Rigenerare smartphone usati per poi rimetterli sul
mercato ha una doppia valenza. La prima, di tipo ecologico, permette di dare
una seconda vita al dispositivo, che viene riparato e reintrodotto nel ciclo
commerciale riducendo così lo spreco di energia e materie prime; la seconda
persegue un obbiettivo etico-sociale, consentendo anche a chi non può
permetterselo di avere uno smartphone di alta gamma.
Secondo una recente ricerca di Deloitte, il 44%
degli italiani cambia smartphone appena esce un nuovo modello di suo
gradimento. Il 56% invece dichiara di poter acquistare un cellulare nuovo solo
in caso di necessità. Si possono avvicinare le esigenze di questi due gruppi,
comprando i dispositivi usati da chi può permettersi un telefono nuovo ogni
12-18 mesi per rigenerarli e rivenderli ai consumatori più sensibili al prezzo.
Un'indagine ha dimostrato che più del 52% degli
Italiani detiene il vecchio telefono a casa, inutilizzato. Il che è un peccato.
Tuttavia, chi decidesse di acquistare un prodotto ricondizionato, deve stare
attento alle trappole: i rivenditori sono tenuti a seguire alcune regole ben
precise.
Il primo aspetto a cui prestare attenzione è il
canale di vendita: quelli privati o non autorizzati sono sicuramente da evitare
per non incorrere in prodotti che non funzionano o in vere e proprie truffe. Se
gli acquisti avvengono sul web, meglio comprare sempre da shop online che hanno
sortito delle buone recensioni da parte degli utenti. In effetti, le aziende
ecommerce specializzate in ricondizionati hi-tech sono numerose: Amazon,
Mediaworld, eBay, la stessa Apple e tanti altri famosi rivenditori online
dedicano una sezione specifica ai prodotti di elettronica rigenerati.
Per chi valuta un acquisto di questo tipo, ecco
altre accortezze utili da conoscere:
- il rivenditore è tenuto a indicare le condizioni in cui versa il prodotto rigenerato al momento della vendita: alcuni mettono a disposizione una descrizione dettagliata sulle condizioni dell'apparecchio, altri invece lo inseriscono in una “classe”. Nella “classe A” avremo prodotti in condizioni estetiche buone o molto buone, in “classe B” i dispositivi con qualche difetto esteriore visibile, ma pur sempre accettabile e così via.
- Attenzione alla dotazione: se il rivenditore indica la presenza di accessori come il cavo USB o l'adattatore alla presa di corrente, verificate che anch'essi siano perfettamente funzionanti.
- Quando l’acquisto viene effettuato sul web, controllate che le immagini che vengono mostrate non provengano da un catalogo. Se non è chiaro, chiedete direttamente al venditore di poter vedere foto reali del prodotto.
- la batteria è un aspetto delicato, perché dopo numerose ricariche diventa meno performante. Chi rigenera smartphone e tablet a volte indica che la batteria è stata sostituita con una nuova, in caso contrario considerate che potrebbe esserci ancora la batteria originale, che potrebbe non durare quanto una nuova.
È buona pratica per il venditore allegare una scheda
che descriva gli interventi eseguiti per la rigenerazione del prodotto. In ogni
caso, anche i ricondizionati sono soggetti a garanzia, seppur ridotta rispetto a
quella di uno stesso prodotto nuovo. La garanzia minima di un ricondizionato ha
una durata di 12 mesi (contro i 24 mesi previsti dalla legge per qualsiasi
prodotto acquistato nuovo). La garanzia copre quindi tutte le promesse fatte dal
venditore riguardo alle caratteristiche dell'oggetto venduto. Il consumatore
potrà rivendicarla ed esigere sostituzione, riparazione o rimborso in tutti i
casi in cui il prodotto ricondizionato da lui acquistato non si comporti
effettivamente come se fosse un apparecchio nuovo.
Nessun commento:
Posta un commento