Si dice che lo scrittore è fondamentalmente un
bugiardo. Racconta storie che si è inventato, ma il lettore, per vari motivi, è
disposto a seguirlo a patto, però, che la storia sia credibile. Per quanto mi
riguarda, dietro ogni storia, anche la più fantastica, c’è un gran lavoro di
ricerca. Quando misi “in cantiere” il romanzo Il signore delle aquile, decisi di ambientare quella vicenda nella
protostoria e quindi mi domandai dove e quando erano comparsi i primi barlumi
di civiltà. La mia ricerca mi condusse ai Sumeri. Quella dei Sumeri sembra sia
stata la civiltà più antica, i Sumeri sono il popolo più antico, forse, come
essi stessi ci hanno tramandato, sono il primo popolo: i discendenti diretti
dei primi uomini creati da Dio. Sapevano scrivere e la loro scrittura risulta
oltremodo completa ed efficace, per qualcuno è addirittura perfetta. Ci hanno
tramandato storie remote del tempo in cui gli Dèi scesero sulla Terra, di quando
gli uomini ancora non c’erano e della loro comparsa su questo pianeta. Sono gli
stessi racconti che troviamo anche altrove, anche nella Bibbia.
“Bereshit
barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”,
Questa frase della Bibbia, in italiano, viene
tradotta come: - In principio Dio creò
il Cielo e la Terra. -
Ma Elohim, tradotto con “Dio” nelle moderne
edizioni della Bibbia, è in realtà un sostantivo plurale: è il plurale di
Eloah. In ebraico, infatti, il suffisso
im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo.
A quanto pare, anche secondo la Bibbia, la
creazione del mondo non è opera di un’unica entità che la cultura monoteista
identifica con Dio, ma è frutto dell’azione congiunta di diverse divinità. È
singolare notare come, nella Bibbia, a volte sembra che Dio parli da solo, ma
non è solo! Se sostituiamo con Dèi la parola Dio, ecco che tutto assume un
significato più ampio. La cosa trova conferma, per esempio, nel momento in cui
si decide di creare l’uomo. In questo caso, la traduzione dall’originale
conserva il plurale quando il “simposio creativo” esclama: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
La Bibbia, insomma, rivela la notizia che l’uomo è
stato creato ad immagine e somiglianza di un gruppo di entità, considerate
divine, chiamate “Elohim”. Ma chi sono costoro?
Il significato corretto è “gli Splendenti”,
individui simili agli uomini, non spirituali: quindi non Dèi. Noi li avremmo
definiti extraterrestri, ma questo è un termine che non apparteneva alla
cultura di chi scrisse.
Adamo ed Eva sono i progenitori dell’homo sapiens e
non sono stati creati dal nulla, ma su di loro gli Elohim sono intervenuti con
l’ingegneria genetica, dando come un colpo di acceleratore all’evoluzione
umana. Adamo, significa “quello della terra”, insomma nato su questo pianeta. Sarebbe
più corretto tradurlo “il terrestre”, per distinguerlo evidentemente da chi
terrestre non era. Eva, invece, è Hawà, ovvero “la madre dei viventi”, insomma
la progenitrice di tutta la specie umana”.
Non è tutto: secondo quanto riporta la Bibbia, in
un tempo remoto, esisteva anche una “progenie divina” che abitava la Terra.
In ebraico il libro è indicato con l’espressione
iniziale Bereshìt, “In principio“. Nella parte prima, il libro affronta i
grandi enigmi dell’esistenza: origini dell’universo e dell’uomo, quale sia il
giusto rapporto dell’uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore,
della morte, la crescita dell’umanità e il suo differenziarsi nello scorrere
del tempo. Quello che a noi interessa si trova al capitolo 6, versetti 1, 3 e
4:
“Quando
gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle
figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini
erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. […].
“C’erano
sulla terra i giganti (nephilim) a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli
degli Dèi si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei
figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.
Osservando il passo, notiamo che, oltre agli uomini
(e alle loro figlie) vengono menzionati anche gli Dèi e i loro figli.
Benei ha-elohim (Figli degli Dèi), possiamo
supporre che costoro fossero la seconda generazione degli “splendendi”, gli
Elohim che erano nati sulla Terra e avevano convissuto con gli uomini.
I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e
soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine dei misteriosi Benei
ha-elohim accolsero l’idea, presente chiaramente nel Libro di Enoch, che questi
fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi.