Poco prima delle 21:00, la sera del 3 ottobre 1978, il 29enne Hideichi Amano sedeva nella sua macchina in cima a una montagna che domina la città di Sayama, nella prefettura di Saitama, in Giappone. Amano era un appassionato radioamatore e la ricezione era molto più chiara da quel punto. Quella sera, alla radio, stava parlando con suo fratello che viveva dall'altra parte del Giappone. Parlarono per diversi minuti, poi Amano intraprese una conversazione con altri operatori HAM della zona. In macchina c’era anche sua figlia Juri, di due anni e per questo motivo interruppe le conversazioni via radio e decise di tornare a casa prima del solito. Tuttavia, proprio mentre cominciava a dirigersi verso casa, una strana luce brillante si diffuse e riempì all'improvviso tutto l’abitacolo. Mosse rapidamente lo sguardo all'interno dell'auto cercando di individuare la fonte dell'intenso bagliore, ma non notò nulla di strano, pertanto rivolse la sua attenzione all'esterno. Si sporse dal finestrino, ma non vide nulla di anomalo: la notte e l'ambiente circostante erano perfettamente scuri e sereni. La luce pareva provenire proprio dall'interno dell'auto. Quando riportò la testa all'interno, però, vide la sua giovane figlia, sdraiata sulla schiena, apparentemente in trance e con la schiuma alla bocca.
Prima che potesse rivolgere tutta la sua attenzione a Juri, tuttavia, uno “strano cerchio di luce arancione” apparve in basso, sul suo ventre. La luce arancione sembrava attraversare il parabrezza dell'auto e provenire da un punto lontano, nel cielo notturno. Amano rimase stordito e svenne. Poi, sentendo qualcosa che premeva contro il lato destro della sua testa, si riprese. Vide, accanto all'auto, una bizzarra creatura che aveva un oggetto simile a un tubo che usciva dalla sua bocca. Il “tubo” premeva contro il volto di Amano e ne uscivano dei “rumori acuti, diversi da una voce”. In seguito li paragonerà a una registrazione su nastro, eseguita ad alta velocità. La testa di questa bizzarra creatura era rotonda e apparentemente, senza collo. Aveva grandi orecchie appuntite e una distinta "depressione" triangolare sulla fronte. Gli occhi brillavano di un colore bianco-blu. Non vedeva alcun naso mentre ricordava chiaramente le labbra che serravano il tubo che usciva dalla sua bocca. Amano, ripresosi dallo spavento, tentò invano di avviare l'auto. I fari si erano spenti e ne dedusse che l’auto era rimasta senza corrente. Intanto, gli strani suoni acuti continuavano: cos’era questo misterioso messaggio alieno? Si sottomise a questa bizzarra fonte sonora ma, circa cinque minuti dopo, la creatura iniziò a svanire nell’oscurità così come svanì il dispositivo che premeva contro la sua testa e cessarono quei suoni acuti. Anche la luce arancione che, apparentemente, lo raggiungeva dal profondo del cosmo, svanì. Per un po’ ci fu un silenzio perfetto. Poi i fari, la radio e il motore della sua macchina ripresero a funzionare contemporaneamente. Quando controllò l'orologio, era fermo alle 21:57.
Fu solo dopo diversi minuti, dopo aver percorso un bel tratto di strada, che si riprese dallo spavento e udì la voce di sua figlia che gli chiedeva un sorso d'acqua. Sentendosi al sicuro, se non altro per essersi portato a debita distanza da qualunque cosa fosse penetrata nell'auto sulla cima della montagna, fermò il veicolo per controllare Juri che, però, stava già meglio. Sebbene indeciso sul da farsi, ritenne di dover denunciare l’accaduto alla polizia: lo fece mentre tornava a casa. Si pentì subito di aver preso quella decisione, poiché non lo presero sul serio. Quando tornò a casa, sua figlia dormiva profondamente. La lasciò con la moglie, mentre lui andò subito a letto: un mal di testa improvviso e penetrante si era fatto sentire già all’inizio del viaggio di ritorno. Nei giorni successivi, probabilmente in seguito alla denuncia, giornalisti televisivi e ricercatori vennero a conoscenza del suo caso. Se ne interessò, in particolare, uno show, uno dei più seguiti in Giappone, chiamato “23:00”. Gli chiesero se fosse disposto a sottoporsi a regressione ipnotica, in modo da poter dimostrare che diceva il vero. Lui fu d'accordo e Akio Morihe, un ipnotizzatore professionista, fu incaricato di svelare cosa accadde quella sera. Interrogato sotto ipnosi, davanti alle telecamere, fece delle rivelazioni sconcertanti: rivelò che la creatura gli aveva ordinato di recarsi nello stesso luogo in un giorno e ad un orario prestabilito. Non rese noto né il giorno né l’ora, a suo dire, per evitare che accorressero dei curiosi!