Una leggenda metropolitana afferma che il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo, relativamente grande rispetto alla superficie alare. Ma, come dice una mia amica: “il calabrone non lo sa, perciò continua a volare.”
Niente di più falso: si sa benissimo perché il calabrone vola!
Gli scienziati della Cornell University attraverso una simulazione al computer hanno infatti ricostruito la dinamica del volo degli insetti, scoprendo che il ruolo più importante è svolto da particolari vortici creati dall'oscillazione delle ali e dal loro repentino cambiamento d’inclinazione, movimenti che seguono un preciso ordine disegnando nell’aria una sorta di otto. Gli spostamenti d'aria vengono sfruttati dall'insetto, di volta in volta, sia per procedere in avanti, come fossero propulsori, sia per mantenersi sospesi quando, per esempio, succhiano il nettare. I vortici sono soggetti alle leggi della dinamica dei fluidi e ciò ha permesso agli scienziati di utilizzare l'equazione di Navier-Stokes che governa tali leggi. Così sono riusciti ad ottenere la simulazione al computer del moto dell’ala di una libellula. I risultati hanno anche permesso di risolvere il mistero di come il calabrone riesca a volare. Infatti, pareva non esistesse una spiegazione logica di come questo insetto, con il suo corpicino tozzo e le piccole ali, potesse volteggiare nell'aria senza problemi.
Niente di misterioso quindi, si è solo rilevato, ancora una volta, che una macchina biologica è superiore a qualsiasi congegno meccanico.
I risultati della ricerca hanno permesso di risolvere il mistero di come il calabrone riesca a volare. Infatti, pareva non esistesse una spiegazione logica di come questo insetto, con il suo corpicino tozzo e le piccole ali, potesse volteggiare nell'aria senza problemi.
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