Pellegrino Alfredo Maria Ernetti conosciuto ai più
semplicemente come padre Ernetti (Rocca Santo Stefano, 1925 – Isola di San
Giorgio Maggiore, 1994) è stato un musicologo, monaco, inventore ed esorcista
italiano. È noto soprattutto per avere svolto ricerche in campi ritenuti non
convenzionali dalla comunità scientifica.
È stato anche collaboratore di Padre Agostino
Gemelli presso il Laboratorio di Fisica dell'Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano.
Sul finire degli anni quaranta padre Pellegrino
Ernetti, infatti, intrattenne una collaborazione scientifica con padre Agostino
Gemelli, religioso francescano, medico e fondatore dell'Università Cattolica di
Milano.
Secondo quanto riportato dallo stesso Ernetti,
stavano entrambi lavorando nei locali del Laboratorio di Fisica dell'università
quando in un momento di sconforto il padre Gemelli esclamò come era solito fare
in certi momenti: "Papà aiutami!". Non immaginava che proprio questa
frase avrebbe suscitato la risposta inequivocabile del padre, morto molti anni
prima, che sarebbe rimasta impressa su un registratore lasciato inavvertitamente
attivo nel laboratorio. Riproducendo il nastro si sarebbe sentita una voce che
diceva: "Certo che ti aiuto zuccone." Solo suo padre era solito
chiamare il Gemelli "zuccone" e nessun altro.
I due ricercatori decisero di informare il Vaticano
in merito a questi presunti fenomeni di comunicazioni, cui entrambi avrebbero
assistito.
In tempi relativamente recenti ha fatto scalpore la
notizia pubblicata sui mass media secondo la quale, a partire dagli anni
settanta, padre Ernetti, insieme a un gruppo di famosi scienziati tra i quali
l'italiano Enrico Fermi e il tedesco Wernher von Braun, avrebbe progettato e
infine costruito il crono visore.
Era stata inventata una macchina, che – secondo
quanto affermava Padre Ernetti, durante il Congresso di Riva del Garda nel 1987
- riusciva a captare una particolare scia energetica, visiva e sonora,
lasciata dagli uomini nel corso dei secoli. Tali tracce, visive e sonore,
rimarrebbero "impresse" nell'ambiente nel quale si manifestarono.
Dunque il “Cronovisore”riusciva a percepire tale
energia, e a convertirla in immagini tramite un apposito monitor. Forniva la
possibilità agli spettatori di “vedere dal vivo” eventi di epoche lontane.
Immagini in bianco e nero, provenienti dal passato, simili ad ologrammi
tridimensionali. Una vera e propria trasmissione in diretta. Ernetti raccontò,
in una delle sue prime e uniche esternazioni sull'incredibile invenzione, di
aver assistito, attraverso il cronovisore, alla rappresentazione del Tieste nel
169 a.C., una tragedia perduta del poeta latino Ennio che, addirittura, avrebbe
trascritto. Ma ancor più clamorosamente, Ernetti affermò di aver assistito
nientemeno che alla passione e crocifissione di Gesù Cristo.
Dopo i primi attimi di comprensibile panico e
stupore, tutto il filmato, in un’udienza privata, fu mostrato al Presidente
della Repubblica Giovanni Gronchi, al Papa Pio XII e ai membri
dell’Accademia Pontificia. Da questo momento, ha inizio una serie di vicende
talmente misteriose da scaturire quasi nella fantascienza.
Come era ovvio, la scoperta suscitò un vero e
proprio putiferio. Da una parte i sostenitori, entusiasti della possibilità di
rivedere il passato, un fatto che avrebbe sciolto finalmente, molti dubbi
esistenti su tanti eventi fondamentali della storia del Mondo; dall’altra,
persone spaventate, che consideravano questa “macchina del tempo”, uno
strumento pericoloso, capace di carpire
segreti e mettere a rischio la sicurezza dell’Umanità. Visto il panorama dell’epoca, è possibile supporre che una
scoperta come quella del Cronovisore potesse rivestire un interesse strategico,
ma, altresì, mettere in gioco la Credibilità di quanto, per secoli, era stato
venduto al mondo come “verità assoluta”.
Per darvi un’idea di quanto appena detto, riporto
le testuali parole di Padre Ernetti:
“Abbiamo cercato di captare la Passione, ma ci siamo subito scontrati con una difficoltà: per quanto mostruoso possa essere questo supplizio, la crocifissione a quell’epoca era frequente. Crocifissi ce ne erano molti, qual’era Gesù? Anche la corona di spine come riconoscimento non poteva aiutarci, poiché contrariamente a quel che generalmente si crede, nemmeno la corona di spine era un fatto eccezionale”.
Il Cronovisore, avrebbe dunque mostrato le immagini
della morte del Cristo e rivelato alcune verità non presenti nei Vangeli.
La stupefacente narrazione di Padre Ernetti, non
può che suscitare stupore e perplessità, al punto da chiederci se l’ipotesi di
uno strumento capace di navigare nel tempo, possa essere semplicemente
considerata una “idea pazzesca”, oppure possa rappresentare un’ipotesi reale. L'esistenza
della macchina tuttavia non è mai stata dimostrata pubblicamente e padre
Ernetti, per il resto della propria vita, si chiuse in un riserbo assoluto su
questo argomento. Il Vaticano intervenne, costringendo Ernetti al silenzio
assoluto su questa vicenda, in quanto poteva rappresentare un pericolo per il
cattolicesimo? Quello che è certo è che il Padre, obbediente a quanto gli venne
imposto, si portò nella la tomba tutti i segreti legati al fantastico strumento.
Tuttavia, più di recente, il teologo ed esperto di
"Transcomunicazione strumentale" padre François Brune ha riportato
alle cronache, dopo molti anni, l'avveniristico ed ipotetico cronovisore, con
un suo libro pubblicato del 2002. Lo scrittore francese sostiene infatti che
dell'invenzione fu immediatamente messo al corrente il Vaticano nella persona
stessa del Papa di allora e pare anzi che la macchina venisse trasportata
proprio nella cittadella sacra dove i suoi segreti sarebbero ancora oggi
custoditi.
Il racconto di Brune della vicenda che vede padre
Ernetti come principale protagonista è scritto come una sorta di giallo, nel
quale l'autore corre in lungo e in largo per l'Europa interrogando testimoni
alla ricerca di nuovi indizi su questa misteriosa macchina del tempo, a partire
proprio dai lunghi colloqui avuti dallo stesso autore con Padre Ernetti, che
aveva conosciuto in tempi trascorsi a Venezia, quando l'autore dell'inchiesta
non era stato ancora ordinato prete.
L’ipotesi di uno strumento capace di navigare nel tempo, può essere semplicemente considerata una “idea pazzesca”, oppure può rappresentare un’ipotesi reale?
RispondiEliminaSicuramente affascinante! E se il tempo non esistesse come fluire unico di eventi, ma come un unico momento in cui tutti gli eventi si verificano? Come una tv in cui allo stesso momento più canali raccontano cose diverse.. In questo senso la macchina potrebbe essere solo un congegno per sintonizzarsi su un altro canale degli eventi..
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