L'incidente avvenne nel 1977, in una delle zone “calde” del Cile, nella regione montuosa delle Ande, vicino al villaggio di Putre. Armando Valdés e altri sette soldati erano di pattuglia a Pampa Lluscuma dove l’esercito cileno aveva una scuderia, quando Rosales, un soldato di guardia, li avvisò dei due oggetti luminosi.
Armando intervenne per indagare e insieme ad altri soldati, notò due grandi sfere luminose che scendevano rapidamente dalla collina. Hanno descritto quegli oggetti di forma ovale e uno di loro emanava così tanta luce da illuminare l'intera area.
Sull’area calò un profondo silenzio. Forse la fauna selvatica percepiva come pericolosa quella insolita situazione. Il cane si nascose dietro ai soldati e gemette. I militari sono addestrati ad affrontare ogni situazione inerente ai pericoli di un combattimento ma non erano preparati a questo. Armando gridava ai suoi e intanto sperava che l'oggetto si allontanasse.
Poiché i soldati, per riscaldarsi, avevano acceso falò, Armando credette che avesse attratto quegli oggetti, così ordinò di spegnerlo. Dopodiché il caporale Armando, letteralmente, scomparve.
In un'intervista all'Agenzia France Presse nel novembre 1978, Armando disse di aver fatto sei o sette passi, dirigendosi verso la luce, ma non aveva idea di cosa fosse successo dopo.
Aggiunse: - qualcosa di terribile stava richiamando la mia attenzione. Quella cosa mi attirava. Era come una voce che proveniva dalla luce.
Secondo gli altri soldati, Armando riapparve solo 15 minuti dopo. Spuntò fuori dal nulla e non sembrava in grado di riconoscerli. Il caporale continuò a mostrarsi frastornato fino a quando l'UFO non lasciò il posto. Questo avvenne alle 06:35. Hanno pure riferito le parole che ha pronunciato in uno stato di semi coscienza: - non sai chi siamo né da dove veniamo ma, ti dico, che torneremo presto.
Inoltre, non riuscivano a spiegarsi come potesse il caporale Armando, che si era rasato il giorno prima, avere la barba lunga, come se non si fosse rasato da cinque o sei giorni. Fu singolare notare che il calendario del suo orologio da polso indicava il 30 aprile invece del 26 e che le lancette erano indietro di 15 minuti.
Le autorità militari cilene imposero il silenzio e impedirono qualsiasi comunicazione tra i media, il caporale e il suo gruppo. La storia uscì fuori poiché un insegnante di nome Pedro Araneda rese nota l’intervista (registrata) con i soldati presenti quella notte. Ammise di essere rimasto sorpreso dall'aspetto trasandato del caporale. Aveva la barba lunga e sapeva che i soldati sono obbligati a radersi ogni giorno. Era convinto che i soldati avevano vissuto un’esperienza straordinaria. Due o tre ore dopo l'accaduto, erano ancora in stato di shock, quasi in preda al panico. E tutti gli uomini gli hanno raccontato la stessa storia.
Pertanto, il 19 maggio 1977, la storia apparve sulla prima pagina del quotidiano cileno “El Mercurio”.
È interessante notare che Armando non fu esonerato: si congedò nel 1999 col grado di sergente. In un'intervista con la TVN, accennò all'incontro con dei misteriosi "Men In Black". Durante un'indagine del 2002, al giornalista Patricio Abusleme e al suo collega scettico, Diego Zúñiga, disse che, in effetti, aveva visto l'UFO, ma la sua scomparsa era solo frutto di uno scherzo: mentre i suoi commilitoni erano intenti ad osservare quell'oggetto, lui si era allontanato per urinare. Cercò di spiegare anche il motivo per il quale aveva una barba lunga: ammise, semplicemente, che non si era rasato per diversi giorni e sostenne che il suo orologio da polso non funzionava bene.
Insomma, forse infastidito dai giornalisti che non gli davano tregua, ritrattò su più punti. Ma, è risaputo che una severa regola militare impone ai soldati di radersi ogni giorno. Se poi sapeva che il suo orologio da polso non funzionava, perché lo avrebbe indossato in servizio?
D'altra parte, gli altri soldati non hanno mai cambiato la loro versione dei fatti.
Aggiunse: - qualcosa di terribile stava richiamando la mia attenzione. Quella cosa mi attirava. Era come una voce che proveniva dalla luce.
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