Se l’automobilista multato, con relativa decurtazione
dei punti della patente, non viene immediatamente identificato, la sanzione
viene inviata al proprietario dell’auto, che entro 60 giorni deve comunicare i
dati di chi era alla guida durante la violazione del Codice della strada, così
che la sottrazione dei punti della patente ricada sull’effettivo colpevole.
Quella che può sembrare, almeno superficialmente, una
facile e furba via d’uscita per evitare la sottrazione di punti alla patente,
porta invece a conseguenze pesanti. Quando si dichiara il falso in un atto pubblico,
come il protagonista della nostra vicenda, si può incorrere in una condanna
penale. Oltre a essere un dovere etico, conviene assumersi le proprie responsabilità
anche per mantenere la fedina penale pulita.
Questa la vicenda: un automobilista, che già aveva
pochi punti sulla patente, riceve due verbali per superamento dei limiti di velocità.
Per evitare la decurtazione di ulteriori punti, si mette d’accordo con un’altra
persona e fornisce i dati di quest’ultima.
La polizia scopre l’inganno e lo denuncia.
L’automobilista decide di patteggiare la pena: sei
mesi di reclusione per il reato di falsa dichiarazione a pubblico ufficiale. La
Cassazione conferma la sentenza (Corte di cassazione sentenza n. 19527,
11/05/2016).
Quella che può sembrare, almeno superficialmente, una facile e furba via d’uscita per evitare la sottrazione di punti alla patente, porta invece a conseguenze pesanti.
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