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martedì 6 luglio 2021

1979: DIDSBUY (MANCHESTER) - IL CASO LYNDA JONES


 



Il caso di Lynda Jones è noto solo negli ambienti UFOlogici. Siamo nell'estate del 1979, nei pressi di Manchester, in Inghilterra, la trentaseienne Lynda stava camminando lungo la riva di un fiume con i suoi due figli.
Questo caso, tanto inquietante quanto affascinante, ha tutti i requisiti del classico caso di abduction.
È riportato in diversi libri sugli UFO, in particolare in “Without Consent” del noto e rispettato ricercatore Philip Mantle. Ma torniamo al racconto.
Lynda Jones e suo marito Trevor avevano trascorso la mattina e il primo pomeriggio in giardino, in compagnia di alcuni amici sul retro della loro casa, a Didsbuy (Manchester). Anche i loro due figli, Christopher di cinque anni e Lisa di quindici, si erano goduti il sole delle pigre giornate estive.
Quando poi Trevor andò a lavorare, Lynda, con i bambini e una sua amica si avviarono per i campi che costeggiavano il fiume Mersey. Avrebbe accompagnato la sua amica e avrebbe permesso ai bambini di osservare i fiori di campo (era uno dei suoi hobby). Verso le 19:30 vicino a Simon's Bridge, le due donne si separarono.
Dato che Trevor non sarebbe tornato a casa prima delle 22:30, tirò fuori dalla borsa “l’Oxford Dictionary of Wild Flowers” e continuò a passeggiare tranquillamente lungo la riva del fiume, cogliendo anche diversi fiori. Alle 21:00, con il cielo che cominciava a scurirsi, Lynda poteva percepire una spensierata serenità. Ma, quella serenità fu rotta dalla voce di Lisa: 

"Mamma! La luna sta venendo verso di noi."

Lynda, stupita, rivolse la sua attenzione, prima alla figlia e poi allo strano oggetto che, dal cielo, scendeva verso di loro. Aveva l’aspetto di un pallone da rugby, solo era molto più grande ed era arancione, molto luminoso. Eseguì una traiettoria parabolica mente si dirigeva verso di loro.
Presa dall’apprensione, Lynda intimò ai suoi figli di gettarsi a terra, uno accanto all’altro. In realtà si aspettava un impatto ma, non udendo nessuna deflagrazione, alzò di nuovo lo sguardo. La navicella sembrava essere passata sopra di loro prima di scomparire alla vista dietro un terrapieno. Notò che il contesto era cambiato rispetto a pochi istanti prima, ora regnava un denso silenzio. Anche il frastuono del traffico stradale le arrivava attutito.
Afferrando i suoi figli, si diresse con passo deciso verso l'argine dietro il quale l'oggetto era scomparso. Quando ne raggiunse la cima, vide un oggetto "strano" posto in equilibrio precario, librarsi a circa venticinque metri di distanza.
L'oggetto misurava circa 60 piedi di diametro e si librava a circa due o tre piedi dal suolo. Scompariva per poi riapparire e aveva una luce sopra che, in qualche modo, si separava dall'oggetto. Mentre Lynda fissava questa luce enigmatica, sentì, improvviso, il bisogno di camminare verso di essa. E mentre lo faceva, la luce sembrava diventare più brillante. Continuò ad avanzare costantemente. Mentre si avvicinava allo strano oggetto, ne emerse una sfera arancione brillante che si mosse nella sua direzione. Lynda continuò imperterrita ad andare avanti.
A questo punto sentì la voce di Lisa, alle sue spalle che la scongiurava di ritornare. Quella supplica la riportò in sé. Tornata alla realtà e terrorizzata dalle sue stesse azioni, si voltò e corse via per allontanarsi dall'oggetto, recuperando i suoi figli mentre lo faceva. Ma, mentre correvano via, Lisa, improvvisamente, esclamò: "è di nuovo quì!"
Si voltò e vide che l'oggetto li stava sorpassando. Prese in braccio il figlio più piccolo e urlò a Lisa di "continuare a correre". Correvano attraverso la prateria, ma l'ambiente circostante appariva ostile. L'erba, per esempio, appariva improvvisamente più alta: era quasi un metro e ottanta. E per di più, si "piegava" su se stessa sotto l’azione di una forza sconosciuta.
Nonostante la paura e lo strano comportamento dell'erba, con Christopher in braccio e con Lisa di qualche passo dietro di lei, correndo, arrivarono a casa. Sbatterono la porta dietro di loro e una volta dentro, Lynda notò che suo marito era già rientrato. Lui la guardò e le chiese cosa avesse fatto agli occhi? Lei, guardandosi allo specchio, rimase scioccata nel vedere quanto fossero rossi e gonfi, sembravano quasi "squamosi".
A questo punto raccontò al marito quello che era appena successo. Tutti i testimoni decisero, a mente fredda, di disegnare l'oggetto. Fu solo allora che Lynda si rese conto che dalla sua vita mancavano circa novanta minuti del suo tempo. Apparentemente, l'incidente, iniziato poco dopo le 21:00, non era durato più di dieci minuti, compreso il tempo impiegato per correre a casa. Tuttavia, l’orologio, adesso, segnava le 22:50!





Passò poco più di un anno prima che Lynda iniziasse ad approfondire il bizzarro episodio. All’inizio degli anni '80, alla disperata ricerca di cosa fosse successo in quei novanta minuti, si sottopose a regressione ipnotica.
Le sessioni furono diverse e furono tutte registrate in video per un totale di dieci ore. Lynda trovava le sessioni "troppo inquietanti", tanto da non riuscire a rivedere la proiezione dei filmati. Ma, grazie alle sedute di ipnosi e in parte, attraverso i ricordi dei figli, i novanta minuti di tempo perduto furono recuperati.
Quando lei e i bambini iniziarono a scappare via dall'oggetto, diversi “individui" stavano correndo verso di loro. Questi “uomini” indossavano “lunghi cappotti scuri e cappelli trilby”. Ognuno di loro portava anche una borsa, una cartella.
Una strana nebbia era apparsa come dal nulla. Gli “uomini” la superarono e si diressero verso l'oggetto, scomparendo nella fitta nebbia.
Poi incappò in un altro banco di nebbia. All'interno del quale c'erano molti altri individui. Vestiti con una tuta: sembravano tutti identici. L’ultima cosa che Lynda ricorda è che stava fluttuando verso l'alto.
Si svegliò in una stanza. Intorno a lei si radunarono diversi "esseri strani" che entrarono nella stanza. Vedendo questi individui dall’aspetto orientale, vestiti con abiti dal “collo lungo”, ebbe la strana sensazione di conoscerne uno, presumibilmente visto in un precedente incontro.
Stava distesa su un tavolo. Qualcosa, che le copriva le gambe, le aveva fatte diventare "veramente fredde". Cercò di guardarsi intorno e vedere cosa stava succedendo: percepiva che era sottoposta a una sorta di visita medica. Ma, ogni volta che provava ad alzare la testa, uno degli esseri faceva brillare una luce direttamente nei suoi occhi costringendola a distogliere lo sguardo.
Neanche la regressione le permise di ricordare tutti i dettagli della visita. Successivamente notò che il suo ciclo mestruale, dopo l'incidente, non era più regolare.







Aveva rimosso i ricordi ma, dal nulla, apparivano strani segni sul suo corpo, che poi svanivano altrettanto rapidamente, a volte nel giro di poche ore. Iniziò a collegare questo strani sintomi a ciò che le era accaduto nei pressi del fiume Mersey. Alla fine si rivolse al suo medico di famiglia.
Rimase scioccata quando il dottore gli comunicò che, non solo era rimasta incinta, ma aveva avuto anche un aborto spontaneo. La rinviò da uno specialista il quale le avrebbe confermato che le cicatrici sulle tube di Falloppio erano il risultato di una gravidanza extrauterina.
Lynda Rimase incredula: sapeva di non aver avuto un aborto spontaneo e tanto meno una gravidanza extrauterina, che è estremamente dolorosa e può essere addirittura fatale se non trattata.
Infatti, in seguito avrebbe affermato: 

"Non ho mai avuto una gravidanza extrauterina. L’avrei saputo! Non so cosa mi sia successo, ma qualcosa è successo! Mi ha fatto capire che ci sono state altre cose strane nella mia vita!"

Si riferiva a vari incidenti, il primo verificatosi nel 1972. Insieme a suo marito, era uscita per un giro in macchina lungo le stradine di campagna. Intorno alle 21:00, ormai sulla strada di casa, decisero di fermarsi in un pub. Al semaforo però, l'auto inizialmente ferma iniziò a girare su se stessa. Dietro di loro, Trevor notò alcune luci brillanti. Dopo aver girato per diversi secondi, l'auto era di nuovo ferma al semaforo, che però ora era verde. Un po' innervosito, Trevor si rimise in cammino ma, una volta raggiunto il pub, lo trovarono chiuso. Perplessi, guardarono l'orologio e scoprirono che erano le 02:30.
Dove erano stati in quelle cinque ore e mezza?
Significativo anche il ricordo degli uomini col cappello (trilby). Lynda ricorderà di averli visti in vari momenti della sua vita. In un'occasione, uno di questi uomini era nel suo giardino: questo la mise in una tale apprensione da spingerla a chiamare la polizia. Quando gli agenti arrivarono, la trovarono pallida, in evidente stato di spavento, ma l’uomo era scomparso.
Negli anni che seguirono il caso, si verificarono tutta una serie di fatti inspiegabili. Ad esempio, diversi anni dopo quell'incontro ricevette una lettera che la convocava in ospedale per sottoporsi a un test. Cosa che fece, ma non ricevette mai i risultati di questo esame. Scoprì che in ospedale non c’era traccia del suo appuntamento né si conosceva il medico che l’aveva visitata. Riceve ancora strane richieste per prove altrettanto strane. Ebbe anche numerosi problemi col telefono: guasti che si succedevano, regolari, su tutta la linea.
Un altro incidente verificò nel 1988 mentre, con suo marito, tornavano da Nottingham dopo aver fatto visita a degli amici. Mentre percorrevano le tranquille strade di campagna, in diverse occasioni, i fari dell'auto si affievolirono fin quasi a spegnersi per poi tornare a piena potenza. Ciò costrinse Trevor a fermarsi sul lato della strada, nella speranza di farsi precedere da un'auto di passaggio. Fu allora che Trevor le disse di guardare in alto: lì davanti, in alto, c'era un grande velivolo circolare, luminoso. All'inizio salì lentamente, ma poi schizzò via verso l'alto fino a diventare un puntino luminoso.
Un'auto che passava qualche istante dopo, li costrinse a rimettere in moto e a trascurare l’insolito avvistamento. L’auto li precedeva illuminando la strada, ma a un certo punto parve sparire. Con i fari che, ora, sembravano funzionare normalmente, Trevor cercò invano di raggiungere l’auto che li precedeva. La cosa strana era che la strada era dritta, priva di incroci dove avrebbe potuto svoltare. Anche stavolta notarono un blackout di tre ore.
Lynda raccontò anche di aver vissuto uno strano episodio quando era solo una ragazzina. Stava giocando in un campo vicino casa, quando improvvisamente si accorse che i suoi genitori la stavano chiamando. In preda a un grande spavento, le dissero che la stavano cercando da diverse ore. Inutile dire che non si era mai mossa di là: sia i suoi genitori, sia i vicini, che si eranouniti alla ricerca, ribadirono che l’avevano cercata nel campo, diverse volte, senza mai scorgerla.







Gli uomini con il cappello sarebbero emersi sempre di più nei suoi ricordi. Non che ricordasse un incontro diretto, ma erano sempre discretamente e fugacemente sullo sfondo di varie situazioni bizzarre. Erano, forse, dei Men In Black?
Cosa dovremmo dire delle affermazioni di Lynda Jones?
Sembrerebbe una testimone attendibile e Mantle è sicuramente un ricercatore serio e credibile. Inoltre, il caso è molto simile ad altri casi di rapimenti alieni. Ciò che è particolarmente interessante e anche inquietante, riguarda le gravidanze di cui Lynda non solo non era a conoscenza, ma che hanno lasciato sul suo corpo i segni di una gravidanza extrauterina. In altri post, abbiamo citato ricercatori come il Dr. David Jacobs, convinto assertore del fatto che i rapimenti alieni fanno parte di un programma di ibridazione. In questo caso ciò sembra essere confermato dai molteplici rapimenti e all'apparente impiego dell'utero di Jones come incubatore umano. Ci sono diversi casi che testimoniano che ciò è accaduto ad altre donne. Uno dei tanti esempi potrebbe essere quello di Brett Olden e Diane Swanson, accaduto a Las Vegas, nel 1987.

1 commento:

  1. Gli uomini con il cappello sarebbero emersi sempre di più nei suoi ricordi. Non che ricordasse un incontro diretto, ma erano sempre discretamente e fugacemente sullo sfondo di varie situazioni bizzarre. Erano, forse, dei Men In Black?

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