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sabato 23 settembre 2023

7 AGOSTO 1968 - LAKE CHAMPLAIN (VERMONT)


 

Nel tardo pomeriggio del 7 agosto 1968, due dipendenti del campo estivo di Buff Ledge, il sedicenne addetto alla manutenzione, Michael Lapp e la diciannovenne maestra di sci d’acqua, Janet Cornell, si stavano rilassando sul bordo del molo delle barche guardando il sole che tramontava lentamente rispecchiandosi sull'acqua. Il campo estivo si trovava sulle rive del lago Champlain, nel Vermont, appena a nord di Burlington dove, quella sera, la maggior parte dei campeggiatori partecipava a una gara di nuoto. Quindi il campeggio era quasi deserto. Mentre il sole salutava il giorno e la notte prendeva il sopravvento, Michael notò una strana luce in lontananza. All'inizio, pensando che fosse una stella o addirittura il pianeta Venere, rimase a guardare appagato. All'improvviso, però, la luce si mosse: scese molto più in basso, poi iniziò a spostarsi verso di loro a una velocità impressionante. Mentre i due osservavano il fenomeno luminoso, tre luci si staccarono dal primo, grande bagliore. Queste tre luci si diressero verso il lago, mentre la luce più grande sembrò risalire piuttosto rapidamente e scomparire. Le tre sfere luminose zigzagavano e danzavano tra loro sopra le acque scintillanti, eseguendo manovre che nessun velivolo convenzionale era in grado di compiere. Sotto il loro sguardo, i tre oggetti luminosi si avvicinarono ancora di più. Poi formarono i vertici di un triangolo e rimasero immobili per un secondo prima che due di loro si allontanassero leggermente. Mentre lo facevano, si udì un suono “simile al diapason”, ma molto forte che infastidì i ragazzi. L'oggetto rimanente balzò improvvisamente verso l'alto prima di tuffarsi direttamente nel lago e svanire sotto la superficie. Riapparve e scivolò sull'acqua, dirigendosi dritto verso di loro.

Mentre l'oggetto continuava ad avvicinarsi, Michael notò che aveva una "cupola trasparente". All'interno di questa cupola poteva distinguere "due piccole creature" con colli allungati e teste grandi. Notò anche i loro grandi occhi che si estendevano fino ai lati della testa. Emerse dall'acqua e librandosi direttamente sopra gli adolescenti spaventati, scagliò un raggio verso di loro. Michael afferrò Janet trascinandola a terra: rotolarono via per sottrarsi a quella strana luce. In seguito avrebbe riferito di aver gridato all'oggetto "Non vogliamo venire!" mentre paura e storie di rapimenti alieni gli riempivano la mente. Ricordò anche che poté vedere le ossa delle sue mani come se osservasse una radiografia, tale era la luminosità del raggio. I due ricordano che il passaggio del raggio provocò in loro la sensazione di fluttuare: come se fossero immersi in una luce “liquida”. Poi, si ritrovarono seduti tranquillamente sul molo delle barche. La luce intensa era scomparsa e lo strano oggetto, ora, era molto più lontano e si stava allontanando da loro. Il cielo, adesso, era completamente nero, suggerendo ai due che era molto più tardi. Quando Michael si rivolse a Janet, lei sembrava essere in trance. Ma, anche lui si sentiva alquanto disorientato e confuso. Quando lo strano oggetto finalmente scomparve dalla vista, i due riuscirono a sentire gli altri campeggiatori che tornavano dalla gara di nuoto.

Michael e Janet non riferirono dell'avvistamento e dopo l’estate i due testimoni tornarono a casa loro e alle loro abitudini. Tuttavia, nel corso degli anni, Michael iniziò a soffrire di incubi sempre più intensi. Erano sempre gli stessi: venivano rapiti e “non volevano andare con loro”. Alla fine, questi sogni ricorrenti gli fecero pensare sempre di più all'incidente di Buff Ledge finché, dieci anni dopo l'incontro, contattò il Centro Studi UFO per fare un rapporto. Il ricercatore UFO, Walter Webb, si occupò del caso.
Suggerì la regressione ipnotica per sondare quegli incubi e scoprire cosa fosse successo sul molo, quell'estate del 1968. Sotto ipnosi, i ricordi emersero con facilità: Michael ricordò immediatamente l’incidente. Webb non era estraneo a questo tipo di indagini, aveva già una certa esperienza poiché, come abbiamo già detto, lavorava per il Centro studi sugli UFO di J. Allen Hynek al momento della prima chiamata di Lapp. Tuttavia, era scettico riguardo al suo resoconto, venuto fuori dieci anni dopo l’avvistamento e che si presentava come il più classico dei casi. In altre parole: la storia sembrava troppo bella per essere vera.
Michael affermò che la luce li afferrò entrambi e li sollevò fino a portarli a bordo della navetta. Ricordava "flussi di luci colorate" e un lamento che diventava più forte man mano che si avvicinava alla navetta. Una volta all'interno, poté vedere Janet sdraiata su un tavolo operatorio: molte piccole entità la stavano esaminando. Le puntarono delle luci negli occhi e prelevarono campioni di pelle, di capelli e di sangue. Vide tutto questo da una sorta di "ponte superiore" con una delle creature aliene che gli stava accanto.

Guardando in alto, verso la cupola trasparente, poté vedere chiaramente la Terra, la Luna e alcune stelle sullo sfondo scuro dello spazio. Notò anche un'enorme vascello “a forma di sigaro” che presumeva fosse una “nave madre”. Quelle creature erano tutte uguali e i loro corpi avevano un aspetto "umido e viscido". Stimò che fossero alti circa un metro e mezzo con braccia e gambe lunghe e sottili. La loro pelle era di uno strano “blu-verdastro”, un colore simile avevano i loro abiti attillati che li facevano sembrare nudi. Avevano “dita sottili, tridattili, simili a ragnatele”. Durante questo tempo, l'entità gli comunicò telepaticamente che la loro missione era “portare la vita in altri posti”. La definizione di questa frase, secondo Michael, era che volevano far diventare la Terra come il loro pianeta: un posto pacifico, senza violenza. Ricorderebbe anche che l'entità era “sorpresa” dal fatto che fosse vigile e facesse domande. Con un certo rammarico o forse per puro cinismo, la creatura gli comunicò che questo “gli avrebbe reso più difficile metabolizzare questa esperienza”. Per ragioni che non capiva, Michael affermò di avere una “grande affinità” con questa particolare entità. La creatura condusse Michael giù per una serie di gradini al livello che alloggiava il tavolo su cui giaceva Janet. Quindi, lo condusse su un altro tavolo, lo inclinò leggermente per permettergli di sdraiarsi e poi riportò il tavolo in posizione orizzontale. Michael ricordò che era rimasto, con lo sguardo rivolto verso l’alto, a guardare fuori dalla cupola trasparente: poteva vedere la grande nave a forma di sigaro, ora molto più vicina. Poi perse conoscenza.

Nel corso delle indagini, che durarono ben cinque anni, Webb riuscì a rintracciare Janet (ormai ventinovenne e sposata) e a convincerla a sottoporsi a regressione ipnotica. Sotto ipnosi non fece altro che confermare la versione di Michael, descrivendo gli stessi eventi. Ricordava di essersi sdraiata sul lettino chirurgico: la cosa le provocava una sensazione di freddo interiore. Ricordava anche qualcosa che le tirava i capelli e le pizzicava il collo. Inoltre, come Michael, ricordava di aver seguito una particolare entità che lei chiamava la sua "guida" e che rimase, durante tutta l’esperienza, “la sua unica fonte di conforto”.

Webb condusse indagini approfondite: interrogò numerosi ex dipendenti del campo estivo e alcuni degli ospiti presenti nel campo in quell'estate del 1968. Venne fuori che alcuni dipendenti di Buff Ledge avevano assistito a strane luci e visti oggetti misteriosi sul lago Champlain la stessa sera in cui Michael e Janet avevano affermato di essere stati rapiti. Inoltre, due di quei dipendenti riferirono di sospettare che anche loro sarebbero stati vittime di rapimento, all'inizio dell'estate, diverse settimane prima dell'incidente di agosto accorso a Michael e Janet. I loro racconti erano quasi speculari a quelli dei nostri due testimoni: iniziavano con l’avvistamento di strane luci sull’acqua seguite dall'apparizione di una navetta a forma di disco. Webb eseguì anche delle valutazioni psicologiche dei vari testimoni. Per quanto concerne Michael e Janet, li ritenne credibili: non avevano alcun motivo di inventarsi una storia del genere. C’è da aggiungere che, nei dieci anni successivi i due non erano rimasti in contatto e quindi, secondo Webb, "non avevano avuto alcuna possibilità di accordarsi”: avevano realmente vissuto un evento fuori dal comune di origine sconosciuta.



Nel 1994 Webb pubblicò un libro, che non ebbe un grande successo. Racchiudeva il risultato della sua lunga e accurata indagine quinquennale, un dossier di 300 pagine relative all’avvistamento di Buff Ledge Camp.

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