Diciamolo subito: chi vive lo stop al fumo come
un’imposizione ha meno probabilità di riuscire a smettere di fumare. Per le
donne è più difficile smettere ma, se ci riescono, poi aiutano anche amici e
compagni. Innanzitutto, si ha bisogno di
una motivazione forte e duratura. La gravidanza, per esempio, è una fortissima
motivazione ma a breve termine, così come pure alcune malattie. Anche i fallimenti
aiutano: analizzando cosa è andato storto in passato si cerca di non rifare gli
stessi errori. Per i giovani, di solito, è più dura: hanno meno paura di
ammalarsi e di morire.
Le terapie alternative come l’agopuntura e l’ipnosi
non hanno dimostrato un’efficacia definitiva ma, per fortuna, esistono i Centri
antifumo. Chi approda a questi Centri, di solito, ha già tentato di smettere da
solo. Vi si accede tramite la richiesta di visita specialistica, fatta dal
nostro medico curante, per un percorso di disassuefazione. Eventualmente il
medico prescriverà anche una spirometria. Il paziente si sottopone a una visita
pneumologica che contempla l’anamnesi, anche familiare, i precedenti tentativi
di smettere, i metodi usati, i fallimenti e la durata dei periodi di astinenza.
Si valutano una serie di parametri personali, desideri e paure, si misura il
monossido di carbonio (CO) esalato nell’aria espirata e si effettua un prelievo
del sangue per personalizzare sia la diagnosi sia la terapia: ogni fumatore è
diverso dall’altro. C’è una correlazione tra l’espressione di alcuni geni,
recettori della nicotina, e la difficoltà di smettere di fumare.
Il percorso prevede visite trimestrali durante le
quali si misura sempre il monossido di carbonio.
La terapia sostitutiva della nicotina, contempla
tutta una serie di prodotti: dai cerotti alle caramelle, dalle gomme agli
spray. I farmaci che richiedono la ricetta medica, hanno principi attivi come
la vareniclina, il bupropione e la citisina. Varelinclina e citisina hanno un
effetto simile a un vaccino e fanno star male chi fuma quando li assume, ma sono
controindicati per chi ha problemi renali. Quando, invece, bisogna intervenire
sull’umore evitando, per esempio, che il paziente tenda a ingrassare si
prescrive il buproprione, non privo di rischi, in quanto ha un potenziale impatto
sul fegato.
Nessun commento:
Posta un commento