Il caso fu considerato, per diversi, anni un classico
dell'ufologia italiana. La vicenda ebbe inizio nei pressi di Sturno, in
provincia di Avellino, in Campania. Alle 00:15 del 31/08/1977, due ragazzi, Michele
Giovanniello e Rocco Cerullo, studenti all’Università di Napoli, stanno
percorrendo in macchina la strada provinciale che da Sturno va a Frigento. Ad
un tratto, la loro attenzione viene catturata da una strana luminosità rossastra
che si spande da una macchia di boscaglia su un lato della strada. I due,
spinti dalla curiosità, decidono di fermarsi per appurare la natura del fenomeno.
Scesi dall’auto, riescono a scorgere una serie di luci multicolori ed una figura
umanoide che gli viene incontro.
Spaventati, i giovani tornano subito alla macchina e corrono in paese. Lì,
convincono tre loro amici, fra cui il 24enne Antonio Pascucci, a tornare sul
posto per convalidare le loro osservazioni. I ragazzi tornano allora nel bosco,
dove sono ancora presenti le luci colorate e l'alieno.
Il gruppo tornò quindi nuovamente in paese per chiedere rinforzi e
convinsero altri due conoscenti a seguirli. Erano circa le 02:00 quando il
gruppo, ormai composto da sette persone, faceva ritorno sul luogo
dell’avvistamento.
Avendo constatato che la misteriosa fonte luminosa era ancora presente, i
giovani si arrampicarono su un pendio cercando di raggiungerla. Giunti in cima,
i ragazzi scorsero, ad una ventina di metri, una figura umanoide dall’aspetto
robotico. L’essere emetteva fasci di luce color arancio da quelli che
sembravano essere occhi. La figura era alta circa due metri ed indossava una
tuta argentea. Non sembrava avere un collo (forse indossava un casco), le
braccia erano articolate, mentre gli arti inferiori apparivano rigidi. Alcuni
testimoni notarono un bracciale o una scatola nera sull’avambraccio destro e
una cintura metallica all’altezza dei fianchi. Ad un tratto, l’essere avanzò in
direzione del gruppo di amici. I ragazzi, terrorizzati, volevano scappare, ma “qualcosa”
li trattenne dal farlo. L’essere emetteva un beep simile a quello di un
cicalino e improvvisamente, alzò il braccio sinistro come per indicare il
cielo. A quel punto, i ragazzi fuggirono in preda al panico.
Tornati sul posto diverse ore dopo non trovarono alcuna traccia dello strano
avvenimento.
All'inizio, i giovani, non volevano divulgare l'accaduto nel timore di
non essere creduti, successivamente, però, decisero di allertare i carabinieri
che, giunti sul posto, rinvennero tre profonde impronte triangolari disposte in
modo simmetrico.
Alcuni dei testimoni raccontarono di aver visto, in lontananza, anche un
UFO a terra. A quanto pare,
il velivolo sembrava essere circolare, circondato da oblò illuminati e
sormontato da una cupola che sembrava avere delle luci roteanti. Due dei ragazzi
che assistettero all'incontro ravvicinato, vennero poi sottoposti a ipnosi
regressiva dal Professor Franco Granone, docente di malattie nervose e mentali
e di psicologia all'Università di Torino nella sede di Vercelli.
Granone racconta:
"[...] ricevetti una telefonata da Napoli: il corrispondente italiano del settimanale statunitense "National Enquirer", Paul House, voleva che sottoponessi ad ipnosi due persone che dicevano d'aver osservato un essere sceso da un UFO. Acconsentii, premettendo subito che tale procedura non poteva però garantire la realtà dell'evento raccontato. [...] Vennero quindi nel mio studio Paul House, l'inviato speciale dell'Enquirer John Checkey (giunto appositamente dagli Stati Uniti), il fotografo Herbert Fried ed i due soggetti da porre sotto ipnosi, Michelino Riefoli e Mario Sisto, che io ipnotizzai in presenza dei giornalisti dopo avere avuto il loro consenso scritto."
I ragazzi rilasciarono, sotto ipnosi, la stessa versione della storia
raccontata in precedenza, senza introdurre alcun cambiamento e senza mai
contraddirsi.
Il Professor Granone, comunque, tenne a precisare che l'ipnosi non ha
carattere probatorio: l'esperienza raccontata potrebbe essere frutto di un'allucinazione.
Il caso sembrò arrivare ad una soluzione quando il Sindaco di Sturno, Alberto
Forgione, di fronte alle telecamere della RAI, affermò di essere uno degli
autori di uno scherzo molto ben riuscito, volto a far credere a dei ragazzi di
aver assistito all'atterraggio di un UFO con tanto di alieno. Ammise che l'innocente
burla, sfuggì al controllo dei suoi autori (che facevano parte del gruppo dei
sette testimoni, assieme alle vittime dello scherzo) poiché con l'intervento
dei carabinieri, la storia venne riportata sui maggiori quotidiani italiani
come uno dei più convincenti casi di incontri ravvicinati nostrani.
Caso risolto? Forse. Ma ve lo immaginate, voi, il Sindaco che, alle due
di notte, si reca nei boschi per preparare uno scherzo ai propri cittadini? È
singolare poi che questo Sindaco non abbia mai mostrato tutto il materiale
utilizzato per fare lo scherzo ne tantomeno sia riuscito a spiegare come ha
fatto a realizzare tutti quegli effetti colorandoli con le luci (siamo nel 1977
e gli effetti speciali non erano così scontati). Forse, c'era qualcuno che
stava in macchina ad armeggiare con i fari (magari un Assessore), mentre un
altro (Assessore), davanti alla stessa auto, cambiava i colori con dei filtri
colorati? Io, sinceramente, non riesco ad immaginarlo.
Ma ve lo immaginate, voi, un Sindaco che, alle due di notte, si reca nei boschi per preparare uno scherzo ai propri cittadini?
RispondiEliminaUn sindaco alto 2 metri?
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