Il rammarico di Marconi per la
sua pericolosa invenzione è avvalorato dai ricordi della figlia, che rammenta
come suo padre ottenne effettivamente udienza dal Papa, nel 1933. Non
dimentichiamoci poi che Marconi, l’ideatore della Radio Vaticana, con il
Pontefice era in strettissimo rapporto. E’ interessante poi sottolineare che
già negli anni venti l'inventore inglese Grindell Matthews realizzò un congegno
a microonde in grado di produrre gli stessi effetti del raggio della morte di
Marconi. Il raggio d'azione era limitato a 18 metri e fu proprio il limitato
raggio d'azione a far bocciare quest'invenzione dal Ministro dell'Aviazione
inglese. Ciò renderebbe credibile la vicenda dei veicoli bloccati su di un
tratto di strada mentre getta un’ombra di dubbio su quella degli apparecchi
radiocomandati che, stranamente, si sarebbero incendiati in aria.
Gli effetti di quest'arma segreta appaiono simili se non uguali a
quelli, sempre di natura elettromagnetica, descritti da persone che, in
automobile, hanno avuto incontri ravvicinati con veicoli alieni. Ciò ci riporta
al caso dell’UFO precipitato (forse atterrato) in Lombardia (tra Milano e
Varese) il tredici giugno del 1933. Il veicolo, recuperato, sarebbe stato, in
seguito, trasportato a Vergiate, nelle officine Siai-Marchetti. Questi eventi
sono provati da alcuni documenti autentici risalenti all'epoca e rintracciati
solo nel 1996. Sappiamo che della questione se ne occupò direttamente il Duce
il quale, allo scopo, istituì una gruppo di ricerca segreto detto RS-33 che
aveva nell'OVRA (la polizia segreta fascista) il suo braccio destro.
L’RS-33 era presieduto da Guglielmo Marconi; il raggio della morte era
dunque il prodotto di retroingegneria aliena?
Purtroppo, la documentazione
raccolta dal team fascista, comprese foto e filmati, fu requisita dalla GESTAPO
per l’avvio di un programma simile nazista: con la sconfitta della Germania ad
opera delle forze alleate ed in seguito al disfacimento dello stato nazista, i
documenti non furono mai più ritrovati.