Nel giugno 1936 Max Hahn e sua moglie Emma stavano
passeggiando accanto a una cascata vicino a London, Texas, quando notarono una
roccia con del legno che sporgeva dal suo interno. Decisero di portare a casa
quella stranezza per poi aprirla usando un martello e uno scalpello. Quello che
vi trovarono sbalordì la comunità scientifica. Incastonato nella roccia, c’era
quello che sembrava essere un antico martello fatto a mano. Un team di
archeologi l’ha analizzato e datato. La roccia che racchiudeva il martello ha
più di 400 milioni di anni. Il martello è ancora più vecchio: ha 500 milioni di
anni. È talmente vecchio che una sezione del manico di legno aveva iniziato la
metamorfosi in carbone. La testa del martello, fatta di oltre il 96% di ferro,
è molto più pura di qualsiasi altro ferro che si sarebbe potuto ottenere senza
l’utilizzo dei moderni metodi di fusione.
Nel 1889 nei pressi di Nampa, Idaho, mentre si
scavava un pozzo artesiano, venne fuori una piccola statuetta in terracotta; fu
estratta dalla profondità di 320 metri. Per raggiungere questa profondità gli
uomini dovettero perforare cinque metri di basalto e molti altri strati
sottostanti. Detto così, non sembra notevole, ma la parte più superficiale,
quella di lava, si era depositata non meno di 15 milioni di anni fa!
È accertato, dalla scienza e dalla geologia, che il
carbone è un sottoprodotto della vegetazione in decomposizione. La vegetazione
viene sepolta e nel tempo, ricoperta dai sedimenti. Questi sedimenti infine,
fossilizzati, diventano roccia. Per compiere questo processo naturale, per
formare il carbone, occorrono fino a 400 milioni di anni. Quindi, tutto ciò che
si trova inglobato nel carbone o in giacimenti di carbone, deve essere stato
immesso o lasciato cadere nella vegetazione prima che questa fosse sepolta dai
sedimenti.
Nel 1944 a un ragazzo di dieci anni, Newton
Anderson, sfuggì un pezzo di carbone che, cadendo, si spezzò in due appena
colpì il pavimento. Quello che c’era all’interno sfida ogni possibile
spiegazione. All’interno del carbone c’era una campana artigianale in lega di
ottone con il batacchio di ferro e il manico scolpito. Quando fu condotta
l’analisi si è scoperto che la campana era fatta con un mix di metalli inusuali
(una lega di rame, zinco, stagno, arsenico, iodio e selenio), diverso da ogni
lega nota, di produzione moderna. Si stima che lo strato dal quale fu estratto
questo pezzo di carbone era vecchio di 300 milioni di anni.
Queste scoperte straordinarie, anche se bizzarre,
non sono né uniche né rare. Ce ne sono letteralmente a migliaia e restano, per
lo più, nascoste nei sotterranei dei musei di tutto il mondo.
L’11 giugno 1891, il Morrisonville Times, Illinois,
ha riportato di come la signora S.W. Culp ha trovato una catena di forma
circolare di otto carati, lunga circa 10 centimetri, incorporata in un pezzo di
carbone. L’aveva spezzato, prima di gettarlo nel secchio. La catena è stata
descritta come “antica” e di “lavorazione caratteristica”.
Esposta in un museo a Glen Rose in Texas, c’è una
pentola in ghisa trovata, secondo le fonti, in un grande pezzo di carbone nel
1912, da un operaio della fornace di una centrale elettrica alimentata a
carbone. Quando spaccò il pezzo, la pentola cadde a terra, ma aveva lasciato la
sua impronta nel carbone.
L’Epoch Times, menziona di un allevatore del
Colorado che nel 1800 aprì un blocco di carbone, tratto da una profondità di
300 metri e vi scoprì un “ditale di ferro dallo strano aspetto.”
Il Cubo di Salisburgo è un altro rompicapo trovato
da un operaio di nome Reidl, in una fonderia austriaca nel 1885. Come gli
altri, quest’uomo ruppe un blocco di carbone e vi trovò all’interno un cubo di
metallo. Recenti analisi stabilirono che l’oggetto era di ferro forgiato,
ovviamente, realizzato a mano.
L’elenco di tali oggetti è lungo. Sono
soprannominati Ooparts (Out of place artefacts) ovvero Manufatti fuori posto.
Gli Ooparts sono così chiamati perché, secondo la
scienza (convenzionale) non potrebbero esistere. Queste scoperte imbarazzanti
sono completamente “fuori luogo” considerando la linea temporale lungo la quale
si sviluppa la storia umana. Gli studiosi, di fronte a tali anomalie, cercano
di sfatare l’età cui risale l’oggetto o magari si adoperano per screditare la
fonte del rapporto e anche il testimone. Creano imbarazzo tra gli scienziati
che non amano parlarne. Non è raro che i manufatti stessi vengono “smarriti”
nelle cantine di musei e magazzini, per non essere mai più ritrovati.
Se questi manufatti insoliti fossero un’eccezione,
allora potrei anche accettare la visione sposata dalla comunità scientifica e
archeologica tradizionale, che li etichetta come bufale o frodi. Ma quando ci
si rende conto che ne esistono migliaia e che si incorre in continui
ritrovamenti, allora si avverte la necessità di mettere in discussione le
affermazioni dell’archeologia e della scienza tradizionale. Di tanto in tanto, uno
studioso onesto si espone rivelando la pubblico la propria opinione sull’origine
di tali oggetti anomali. Lo fa mettendo in discussione le convinzioni dei suoi
colleghi. Poi, magari, scopre che la sua carriera si avvia sul viale del
tramonto. La maggior parte di noi ha imparato ad accettare, senza se e senza
ma, tutto ciò che ha imparato a scuola e all’università. Il nostro sistema
educativo, purtroppo, è strutturato: non incoraggia l’individualità e
l’originalità. Si indottrina esclusivamente con le credenze consolidate e con i
dogmi.
Se da una parte abbiamo i darwinisti, che con la
loro teoria dell’evoluzione, cercano di stabilire la visione, estremamente carente,
in cui ci siamo evoluti in esseri senzienti da una goccia di intruglio
primordiale miracolosamente riportato in vita da una tempesta elettrica,
miliardi di anni fa. Dall’altro lato abbiamo i creazionisti con la convinzione
che un essere invisibile e onnipotente che, come per magia, circa 7.000 anni fa,
creò la terra e tutto ciò che c’è su di essa. I seguaci di questa teoria si
basano solo sulla Bibbia per affermare le loro “prove”. Il fatto che questo
libro sia stato “imbastardito” dalle numerose traduzioni eseguite nel corso dei
secoli, riscritto in più occasioni da alcuni individui che, per esigenze
corporative o personali, hanno aggiunto
oppure omesso interi capitoli, è irrilevante per i devoti. Tutto ciò di cui
hanno bisogno è la “fede”: prove e testimonianze non sono dei requisiti!
Non si potrebbero avere convinzioni più opposte
neanche se fossero verificate. Entrambe le fazioni aderiscono alle loro
credenze con fervore imperturbabile. A prescindere da ciò che si sostiene, l’origine
del genere umano è un enigma totale. Eppure dalla nascita si è indottrinati in
una o nell’altra fazione, senza che siano concesse domande o opinioni
alternative. Il problema della comunità scientifica è che questi Ooparts rimettono
in discussione ogni singola convinzione, anche se consolidata, che riguarda il
nostro passato.
L’istituzione scientifica non potrà mai riconoscere
o ammettere che questi manufatti siano autentici: farlo significherebbe
invalidare tutti i libri di testo. La scoperta degli Ooparts annienta completamente
la (relativamente recente) teoria dell’evoluzione. Questa suppone che il genere
Homo si sia evoluto solo 200.000 anni fa (o giù di lì), quindi non può spiegare
chi ha realizzato dei manufatti che si trovano inglobati in substrati
originatisi milioni di anni fa?
I sostenitori del creazionismo, invece, hanno un
modo molto pittoresco di “riconoscere” l’esistenza degli Ooparts e cosa
bizzarra, in realtà credono che gli Ooparts sostengano la loro visione del
mondo. I creazionisti escludono completamente i metodi scientifici di datazione
e dichiarano nullo ogni singolo processo archeologico e geologico. Beati della
loro ignoranza, vorrebbero persuaderci che la scienza ha torto. E mentre
discutono sulla stoltezza della scienza, cercano di convincerci che i
giacimenti di carbone, gli strati di roccia, i fossili, i minerali, le pietre
preziose e ogni altro elemento antidiluviano, hanno impiegato solo qualche
migliaio di anni per formarsi.
Uno psichiatra non avrebbe difficoltà ad etichettami
per pazzo se gli raccontassi tali sciocchezze. Valli a capire!
Ci saranno senza dubbio lettori che, probabilmente,
a causa del loro sistema indottrinato di credenze, respingeranno gli Ooparts considerandoli
come bufale o falsi. Una convinzione accettata è che gli esseri umani e
dinosauri non sono mai coesistiti. Secondo il mondo accademico i dinosauri
popolavano la terra tra i 65 e 225 milioni di anni fa, mentre il primo umanoide
eretto, homo erectus, è apparso solo circa 1,8 milioni di anni fa. Tuttavia, nel
1968, un paleontologo di nome Stan Taylor iniziò gli scavi di orme di dinosauri
fossili, scoperti nel letto del fiume Paluxy vicino a Glen Rose, Texas. Quello
che ha portato alla luce ha scioccato e sbalordito la comunità scientifica.
Accanto alle tracce dei dinosauri, esattamente nello stesso strato di fossili
del Cretaceo, erano ben conservate delle impronte umane.
La reazione immediata degli scienziati è stata
quella di sfatare il ritrovamento, considerandolo una mistificazione. “Sono state intagliate nella roccia da
mistificatori – oppure - non si
tratta di impronte umane ma impronte di dinosauri che sono state erose fino a
sembrare umane”. Sono stati gli argomenti più comunemente proposti. Ma –
dico io - se le impronte umane sono state scolpite a mo’ d’imbroglio, come
hanno fatto i falsificatori a scolpire ulteriori impronte umane quando queste
erano ancora inglobate nella roccia che, solo in seguito, è stata rimossa dal
letto del fiume?
Dal primo ritrovamento, altre centinaia di impronte
umane sono state portate allo scoperto sia nel Paluxy, sia in molti altri
luoghi, in tutto il mondo.
Bisogna inoltre considerare un altro reperto, ben
più rilevante, scoperto in un calcare cretaceo di 100 milioni di anni fa. Un
dito umano fossilizzato, che è stato trovato insieme a un dente di bambino e a
dei capelli umani. Questo dito non è una roccia che somiglia in modo
incredibile a un dito: è stato sottoposto a numerose analisi e test scientifici
che hanno rivelato la tipica struttura ossea di un dito umano. Sia la TAC sia
la Risonanza Magnetica hanno identificato le articolazioni e rintracciato
tendini su tutta la lunghezza del fossile. E questa, è una scoperta che la
scienza, semplicemente, non sa spiegare.
Vi è tuttavia un’altra scoperta, avvenuta negli ultimi
anni, che spazza via tutte le altre riguardo all’età.
Negli ultimi decenni, i minatori nei pressi della
cittadina di Ottosdal nel Transvaal Occidentale, Sud Africa, hanno scavato
centinaia di sfere metalliche misteriose. Queste sfere misurano tra i 25 e 100
mm di diametro, e alcune sono incise con tre scanalature parallele che girano
completamente intorno all’equatore. Sono state trovate due tipi di sfere. Un
tipo è composto di un solido metallo bluastro con macchie di bianco, l’altro è
scavato e riempito con una sostanza bianca spugnosa. Queste sfere, secondo come
riferito, sono così delicatamente equilibrate che dovrebbero essere realizzate
in un ambiente a gravità zero per conseguire tali caratteristiche. Questi
oggetti sono noti come le Sfere di Klerksdorp (dal nome del museo dove sono
conservate). I geologi hanno tentato di ridimensionare questi manufatti a
semplici formazioni naturali o “concrezioni di limonite “. Non riescono però a
spiegare adeguatamente come possono essersi formate naturalmente e con le
scanalature perfettamente dritte e perfettamente distanziate intorno al centro.
Forse il vero motivo di questo fervente tentativo di dissacrazione è che la
roccia in cui queste sfere sono state trovate è Precambriana: ha 2,8 miliardi
di anni. A quel tempo non esistevano neanche i dinosauri!
Che si voglia accettare questi “manufatti fuori
posto” come autentici o no, suppongo dipenda dalle proprie opinioni personali.
Gli evoluzionisti rifiutano di accettarli, poiché farlo significherebbe
rivedere tutte le loro convinzioni. Nel tentativo di screditare queste
scoperte, potranno abbassarsi a produrre ogni genere di fantasie. In caso
contrario, potranno solo far finta che non esistono per poi nasconderli, per
sempre.
I creazionisti, d’altra parte, li accettano di buon
grado come un qualche tipo di bizzarra prova che l’universo è vecchio di soli
7.000 anni e ignorano con testarda convinzione qualsiasi prova contraria, da
qualsiasi fonte provenga. Continuano ciecamente ad aggrapparsi a un sistema di
credenze medievali basate unicamente sulla fede.
Personalmente, io non appartengo a nessuno dei due
campi. Continuo ad avere una mente aperta riguardo alle nostre origini. Non ho
una particolare “filosofia” sul tema, piuttosto preferisco adattare la mia
comprensione man mano che nuovi elementi di prova diventano disponibili. La mia
unica convinzione, basata su tutti i dati disponibili fino ad oggi, è che la
razza umana potrebbe aver abitato questo pianeta milioni di anni prima di
quanto è attualmente accettato. Forse non erano uomini come noi, forse
discendevano da una diversa linea evolutiva, ma erano (più o meno) come noi.
Difficile da accettare? Il lupo della Tasmania,
estinto nei primi anni del ‘900, sembrava un lupo, ma in realtà era un
marsupiale.
Sto attraversando un momento difficile. Forse non
potrò mai avere la risposta alla domanda sulla nostra origine. La razza umana è
alla ricerca di questa risposta fin dall’alba dei tempi e ancora ci sfugge.
Tutto ciò che ci è stato insegnato a scuola, all’università, sulla nostra
origine e sulla nostra storia è basato, più che altro, su speculazioni e
ipotesi. Non possiamo ancora rispondere alla domanda: “da dove veniamo”. Pertanto,
continuerò a mettere in discussione tutto e non accettare ciecamente il punto
di vista tradizionale, solo perché segue la moda del momento.
Se questo significa che un giorno busseranno alla
mia porta degli uomini in nero… Allora così sia!