A confronto
con il cover up americano, quello italiano fa discutere, in quanto si limita a
un burocratico segreto d'ufficio, lo stesso di qualsiasi Ente pubblico o
privato, ove svogliati ufficiali catalogano la documentazione per poi spedirla,
con tutta probabilità, in America. Essendo infatti l'Italia un paese della Nato
è lecito pensare che il nostro materiale finisca oltre oceano.
L'interesse del Governo italiano sulla questione
era stato smosso nel 1950 da un'interrogazione del Senatore socialdemocratico
Piemonte al Sottosegretario alla difesa Vaccaro. Era l'8 luglio e di UFO si
sapeva ancora poco. E quasi nulla sapeva Vaccaro, il quale rispose, lapidario,
che "gli osservatori meteo
dell'Aeronautica non avevano mai segnalato alcun fenomeno".
Ciò nonostante, tre anni dopo, dopo una serie di
articoli pubblicati dalla prestigiosa "Rivista Aeronautica", l'ambiente
militare iniziava a manifestare il proprio interesse.
Non diversamente si sarebbero comportati alcuni
uomini politici, pur agendo privatamente. Fu il caso di Giovanni Gronchi,
presidente del Consiglio Supremo della Difesa, che spinse per la creazione di
un'apposita commissione d'inchiesta, che riferiva direttamente al Presidente e che
sembrò ideata apposta per interrogare il console Alberto Perego. Quest'uomo
originalissimo, sedicente esperto in materia di UFO, girando per il mondo in
missione diplomatica aveva collezionato centinaia di articoli di giornale e si
era convinto, forse un po' troppo frettolosamente, che i dischi volanti
controllassero tutta la nostra vita politica. Perego, in particolare, riteneva
che gli UFO, che egli definiva "aviazione elettromagnetica",
sorvegliassero da vicino tutta la nostra vita pubblica (la politica
internazionale, la corsa agli armamenti, i test bellici) e che intervenissero,
di volta in volta, nei momenti di crisi "per
suggerire alle grandi potenze un monito antiatomico".
- Secondo Perego i dischi impediscono la guerra -
titolavano i giornali sudamericani. Per queste idee fantasiose Perego venne ribattezzato
"el Console loco", il Console pazzo.
A parte questo, Perego si dimostrò un pioniere e un
precursore che cercò di organizzare i dati in base a un filo logico, tentando
di trovare una risposta all'enigma UFO. Risposta che dovette piacere all'allora
ministro delle finanze Giulio Andreotti, che scrisse una lettera di
approvazione al Console. Anche il senatore Angelo Cerica della Difesa e il
ministro degli Esteri Martino espressero pareri favorevoli ai libri che Perego
pubblicò a sue spese, dopo aver fondato il gruppo di ricerca CISAER (dilapidando
tutti i suoi risparmi).
Questo dimostra che pubblicamente un minimo
d'interesse per l'argomento c'era. Eppure, in una lettera del 16 maggio 1955 il
generale Nato Gruenther di stanza a Parigi rivelava che, all'interno della sua
organizzazione, il problema UFO non cadeva nel campo delle sue responsabilità.
Anche l'Italia, Paese membro, condivideva questo distacco apparente.
Solo nel 1962 il capo di Stato Maggiore
dell'Aeronautica, per rispondere a un quesito del presidente Gronchi,
commissionerà un'inchiesta dopo l'uscita di decine di reportages su riviste
italiane a grandissima diffusione, quali "La Domenica del Corriere" e
"Settimana Incom".
Il responso fu negativo. Buona parte delle storie
pubblicate sulla stampa erano inconsistenti.
Ma, negli anni '60 un notissimo uomo politico
democristiano fu testimone del passaggio di un disco metallico proprio sopra la
sua vettura, all'altezza di Castel Porziano. Vista la caratura del politico, il
cui nome non ci è dato di rivelare, furono allertati i servizi segreti.
Come ho già enunciato in un altro post (del quale
questo rappresenta l’approfondimento), non risulta che il problema UFO sia
stato studiato a fondo sino al 1978.
Apprendiamo, da una lettera del 14 maggio 1965, che
il Colonnello John Spaulding dell'USAF dichiarava che l'argomento, in Italia,
veniva seguito dall'Aeronautica, con il Servizio Informazione Operativo e
Situazione (SIOS), con l'aiuto dei carabinieri. In realtà, l'Aeronautica era
interessata al fenomeno solo nell'ambito delle normali attività di controllo di
violazioni dello spazio aereo.
Ma, nel 1967, un nuovo capitolo si sarebbe scritto
nella storia dell'ufologia nostrana. In quell'anno il Centro Unico Nazionale (poi
Centro Ufologico Nazionale) nato informalmente due anni prima e consolidatosi
legalmente nel '67, tenne a Riccione il Primo Congresso Nazionale di Ufologia,
ottenendo un successo strepitoso e l'attenzione delle autorità per la serietà
dimostrata. Questo avrebbe avuto le sue ripercussioni. Infatti, il 27 maggio
1972, il CUN teneva una conferenza presso il Comando della Terza Brigata
Missili di Portogruaro, di fronte a decine di ufficiali della Nato. Mai si era
sentito prima che un ente privato giungesse a dare indicazioni a dei militari.
Nel '77 il Centro organizzava un secondo congresso,
a Toscolano Maderno. Ove veniva presentata la prima analisi computerizzata dei
circa 400 avvistamenti segnalati nel 1954. Sempre in quell'anno la Difesa inviò
al CUN un dossier di avvistamenti militari, declassificato ma comunque
utilizzabile "per soli scopi di studio". In altre parole, non
divulgabile.
Un anno dopo altri dossier sarebbero stati inviati
al CUN e a tutti quegli enti privati che, in regime di democrazia, ne avessero
fatto richiesta. Questa fu forse una mossa azzardata, da parte dei militari,
visto che molti privati non rispettarono il riserbo e cominciarono a divulgare
il materiale grossolanamente, in maniera gonfiata e scandalistica. Risultato:
il Ministero si irrigidì e non fornì più alcuna informazione.
Il '78, tra l'altro, stava mettendo in difficoltà
il Governo, che si vedeva incapace di fronteggiare un fenomeno che, come ad
esempio in Adriatico, stava mostrando una faccia minacciosa (Cfr. caso Amicizia). E che si stava
manifestando a livello planetario senza lasciar intendere le sue vere
intenzioni. Così, solo nel nostro Paese, si registrarono non meno di 600
differenti segnalazioni, alcune ad opera dei militari (forse, tra i militari
era arrivato qualcuno uscito dalle fila dei gruppi ufologici?).
Purtroppo, i media si erano impadroniti
dell'argomento e lo stavano mercificando. Dinnanzi a un'opinione pubblica
sovreccitata e in cerca di risposte sicure, il Ministero della Difesa si trovò
smarrito. Il 29 gennaio 1979 il deputato socialista Falco Accame si rivolgeva
al Presidente del Consiglio per conoscere le intenzioni del Governo. La
risposta del ministro della Difesa Ruffini fu vaga e fumosa: “nessun fenomeno anomalo era stato
registrato!” Accame si rivolse allora a un interlocutore più disponibile, Giulio
Andreotti. Mentre la presidenza del Consiglio sollecitava nuove indagini
dell'Aeronautica, il CUN si dichiarava disponibile alla collaborazione e
pubblicava sulla sua rivista "Notiziario UFO", diffusa in 20.000
copie, il primo dossier militare ricevuto dal Ministero, impedendo così
qualsiasi scoop scandalistico da parte dei giornali.
Il 15 gennaio 1979 un responsabile del CUN, il
sociologo Roberto Pinotti, fu convocato al Ministero della Difesa, ove gli fu
detto che il Governo intendeva affidare le ricerche sugli UFO al CNR. Scelta
infelice, poiché quest'ultimo ente evitò di farsi coinvolgere in un problema
così delicato e rigirò la patata bollente ai militari che, ormai pronti,
accettarono di buon grado.
Come lo sappiamo? Il 9 settembre 1980 i missini Baghino
e Parlato chiesero delucidazioni. La risposta del ministro Balzamo fu:
"Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica ha il compito di raccogliere e coordinare, con la collaborazione degli altri Stati Maggiori di Forza Armata, i dati inerenti agli avvistamenti di UFO. Presso l'ispettorato telecomunicazioni e assistenza al volo (ITAV) è operante una commissione per l'analisi tecnico-scientifica dei casi di comprovata attendibilità. Fanno parte di tale commissione organi del servizio del traffico aereo, della difesa aerea e meteo..."
Insomma, si ammetteva che gli UFO venivano
studiati, ma non si forniva nessun dato preciso circa i risultati di questi
studi.
Il 10 luglio 1984 quattro deputati di diversi
partiti, Abete, Fiori, Scaiola e Scovacricchi, rivolgevano ben due
interrogazioni al Governo, dopo che c'erano stati "positivi sviluppi anche
all'estero (basti pensare che in Francia la Commissione governativa ufologica
del CNES GEPAN aveva confermato un atterraggio in Provenza (Cfr. l'incontro ravvicinato di valensole).
Dopo soli 10 giorni rispondeva Spadolini, ribadendo
che “esisteva” già una commissione che stava studiando il fenomeno. E
aggiungeva: “Il Ministero non ravvede la
possibilità di aprire a enti privati civili”. In pratica, si chiudevano le
porte agli ufologi.
Occorrerà aspettare
l'aprile del '93 per trovare radunati nello stato sovrano di S. Marino ufologi
provenienti dalle varie parti del mondo, intenzionati a premere sulle alte
sfere, questa volta della CEE, per la creazione di una commissione europea. Tentativo
naturalmente sabotato all'estero. Ancora una volta, nulla di fatto in Italia.
Il successivo convegno sammarinese, maggio 1994, metterà in luce la politica di
cover up, confermata da ricercatori arrivati da varie nazioni documenti alla mano,
da parte della CIA, del KGB e della STASI.
Titoloni sui
giornali, grande afflusso di pubblico, molto interesse negli ambienti
scientifici, ma dal Governo, ancora silenzio.