Julia Fischer (di Vienna) alla tenera età di sei anni, ebbe una straordinaria esperienza di pre-morte. Correva l’anno 2023: racconta di essersi svegliata con un forte mal di testa e di come è collassata subito dopo a causa di un'emorragia cerebrale, potenzialmente letale, che la costrinse in terapia intensiva per due settimane. Fu proprio durante quel ricovero che Fisher sperimentò l'esperienza di pre-morte.
Ebbe la netta sensazione di "scivolare fuori" dal corpo. Si ritrovò, quindi, a fluttuare a circa due metri sopra il letto, mentre osservava il suo corpo disteso e gli strani tubi collegati alla testa. Inizialmente, non capì cosa stesse succedendo, ma presto si rese conto che qualcosa non andava. Questa consapevolezza la portò alla conclusione che poteva essere morta. Osservava se stessa o meglio, il suo corpo e l'attrezzatura medica con un senso di distacco e di leggerezza. Non riusciva a vedere i suoi piedi e neanche le mani, il che potrebbe sottolineare la natura disincarnata di questa sua esperienza.
- La parte più impressionante - ha rivelato - era il silenzio. Un silenzio assoluto che non è possibile sperimentare in questo mondo. Era come premere il pulsante di pausa, click: più nessun rumore. Vedi tutto al rallentatore, è così che l'ho percepito. Ripeto: era un silenzio che non possiamo sperimentare su questa Terra.
Fisher ricorda di essersi diretta verso lo stipite della porta che era inondato di luce. Una luce che aveva una frequenza unica, diversa da qualsiasi luce sulla Terra. Come una falena, si sentì attratta da quella luce, ma all'improvviso fu fermata da una voce che le chiedeva se davvero voleva andare oltre la soglia. La “persona” che avanzò la richiesta non era visibile, il che aggiunge qualcosa di mistico all’intera vicenda. Mentre rifletteva su quella domanda, il pensiero corse ai suoi genitori e questo la riportò al suo corpo con grande impeto.
- Ebbi la sensazione che fosse di un tono leggermente bluastro, un mix di luce bianca e blu. Ne fui attratta: era qualcosa che non avevo mai visto prima. Mi sono mossa lentamente verso questa luce, molto lentamente. Poi ho sentito una voce, una voce che mi chiedeva: "vuoi andare oltre?" Mi fu posta questa domanda, ma non vidi nessuno, udivo solo una voce che chiedeva: "vuoi andare?" Fu davvero emozionante. In quel momento, ho riflettuto, ci ho pensato e ho avuto un solo pensiero: i miei genitori. Ho pensato immediatamente ai miei genitori: mamma e papà. Mentre avevo questo pensiero, fu come se una forza mi tirasse indietro, come se il pensiero di mamma e papà mi stesse riportando indietro, nel mio corpo, ad una velocità incredibile. Ecco, questa è stata la mia esperienza di pre-morte.
Fischer descrisse la luce come un'evocazione di sentimenti di amore e sicurezza: si sentiva in buone mani. La decisione di tornare nel suo corpo sembrò influenzata solo dai suoi pensieri: non avvertì alcuna pressione da parte di una forza esterna a restare o ad andare.
Dopo aver trascorso due settimane in terapia intensiva e altre due settimane in reparto, Fisher scelse di non condividere immediatamente la sua esperienza, tantomeno con i suoi genitori, troppo fragili emotivamente in quel momento. Ci vollero due anni per elaborare l'evento prima di parlarne con la madre, che reagì in modo aperto e solidale.
Fischer ha descritto l'esperienza di pre-morte e di come abbia influenzato il resto della sua vita. Tuttavia non ne parla molto: comprende che la gente potrebbe non capire. L'esperienza ha portato Fisher a esplorare argomenti spirituali: è profondamente interessata al significato della vita. Crede che le anime vengano sulla Terra per sperimentare vari aspetti dell'esistenza, come il perdono, vivendo eventi di vita specifici. È diventata più sensibile alle energie che la circondano e prova emozioni nuove. Questa sensibilità accresciuta, influenza le sue interazioni con le persone. Ormai, il suo orientamento spirituale influenza anche le sue scelte professionali, portandola a formarsi come kinesiologa, anche se cerca di integrare al massimo la spiritualità nel suo lavoro.
C'è sicuramente qualcosa dopo la morte. In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr.(Cfr. dopo la morte) un medico, inizialmente scettico ed in seguito, fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, è considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna.
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