Uno dei primi casi di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo degno di nota è
quello che ha come protagonista il professor Luigi Rapuzzi Johannis, noto
pittore e come me, scrittore di fantascienza che, mentre era in vacanza sui
monti del Friuli Venezia Giulia, fu testimone di un fatto insolito,
configuratosi poi come una sorta di aggressione da parte di due extraterresti.
Alle 09:14 del 14/08/1947, mentre percorreva un sentiero lungo un
torrente di montagna, il professor Luigi Rapuzzi detto "Johannis" vide
davanti a sé, in un boschetto di abeti, un disco volante dal color rosso
acceso, a forma di lenticchia, "incastrato" in un crepaccio del
massiccio centrale Carnico. Lo strano oggetto aveva un diametro di circa dieci metri ed era sormontato
da una cupola centrale munita di un'antenna telescopica. Avvicinatosi
all'oggetto, scorse, a qualche decina di metri, due individui che, inizialmente,
scambiò per due pastorelli. Li chiamò, indicando loro l'oggetto. I due, allora,
si incamminarono lentamente verso di lui ma, arrivati a pochi metri, il
professore impietrì di fronte a quegli strani esseri.
I due alieni indossavano una tuta color nero-azzurro composta di un materiale simile alla plastica, su di essa si notavano una cintura ed un collare di colore rosso acceso; c’erano collari simili anche ai polsi e alle caviglie.
Le loro teste erano molto più grandi di quelle umane, sproporzionate rispetto al corpo che arrivava a stento a 90 centimetri (in tutto erano alti 1,30 metri circa). Il testimone li paragona a delle "caricature umane"; non sembrano avere capelli e indossano una specie di cuffia aderente di color marrone tipo passamontagna. La pelle dei loro volti appare di un colore verde che richiama quello dell'argilla bagnata, il naso appare diritto, sottolineato da un'incisione ad accento circonflesso (la bocca). Gli occhi sono enormi, color giallo-verde, sporgenti e rotondi, la pupilla è verticale, formata da una linea sottile come quella dei gatti o dei rettili. Anche se da lontano ricordavano la fisionomia umana, la completa assenza di ciglia e sopracciglia, la presenza di una pupilla verticale e di un anello che circonda la base degli occhi gli conferiscono comunque un aspetto assolutamente insolito.
I due alieni indossavano una tuta color nero-azzurro composta di un materiale simile alla plastica, su di essa si notavano una cintura ed un collare di colore rosso acceso; c’erano collari simili anche ai polsi e alle caviglie.
Le loro teste erano molto più grandi di quelle umane, sproporzionate rispetto al corpo che arrivava a stento a 90 centimetri (in tutto erano alti 1,30 metri circa). Il testimone li paragona a delle "caricature umane"; non sembrano avere capelli e indossano una specie di cuffia aderente di color marrone tipo passamontagna. La pelle dei loro volti appare di un colore verde che richiama quello dell'argilla bagnata, il naso appare diritto, sottolineato da un'incisione ad accento circonflesso (la bocca). Gli occhi sono enormi, color giallo-verde, sporgenti e rotondi, la pupilla è verticale, formata da una linea sottile come quella dei gatti o dei rettili. Anche se da lontano ricordavano la fisionomia umana, la completa assenza di ciglia e sopracciglia, la presenza di una pupilla verticale e di un anello che circonda la base degli occhi gli conferiscono comunque un aspetto assolutamente insolito.
Stupito da tale visione, il professor Johannis, con l'agitazione nella
voce, chiese alle creature di identificarsi, indicando con la piccozza il disco a cupola che gli stava davanti. Il
gesto venne probabilmente interpretato come una minaccia, dato che il
professore vide uno degli esseri estrarre dalla cintura un'arma, da cui uscì
uno sbuffo di fumo che lo gettò immediatamente al suolo e gli strappò di mano
la piccozza, come per un incantesimo. Poi i due umanoidi si avvicinarono al professore e si impadronirono
dell'attrezzo. A quel punto Johannis si accorse con spavento che le mani dei due
aggressori contavano otto dita ciascuna, di cui quattro opponibili. In quel momento, il professore poté osservare anche il petto dei due, che
ansimava come quello dei cani dopo una corsa. Infine, le creature si arrampicarono sul loro apparecchio che, qualche
minuto dopo, si alzò nell'aria e scomparve. Johannis notò, in seguito, che
oltre alla picozza, gli esseri gli avevano sottratto alcuni elementi in
alluminio facenti parte del suo equipaggiamento.
Ritenendo che l'esperienza da lui vissuta poteva apportare un interessante
contributo allo studio del fenomeno, il professor Johannis inviò il resoconto
della sua avventura alla rivista L'Europeo. Ma, non gli credettero e lo
invitarono a fornire prove tangibili del suo strano incontro. Era il 1947 e la rarità di questi racconti induceva a uno scetticismo
maggiore che ai nostri giorni. Per corroborare la sua testimonianza, il professore intraprese
un'inchiesta nel villaggio più vicino al luogo dell’avvistamento: due persone,
un vecchio e un ragazzino, affermarono di aver visto nello stesso giorno, separatamente,
un oggetto che poteva somigliare a un aeroplano. Il primo alle 8:30 del
mattino, il secondo alle dieci. Il vecchio precisò di aver notato un globo
rosso “trasportato dal vento” mentre
era seduto nella piazza del villaggio. Il bambino vide una palla rossa “come quelle che ci sono alla fiera”
alzarsi a rapidità fulminea e sparire nel cielo.
Fu testimone di un fatto insolito, configuratosi poi come una sorta di aggressione da parte di due extraterresti.
RispondiElimina