Il 2001, fu caratterizzato da un insolito fenomeno
meteorologico: una pioggia dal color rosso sangue. Per spiegare l’avvenimento
diversi scienziati compirono studi approfonditi su campioni di pioggia
raccolti. Dalle ricerche risultò che la colorazione rossa era causata dalla
presenza di cellule viventi sconosciute, che non sembravano di origine
terrestre.
Il fenomeno della pioggia rossa fu osservato in più
occasioni, in un arco di tempo che va dal 25 Luglio al 23 Settembre 2001. Il
luogo dove si concentrarono la maggior parte delle precipitazioni fu
localizzato nello stato indiano di Kerala, più precisamente nel distretto di
Kottayam. I testimoni riferirono di aver udito, subito prima che incominciasse
a piovere, un fragoroso tuono, accompagnato da un lampo di luce. Nei boschi
circostanti, inoltre, furono osservate vaste aree in cui le foglie erano
avvizzite e avevano assunto una colorazione grigio cenere.
La pioggia
rossa era di solito molto localizzata, si presentava sempre in aree non più
grandi di un chilometro quadrato (a volte addirittura circoscritte a qualche
metro). Al di fuori dell’area interessata cadeva pioggia normale. La durata del
fenomeno non era mai superiore ai venti minuti e l’intensità della colorazione
della pioggia era variabile. In taluni casi l’acqua era talmente colorata da
macchiare i vestiti come fosse sangue.
Il colore era dovuto a particelle non identificate
in sospensione dell’acqua. Inizialmente, i ricercatori del Centre for
Earth Science Studies (CESS) pensarono che la pioggia
rossa fosse dovuta alla disintegrazione di un meteorite nell’atmosfera,
successivamente, quando vi furono altre precipitazioni anomale nella stessa
zona, abbandonarono questa teoria e comunicarono alla stampa, coadiuvati dal Tropical
Botanical Garden and Research Institute (TBGRI), che le particelle
dovevano essere spore, ovvero cellule disidratate in grado di diffondersi nell’aria
e generare un essere vivente una volta trovato un habitat adeguato (come fanno,
ad esempio, i funghi). Il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Governo
indiano appoggiò questa tesi e commissionò al CESS e
al TBGRI un rapporto che fu successivamente rilasciato nel Novembre
del 2001. Tale rapporto identificava le misteriose particelle come
spore di alghe, fatte poi sviluppare in un terreno di coltura in
alghe lichen-forming del genere Trentepohlia. Secondo il
rapporto, inoltre, nella pioggia non erano presenti polveri meteoritiche,
desertiche o vulcaniche e che non vi erano nemmeno sostanze industriali
inquinanti. La spiegazione fornita dai ricercatori identificava la causa in una
spropositata crescita di licheni nei boschi circostanti. Questi
licheni avrebbero poi liberato un’enorme quantità
di spore nell’atmosfera, responsabili dell’insolita colorazione
dell’acqua.
Tale spiegazione, tuttavia, non convince: non
esiste infatti nessun meccanismo conosciuto che possa rendere possibili una
tale dispersione delle spore e il loro assorbimento da parte delle nuvole.
Altre stranezze vennero a galla dall’analisi dei sedimenti delle piogge rosse:
gli scienziati che analizzarono i campioni rimasero sorpresi dalla presenza di
alluminio, poiché l'alluminio, normalmente, non è presente nelle cellule
viventi. Inoltre, era bassissimo il contenuto di fosforo, elemento che gioca un
ruolo chiave nella biologia terrestre, sia come responsabile dalla maggior
parte di scambi energetici, che come regolatore proteico. In genere è presente
ad alte concentrazioni nelle membrane biologiche. Furono rilevati anche diversi
metalli pesanti quali titanio, rame, nickel, manganese e cromo.
Nel 2003, la questione delle piogge anomale di
Kerala fu portata nuovamente all’attenzione dei mass media grazie alla
sconcertante teoria proposta da Godfrey Louis e Santhosh Kumar della Mahatma
Gandhi University di Kottayam. I due ricercatori proposero una possibile
origine extraterrestre delle misteriose cellule. A sostegno dell’ipotesi vi era
il fatto che tali cellule non presentavano DNA, cosa mai riscontrata nelle
forme di vita terrestri. Inoltre, è provato che quelle cellule avviavano il
loro ciclo di riproduzione a temperature vicine ai 300 gradi centigradi, mentre
i batteri ipertermofili terrestri (del dominio degli Archea) resistono, al
massimo, a 120 gradi centigradi.
Il dottor Godfrey Louis mandò a J. Thomas Brenna,
che lavorava alla Divisione Nutrizionale della Cornell University, dei campioni
della pioggia rossa per ottenere un’analisi più approfondita dell’attività
biochimica delle cellule. L’analisi allo spettrometro di massa per la
concentrazione degli isotopi rilevò un valore per gli isotopi dell’azoto del
5.9 per mille, che rientra nella norma degli organismi terrestri. Il valore del
carbonio era del 16 per mille, che è considerato un valore abbastanza alto per
gli organismi più evoluti, ma è compatibile con un organismo marino o vegetale
che utilizza la via fotosintetica del C4. Il post potrebbe concludersi qui, in
quanto sono stati già illustrati tutti gli elementi della vicenda. Prosegue, riportando l’opinione di alcuni
esperti esperti e il risultato di approfondite analisi di laboratorio: ne
consiglio la lettura a chi volesse approfondire l’argomento.
Sono state condotte indagini più accurate sulle
cellule di Kerala da parte del microbiologo Milton Wainwright, della Sheffield
University, che ha dichiarato di aver trovato il DNA grazie a marcatori
fluorescenti (DAPI), ma l’astronomo Chandra Wickramasinghe, grande sostenitore
della panspermia (la teoria secondo cui la vita sulla terra si è originata
dallo spazio) e docente alla Cardiff University, non è riuscito ad isolarlo e
moltiplicarlo mediante PCR (reazione a catena della polimerasi), inoltre queste
ultime fonti affermano di aver identificato mediante microscopia elettronica
membrane e organuli cellulari, anche se le cellule non mostrano un nucleo
definito. Ciò concorda con la dimensione di 7 micron che è quella delle cellule
procariotiche che non presentano un involucro nucleare netto, ma il materiale
genetico è ammassato nel citoplasma.
In vari periodi storici, sono state registrate molti
tipi di piogge anomale, come le piogge di animali o di pesanti blocchi di
ghiaccio (Cfr. su questo sito: PIOGGE PRODIGIOSE e BOLIDI DI GHIACCIO), i
meccanismi responsabili di queste piogge non sono ancora del tutto chiari, ma la
presenza di cellule viventi è ormai incontrovertibile.
La teoria della panspermia tira in ballo le comete.
Le comete sono formate principalmente da ghiaccio e seguono orbite ellittiche
che le portano vicino al sole (e quindi alla terra) solo una volta ogni
centinaia o migliaia di anni. L'esplosione udita poche ore prima del fenomeno
dai residenti del villaggio di Changanasserry, nel distretto di Kottayam,
accompagnata da un lampo di luce, avrebbe potuto essere causata dalla
disintegrazione di una piccola cometa entrata nell'atmosfera terrestre. Il
materiale contenuto nel nucleo della cometa si sarebbe quindi sparso
nell'atmosfera per poi cadere sotto forma di pioggia. Il punto debole di questa
teoria sta nel fatto che le piogge rosse siano avvenute ripetutamente, per
molti giorni e solo in un’aria molto circoscritta.
Sono molte le ipotesi che si potrebbero fare
riguardo a tale evento, afferma il Dott. Marco Lo Presti, Biotecnologo, tuttavia
la complessità ed il numero di variabili in gioco rende difficile trovare la
risposta, visto che il caso racchiude implicazioni, oltre che biologiche,
chimiche, metereologiche, geologiche, botaniche, astronomiche e fisiche.
L'ipotesi dell'inquinamento dei campioni non è da scartare visto che, oltre il
banale inquinamento atmosferico e le spore fungine delle foreste circostanti,
ci potrebbe essere una contaminazione da parte di polvere interstellare, che
grazie agli studi e alle osservazioni di Hoyle e Wickramasinghe, sappiamo
contenere porfirina, una molecola eterociclica aromatica che forma complessi di
coordinazione con molti metalli, che potrebbero essere il magnesio, il ferro
(molte specie biologiche terrestri sono costituite da un anello
protoporfirinico coordinato dal ferro e dal magnesio e sono largamente presenti
sulla terra rispettivamente in emoglobina e clorofilla) e forse, anche
l’alluminio (non presente nelle specie biologiche terrestri conosciute ma
rilevato nei campioni di Kerala). Inoltre, la porfirina (dal greco porphyrá,
cioè porpora), potrebbe essere l’unica responsabile della colorazione rossa
delle piogge anomale e l'inquinamento potrebbe essere anche il responsabile del
tanto difficoltoso riconoscimento del DNA. Tuttavia, se effettivamente mancasse
il DNA e il codice genetico fosse presente in un'altra forma, tali cellule
sarebbero quasi sicuramente di origine extraterrestre poiché le bassissime
temperature che si ritrovano nel nucleo di una cometa, garantirebbero lo stato di
quiescenza di un organismo particolarmente adatto a vivere in condizione di
spora o simile.
Tale teoria trova i suoi principali sostenitori in
Godfrey Louis e A. Santhosh Kumar, che hanno raccolto campioni di pioggia rossa
in diversi siti. I due scienziati hanno dichiarato che le particelle hanno
senza dubbio una natura biologica. Secondo le loro analisi, gli scienziati
hanno determinato che le cellule hanno un diametro variabile da 4 a 10
micrometri e sono dotate di una forma ovale o sferica. Hanno appurato che un
millilitro di pioggia conteneva circa 9 milioni di cellule: il peso delle
particelle per ogni litro di pioggia si aggirava intorno ai 100 milligrammi.
Secondo questi dati, a Kerala sarebbero cadute qualcosa come 50 tonnellate di
cellule. Louis e Kumar hanno effettuato dei test per cercare di identificare il
DNA, ma il riscontro è stato negativo. Milton Weinwright, invece, studioso di
spore stratosferiche, ha riscontrato una similitudine con le spore di
urediniomiceti, un particolare tipo di funghi.
Alcuni sostenitori della panspermia affermano che
queste cellule potrebbero appartenere, tassonomicamente, al cosiddetto
proto-dominio (in inglese proto-domain), cioè un dominio di organismi
estremofili di origine sconosciuta (e probabilmente extraterrestre o
ancestrale) che tuttavia condividono certi aspetti di quelli terrestri:
metabolismo, omeostasi, organizzazione, crescita, adattamento, riproduzione e
risposta agli stimoli.