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venerdì 21 giugno 2024

L’OMINO DI RUWA


 

Venerdì 16 settembre 1994, intorno alle 10:15, sessantadue bambini della Ariel School, una scuola elementare privata di Ruwa, a circa 20 km da Harare (Zimbabwe) erano nel loro campo da gioco per la pausa di metà mattinata. All'improvviso videro tre palline d'argento nel cielo sopra la scuola. Queste sparirono in un lampo di luce per poi ricomparire altrove. Ciò accadde per tre volte, poi iniziarono a scendere verso la scuola e una di loro atterrò (o si librò) su un terreno accidentato, con alberi, cespugli spinosi e dell'erba da cui spuntavano germogli di bambù.
I bambini non potevano accedere a quest'area, nonostante fosse adiacente al loro campo da gioco e non fosse recintata, a causa della presenza di serpenti, ragni e altre creature velenose. Il campo incolto era attraversato da una stradina utilizzata dai trattori che, di tanto in tanto, cercavano di ripulire quella zona. Nel sito corre una linea elettrica supportata da tralicci e secondo un ragazzo, l'oggetto seguì questa linea prima di atterrare. Tuttavia, non è chiaro se l'oggetto sia veramente atterrato o sia rimasto sospeso a mezz’aria.

Martedì 20 settembre si recò sul posto una piccola squadra di cui faceva parte anche un giornalista della BBC con la loro attrezzatura televisiva e un tecnico, Gunter Hofer. Avevano in dotazione un contatore Geiger, un metal detector e un magnetometro. Strumenti che furono utilizzati per capire se l'oggetto aveva lasciato tracce della sua presenza. Il preside della scuola, il signor Colin Mackie, fu molto collaborativo e sebbene non credesse negli UFO, ammise di credere che i bambini avessero visto quello che descrivevano. Furono intervistati circa 10 o 12 bambini, i più grandi e il tutto fu registrato per il canale televisivo della BBC.

Un testimone oculare, identificato solo come Barry D., disse di aver visto tre oggetti volare là sopra. Avevano luci rosse lampeggianti. Sono scomparsi e sono riapparsi quasi subito da un’altra parte. Ciò è accaduto per tre volte. Poi atterrarono nei pressi di alcuni alberi della gomma. Barry riferì che l’oggetto principale aveva le dimensioni apparenti dell'unghia del suo pollice tenuto a distanza di un braccio. Il resoconto fu confermato dagli altri bambini. Secondo loro, l’oggetto scese nella zona indicata, a circa 100 metri da loro, al confine del campo sportivo della scuola.
Poi, un piccolo uomo (alto circa un metro) apparve sopra l'oggetto. Scese, camminò per un po' sul terreno accidentato e quando si accorse dei bambini, scomparve. Lui o un suo simile, poi riapparve sul retro dell'oggetto. Questo, decollò molto rapidamente e scomparve.
L'omino indossava un abito nero attillato che, secondo una ragazza, era "lucente". Aveva un collo lungo e magro e occhi enormi a forma di palloni da rugby. Aveva un viso pallido con lunghi capelli neri che gli arrivavano fin sulle spalle.

Fu suggerito al signor Mackie, prima di visitare la scuola e prima che i bambini venissero intervistati, di invitarli a disegnare ciò che avevano visto. Furono raccolti circa 30-40 disegni, alcuni dei quali molto espliciti e chiari. La maggior parte dei disegni sono simili, ma alcuni velivoli sembrano effettivamente dei "dischi volanti". C’è da chiedersi quanti di questi bambini siano stati influenzati dai media.
Sappiamo che i bambini più piccoli, quelli con un’età compresa tra i 5 e i 7 anni, di fronte al fenomeno, erano molto spaventati e correvano gridando: "Aiutatemi, aiutatemi". I bambini più grandi cercarono di tranquillizzarli e chiesero loro del perché fossero così spaventati. La risposta fu: - Viene a mangiarci. - C’è da credere che questo ragionamento possa applicarsi maggiormente ai bambini africani che conoscono le leggende dei tokoloshies, che mangiano bambini.

I loro insegnanti erano in riunione e non sono usciti. Il preside, ha riferito che i bambini urlavano e gridavano sempre durante il gioco per cui nessuno pensò che stesse succedendo qualcosa di insolito. L'unico altro adulto disponibile in quel momento era una delle madri che gestiva il negozio di dolciumi. Quando i bambini vennero a chiamarla, lei non ci credette e non volle uscire: non era disposta a lasciare il negozio incustodito, visto che c’era tanto cibo e del denaro.

Gunter e gli uomini esaminarono attentamente il terreno attorno al punto in cui i bambini avevano visto l'oggetto, ma non riuscirono a ottenere alcuna lettura sul contatore Geiger o su qualsiasi altra attrezzatura. In effetti, se l'oggetto non fosse atterrato, non ci sarebbe stato nulla da rilevare. Camminando con cautela sotto i tralicci, tra cespugli spinosi e tane di serpenti, non fu trovato alcun segno di un punto di atterraggio.


L'immagine è solo indicativa.

martedì 18 giugno 2024

IL RAPPORTO DEL CAP. JEAN CHARLES DUBOC


Un altro capitolo della serie: i piloti vedono gli UFO, degnamente introdotta dal post “Piloti” (Cfr. Piloti) pubblicato verso la fine del 2015.
Il 28 gennaio 1994, all'inizio del pomeriggio, l'equipaggio del volo Air-France AF-3532 (Nizza-Londra) osservò un fenomeno insolito. UFOCOM iniziò un’indagine interrogando, in primis, il comandante Jean-Charles Duboc.

Di seguito, l’intervista.

Comandante, lei il 28 gennaio 1994 si è imbattuto in un fenomeno insolito mentre era in volo sulla tratta Nizza-Londra. Potrebbe raccontarci a cosa ha assistito?

Sì, ero ai comandi del volo AF-3532 quel 28 gennaio del 1994, il copilota era Valerie Chauffour e avevamo imbarcato ventiquattro passeggeri. Conservo copia dell'OCTAVE, che è il seguito informatico del volo e posso precisare che sopra la zona parigina, a quota 11.700 metri (FL 390), la temperatura esterna era di meno 59 gradi centigradi, il vento proveniva da Nord-Ovest. La visibilità era di oltre 300 km (150 Nm) e la copertura nuvolosa era costituita da altocumuli. Il volo non riscontrò alcun problema, la navigazione si svolse in ottime condizioni meteo nonostante il vento contrario (triangolato) a quasi 130 km/h (70 kts). Ciò ci dava una velocità al suolo di 650 km/h (350 kts). L'ora di decollo da Nizza, era alle 00:56 UT e l'ora prevista per l’arrivo a Londra era alle 14:13 UT.
Come dicevo, fu un volo particolarmente tranquillo, senza particolari problemi. Quando arrivammo sopra Coulommiers, uno steward notò un oggetto che pensava potesse essere un pallone meteorologico. Questo oggetto fu poi visto dal copilota e da me, pochi istanti dopo.
Sembrava avere una forma variabile e attraversò molto rapidamente la nostra diagonale. L'ho identificai dapprima come un aereo, era di fronte a noi, a circa 45 km (25 Nm) a una quota di circa 10.500 metri (25 Nm) e con un assetto molto cabrato, vicino ai 45°. Ho trovato questo assetto assolutamente anomalo perché a questa quota gli aerei non si inclinano oltre i 30 gradi senza rischiare di andare in stallo. Quest'oggetto ci sembrò assolutamente anomalo per le sue dimensioni che ci parvero immense, per il suo colore rosso scuro e per i bordi sfocati. Ebbi l'impressione di osservare una gigantesca lente in evoluzione. Non assomigliava a nulla che avessimo già visto, nella nostra carriera.
Questo oggetto, questo fenomeno, è rimasto immobile mentre lo lasciavamo alla nostra sinistra, sempre a una distanza di circa 45 km. L'abbiamo osservato per circa un minuto, consapevoli che stavamo vedendo qualcosa di assolutamente anomalo. Abbiamo continuato ad osservarlo mentre si fondeva gradualmente con l'ambiente. L'abbiamo visto diventare traslucido, trasparente, diluirsi nello spazio. Fu assolutamente fantastico.
Dopo, abbiamo contattato il centro di controllo di Reims per annunciargli la presenza di questo oggetto non identificato, come richiesto dalla regolamentazione del trasporto aereo.

Questo “oggetto” è stato tracciato dai suoi strumenti? E la scatola nera del volo 3532 ha registrato le comunicazioni tra il vostro aereo e il centro di controllo di Reims?

I nostri strumenti di bordo non sono predisposti per localizzare altri aeromobili. Il radar (meteorologico) dell’aereo serve esclusivamente a localizzare i temporali per poterli, eventualmente, evitare. Caratteristici di questi fenomeni atmosferici sono i cumulonembi. Durante questo evento il radar non era in funzione, poiché è necessario solo nel volo strumentale (IFR).
Allo stesso modo la scatola nera non può in nessun caso rilevare velivoli o fenomeni esterni. Sull'Airbus 320 è presente un primo registratore che è il Quick Access Recorder (QAR). Registra solo i parametri di volo, velocità, altitudine, meccanica, motori, impianto elettrico, ecc. Viene analizzato dal servizio di manutenzione.
Il secondo registratore, il DFDR, ha le stesse funzioni, ma deve sopportare i carichi estremi di un incidente. Questo registratore viene analizzato solo in caso di incidente o su richiesta dell'equipaggio. Poiché non risultava alcun pericolo e quindi nessun parametro del nostro volo fu modificato, le registrazioni non sono state analizzate poiché sarebbe stato inutile.
L'UFO si trovava a circa 45 km dal nostro aereo e non si sono verificati disturbi elettrici o magnetici.
D'altra parte questo UFO era a circa 10 km sopra Parigi. Se ci fossero stati i disturbi elettromagnetici, qualche milione di persone se ne sarebbe accorto. Le comunicazioni sono sempre state regolari e così anche per i principali programmi televisivi e radiofonici!

Quali sono stati i proseguimenti di questa vicenda a livello professionale e personale? È stato intervistato dalle autorità civili o militari?

Nell'immediato non fu preso alcun provvedimento, anche perché non presentai una relazione scritta. L’ho feci per evitare di essere ridicolizzato. Fu tre anni dopo, mentre leggevo un articolo di Paris Match, che descriveva come un UFO fosse stato rilevato sopra Parigi, che stabilii il collegamento tra quell’UFO e ciò che avevo visto. Ho quindi presentato un rapporto alla polizia francese, la Gendarmerie Nationale, che dispone di una Standard Operating Procedures (SOP) per la raccolta dei rapporti sugli UFO.

giovedì 6 giugno 2024

AVVISTAMENTO RADAR/VISUALE SULL’AEROPORTO DI CASELLE



Il 30 novembre 1973, il pilota Riccardo Marano si stava preparando a far atterrare il suo aereo, un Piper Navajo, all'aeroporto di Caselle, a Torino, quando notò una “palla di luce multicolore” sospesa proprio sulla pista. Lo strano oggetto “cambiava colore, passando dal viola, al blu, al rosso scuro”.
Mentre si avvicinava, l’oggetto si stava già muovendo e all'improvviso è decollato "in modo molto irregolare". Fece dei movimenti che il testimone “non aveva mai visto fare a nessun aereo”, come “improvvisi salti avanti e indietro”. Marano stimò che l'oggetto si era allontanato viaggiando a circa 900 miglia all'ora.

In seguito all'avvistamento di Marano arrivò una relazione confermativa da parte del colonnello Rustichelli, della base militare di Caselle. Il quale disse di aver visto l'anomalia sullo schermo radar della base. Un altro testimone, il comandante Tranquillo che era al comando di un DC-9 Alitalia diretto a Roma. Affermò che quello era decisamente un oggetto “solido” che “appariva come un aereo, sul radar”. Il pilota lo descrisse come “una cosa brillante che emetteva lampi di luce intermittenti”.
Anche un altro pilota lo vide: il comandante Mezzalami. Affermò di aver visto “qualcosa di davvero molto strano”. Anche se non aggiunse altro.

Secondo un articolo apparso sul Washington Post , il 4 dicembre, mentre la notte prendeva il sopravvento sui cieli di Torino, migliaia di persone sarebbero state testimoni di un enorme oggetto sospeso sopra le loro teste. E ancora una volta, come per l’avvistamento di quattro notti prima, la conferma arrivò dalla vicina struttura militare: i militari lo avevano visto sul radar. Ma l'oggetto era chiaramente visibile ad occhio nudo. Rimase sospeso in alto per diversi minuti, in piena vista, per chiunque avesse alzato lo sguardo al cielo. Dobbiamo dire che, per una volta, la polizia, spronata da numerose segnalazioni, trattò l'incidente con serietà. Tanto che inviò non meno di sei unità di pattuglia per indagare il fenomeno. Gli agenti arrivarono fin quasi sotto l’oggetto, ma il misterioso velivolo compì un repentino balzo verso l'alto e scomparve nell’oscurità.

mercoledì 5 giugno 2024

AVVISTAMENTO CON SPAVENTO



Alle 11:15 del 17 giugno 1977, Jose Francisco Rodrigues stava sfrecciando sulla pista della base aerea di Tancos a bordo di un aereo dell'aeronautica portoghese: un Dornier 27. Il 23enne era già un pilota esperto, con oltre 800 ore di volo alle spalle. Ben presto si alzò da terra e si diresse verso il cielo nuvoloso e grigio sopra di lui. Le nubi sembravano destinate a disperdere il loro carico di pioggia da un momento all'altro.
Dopo circa 45 minuti di volo, iniziò a sorvolare la diga del Castelo de Bode, un impianto idroelettrico.
Mentre il pilota scrutava l'ambiente circostante, notò un oggetto scuro che usciva da un banco di nuvole proprio davanti a lui. Credette che l'oggetto fosse un altro aereo, quindi cambiò rotta prima di contattare, via radio, la base per avere conferma della presenza di altri aerei nell'area. Tuttavia, la base affermò di non avere nulla sui propri schermi radar a parte il suo Dornier.
Decise di inseguire l’oggetto, in modo da poterlo vedere meglio. La torre di controllo lo sentì gridare in modo allarmato, come se fosse sorpreso, evidenziando che stava accadendo qualcosa di straordinario.
Dritto di prua, davanti al giovane pilota, c'era un oggetto scuro e rotondo, diverso da qualsiasi altro velivolo.
Ora, sapeva che non era un aereo, anche se non sapeva cosa fosse. Rodrigues cercò quindi di ricordare quanti più dettagli possibile. Affermò, successivamente, che la parte superiore dell'oggetto era nera, compatta ed uniforme, mentre la parte inferiore era assemblata con diversi pannelli. Rimase fermo dov'era: "a non più di 6 metri" dal suo aereo prima di svanire improvvisamente in lontananza a una velocità fantastica.
Fu a questo punto che il suo aereo cominciò improvvisamente a vibrare mentre la bussola iniziò a girare in tondo. In pochi secondi, nonostante il motore funzionasse, l'aereo precipitò in caduta libera. Rodrigues vide le cime degli alberi terribilmente vicine. Diede massima potenza e proprio mentre sfiorava le cime degli alberi, riprese il controllo dell'aereo. Riuscì così a far ritorno e ad atterrare alla base.

Dopo essersi sottoposto a una visita medica (che superò senza problemi) fece rapporto ai suoi superiori. Fu notato, tuttavia, quanto fosse angosciato a causa di quell’esperienza. Il suo stato di agitazione fu accertato sia dai medici sia dai suoi superiori: con ogni evidenza, non era incorso in un semplice “guasto al motore”.

In effetti, l’aeronautica portoghese indagò a fondo sul caso e finì per cooperare con investigatori UFO “indipendenti”.
Furono rintracciati anche due testimoni oculari, che non videro l’UFO, ma dissero che avevano notato l’aereo perdere il controllo. I due pastori notarono il Dornier piombare all'improvviso proprio sopra la diga per poi livellarsi all’ultimo istante. Avrebbero persino affermato di aver sentito il forte rumore del motore prima che l'aereo uscisse da una caduta “a foglia morta”.
Infine, i tecnici che operavano nella struttura della diga, sebbene non potessero vedere né l’aero, né il bizzarro oggetto, notarono, sui loro strumenti, un improvviso calo di pressione ed energia, come se il bacino fosse rimasto a secco. Fu appurato che ciò avveniva nello stesso momento in cui l'aereo iniziava ad avere problemi. L'anomalia durò solo pochi secondi, molto probabilmente si protrasse solo per il tempo in cui l’aereo cadeva. Nondimeno, la cosa destò grande preoccupazione a coloro che in quel momento lavoravano nell’impianto.
Potrebbe essere stata una strana coincidenza?
Solo una mente scettica respingerebbe la probabilità che esista una connessione tra i due incidenti.