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lunedì 13 agosto 2012

IL CASO LORENZINI: L'ARMA CHE NON FECE FUOCO


Isola di Ortonovo (SP) 11/11/1954
Verso sera, il Sig. Amerigo Lorenzini, un agricoltore che, all’epoca aveva 48 anni, visse la sua più scioccante avventura. Stava governando i conigli quando udì un fruscio provenire dall’alto. Alzato lo sguardo, rimase abbagliato da una vivida luce che, pian piano si affievolì. Quando riuscì a vedere meglio, si accorse di uno strano veicolo dalla forma oblunga che nel frattempo era atterrato in un prato poco distante. Dal veicolo uscirono silenziosamente tre esseri dall’aspetto umano ma di bassa statura, che indossavano una sorta di scafandro. Si diressero verso di lui. Spaventato, il Lorenzini si precipitò in casa per prendere il fucile da caccia. Puntò l’arma verso di loro e in preda al terrore, premette il grilletto. Il fucile non sparò.  Riarmò freneticamente il cane e premette nuovamente il grilletto: niente! Intanto, i tre, senza scomporsi, si stavano allontanando diretti tranquillamente al loro veicolo. Ancora una volta, il fucile non sparò. Pochi secondi dopo che i tre erano risaliti a bordo, il loro veicolo si staccò rapidamente dal suolo e partì velocissimo, prendendo quota in direzione di Avenza. Il lorenzini puntò per l’ennesima volta il fucile verso quell’oggetto ormai lontano e stavolta l’arma fece fuoco!
Stupito e sconvolto, il Lorenzini si guardò intorno, come destandosi da un sogno e con sua grande sorpresa scoprì che il suoi dodici conigli e la conigliera erano scomparsi.


Per quanto riguarda questo vecchio caso, il fatto più insolito e rilevante pare sia fornito dall’azione del fucile: l’arma si dimostrò inefficace fino a quando il bersaglio non si trovò fuori tiro. Si può pensare che quegli esseri erano in grado di influenzare la struttura chimica delle polveri o almeno della capsula detonante. Questo, senza interferire minimamente sul meccanismo del cane che scattò e batté diverse volte, inutilmente, sul percussore.

1 commento:

  1. Il fatto più insolito e rilevante pare sia fornito dall’azione del fucile: l’arma si dimostrò inefficace fino a quando il bersaglio non si trovò fuori tiro. Si può pensare che quegli esseri erano in grado di influenzare la struttura chimica delle polveri o almeno della capsula detonante. Questo, senza interferire minimamente sul meccanismo del cane che scattò e batté diverse volte, inutilmente, sul percussore.

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