Correva l’anno 1987, Andrea Crociani stava ricevendo un’accorata confessione da un pilota militare che era in volo la notte in cui precipitò, nei pressi di Ustica, il DC9 dell’ITAVIA.
- Sei statu tu? – Chiese all’amico.
Il pilota era il Tenente Colonnello Mario Naldini, che morì l’anno dopo nell’incivolo di Ramstein.
- No, ci hanno pensato gli altri – rispose – ma ora voglio mettere tutto per iscritto.
Naldini perse la vita insieme al collega Nutarelli, che era in volo con lui quella notte. Nessuno dei due poté parlare con il giudice Bucarelli, che li aveva entrambi convocati.
Riuscì Naldini a depositare da un notaio il suo racconto? Fu attendibile la testimonianza dell’amico Crociani che, anni dopo, si presentò davanti al giudice Priore per raccontargli quel che gli fu detto?
Crociani raccolse la testimonianza di un uomo affranto e spaventato, il quale gli raccontò che, quella notte, c’erano in volo due aerei non identificati. Con Ivo Nutarelli, si apprestarono ad intercettarli ma, arrivò l’ordine di non farlo!
- Seppi del DC9 quando tornai a terra. – Avrebbe detto Naldini.
- Perché non l’hai mai raccontato?
- Devo tutto all’Arma: ho fatto un giuramento!
Poi, chiese all’amico se conosceva qualcuno di cui potersi fidare per depositare una memoria scritta. Crociani sostenne di non aver potuto aiutare Naldini: non conosceva nessuno di cui fidarsi, né sa se Naldini l’abbia poi trovato. Tuttavia, Crociani deve aver pur dato, in una testimonianza durata cinque ore, qualche elemento di riscontro, in quanto, dopo quindici giorni, il Giudice Priore stava ancora valutando la sua testimonianza.
Crociani raccolse la testimonianza di un uomo affranto e spaventato, il quale gli raccontò che, quella notte, c’erano in volo due aerei non identificati. Con Ivo Nutarelli, si apprestarono ad intercettarli ma, arrivò l’ordine di non farlo!
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