Charlotte Anne Moberly, la preside del St. Hugh’s
College di Oxford e la sua assistente Eleanor Jourdain, viaggiarono nel passato
durante una visita alla Reggia di Versailles, il 10 agosto 1901.Le due donne raccontarono di essersi incamminate
attraverso i giardini fino a giungere al Petit Trianon, un castello in stile
neoclassico costruito nel parco del Grand Trianon, residenza reale situata
nella parte nord-est di Versailles. Dopo aver raggiunto il Grand Trianon e aver
scoperto che era chiuso al pubblico, hanno iniziato a percepire una forte
sensazione di tristezza e oppressione che Moberly descrisse così: - “Everything
suddenly looked unnatural, therefore unpleasant; even the trees seemed to
become flat and lifeless, like wood worked in tapestry. There were no effects of light and shade, and
no wind stirred the trees.
“Tutto
sembrava improvvisamente innaturale, sgradevole; anche gli alberi sembravano
piatti e senza vita, come il legno lavorato degli arazzi. Non c’erano effetti
di luce e ombra, e il vento non agitava gli alberi”.
Alcuni uomini, descritti come giardinieri di palazzo, fecero loro cenno di proseguire. Incontrarono poche persone, tra cui una che attirò la loro attenzione: un uomo dal volto butterato dal vaiolo e l’espressione antipatica che, in seguito, identificarono come il conte de Vaudreuil, un amico di Maria Antonietta. Dopo aver attraversato un ponte per raggiungere i giardini di fronte al palazzo, Moberly disse di aver notato una donna che le osservava. Aveva i capelli chiarissimi e indossava un abito estivo leggero e un cappello bianco. Inizialmente Moberly pensò fosse una turista, ma l’abito pareva “antiquato”. Più tardi si convinse che la donna fosse nientemeno che Maria Antonietta.
Moberly e Jourdain non parlarono dell’accaduto per una settimana, finché non confrontarono i loro appunti di viaggio, credendo entrambe che il Petit Trianon fosse infestato dagli “spiriti del passato”.
Visitarono i giardini del Trianon in altre
occasioni, ma non riuscirono a ritrovare il cammino percorso quel 10 agosto del
1901. Mancavano vari punti di riferimento, come il chiosco e il parco, a
differenza di quel giorno, era pieno di persone. Cercando di trovare una
spiegazione logica, pensarono di essersi imbattute in una festa privata, ma
dalle loro ricerche emerse che non era stato prenotato nulla quel pomeriggio.Le due donne, convinte di aver assistito a eventi
avvenuti il 10 agosto 1792 (sei settimane prima della fine della monarchia
francese) decisero di pubblicare la loro storia nel libro “An Adventure“, con
gli pseudonimi di Elizabeth Morison e Frances Lamont. La loro identità non fu
rivelata fino al 1931, quando la Jourdain era già morta.
Paul Amadeus Dienach è stato davvero un viaggiatore del tempo vissuto nel 3906? Così si evince dai suoi diari, pubblicati dal suo studente e amico Georgios Papachatzis cinquant’anni dopo averli ricevuti in regalo proprio da Dienach.
Paul soffriva di una misteriosa malattia, l’encefalite letargica, conosciuta anche come “malattia del sonno”. La sindrome è caratterizzata da una prolungata e anormale alterazione del sonno: il paziente può dormire per giorni, mesi o addirittura anni, come successe a Dienach nel 1921, prima di trasferirsi ad Atene dove insegnò francese e tedesco all’università.
Proprio al suo studente Georgios Papachatzis, Dienach consegnò i suoi diari nel 1924. Papachatzis, divenuto in seguito professore di diritto e giurista del Consiglio di Stato greco tradusse i diari e scoprì un racconto che definire fantastico è poco.
Dienach, nel corso del suo stato comatoso, si risveglia nell’anno 3905 dentro il corpo di Andeas Northam, uno scienziato italiano ibernato in seguito a un incidente avvenuto nella sua linsen, una macchina volante.
I medici gli parlano in una strana lingua nordica che lui non conosce, cercano di sottoporlo a varie tecniche per il recupero della memoria ma lui non riconosce i suoi amici e familiari. Viene allora portato in una clinica specializzata dove poter recuperare la sua coscienza: qui Dienach ricorderà tutti gli eventi successi durante i secoli precedenti.
Secondo il racconto di Dienach, l’umanità del XX e XXI secolo è devastata dalle guerre mondiali. I valori subiscono un forte mutamento: la coscienza degli esseri umani viene distrutta dallo smodato consumismo e dalla mancanza di rispetto per la natura (un po’ vago, però ci ha azzeccato).
Il dominio economico e politico nell’era buia dell’umanità è detenuto da un “Nuovo Ordine Mondiale” (esatte parole di Dienach). Violenza e povertà aumentano, la sovrappopolazione dilaga e Marte diventa la meta di una colonia terrestre, distrutta da un evento catastrofico insieme ai suoi venti milioni di abitanti. Guerre nucleari e migrazioni attanagliano il pianeta, ma il rinascimento avrà inizio nel 2894 grazie a una nuova spiritualità e a una nuova forma fisica umana.
Dopo una distopia durata due secoli, quindi, l’uomo sembra pronto a ripartire. Dienach dipinge un futuro utopistico, in cui è lo stato a prendersi cura dei bisogni umani e in cui le relazioni sono libere e gioiose, mentre la procreazione deve essere autorizzata per evitare la sovrappopolazione. L’uomo lavora soltanto dai 19 ai 21 anni in imprese per l’energia rinnovabile, dopodiché può dedicare la sua vita a ciò che più lo aggrada. Esiste un unico credo: il tempo e lo spazio compresi nel tutto.
La diffusione dei testi di Paul Amadeus Dienach suscitò ampio clamore e furono considerati come farneticazioni di un pazzo. Oggi possiamo affermare che molteplici elementi della sua storia combaciano in modo preoccupante con la nostra realtà.
Nel 1935, l’ufficiale della Royal Air Force Victor Goddard visitò l’aerodromo di Drem, in Scozia ed ebbe modo di verificarne lo stato di completo abbandono. Alcuni giorni dopo, durante il volo di ritorno, il suo aereo finì all’interno di una violenta tempesta con forti lampi e strane nuvole gialle.
Sir Goddard sapeva di essere sulla verticale di Drem, ma ciò che vide quando cercò di orientarsi non assomigliava per niente al luogo che aveva visitato giorni prima. L’aerodromo era in piena attività e inoltre, gli aerei e le tute dei meccanici che vi lavoravano erano del tutto diversi da quelli ordinari. Una volta superato l’aeroporto, Goddard piombò di nuovo nella tempesta.
La sua convinzione di aver viaggiato nel tempo si rafforzò qualche anno più tardi, quando gli aerei della RAF iniziarono a essere dipinti di giallo mentre le divise marroni degli addetti furono sostituite con tute blu, proprio come nella sua visione.
Victor Goddard era un forte sostenitore del soprannaturale: fu lui, nel 1919, a scattare la foto di gruppo del cosiddetto “Goddard Squadron“, una delle più famose foto di fantasmi della storia, in cui compare l’immagine di un meccanico morto alcuni giorni prima.
La storia di Andrew Basiago è una delle più incredibili che si possano trovare sui viaggi nel tempo. L’avvocato statunitense afferma di aver viaggiato nel tempo decine di volte, all’interno del progetto Pegasus della Darpa, durante gli anni della Guerra Fredda. Il progetto coinvolgeva anche il padre e lui venne reclutato quando aveva solo sette anni.
Non solo: Basiago sostiene anche di aver viaggiato su Marte, in alcune basi strategiche costruite appositamente nel futuro perché restassero segrete. Svela inoltre di aver partecipato, negli anni Settanta, a un pranzo in cui George Bush e il figlio furono informati delle loro future presidenze, una pratica comune secondo la quale le persone importanti del futuro venivano preparate già anni prima.
Secondo Basiago, gli Stati Uniti sarebbero in possesso della tecnologia per viaggiare nel tempo tramite ologrammi spazio-dimensionali già dalla fine degli anni Sessanta e la CIA avrebbe addestrato negli anni gruppi di studenti dotati per formare squadre di esploratori dimensionali e viaggiatori nel tempo: bambini e ragazzi sarebbero i candidati ideali per via delle loro giovani menti, mentre gli adulti subirebbero invece controindicazioni anche pesanti, fino a rischiare la pazzia.
La tecnologia necessaria per i viaggi nel tempo sarebbe stata sviluppata, secondo Basiago, sulla base delle conoscenze e degli studi di Nikola Tesla a proposito del teletrasporto e della misteriosa “energia radiante“, che secondo lo scienziato permea l’universo ed è in grado di piegare lo spaziotempo.
Sebbene sia difficile credergli, Basiago afferma di avere molti testimoni a sostegno della sua storia, tra cui il principale è l’avvocato Alfred Webre, il quale conferma l’esistenza del progetto sui viaggi nel tempo, tenuto segreto per evitare rischi bellici.