Cerca nel blog

sabato 14 luglio 2012

I FIGLI DI DIO: GLI ANGELI


Il Libro di Enoch è, almeno in parte, molto simile al capitolo sei della Genesi. Quello in cui si racconta che i figli di Dio, gli angeli, si resero conto che le figlie degli uomini erano belle e se le presero per mogli. Il Libro non è altro che un’elaborazione di quella storia: vi si afferma che ai tempi di Jared, padre di Enoch, duecento di questi angeli scesero giù dal monte Hermon con l’intento di avere rapporti sessuali con donne umane. In breve, stando a Enoch, sembra che queste donne partorirono dei figli, i quali crescendo si dimostrarono arroganti e bellicosi, diventando una vera e propria calamità. Secondo il racconto, furono gli angeli che insegnarono agli uomini l’arte di fabbricare armi fondendo i metalli e favorivano la licenziosità insegnando alle donne a truccarsi e a portare ornamenti. Non dobbiamo considerarli solamente maestri di dissolutezza; infatti, portarono conoscenze di astronomia, meteorologia e altre utili scienze. Dio però decise che andavano punti e inviò altri angeli per imporre la sua volontà: i ribelli furono catturati e imprigionati. A questo punto Dio decise di “ripulire” la Terra con il diluvio, dal quale si salverà solo Noè. Prima però, Enoch racconta qualcos’altro: la moglie di suo nipote, Lamech figlio di Matusalemme, partorì un bambino, Noè per l’appunto, il cui aspetto fu uno shock per suo padre. Aveva la pelle chiara, i capelli biondi e i suoi occhi erano così belli che sembravano emanare luce. Lamech si recò da Matusalemme e disse a suo padre: - ho messo al mondo uno strano figlio, non simile agli esseri umani ma piuttosto ai figli degli angeli. - Chiaramente, Lamech sospettava che suo figlio fosse stato generato da uno degli angeli.
Matusalemme che non se la sentiva di rassicurarlo del contrario, partì alla ricerca di suo padre che si era ritirato in un luogo remoto. Enoch udito il racconto volle parlare con la donna e apprese l’amara verità. Tuttavia, disse a Matusalemme di tranquillizzare suo figlio: il neonato era davvero suo e doveva chiamarsi Noè. Enoch, che aveva avuto un sogno premonitore, era a conoscenza che il mondo sarebbe stato distrutto dal diluvio: solo Noè e i suoi figli si sarebbero salvati. Sembra, dunque che Dio avesse scelto Noè quale progenitore di una nuova razza umana, nel genoma della futura razza ci sarebbero stati i geni degli angeli.

La versione slava del Libro di Enoch contiene un preludio del rapimento del Profeta da parte di esseri di alta statura che lo portarono in un luogo di perenne luce. Qui Enoch, in una sorta di visita guidata, scopre un’orrenda fossa che sarebbe divenuta il prototipo dell’inferno cristiano. L’inferno, infatti, al pari del diavolo, erano sconosciuti nell'antichità. In seguito fu condotto al “Giardino della rettitudine” che si direbbe il giardino dell’Eden perché quando Enoch chiese cosa fosse un albero di particolare bellezza e dal delizioso profumo, gli fu risposto che era l’Albero della conoscenza dal quale Eva aveva raccolto un frutto (i frutti di cui trattasi, però si presentavano a grappolo, quindi non erano mele!). Il Signore, invece, pareva preoccuparsi per un’altra pianta, l’Albero della vita: se l’uomo ne avesse mangiato i frutti, la durata della sua vita sarebbe diventata lunghissima (in pratica, eterna).

A questo punto si trova uno dei passi più interessanti del libro: “E in quei giorni io vidi che lunghe corde venivano date agli angeli ed essi mettevano le ali e volavano, dirigendosi vero Nord. E io chiesi all’angelo dicendogli: - perché hanno preso le corde e se ne sono andati? – Ed egli rispose: - sono andati a misurare.
Angeli che intraprendono un rilevamento? E’ una cosa che non ha senso nel contesto della visione cristiana degli angeli. Forse quegli esseri erano degli antichi scienziati intenti ad eseguire una rilevazione geografica.
Gli angeli volarono verso Nord (partendo dal Polo Sud, tutte le direzioni vanno verso Nord) per compiere una sorta di rilevazione globale estremamente accurata, come rivelerebbero certe antiche mappe (come quella di Piri Reis) che, tra l’altro, ci mostrano un’Antartide priva di ghiacci. Queste carte ci fanno presumere che la rilevazione fu effettuata, millenni or sono, da una civiltà o da una razza molto avanzata. Sembrerebbe che popoli antichi e sconosciuti avessero una cognizione straordinaria ed esauriente della superfice del nostro globo.

1 commento:

  1. Gli angeli volarono verso Nord per compiere una sorta di rilevazione globale estremamente accurata, come rivelerebbero certe antiche mappe (come quella di Piri Reis) che, tra l’altro, ci mostrano un’Antartide priva di ghiacci.

    RispondiElimina