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giovedì 5 ottobre 2023

L’UFO DI POLONIA (MAINE)


Erano le ore 03:00 del 27 ottobre 1975. Il ventiduenne David Stevens e il suo amico Glen Gray stavano guidando lungo una tranquilla strada di campagna, appena fuori Oxford, nel Maine. Il loro, era l'unico veicolo sulla strada, i suoi fari fendevano solitari la fitta oscurità della notte fino a quando non comparve un oggetto luminoso “grande quanto un campo da calcio”. Lo strano oggetto si diresse direttamente verso l’auto posizionandosi, per qualche istante, direttamente sopra il veicolo in movimento. Fu a questo punto che vennero colpiti da un raggio di luce. Il veicolo sbandò lateralmente, fermandosi una quindicina di metri più avanti. Gli automobilisti, probabilmente, rimasero privi di sensi, poiché si risvegliarono nel veicolo fermo, rendendosi conto che erano passate diverse ore.
Tornarono a casa, entrambi confusi e consapevoli che era successo qualcosa fuori dall'ordinario. Ma, non sapevano cosa. Dovettero passare diverse settimane prima che Stephens si decidesse a vedesse un medico e si sottoponesse a una regressione ipnotica: ne venne fuori una storia inquietante in parte avvalorata da un agente di polizia che avrebbe segnalato un UFO simile, nello stesso momento e nella stessa area.



Le stranezze parvero iniziare ben prima dell’avvistamento dell'enorme oggetto luminoso. Intorno alle 2:30, mentre si dirigevano verso il lago Thompson, la loro macchina fu “afferrata” da una forza esterna che ne prese il controllo. L’auto deviò, da sola, verso una strada secondaria che portava a Oxford. Ebbero l’impressione che le ruote non toccassero più l’asfalto. Stephens ricorda che dopo una curva, improvvisamente, vide delle luci colorate. Rimasero visibili solo per pochi attimi, poi due grandi bagliori li accecarono.

Stephens si ritrovò a guardare la macchina dalla finestra di un ambiente dove, subito dopo, entrò una strana creatura. Descrisse questo essere come basso (circa quattro piedi e mezzo) e con la pelle estremamente pallida. La sua testa aveva una forma a fungo, due occhi senza sopracciglia e al posto del naso c'erano "due puntini". Era coperto da una sorta di tunica. Nella sua testa risuonò un messaggio che gli diceva di non aver paura, suggerendo agli investigatori una sorta di comunicazione telepatica. La creatura lo guidò verso un altro vano, nel quale c'erano altri individui alieni. La stanza aveva una chiara impostazione medicale: c’era persino quello che sembrava un tavolo operatorio sul quale gli fu detto di stendersi. Quindi, furono prelevati campioni di sangue. Poi gli fu chiesto di spogliarsi, ma invece di obbedire, Stephens, nel tentativo di sottrarsi a quello che sembrava il preludio di una visita medica, si scagliò contro uno di loro. Non ottenne l’effetto sperato: le creature si limitarono ad allontanarsi dal tavolo. Infine, rassicurandolo, hanno insistito, convincendolo a spogliarsi: la natura surreale di quell'esperienza stava già indebolendo la sua volontà.
C'era un grosso dispositivo con un braccio, simile a una macchina a raggi X, che si muoveva sopra di lui. Quando il dispositivo veniva spostato, si sentiva un chiaro "clic". Prelevarono campioni di capelli e dei ritagli di unghie. Questi campioni finirono in una sorta di tubi.

Non sa come, ma si ritrovò improvvisamente in un'altra stanza a guardare di nuovo fuori da una finestra. Successivamente, allo stesso modo, si ritrovò in macchina, al posto di guida, con Glen seduto accanto a lui. Entrambi si stavano riprendendo e il veicolo era ancora fermo, accostato al lato della strada. Ma la cosa più inquietante era che la nave spaziale rimaneva sopra di loro. Stephens accese il motore e si allontanò rapidamente.
L’oggetto li seguì fin sopra la città di Polonia, poi scomparve dalla vista. Così, invertirono il senso di marcia per tornare verso Oxford. Ma l’avventura non era finita: dopo un po’, l’auto ritornò sotto il controllo di una forza esterna e i due amici si ritrovarono in una strada buia, affacciata sul Tripp Pond. Fu allora che il motore si spense e davanti a loro apparve una nave ancora più grande!
L'enorme scafo si trovava a non più di 300 piedi dal tetto dell'auto. Mentre osservavano con ammirazione l'incredibile spettacolo, notarono due scafi più piccoli emergere dall'acqua. Si alzavano in alto poi si tuffavano di nuovo in l'acqua. Lo fecero più volte poi, insieme alla grande nave rimasta in bilico sopra l'auto, schizzarono in aria e scomparvero. L'incontro durò una ventina di minuti. Quando riavviarono l'auto e si avviarono verso la casa di Stephens, il cielo sopra di loro cominciava a schiarirsi. Uno sguardo all'orologio rivelò che erano appena passate le ore 07:00. I due giovani andarono subito a letto: non parlarono con nessuno dell'incontro poiché temevano di essere presi per pazzi.

Ma, poco dopo, entrambi iniziarono a sentirsi male. Stephens, in seguito, affermò che si sentivano storditi, tanto da non riuscire a camminare, a vedere bene e a malapena a parlare. La madre di Stephens testimoniò che i due giovani avevano mani e piedi gonfi ed entrambi sudavano copiosamente ma lamentavano un freddo intenso. Nonostante, li coprisse, non riuscì a tenerli al caldo. Alla fine della giornata, circa dodici ore dopo l’incidente, cominciarono a sentirsi meglio, ma tornarono in piena forma solo dopo diversi giorni.

1 commento:

  1. L'ennesimo rapimento su strada. Questo rapporto, simile agli altri due postati in precedenza, dimostra che il "fenomeno" si manifesta sempre più o meno con lo stesso modus operandi.

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