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martedì 3 novembre 2015

I FIGLI DI DIO


Si dice che lo scrittore è fondamentalmente un bugiardo. Racconta storie che si è inventato, ma il lettore, per vari motivi, è disposto a seguirlo a patto, però, che la storia sia credibile. Per quanto mi riguarda, dietro ogni storia, anche la più fantastica, c’è un gran lavoro di ricerca. Quando misi “in cantiere” il romanzo Il signore delle aquile, decisi di ambientare quella vicenda nella protostoria e quindi mi domandai dove e quando erano comparsi i primi barlumi di civiltà. La mia ricerca mi condusse ai Sumeri. Quella dei Sumeri sembra sia stata la civiltà più antica, i Sumeri sono il popolo più antico, forse, come essi stessi ci hanno tramandato, sono il primo popolo: i discendenti diretti dei primi uomini creati da Dio. Sapevano scrivere e la loro scrittura risulta oltremodo completa ed efficace, per qualcuno è addirittura perfetta. Ci hanno tramandato storie remote del tempo in cui gli Dèi scesero sulla Terra, di quando gli uomini ancora non c’erano e della loro comparsa su questo pianeta. Sono gli stessi racconti che troviamo anche altrove, anche nella Bibbia.
 
“Bereshit barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”,
 
Questa frase della Bibbia, in italiano, viene tradotta come:  - In principio Dio creò il Cielo e la Terra. -
Ma Elohim, tradotto con “Dio” nelle moderne edizioni della Bibbia, è in realtà un sostantivo plurale: è il plurale di Eloah. In ebraico, infatti,  il suffisso im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo.
A quanto pare, anche secondo la Bibbia, la creazione del mondo non è opera di un’unica entità che la cultura monoteista identifica con Dio, ma è frutto dell’azione congiunta di diverse divinità. È singolare notare come, nella Bibbia, a volte sembra che Dio parli da solo, ma non è solo! Se sostituiamo con Dèi la parola Dio, ecco che tutto assume un significato più ampio. La cosa trova conferma, per esempio, nel momento in cui si decide di creare l’uomo. In questo caso, la traduzione dall’originale conserva il plurale quando il “simposio creativo” esclama: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
La Bibbia, insomma, rivela la notizia che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di un gruppo di entità, considerate divine, chiamate “Elohim”. Ma chi sono costoro?
Il significato corretto è “gli Splendenti”, individui simili agli uomini, non spirituali: quindi non Dèi. Noi li avremmo definiti extraterrestri, ma questo è un termine che non apparteneva alla cultura di chi scrisse.
Adamo ed Eva sono i progenitori dell’homo sapiens e non sono stati creati dal nulla, ma su di loro gli Elohim sono intervenuti con l’ingegneria genetica, dando come un colpo di acceleratore all’evoluzione umana. Adamo, significa “quello della terra”, insomma nato su questo pianeta. Sarebbe più corretto tradurlo “il terrestre”, per distinguerlo evidentemente da chi terrestre non era. Eva, invece, è Hawà, ovvero “la madre dei viventi”, insomma la progenitrice di tutta la specie umana”.
 
Non è tutto: secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva anche una “progenie divina” che abitava la Terra.
In ebraico il libro è indicato con l’espressione iniziale Bereshìt, “In principio“. Nella parte prima, il libro affronta i grandi enigmi dell’esistenza: origini dell’universo e dell’uomo, quale sia il giusto rapporto dell’uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore, della morte, la crescita dell’umanità e il suo differenziarsi nello scorrere del tempo. Quello che a noi interessa si trova al capitolo 6, versetti 1, 3 e 4:
 
“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. […].
 
“C’erano sulla terra i giganti (nephilim) a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli degli Dèi si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.
 
Osservando il passo, notiamo che, oltre agli uomini (e alle loro figlie) vengono menzionati anche gli Dèi e i loro figli.
Benei ha-elohim (Figli degli Dèi), possiamo supporre che costoro fossero la seconda generazione degli “splendendi”, gli Elohim che erano nati sulla Terra e avevano convissuto con gli uomini.
I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine dei misteriosi Benei ha-elohim accolsero l’idea, presente chiaramente nel Libro di Enoch, che questi fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi.

1 commento:

  1. I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine dei misteriosi Benei ha-elohim accolsero l’idea, presente chiaramente nel Libro di Enoch, che questi fossero angeli, caduti sulla terra.

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