Il libro narra di un viaggio nello spazio, realizzato in un epoca in cui tali viaggi non hanno più nulla di eclatante; in definitiva, sono paragonabili a una lunga crociera sugli attuali vascelli marittimi. Libro di fantascienza, quindi, ma particolare. A differenza di altri racconti, qui non è il comandante di una nave, l’esploratore solitario o l’eroico soldato a narrare la storia, bensì il cuoco di bordo: al secolo Rodolfo Turturro detto “Basilico”. Si tratta di vicende a sfondo culinario, a tratti divertenti che pur riescono a delimitare a tutto tondo il clima che si respira a bordo, le usanze e i costumi delle varie razze aliene. La storia si basa su alcuni presupposti; uno dei quali, forse il più importante, è: “nello spazio nessuno ti regala niente”. Tutto ciò che si ottiene da un’altra razza va pagato in qualche modo. Così quando una piccola e lenta astronave arrivò nei pressi di Proxima Centauri e incontrò, per puro caso, una immensa nave degli “zingari”, questi rimasero perplessi. Cosa avevano da offrire alla comunità gli esseri umani? Niente, in termini di tecnologia: erano troppo primitivi. E’ la razza degli zingari che veicola, nella Galassia, merci e informazioni. Per fortuna capirono che gli umani avevano qualcosa da scambiare, altrimenti sarebbero ancora confinati sulla Terra e sulle loro astronavi a propulsione chimica. Gli umani, infatti, avevano due risorse: l’aglio e la musica. Tutte e due risultarono sublimi per gli alieni, che in cambio cedettero tutta la loro tecnologia. Questo il passato. Nel suo tempo, invece, Turturro ci racconta un po’ della sua vita, rivelandoci il motivo per cui intraprese quel viaggio. La Terra, sovraffollata, è riuscita a nutrire i suoi dodici miliardi di abitanti ricorrendo alle colture intensive della soia e delle alghe. Altro presupposto: “la soia ha salvato l’umanità dalla fame e l’ha lasciata viva a chiedersi se ne valeva la pena!” Inutile dire che sulla Terra si mangia malissimo: tutto il cibo, preconfezionato, è fatto con la soia o con le alghe e alla fine i sapori si confondono e si assomigliano un po’ tutti. C’è poco da fare per un cuoco: meglio lo spazio, allora. Sulle astronavi si impiegano ancora alimenti naturali e non surrogati a base di soia e soprattutto si cucina! Per puro caso, quello che doveva essere un aiuto cuoco, per di più alla sua prima esperienza, diventa il vero cuoco di bordo. Un cuoco, su di una nave, è sempre al corrente di tutto quel che succede, per questo è coinvolto in tutte le avventure che capitano all’astronave e al suo equipaggio. Ed è proprio grazie al suo talento, alla sua abilità di cuoco, che riusciranno sempre a cavarsela e... ma devo proprio raccontarvi la trama? Uhm! Non è che, così facendo, vi tolgo il piacere di leggerlo?
Fate una cosa, seguite il consiglio di Sofia: accattatavelle!
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Recensione apparsa su ciao.it il 17 ottobre del 2009, pubblicata con lo pseudonimo di "Lugal"
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