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sabato 21 ottobre 2023

L’INCIDENTE DI LA ROCHELLE



Poco dopo le 18:00 del 15 agosto 1981, sotto il cielo grigio e coperto di La Rochelle (vicino a Mutare, nello Zimbabwe) venti braccianti agricoli, guidati dal loro caposquadra, Clifford Muchena, stavano tornando alla tenuta per passarvi la notte. All’improvviso, videro una “palla di fuoco” di circa un metro di diametro che si muoveva velocemente rimbalzando sugli immensi prati verdi. I testimoni assistettero singolarmente a una parte dell'incidente in quanto, dislocati in varie posizioni, poterono vederlo da diverse angolazioni. In effetti, molti di loro lo trovarono così spaventoso che con le loro famiglie abbandonarono la casa e cercarono rifugio nella foresta. Erano convinti che si trattasse di fantasmi: degli spiriti dei loro antenati o forse, di uno spirito perduto che aveva smarrito la sua strada.
Alcuni di loro affermarono di aver visto tale palla arrampicarsi sulle mura della torre di osservazione per poi entrare nella stanza in alto. Muovendosi al suo interno, dava l'impressione che l'edificio fosse in fiamme. Altri affermarono, addirittura, di aver visto delle vere fiamme uscire dalla finestra. Dopo pochi secondi le fiamme parvero ricomporsi in una palla che lasciò la torre rotolando giù e attraversando il prato, si diresse verso le sale da tè della tenuta. I testimoni notarono che non lasciava segni di bruciature dietro di se.
Pure la torre, esaminata successivamente, non riportò alcun danno.

Muchena racconterà dell'incontro a Cynthia Hurd, del MUFON UFO Journal, nel maggio 1983. Ammise di non aver assistito all’ingresso della palla luminosa nella torre, ma affermerà di aver visto una palla di luce vicino alla sala da tè. Corse subito verso il campanello per dare l'allarme, ritenendo imminente un incendio e mentre suonava con forza il campanello, la strana palla gli rotolò accanto e si arrampicò sul muro dell'edificio. Ancora una volta entrò all’interno e si ebbe l'impressione che la stanza prendesse fuoco.
Mentre osservava le "fiamme" in cima all'edificio, notò tre figure che gli davano le spalle. Sembravano guardare anche loro. Inizialmente pensò che uno di loro fosse il signor Andrew Connolly, il suo supervisore, che era venuto a vedere quale fosse il problema. Era così sicuro che lo chiamò per nome, ad alta voce: le tre figure si girarono lentamente. Indossavano tute biancastre così lucenti che non riusciva a vedere i loro volti. Splendeva così tanta luce che dovette proteggersi gli occhi con le mani. Improvvisamente, cadde in ginocchio. Si sentì paralizzato e oltremodo spaventato: era in loro potere.
A causa dell’estrema luminosità teneva gli occhi coperti e chiusi e quando finalmente trovò il coraggio di riaprirli, i tre individui e la sfera di luce erano già spariti.

Quando gli fu chiesto se pensava si trattasse di persone provenienti da un altro mondo, Clifford rispose che credeva fossero degli spettri. Disse a Hurd: - Penso che potrebbe trattarsi degli spiriti dei miei antenati.
Antenati che indossavano abiti lucenti? Fu il commentò della giornalista. A cui rispose: - i tempi cambiano, si saranno adattati.
Si tratta certamente di una percezione particolare e soggettiva dell’incontro. Il personaggio, africano, aveva una concezione della vita (della morte) e dell’ambiente, diversa da quella di un europeo. Tuttavia se, per assurdo, accettiamo la teoria che, in un remoto passato, sia esistita una civiltà avanzata, allora quegli abiti “futuristici” parrebbero adatti alla teoria ancestrale di Clifford.

1 commento:

  1. Leggendo questo articolo, sicuramente, vi verranno in mente gli Elohim. Gli esseri splendenti che crearono l'uomo a loro immagine e somiglianza.

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