Se Charles Darwin avesse affermato che l’umanità si evolve in continuazione e che ogni nuova generazione è più evoluta della precedente gli avremmo creduto sulla parola. Nessuno osa contraddire le verità della scienza. Ma quando lo stesso concetto, seppure rivisitato in un’ottica diversa, viene proposto da qualche corrente spirituale ecco che il dibattito si fa acceso. In verità è più che lecito non prendere tutto per oro colato ma chiudere le porte a qualunque teoria alternativa rischia di essere limitante.
Faccio questa premessa perché l’argomento che intendo trattare oggi è delicato e per essere compreso, richiede un approccio esistenziale di tipo spirituale o perlomeno possibilista. Protagonisti di questa trattazione sono i bambini indaco, di cui probabilmente avrete già sentito parlare. Secondo una convinzione nata negli anni Settanta, alcune persone sarebbero in possesso di doti straordinarie e potrebbero incidere sul destino dell'umanità. Sono i cosiddetti bambini indaco. Sarebbero destinati a migliorare l’umanità. L’idea dei bambini indaco è stata proposta alla fine degli anni ’70 del secolo scorso dalla parapsicologa statunitense Nancy Ann Tappe, secondo la quale l’indaco è il colore dell’aura che circonderebbe questi bimbi. L’aura è una sorta di alone difficilmente visibile che, secondo alcuni, sarebbe possibile fotografare tramite una macchina Kirlian. A seconda del colore, individuerebbe le caratteristiche di ciascun individuo. Nancy Ann Tappe sosteneva di essere una delle poche persone capaci di vedere l'aura.
Faccio questa premessa perché l’argomento che intendo trattare oggi è delicato e per essere compreso, richiede un approccio esistenziale di tipo spirituale o perlomeno possibilista. Protagonisti di questa trattazione sono i bambini indaco, di cui probabilmente avrete già sentito parlare. Secondo una convinzione nata negli anni Settanta, alcune persone sarebbero in possesso di doti straordinarie e potrebbero incidere sul destino dell'umanità. Sono i cosiddetti bambini indaco. Sarebbero destinati a migliorare l’umanità. L’idea dei bambini indaco è stata proposta alla fine degli anni ’70 del secolo scorso dalla parapsicologa statunitense Nancy Ann Tappe, secondo la quale l’indaco è il colore dell’aura che circonderebbe questi bimbi. L’aura è una sorta di alone difficilmente visibile che, secondo alcuni, sarebbe possibile fotografare tramite una macchina Kirlian. A seconda del colore, individuerebbe le caratteristiche di ciascun individuo. Nancy Ann Tappe sosteneva di essere una delle poche persone capaci di vedere l'aura.
A trasformare i bambini indaco in una vera e
propria teoria sono stati, in seguito, i due parapsicologi statunitensi Lee
Carroll e la moglie Jan Tober, che alla fine degli anni ’90 hanno cominciato a
pubblicare libri nei quali hanno specificato le caratteristiche di questi bambini:
geniali ma ribelli. Da loro, ha poi preso il via una sorta di scuola di
pensiero che continua a riscuotere un certo successo, sostenuta più da genitori
che si compiacciono di sapere che i propri figli sarebbero superdotati e
destinati – secondo le dottrine New age – a divenire l'avanguardia di un nuovo
traguardo dell'evoluzione umana, che da evidenze scientifiche.
Da piccoli gli Indaco sono molto simili a tutti gli
altri bambini, sebbene spesso siano molto belli fisicamente e abbiano occhi
penetranti. Sono sempre molto intelligenti e hanno moltissime domande e
richieste. Attivi e pieni di energia, con una forte volontà e uno spiccato
senso del proprio valore, sanno di essere speciali e di essere al mondo per
fare qualcosa di importante.
Gli Indaco hanno una predominanza dell’emisfero
cerebrale destro e generalmente tendono a essere attratti da attività
influenzate dalla parte destra del cervello, come la musica, l’arte, la
scrittura e la spiritualità. Sono molto affettuosi e leali verso i loro amici.
Nelle relazioni credono nell’onestà e nella comunicazione e spesso restano
sconcertati dalla disonestà, dalla manipolazione e da altre forme di
comportamento egoistico che la maggior parte delle persone adulte ritiene
normale. Il loro atteggiamento verso il denaro può essere sia di rifiuto perché
non ritenuto necessario, che di profonda consapevolezza del suo potere e spesso,
cercano con successo di creare prosperità per se stessi. La rabbia è spesso una
caratteristica chiave degli Indaco: non accettano ordini dalle figure
autoritarie e a livello profondo, non riconoscono l’autorità. Sanno che siamo
tutti uguali e quindi si indispettiscono con chi assume atteggiamenti
autoritari e agisce in maniera dittatoriale, siano essi genitori o insegnanti.
Da bambini gli Indaco sono attivi, pieni di energia
e immaginazione, sono capaci di divertirsi e di giocare nel loro mondo per ore,
spesso con amici immaginari: amano le fate e i delfini.
L’eccezionale intelligenza degli Indaco può
esasperare gli adulti. Non si potrà semplicemente dir loro “fai questo”, perché
tenderanno a discutere e a negoziare ogni disposizione.
Spesso gli Indaco detestano profondamente la
scuola. Si annoiano a causa del ritmo – secondo loro – troppo lento e dei
compiti ripetitivi imposti da insegnanti che non comprendono la loro
intelligenza. Combattono contro l’autorità e la pressione sociale, che può
essere piuttosto intensa per l’anima di un giovane che ha poca esperienza
sull’uso del potere sugli altri e sugli stati di dominanza e sottomissione così
comuni nelle nostre società. I problemi riscontrati a scuola, includono l’ADD e
l’ADHD, scaturiti dalla noia e dall’irritazione. Disturbi dell’apprendimento
come la dislessia sono anch’essi indice di modi alternativi di essere e di
pensare degli Indaco. La maggior parte degli Indaco (e non solo loro) concorda nel sostenere che ciò che viene insegnato
a scuola raramente sia importante per la vita reale, in quanto li confina in
sperimentazioni mentali o teoriche, quando la maggioranza di loro desidererebbe
che fosse l’esperienza della vita stessa a far da maestra. Stare seduti dietro
un banco di scuola per sei ore al giorno non è che un allenarsi a star di
fronte a una scrivania di un ufficio per otto ore al giorno e la maggioranza
degli Indaco non è interessata a questo percorso di vita. Forse ci stanno
insegnando che esistono metodi di apprendimento migliori. Forse, oltre alle
poche ore di lettere e aritmetica di base, il bambino del futuro sceglierà dei
progetti da portare avanti nella comunità sotto la supervisione di genitori e
insegnanti. Questo potrebbe essere veramente un metodo orientato alla vita
reale, di beneficio sia per chi apprende, sia per la collettività.
Ogni bambino è come un fiocco di neve, unico e
individuale, con i propri bisogni e desideri: non esiste il c.d. bambino medio.
Tuttavia, il sistema educativo si conforma al concetto di bambino medio e se un
bambino non si uniforma a quel modello è probabile che gli venga prescritto un
farmaco, solitamente il Ritalin, affinché lo faccia. Il Dr. Peter Breggin, uno
psichiatra americano contrario all’uso del Ritalin, sottolinea che ciò che
viene definito come ADD o ADHD è solo la manifestazione di un bambino che vive
al limite massimo dello spettro energetico.
Anche l’alimentazione ha un effetto rilevante su
questi bambini. Gli stimolanti come caffeina, zuccheri raffinati e additivi
alimentari hanno tutti un effetto negativo su dei bambini che già possiedono un
livello energetico elevato. Eliminare tali alimenti, concentrando
l’alimentazione sui cibi freschi aiuta a bilanciare la loro sovrastimolazione.
Molti Indaco, infatti, potendo scegliere, preferiscono tale tipo di dieta.
Purtroppo, genitori molto impegnati,
spesso aggravano il problema nutrendo i loro bambini con i più “comodi”
alimenti industriali, che alterano i loro sensibili sistemi. Insomma, gli
Indaco preferiscono vivere in modo olistico: terapie e cure naturali, alimenti
non manipolati. Inoltre, come abbiamo visto, sfidando un sistema sanitario che
considera i farmaci pillole magiche, senza valutarne le conseguenze e gli
effetti collaterali.
Gli Indaco sono nati con un forte senso di
missione. Sono i guerrieri spirituali e sanno di avere una missione da
compiere: qualcosa di molto speciale. Tuttavia, vengono tempestati da messaggi negativi
che minano la loro autostima. Fin da quando iniziano a camminare, c’è un
constante bombardamento di comandi come “non far questo/non far quello” e
messaggi del tipo “sei uno stupido”. Quanto può essere dannoso tutto questo,
soprattutto per un Indaco! Se non lo fate sentire all’altezza, si considererà
un perdente, uno che ha fallito la sua missione: questo lo porterà a essere
depresso, arrabbiato, nevrotico e auto-distruttivo. Quindi, se siete genitori o
educatori, assicuratevi di dargli le giuste conferme per i suoi meriti e i suoi
valori. Rispettatelo per ciò che è, non importa quanto egli sia diverso da voi,
i bambini non vengono al mondo per essere cloni dei genitori o farsi carico
delle loro aspirazioni. Permettetegli di essere chi sono, ed essi cresceranno
sani e forti.
Se Charles Darwin avesse affermato che l’umanità si evolve in continuazione e che ogni nuova generazione è più evoluta della precedente gli avreste creduto?
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