Nella prima parte abbiamo trattato la “storia” ora
passiamo al mito. Infatti, le prove per affermare ciò che trattiamo sono
scarne, insufficienti, ma la vicenda è comunque affascinante, troppo, per
evitare di trattarne.
DIARIO DI BORDO: CAMPO BASE , 19 febbraio 1947.
Ore 06:00 – Tutta la preparazione per il nostro
viaggio è completata e siamo in volo con il pieno di carburante.
Ore 06:20 – La miscela di carburante sembra troppo
ricca. Aggiustato l’afflusso e il (motore) Pratt Whitneys vola tranquillamente.
Ore 07:30 – Controllo radio con il campo base, è
tutto a posto e la ricezione è normale.
Ore 07:40 – Si nota una lieve perdita di olio al
motore destro, tuttavia l’indicatore della pressione sembra normale.
Ore 08:00 – Notata una leggera turbolenza da est a
una altitudine di 2.321 piedi, correzione a 1.700 piedi, la turbolenza cessa ma
aumenta il vento in coda, piccolo aggiustamento della manetta, l’aereo procede
ora normalmente.
Ore 08:15 – Controllo radio con il campo base,
situazione normale.
Ore 08:30 – Incontrata nuovamente una turbolenza,
saliti a 2.900 piedi di quota, di nuovo ottime condizioni di volo.
Ore 09:10 – Distese di ghiaccio e neve sotto di
noi, notate delle colorazioni gialle diffuse linearmente. Cambiamento di rotta
per effettuare un l’esame di queste configurazioni colorate, notate anche
colorazioni color viola e porpora. Controllata quest’area con due giri completi
e ritornati sulla rotta stabilita. Effettuato un nuovo controllo di posizione
con il campo base e riportate le informazioni circa le colorazioni nel ghiaccio
e nella neve sottostanti.
Ore 09:10 – Sia la bussola magnetica che la
girobussola cominciano a ruotare e a oscillare, non ci è possibile mantenere la
nostra rotta con la strumentazione. Rileviamo la posizione con il sole, tutto
sembra ancora a posto. I controlli sembrano lenti nel rispondere e nel
funzionare, ma non c’è indicazione di congelamento!
Ore 09:15 – In lontananza sembrano esserci delle
montagne.
Ore 09:49– Trascorsi 29 minuti di volo dal primo
avvistamento delle montagne, non è un miraggio. E’ una piccola catena di
montagne che non avevo mai visto prima.
Ore 09:55 – Cambio altitudine a 2.950 piedi,
incontrata di nuovo una forte turbolenza.
Ore 10:00 – Stiamo sorvolando la piccola catena di
montagne e procediamo verso nord per quanto possiamo appurare. Oltre le
montagne vi è ciò che sembra essere una valle con un piccolo fiume o ruscello
che scorre verso la parte centrale. Non dovrebbe esserci nessuna valle verde
qui sotto! C’è qualcosa di decisamente strano e anormale qui! Dovremmo
sorvolare solo ghiacci e neve! Sulla sinistra ci sono grandi foreste sui
fianchi dei monti. I nostri strumenti di navigazione girano ancora come
impazziti, il giroscopio oscilla avanti e indietro!
Ore 10:30 – Incontriamo altre colline verdi.
L’indicatore della temperatura esterna indica 74 Fahrenheit (circa 24 gradi
centigradi)! Ora proseguiamo sulla nostra rotta. Gli strumenti di navigazione
sembrano normali adesso. Sono perplesso circa le loro reazioni. Tento di
contattare il campo base. La radio non funziona!
Ore 11:30 – Il paesaggio sottostante è più
livellato e normale. Avanti a noi avvistiamo ciò che sembra essere una città!
E’ impossibile! L’aereo sembra leggero e galleggia stranamente. I controlli si
rifiutano di rispondere! MIO DIO! Alla sinistra e a alla destra delle nostre
ali ci sono apparecchi di uno strano tipo. Si avvicinano rapidamente. Sono
discoidali e da essi irradia una forma di energia. Ora sono abbastanza vicini
per vedere i loro stemmi. E’ uno specie di Svastica! E’ fantastico. Dove siamo?
Cosa è successo: ancora una volta tiro decisamente i comandi. Non rispondono!
Siamo bloccati in una invisibile morsa.
Ore 11:35 – La nostra radio gracchia e giunge una
voce che parla in inglese con leggero accento nordico o tedesco! Il messaggio
è: “Benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio. Vi faremo atterrare esattamente
tra sette minuti. Rilassatevi, Ammiraglio, siete in buone mani”. Mi rendo conto
che i motori del nostro aereo sono spenti. L’apparecchio non è sotto il nostro
controllo. I comandi sono inutilizzabili.
Ore 11:40– Ricevuto un altro messaggio radio.
Stiamo per cominciare la procedura di atterraggio e in breve l’aereo vibra
leggermente e comincia a scendere come catturato da un enorme, invisibile ascensore!
Il movimento verso il basso è inavvertibile e tocchiamo terra con un solo
leggero scossone!
Ore 11:45 – Sto facendo un’ultima velocissima
annotazione sul diario di bordo. Alcuni uomini si stanno avvicinando all’aereo
a piedi. Sono alti e hanno i capelli biondi. In lontananza c’è una grande città
scintillante, pulsante dei colori dell’arcobaleno. Non so cosa succederà ora,
ma non vedo traccia di armi su coloro che si avvicinano. Sento una voce che mi
ordina, chiamandomi per nome, di aprire il portellone. Eseguo.
Finisce qui il diario di bordo.
11 Marzo 1947. Ho appena avuto un incontro di Stato
Maggiore al Pentagono. Ho pienamente riportato la mia scoperta e il messaggio
del Maestro. E’ stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente è stato avvisato.
Vengo trattenuto per diverse ore (6 ore e 39 minuti per essere esatti). Sono accuratamente
interrogato dalle Forze di Sicurezza e da un’equipe medica. E’ un travaglio!
Vengo posto sotto stretto controllo attraverso la
Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America. Mi viene ordinato di tacere su
quanto appreso, per il bene dell’umanità!
Incredibile! Mi viene ricordato che sono un
militare e che quindi devo obbedire agli ordini.
11 marzo 1947
A partire da ora, scrivo qui tutti gli avvenimenti
successivi, a memoria. Ciò sfida l’immaginazione e si confinerebbe nella follia
se non lo avessi vissuto veramente.
L’operatore radio e io veniamo portati fuori
dall’apparecchio e siamo ricevuti nel modo più cordiale. Venimmo portati allora
su una piccola piattaforma mobile di trasporto senza ruote. Ci portò con grande
rapidità verso la città scintillante. Da più vicino, la città sembra essere di
cristallo. Presto, arriviamo verso un grande edificio, di una forma che non ho
mai visto prima. Sembra essere uscito direttamente degli schizzi di Frank Lloyd
Wright o forse meglio ancora, da un film di Buck Rogers! Ci viene offerta una
bevanda tiepida: non avevamo mai assaggiato nulla di simile, ma è deliziosa.
Dopo circa dieci minuti, due dei nostri stupefacenti ospiti vengono a raggiungerci
e annunciano che devo andare con loro.
Non ho altra scelta: devo seguirli. Lasciai il mio
operatore radio e camminammo per un po’ fino a raggiungere quello che sembrava
essere un ascensore. Scendemmo: la macchina si fermò e la porta dell’ascensore
scivolò silenziosamente verso l’alto. Procedemmo poi verso il basso in un lungo
corridoio illuminato da una luce rosa che sembra provenire direttamente dai
muri. Uno degli esseri ci fece segno di fermarci davanti a una grande porta.
Sulla porta c’era un’iscrizione che non riuscii a leggere. La grande porta si
aprì silenziosamente e fui invitato a entrare. Uno di loro disse: - non abbiate
timore Ammiraglio, avrete un incontro col Maestro.
Entrai, e i miei occhi contemplarono la bella
colorazione che sembrava riempire il locale: era lo spettacolo più bello che
avessi mai visto. Era troppo bello e meraviglioso da descrivere. Era squisito e
delicato. Non penso che esista un termine umano che possa correttamente
descriverlo in tutti i suoi dettagli. I miei pensieri sono cordialmente
interrotti da una voce calda e melodiosa: - vi auguro il benvenuto nel nostro
dominio, Ammiraglio.
Vidi un uomo coi tratti delicati e con il segno
degli anni sul viso. Era seduto vicino a un lungo tavolo. Mi invitò ad
accomodarmi su una delle sedie. Appena mi sedetti, lui incrociò le dita e sorrise.
Parlò delicatamente comunicandomi ciò che segue: - Vi abbiamo permesso,
Ammiraglio, di entrare qui perché siete di carattere nobile e conosciuto nel
Mondo di Superficie.
Il Mondo di Superficie? rimasi senza fiato!
- Sì - replicò il Maestro, sorridendo - Siete nel
dominio degli Ariani, il Mondo Interiore della Terra. Non ritarderemo per molto
tempo la vostra missione e sarete scortati verso la superficie fino una certa distanza.
Ma adesso, Ammiraglio, vi dico perché siete stati convocati qui. Cominciammo a
interessarci a voi a causa delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki,
in Giappone. Da quel momento, abbiamo mandato le nostre macchine volanti, i
“Flügelräds” in superficie per indagare su ciò che la vostra razza aveva fatto.
Questa, ovviamente, è storia passata, caro Ammiraglio, ma veniamo al dunque.
Vedete, non abbiamo mai interferito nelle guerre e nelle barbarie della vostra
razza ma, adesso dobbiamo farlo, perché avete imparato a manipolare un potere che
non è degli uomini, l’energia atomica. I nostri emissari hanno già consegnato
dei messaggi ai governanti del vostro mondo, ma questi non ne tengono conto.
Adesso, siete stato scelto per testimoniare che il nostro mondo esiste. Vedete,
Ammiraglio, la nostra cultura e la nostra scienza sono avanti di parecchie
migliaia di anni su quelle della vostra razza.
L’interruppi: - Ma che cosa ho a che fare io con
tutto questo, Signore?
Gli occhi del Mastro sembrarono penetrare la mia
mente e dopo avermi studiato per un po’, rispose: - la vostra razza ha
raggiunto il punto di non ritorno, perché ci sono alcuni tra voi che distruggerebbero
il mondo pur di mantenere il loro potere.
Acconsentii e il Maestro continuò: - già dal 1945,
abbiamo provato a contattare la vostra razza, ma i nostri sforzi hanno incontrato
solamente ostilità e i nostri Flugelrads sono stati attaccati e inseguiti con
rabbia e animosità dai vostri aerei da combattimento. Vi dico adesso, figlio
mio, che c’è una grande tempesta che si addensa sul vostro mondo, un furore
nero che permarrà per molti anni. Non potranno nulla i vostri eserciti, la
vostra scienza non vi fornirà alcuna protezione. Questa furia imperverserà
finché ogni fiore della vostra cultura sarà calpestato e ogni cosa umana sarà
immersa in un vasto caos. La vostra ultima guerra non era che un preludio di
ciò che ancora deve accadere alla vostra razza. Noi qui, lo vediamo più
chiaramente a ogni ora che passa. credete che mi sbagli?
No – risposi - è successo già una volta che questi
periodi oscuri arrivassero e durassero per più di cinquecento anni.
-
Sì figlio mio - replicò il Maestro - le Ere
oscure che verranno per la vostra razza copriranno la Terra come un velo, ma
credo che parte della vostra gente sopravvivrà a questa tempesta, al di là
della quale io non riesco a vedere. Prevediamo che, in un futuro remoto, un
nuovo mondo rinascerà dalle rovine. La vostra razza, cercando i tesori perduti
e inseguendo le leggende, arriveranno qui, figlio mio, salvi nelle nostre mani.
Quando questo tempo arriverà, verremo a aiutarvi, a far rifiorire la vostra
cultura e a far rivivere la vostra razza. Forse, allora, avrete appreso la futilità
della guerra e delle sue distruzioni e dopo questo tempo, certi elementi della
vostra cultura e della vostra scienza riappariranno di nuovo. Figlio mio,
dovete ritornare al mondo di superficie con questo messaggio.
Con queste ultime parole il nostro incontro sembrò
terminare. Rimasi perplesso: stavo sognando? Ma, ancora una volta, sapevo che
tutto ciò era reale e per qualche strana ragione, mi inchinai leggermente, forse
per rispetto o per umiltà, non saprei dirlo.
Solo allora mi accorsi che i due individui che mi
avevano portato li, si trovavano ancora ai miei fianchi.
-
Di qua, Ammiraglio - disse uno di essi.
Mi girai ancora una volta: prima di uscire e guardai
indietro verso il Maestro. Un sorriso dolce gli attraversava il viso vecchio e
delicato.
-
Addio, figlio mio – disse. Mi accomiatò con un
gesto di pace: il nostro incontro era finito.
Velocemente, tornammo fino alla grande porta della
camera del Maestro e ancora una volta prendemmo l’ascensore. La porta scivolò
silenziosamente verso il basso e risalimmo immediatamente. Uno dei miei accompagnatori
disse: - dobbiamo fare in fretta, Ammiraglio, è desiderio del Maestro di non
trattenervi ulteriormente e voi dovete tornare per portare il suo messaggio al
vostro popolo.
Non risposi. Tutto pareva così incredibile. Entrai
nel locale e vi ritrovai il mi operatore radio. Aveva un’espressione preoccupata
sul viso. Lo rassicurai dicendogli: - va tutto bene, Howie, va tutto bene.
I due individui ci portarono verso il veicolo che
ci aspettava. Salimmo e ci ritrovammo presto a bordo del nostro aereo. I motori
iniziarono a girare. Tutto succedeva in fretta come in una situazione
d’emergenza. Appena il portello fu chiuso, l’aereo fu subito sollevato dalla
stessa forza invisibile, finché raggiungemmo un’altitudine di 2.700 piedi
(circa 520 metri). Due apparecchi ci scortarono fino a una certa distanza,
orientandoci sulla strada del ritorno. Il nostro tachimetro non registrava
alcun dato, sebbene ci spostassimo a molto velocemente.
Alle ore 02:15 arrivò un messaggio radio: - Vi
lasciamo adesso, Ammiraglio, i vostri comandi sono liberi. “Auf Wiedersehen!
Vedemmo i flügelräder sparire nel cielo blu
pallido.
L’aereo si abbassò improvvisamente come se subisse
l’effetto di un vuoto d’aria. Riprendemmo velocemente il controllo
dell’apparecchio. Durante il viaggio non parlammo: ognuno rimase immerso nei propri
pensieri.
Ore 02:20 - Siamo di nuovo sorvolando vaste
superfici di ghiaccio e di neve e siamo approssimativamente a 27 minuti dal
campo base. Chiamiamo e ci rispondono. Riportiamo che tutte le condizioni sono
normali. Normali… Il campo base esprime il suo sollievo.
Ore 03,00 - Atterriamo dolcemente al campo base. Ho
una missione…
Vengo posto sotto stretto controllo attraverso la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti d’America. Mi viene ordinato di tacere su quanto appreso, per il bene dell’umanità!
RispondiEliminaIncredibile! Mi viene ricordato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini.
Romanzo molto interessante
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