Linda Cortile, una giovane donna italo-americana
che risiedeva a Manhattan (New York), sposata e madre di due bambini, nell’Aprile
del 1989 contattò Bud Hopkins* poiché sospettava di essere stata vittima di
un’Abduction. Dopo alcune sedute di ipnosi regressiva, emerse che aveva avuto
strane esperienze: continui rapimenti da parte di alieni, durante i primi venti anni della sua vita.
La sera del 30 Novembre 1989 Hopkins ricevette
un’accorata telefonata da parte di Linda: era sconvolta. Raccontava di aver
subito, durante la notte, una nuova esperienza di rapimento. Gli raccontò che,
la sera prima, era intenta a lavare e stirare, mentre il marito e i bimbi erano
andati a dormire. Le faccende domestiche durarono più del previsto e quando
andò al letto erano già le tre del mattino. Una volta a letto, iniziò ad
avvertire l’effetto di una paralisi che iniziando dalle gambe finì per
coinvolgere anche il resto del Corpo. Tuttavia, rimaneva sveglia e assolutamente
lucida nonostante ciò che le stava accadendo. Poco dopo avvertì una misteriosa
presenza nella stanza e scorse tre piccoli esseri macrocefali con grossi occhi
neri che si stavano avvicinando al letto. Nonostante la forma di paralisi,
spinta dalla paura, riuscì a lanciare un cuscino contro gli intrusi. Dopo di
che, non riuscì più a muoversi.
Pensò di averli fatti arrabbiare ed ebbe il timore
che potessero rapire i suoi figli. Di quello che avvenne dopo, lei ricordò ben
poco. Tutto rimase confuso, riuscì a ricordare che era seduta su un tavolo e
c’era una strana macchina dotata di strumenti stravaganti che gli analizzavano
la schiena e una sorta di “tessuto bianco” che saliva verso i suoi occhi e poi
ricadeva.
Hopkins cercò di calmarla, per quanto fosse
possibile al telefono e gli fissò subito un incontro per sottoporla a ipnosi
regressiva.
Durante la seduta raccontò che si trovava a letto,
paralizzata in presenza di tre o forse quattro umanoidi che la presero e la
portarono nel soggiorno. Lì, nonostante la sua contrarietà, la costrinsero a
uscire, passando attraverso la finestra del suo appartamento che si trovava al
12° piano! Invece di cadere, fluttuò nel vuoto sorretta da una potente luce
bianco-bluastra, in posizione fetale, entrando così in un grosso velivolo che
stazionava in aria, all’altezza del tetto dell’edificio. Fu posizionata sopra
un tavolo, dentro una stanza circolare dove la luce sembrava provenire
direttamente dalle pareti. Venne esaminata con una strana macchina che lei
ricordava di aver già visto. Dopo la “visita” venne riportata, tramite lo stesso
fascio di luce direttamente nel suo letto.
Una volta a letto, cercò invano di svegliare il marito che rimase immobile
quasi fosse morto. Così corse dai suoi bambini, ma anche loro risultavano
completamente paralizzati: non mostravano alcun segno di vita. Fu presa dal
panico e nel tentativo di capire se respiravano, Linda prese uno specchietto e
lo mise davanti alla bocca di uno dei bambini. Vide che si appannava e capì che
respiravano. Poco dopo sentì anche il marito che russava. Fu un vero sollievo, in
quanto pensava che gli avessero ucciso tutta la famiglia.
Confessò al Dr. Hopkins di aver provato un senso di
vergogna poiché riteneva di essere stata denudata. In quanto il tessuto bianco che
vedeva alzarsi e poi abbassarsi poteva essere la vestaglia che portava quella
notte.
Nei primi giorni del mese di febbraio 1991 Hopkins
ricevette una lettera dattiloscritta firmata “Robert e Dan”: mancavano i
cognomi e l’indirizzo del mittente. Coloro che gli scrivevano si qualificarono
come due agenti di polizia che, come si leggeva nella lettera, erano stati
titubanti, ma poi si erano decisi a scrivere quella lettera. Riportavano di un
avvistamento, avvenuto la notte del rapimento di Linda Cortile. Alla fine del
mese di novembre 1989, verso le 3:00 o forse le 3:30 del mattino i due agenti
si trovavano in servizio nei pressi di Manhattan, esattamente vicino il ponte
di Brooklin. All’improvviso avvistarono un oggetto volante di forma ovale,
luminoso, che si trovava a due o tre isolati di distanza. Emetteva una
luminosità di colore arancione, che variava dal blu al rosso, proveniente dalla
parte inferiore del velivolo. L’oggetto, a detta dei poliziotti, si abbassò
fino al 12° piano di un appartamento. I due presero un binocolo e così videro
qualcosa di davvero scioccante. C’era una donna in vestaglia bianca che,
attraverso un fascio di luce, usciva dalla finestra “scortata” da tre piccoli
esseri umanoidi. Gli esseri non l’affiancavano ma uno di loro stava più in alto
e due più in basso di lei. Si diressero verso il velivolo e vi entrarono
attraverso un portello circolare. Non appena la donna e i tre umanoidi
entrarono nell’oggetto questo, immediatamente, si diresse verso di loro,
sorvolò il ponte e si immerse nelle acque dell’Est River.
L’UFO non riemerse dalle acque, almeno per i consecutivi
45 minuti in cui i due poliziotti rimasero sul
posto. Poi, per ragioni di servizio non poterono più rimanere. Sebbene i
due testimoni volessero rimanere anonimi, per via della loro delicata
professione, l’emozione di Hopkins fu davvero enorme: questa testimonianza
rappresentava una vera e propria prova. Hopkins intuì che i due poliziotti
avevano assistito all’Abduction di Linda Cortile, tutto coincideva: la zona del
rapimento, l’orario, l’appartamento, la donna in vestaglia bianca, gli alieni,
l’UFO e la luce solida che questo emanava.
Hopkins convocò quindi Linda e nel suo studio, gli
fece leggere la lettera. Lei rimase molto turbata, in quanto sperava con tutto
il cuore che quello che aveva vissuto fosse solamente un brutto sogno.
Alcune settimane dopo Linda telefonò a Dr. Hopkins
dicendogli che i due poliziotti erano riusciti a trovarla. Si dimostrarono
comprensivi, disse, l’abbracciarono mentre le chiedevano come stava e se le
avessero fatto del male. Linda rimase senza parole.
Richard e Dan, comunque, vollero rimanere anonimi, temendo
che la notorietà del caso potesse influire sulla loro carriera professionale.
Successivamente però i due agenti scrissero ancora ad Hopkins: tre volte Dan e
per ben sette volte Richards. Quest’ultimo infatti inviò al ricercatore anche un’audiocassetta.
Nella prima lettera di Dan invece, si chiarirono
altri dettagli sul perché di tanta riservatezza. Dan spiegò che quella notte c’era
con loro, in auto, un’importante uomo politico che dovevano accompagnare
all’aeroporto. La loro auto cominciò a funzionare male e il motore si spense
proprio durante il passaggio dell’UFO. La stessa cosa successe anche alla radio
di bordo. Una volta che l’UFO si allontanò, però, sia l’auto, sia la radio
ritornarono a funzionare perfettamente.
Nell’audiocassetta mandata da Richard, l’uomo chiarì
che la donna aveva addosso una vestaglia bianca che svolazzava (come già aveva
detto Linda) e che anche gli umanoidi e non solo Linda, erano in posizione
fetale durante il tragitto verso l’UFO, tramite il fascio luminoso.
Ma non finisce qui. Nell’autunno del 1991, una
donna contattò Hopkins dicendogli di aver assistito al rapimento dal ponte di Brooklin.
Convocata, la donna raccontò a Hopkins che mentre
era in viaggio a bordo della propria auto, questa si spense e con lei anche
tutte le luci del ponte. Poté, quindi, assistere al rapimento di Linda,
descrivendolo nello stesso modo in cui fu descritto dai due agenti di polizia,
compreso il fascio luminoso e la posizione fetale degli umanoidi e di Linda.
Sia i due agenti, si la donna confermarono che al fatto assistettero altri
testimoni. Hopkins, alla fine, dichiarò di aver interrogato ben sette persone.
Una di questi testimoni, un’altra donna, non vide
l’Abduction, ma un oggetto volante di colore rossastro in cielo. Anche in questo
caso il racconto coincideva perfettamente sia per luogo dell’avvistamento, sia
per l’ora in cui era avvenuto.
Hopkins dichiarò di aver tenuto il segreto su
alcuni dettagli, così da poter valutare la conoscenza dei fatti e
l’affidabilità dei testimoni confrontando i vari racconti. Ciò che rende
eccezionale il caso Cortile è proprio la pluralità dei testimoni, affidabili e indipendenti.
Inoltre, a favore della veridicità del caso ci sono tanti indizi: lettere, dichiarazioni
registrate, disegni, relazioni verbali e anche videocassette. Fu possibili,
quindi, condurre un’indagine accuratissima che non tralasciò nulla.
Del caso si interessò anche un ufficiale della
polizia ed erano presenti alle sedute di regressione ipnotica di Linda due
psichiatri e alcuni psicologi. Questi assistettero anche agli interrogatori dei
sette testimoni prima citati, così che potessero valutare con cura i loro stadi
emotivi. Affermarono che erano tutti assolutamente attendibili: i testimoni non
mentivano, erano fermamente convinti di quello che dicevano.
Hopkins fece intendere di aver parlato anche con il
misterioso uomo politico che si trovava nell’auto con Richard e Dan, il quale
confermò tutto ciò che i poliziotti avevano già raccontato.
Da questa storia, Linda Cortile, non ebbe alcun
tipo di problema, né fisico, né mentale, né tantomeno ne ebbe fama, notorietà e
denaro. Era una semplice casalinga, felicemente sposata, con due figli e tale
rimase; anche se questo caso è ritenuto uno dei casi di Abduction più
attendibili e significativi della casistica ufologica mondiale.
*Alla fine degli anni ottanta Hopkins era già divenuto uno dei più noti studiosi di ufologia ottenendo un livello di attenzione che non aveva quasi precedenti in questo campo. Nel 1989 egli ha costituito l’Intruders Foundation, un'organizzazione senza scopo di lucro per pubblicizzare le sue ricerche e fornire supporto alle persone vittime di rapimenti alieni. Le persone convinte di avere subito rapimenti alieni sono state sottoposte ad ipnosi regressiva. Durante i primi sette anni delle sue ricerche sul fenomeno dei rapimenti alieni, Hopkins non ha condotto personalmente sessioni di ipnosi, ma si è assicurato l'aiuto di professionisti laureati. Egli ha riferito che tre di questi terapisti (i dottori Robert Naiman, Aphrodite Clamar e Girard Franklin) erano inizialmente scettici sulla realtà dei rapimenti alieni, non essendo ancora emersi del tutto i dettagliati scenari relativi ai loro pazienti.
Fonte: wikipedia
Da questa storia, Linda Cortile, non ebbe alcun tipo di problema, né fisico, né mentale, né tantomeno ne ebbe fama, notorietà e denaro. Era una semplice casalinga, felicemente sposata, con due figli e tale rimase; anche se questo caso è ritenuto uno dei casi di Abduction più attendibili e significativi della casistica ufologica mondiale.
RispondiEliminaAnche se la storia si aggiunge a molte altre, simili e coerenti, è sempre una grande emozione appurare di questi episodi. Il perchè di questi rapimenti? Forse perchè vogliono studiare a fondo la nostra natura o forse voglio testa re le reazioni umane di fronte a uno sbarco di massa alla luce del sole! Assolutamente coerente con una realtà prossima a venire!
RispondiEliminaCredo all'esistenza degli alieni....ma resto scettico sul perche' delle stranezze rappresentate dai rapimenti, visite segrete, e sul perche' restano in disparte da sempre.
RispondiEliminaCom'è possibile che uno "scrittore" sbagli il genere di tutti i pronomi personali in un articolo?!? Mi vine la pelle d'oca quando leggo questi strafalcioni! X cortesia corregga gli errori grammaticali prima di pubblicare dei testi
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