13 Maggio 1917. La località portoghese di Cova da Iria, una valletta a ridosso di Fatima, divenne teatro di una serie di apparizioni miracolose i cui protagonisti furono tre pastorelli, Lucia dos Santos e i cuginetti Francesco e Jacinta Marto, divenuti poi noti come "i veggenti di Fatima". Una figura di luce comparve numerose volte, durante i mesi estivi, sempre nella valle della Cova da Iria e fu qui che quel fatidico 13 Maggio ai tre testimoni riunitisi con un certo numero di fedeli, avvertiti precedentemente da un "angelo" annunciatore, comparve una giovane donna luminosa che, ritennero, essere la Vergine Maria. Da allora, per sei volte, puntualmente il tredici di ogni mese, ai piedi di un ulivo, l’entità celeste si manifestò a un numero sempre più grande di fedeli, richiamati dalla presunta natura divina dell’evento. In genere, le apparizioni della "Signora" erano preannunciate da "inusuali" manifestazioni nel cielo.
I portoghesi Joaquim Fernandes e Fina d’Armada condussero intense ricerche per ben sei anni, in particolare sulle prime apparizioni e sulla ricostruzione grafica dell’entità, desunta dalle descrizioni testimoniali dei bambini prima che fossero influenzati dai modelli religiosi.
La loro minuziosa ricerca, sviluppatasi sui manoscritti dell’inchiesta parrocchiale depositati nel santuario di Fatima, su interrogatori originali e dichiarazioni rilasciate da Lucia, Francisco e Jacinta, oltre a quelle di un centinaio di testimoni oculari, insomma su fonti di prima mano, li portò a individuare una quarta testimone oculare di almeno altre due apparizioni, indirettamente connesse a quelle dei pastorelli, come vedremo più avanti. La "quarta testimone" è Carolina Carreira, intervistata nel 1978, tre anni prima della sua morte. Nulla, della Carreira, era mai emerso dalle indagini delle commissioni d’inchiesta ufficiali dell’epoca.
Il racconto della bambina, in particolar modo nella descrizione dell’entità incontrata, coincide minuziosamente con una delle primissime descrizioni della Signora luminosa fornite da Lucia, ma che non furono inserite nell’incartamento dell’inchiesta ufficiale dell’epoca.
Il collegamento con quanto raccontato da Lucia emerge da un’intervista rilasciata dalla bambina al giornale parrocchiale locale. Lucia parlò di una signora molto luminosa, alta circa un metro e dieci centimetri, dall’apparente età di dodici o quindici anni, che indossava un abito molto aderente: una gonna stretta, una giacca e un mantello, tutti decorati da cordoni dorati cuciti sopra. Sul capo portava qualcosa che le nascondeva i capelli e le orecchie, gli occhi erano neri, aveva, inoltre, dei cerchietti ai lati del collo. Veniva dall’alto e svaniva gradualmente nella direzione opposta, non eseguiva movimenti facciali e non muoveva le labbra ma solo le mani di tanto in tanto. Aveva una sfera luminosa nella mano sinistra tenuta all’altezza della vita e voltava le spalle ai testimoni quando se ne andava.
Seguiamo la pista di Fernandes. Secondo il ricercatore portoghese, nel 1947 il futuro vescovo di Viseu, Don José Pedro da Silva, forse trovando strano il silenzio di Lucia, chiese direttamente alla veggente: - La zia Maria da Capelinha afferma, nella sua deposizione ufficiale, che sua figlia Carolina aveva visto un angelo passeggiare nella Cova da Iria. L’angelo chiese loro di dire tre Ave Maria. Dopo, aveva chiesto alla sorella che domandasse alla Madonna cos’era "quello" e che la sorella, nelle piccole Valli, aveva chiesto alla Madonna ottenendo la risposta che era un angelo... che c’è di vero in questo?
Lucia rispose: - Non lo so, non mi ricordo nulla.
La deposizione ufficiale alla quale si riferisce Don José Pedro da Silva si trova nel documento denominato "Interrogatorios oficiales" del 1923. Fu redatto dal Visconte de Montelo e comprende la seguente frase, nel testo integrale: "Nelle piccole Valli, Lucia chiese alla Madonna, su richiesta del testimone (zia Maria) se la Madonna fosse apparsa a qualcun altro nella Cova da Iria. La Madonna rispose che non era lei bensì un angelo, il volto che Carolina, la più giovane delle figlie della testimone, di dodici anni, e che la piccola di sette anni di Espite, avevano visto il 28 luglio, vicino all’olivo. L’angelo era basso, molto bello, con i capelli biondi, volto che Carolina vide, dopo, sopra l’ulivo".
In realtà, spiega Fernandes, la documentazione ufficiale di Fatima ci introduce alla visita di altri esseri alla Cova da Iria, oltre alla Beata Vergine Maria, e ci parla di più veggenti oltre ai tre già conosciuti. Per questo Carolina va considerata la quarta veggente di Fatima, vissuta per lunghi anni in oblio e anonimato. Fernandes sottolinea inoltre che nessuno, nemmeno uno dei sacerdoti, l’aveva mai interrogata. La bambina ne aveva parlato solo in casa a sua madre e ai fratelli. E se il Canonico Formigâo non avesse invitato sua madre a deporre, la sua testimonianza sarebbe andata completamente perduta. L’anonimato, intanto, le ha consentito di non essere infastidita da frotte di fedeli curiosi, ed è anche possibile che l’avrebbero chiusa in convento come accadde a Lucia. Invece, Carolina si è sposata e, pur non avendo avuto figli, ha condotto una vita normale, senza sacrifici esagerati per aiutare i peccatori. Per parlare con lei - dice Fernandes - non è stato necessario chiedere l’autorizzazione del vescovo della diocesi. Naturalmente, tutta la sua deposizione, rilasciata il 22 luglio 1978 è stata registrata. Il testo viene qui riportato integralmente, eccetto le ripetizioni inutili.
- Io abitavo lontano - dichiarò Carolina a Fernandes - stavo andando a controllare un gregge al posto del padrone, che aveva chiesto a mia madre il permesso di lasciarmi andare a casa sua finché avesse trovato un guardiano per le pecore. Mia madre mi lasciò andare. Quell’uomo aveva una cameriera che veniva dalle parti di Coimbra. Una ragazzetta che giunse da noi per imparare a fare le pulizie. Un giorno ci sedemmo a controllare il gregge, molto tranquillo dato il caldo. Passò un carro con delle bestie che andava a nord. Era il giorno di una fiera su a nord, da Santa Caterina in su. Dato che il gregge era calmo, le dissi: "Conceicâo, andiamo su fino alla strada (le pecore erano in una valletta) per vedere se il carro va oltre la Cova da Iria". Andammo là, l’osservammo e il carro andò verso nord. Dopo dissi: "Conceicâo, torniamo indietro adesso perché il gregge può combinare qualche guaio e il padrone è molto irascibile". Mentre passavamo, abbiamo guardato l’olivo, circondato da un muretto che mia madre aveva costruito per proteggerlo dal vento e abbiamo visto una "bambina" di circa otto, dieci o forse dodici anni che entrava nel piccolo recinto di pietre e camminava avanti e indietro: aveva un vestito bianco, i capelli biondi lunghi fino alle spalle. Io sentivo dentro di me una voce che mi ripeteva continuamente: "Vai lì e dì tre Ave Maria." Così dissi a Conceicâo: "tu non senti niente? Non senti una voce dentro di te?" "No, non sento nulla". Poi siamo tornate al gregge e abbiamo visto che non si era spostato e che era ancora tranquillo, così ho detto a Conceicâo: "torniamo a vedere se la gente vede la stessa cosa". Ma quando siamo tornate nello stesso punto dove avevamo visto la "bambina”, vedemmo un’immagine sopra l’olivo. Non so se era la stessa cosa che avevamo visto prima ma quando l’hanno chiesto a Lucia e lei l’ha chiesto alla Madonna, la Madonna rispose che non era stata Lei ad apparirmi ma un angelo. Anche l’immagine continuava a ripetermi di dire tre Ave Maria là sotto quell’albero ma non mi ricordo se l’ho fatto... ero preoccupata per il gregge e così io e l’altra ragazza siamo tornate dalle pecore". L’apparizione avvenne attorno alle 9.00-10.00 del mattino.
Sono stati necessari, afferma Fernandes, sessantuno anni per trovare un testimone vivo e disponibile, per dimostrare la tesi della presenza, a Fatima, di esseri antropomorfi, oggi associati agli UFO. Questa testimone ignorata, forse di proposito, si è dimostrata fonte d’indizi che hanno contribuito a ricostruire il vero scenario del fenomeno, isolandolo dalla sfera religiosa nella quale fu costretto. Alla fine, sottolinea Fernandes, si è riusciti a passare da una discreta pista alla testimonianza verbale della quarta veggente, che confermava un insieme di osservazioni concernenti il manifestarsi di esseri di bassa statura. Inoltre, la deposizione della Carreira inquadra l’Operazione Fatima sotto un’altra luce: quella della manipolazione mentale, sperimentata anche dalla principale testimone del 28 luglio 1917. La creatura che Carolina e l’amica videro accanto all’ulivo, luogo delle apparizioni della Madonna nel tredicesimo giorno del mese, non rappresenta una manifestazione insolita negli annali ufologici, come invece ritennero, all’epoca, i sacerdoti incaricati di registrare l’importante deposizione.