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venerdì 31 agosto 2018

L'INGANNO




Sono pochi a conoscere il significato del termine “Arconte”, con questo articolo cercheremo di colmare questa lacuna. Il dizionario li descrive come: “gli esseri che governano i sette cieli, rappresentando e originando insieme le varie fasi della degradazione mediante la quale è spiegata l'origine del mondo sensibile, in cui domina il male.” 
Non è molto chiaro, vero? Cominciamo dall'inizio.
L’esistenza “storica” di Gesù Cristo non è accertata, ma è indubbio come questa figura abbia influenzato la storia umana degli ultimi 2000 anni. Certo è che, dal primo secolo dopo Cristo, sorsero numerose comunità che fondarono la loro dottrina sulle sue parole e tra queste, prevalse infine nel quarto secolo dopo Cristo, quella che conosciamo come Chiesa Cattolica. Però, analizzando obiettivamente tutto il materiale a nostra disposizione, sopratutto i codici scoperti nel 1947 a Nag Hammadi, sorge il serio dubbio che la dottrina cristiana, definitivamente sistemata nei primi Concili della Chiesa, non corrisponda al reale insegnamento di Cristo o che esistesse una dottrina segreta che Cristo avrebbe comunicato solo ai suoi discepoli e a pochi altri. Un gran numero di queste comunità vengono definite dagli studiosi “Gnostiche” e le loro dottrine partivano tutte dalla considerazione della estrema diversità tra il Dio descritto nell’Antico Testamento ed il Padre Nascosto di cui parlava Gesù. 


Nel 1947, furono trovati dei testi contenuti in vasi di creta presso Nag Hammadi, in Egitto. La ragione per cui questi testi, che risalgono a 2100 anni fa (100 a.C.), sono così importanti è che non sono stati rimaneggiati: nessuno sapeva della loro esistenza, sono rimasti sepolti e sconosciuti per 2100 anni. Per fortuna si sono salvati, sono stati tradotti e diffusi con successo. Contengono 13 codici con oltre 50 testi: una notevole mole di informazioni. Descrivono un mondo antico e completamente diverso da quello che oggi conosciamo.
Ci si rende conto che,  più di duemila anni fa, era presente una religione chiamata gnosticismo, che era la più diffusa sulla terra e a quei tempi, era in competizione con l’induismo.
Gnostico è una parola greca che significa conoscenza, gnosi. Gli gnostici credevano che la liberazione poteva essere raggiunta solo dalla conoscenza, dalla valutazione della realtà attraverso la conoscenza.
È probabile che la biblioteca di Alessandria fosse gestita dagli gnostici che furono i primi a raccogliere pergamene e libri. La loro cultura si diffuse in tutta Europa e nel Medio Oriente. Questo è successo molto tempo prima dell’avvento delle religioni occidentali; il giudaismo era, per lo più, concentrato in Israele.
Gli Gnostici affermavano che c’è stata un’invasione, nel 3.600 A. C. Hanno descritto questa invasione come un virus. In effetti, hanno fatto fatica a descriverla. Gli invasori sono stati chiamati Arconti.
Questi avevano la capacità di duplicare la realtà, di ingannarci. I testi di Nag Hammadi  ce li descrivono come dei rettili, con la pelle grigia e gli occhi scuri e immobili.


Come è possibile duplicare la realtà? La televisione può darci un esempio. Le storie rappresentate sono, per lo più, fittizie e i personaggi sono sostituiti dagli attori. La realtà è alterata e il più delle volte è scandalosa.
Gli gnostici credevano che questi alieni avessero cambiato la visione che abbiamo di Dio. È interessante notare che essi credevano in Dio, quello che consideravano l’unico vero Dio. È singolare che Gesù definisce la sua fede come quella dell’unico e vero Dio.
Misero in atto un piano per dominare il mondo, ma hanno dovuto attendere per ottenere il potere, perché i popoli della Terra erano essenzialmente gnostici e non credevano in una religione che gli ”rifilata” un Dio collerico, vendicativo e pure bugiardo: disse ad Adamo ed Eva di non mangiare assolutamente i frutti dell’albero della Conoscenza poiché se ne avessero mangiati sarebbero sicuramente morti. Eppure, entrambi mangiarono i suoi frutti e nessuno dei due morì: non disse loro la verità.
Il male di cui stiamo parlando, quindi, ci governa da un lungo, lunghissimo tempo, da quando gli gnostici sono stati completamente spazzati via. Un gruppo di persone che, nel momento in cui stavano rivelando l’invasione di questi duplicatori, sono stati cancellati dalla storia. Oggi, li definiremmo pagani, ma non lo erano.
La religione del Dio della guerra, diffusasi poi in tutto il mondo,  ci ha portati al conflitto tra tutte le religioni (cattolicesimo, islam, giudaismo); questo, secondo gli gnostici, è sempre stato l’obbiettivo finale. Siamo stati ingannati!
L’idea che un messia stia per venire a salvarci è un ulteriore inganno. Serve, probabilmente, a farci pensare che non dobbiamo fare nulla per rimediare alla nostra attuale situazione, che non abbiamo nessuna responsabilità.



Forse qualche forza soprannaturale arriverà in nostro aiuto, ma io penso che si debba capire come si è verificato l’inganno. Tornando al passato, ci si rende conto che i primi cristiani predicavano l’adorazione dell’unico vero Dio. Possiamo tranquillamente dire che i primi cristiani erano, in realtà, i seguaci Gnostici di Gesù. Possiamo, invece, affermare che il Nuovo Testamento è stato trascritto, è stato rimaneggiato per ridimensionare l’idea di un Dio crudele.
Io non so come ci si difende da tutto questo se non parlandone. Solo osservando fuori dagli schemi, fuori dalla norma, si può vedere il programma degli Arconti. Tutto quello che ci hanno detto è falso, non è vero, non ha storia, non ha veridicità. E se pensate che, alla fine, ci sia una ricompensa, vi sbagliate: non c’è.
Il progresso non è altro che una serie di tentativi per sbarazzarsi del nostro senso della purezza. I più esposti sono i bambini. I bimbi di sei o sette anni che guardano continuamente la televisione, sono esposti a cose che, probabilmente, nessun essere umano dovrebbe mai vedere. Le immagini televisive sono il metodo più veloce per riprogrammare la nostra mente. Loro, sanno perfettamente come funziona e conoscono il potere della pressione mediatica e del giudizio degli altri. Capiscono il desiderio dei giovani, i quali ridefiniscono se stessi pur di essere accettati in un gruppo e sanno che nessuno vuole rimanerne escluso. Siamo a conoscenza di storie in cui studenti di talento non s’impegnano più di tanto a scuola, in modo che possano avere amici. Viviamo in un mondo al contrario dove, per assurdo, bisogna sembrare stupidi; così è più facile andare d’accordo con gli altri. L’intelligenza è vista come arroganza e presunzione da parte di coloro che non la hanno o non la vogliono avere.

mercoledì 29 agosto 2018

I GUARDIANI DELL'UMANITA'


I contatti e gli incontri ravvicinati con esseri provenienti dallo spazio esistono da sempre. Ne hanno parlato vari scrittori, fra cui lo svizzero Erich von Däniken, che l’ha esposta già una quarantina di anni fa nel suo libro “Ricordi dal futuro”. Questa teoria sembra essere confermata da una serie di ritrovamenti archeologici. Ad esempio, in Equador troviamo delle statuette di personaggi vestiti con tute spaziali, in Colombia abbiamo invece raffigurazioni in oro di “uccelli” del tutto simili a moderni aeroplani. Vi sono anche delle rappresentazioni di UFO nelle pitture rupestri rinvenute in Francia e in Spagna. Infine in Uzbekistan è stata scoperte una pittura rupestre, vecchia di settemila anni, ma straordinariamente moderna quanto a soggetto, tanto che la si potrebbe prendere per un moderno fumetto di fantascienza.
Nei testi sumeri vi sono racconti dettagliati di Dei che arrivano dal cielo. Dai sumeri abbiamo la più antica raffigurazione del sistema solare, su un sigillo conservato a Berlino e datato di 4500 anni fa. In questa raffigurazione vediamo il sole attorniato da dieci pianeti che gli ruotano intorno, una scoperta che in Europa venne fatta da Copernico solo migliaia di anni dopo. Quindi ci si può chiedere come mai i Sumeri sapessero che i pianeti girano attorno al sole. E come mai conoscevano dieci pianeti, mentre noi ne conosciamo solo nove, anzi, otto da quanto la Società Astronomica Internazionale ha tolto a Plutone lo status di pianeta.
 
 

Passando poi all’argomento dei contatti e dei rapimenti, se ci basiamo sugli scritti sumeri, scopriamo che esseri venuti dal cielo e chiamati Anunaki avevano istruito gli uomini. Su questo tema Zacharias Sitchin ha scritto tutta una serie di libri, rivisitando antichi miti.
Troviamo anche dei racconti nei quali gli Anunaki mescolano il loro DNA con quello delle creature che vivevano sulla terra, ossia degli ominidi, creando una nuova specie: l’uomo. I Sumeri sostengono che l’uomo venne creato per lavorare per conto degli Dei. Questi ultimi, infatti, sarebbero venuti sulla terra per estrarre l’oro, necessario a risanare l’atmosfera del loro pianeta. In effetti, la polvere d’oro è un’ottima soluzione contro le radiazioni cosmiche. Quindi l’uomo sarebbe stato creato per lavorare nelle miniere e solo in seguito, impiegato anche nei campi, per allevare il bestiame, etc. Questi Dei avrebbero avuto una base sul pianeta Marte dove, in effetti, sono state avvistate strane conformazioni rocciose che potrebbero far pensare ad antiche costruzioni.
Anche nella Bibbia si trovano racconti simili a quelli sumeri, ma non così precisi. Infatti la Bibbia non accenna a un solo Dio, ma a molteplici Dei, gli Elohim, che crearono l’uomo a loro immagine e somiglianza. Nella Bibbia si dice anche che i figli degli Dei, i Ben-Elohim, arrivarono sulla Terra (da Marte, suggerisce Sitchin) e cercarono la compagnia di donne terrestri, da cui ebbero dei figli. Chi erano questi Ben-Elohim? Secondo i teologi si trattava di angeli caduti, ma gli angeli non possono procreare dato che non possiedono un corpo fisico.



Oltre alla Bibbia, abbiamo altri testi, detti aprocrifi, antichi quanto il Libro, ma ritenuti irrilevanti dal punto di vista religioso. Uno di questi testi è il Libro di Enoch. Enoch, per farla breve, era il bisnonno di Noè. Narra il testo, che si svegliò una notte e  vide due figure risplendenti accanto al letto. I due esseri lo invitarono a seguirli e subito tutti loro furono sollevati da un turbine di vento luminoso. Mentre si trovava lassù venne a sapere che esseri chiamati “Guardiani” erano giunti sulla terra per sorvegliare l’uomo e avevano avuto dei figli con donne terrestri. Questi scritti sono antichissimi, alcuni frammenti del Libro di Enoch sono stati ritrovati a Qumram, sul Mar Morto, insieme ai famosi Rotoli, il che dimostra che sono vecchi di almeno duemila anni.
Ma c’è un altro libro di cui si sono trovati frammenti a Qumran, si tratta di testi tramandati sia dagli ebrei etiopi che da quelli slavi. In questi scritti è narrata la storia della nascita di Noè e di come il padre di questi, Lamech, fosse turbato quando sua moglie mise al mondo il figlioletto. Il piccolo Noè infatti aveva la pelle bianca, i capelli biondi e gli occhi chiari. Era insomma molto diverso dagli altri bambini che, essendo mediorientali, erano piuttosto scuri come i loro genitori.
Lamech era disperato poiché sospettava che quel bambino non era figlio suo, che la moglie si fosse concessa a uno dei Guardiani. La cosa appare possibile visto che, come viene citato nei libri, gli Dei avevano preso  l’abitudine di accoppiarsi con le donne umane.
Siamo agli albori dell’umanità, in un tempo imprecisato in cui il mondo non ci apparteneva; l’essere umano non aveva ancora acquistato consapevolezza di se: era nato per servire gli Dei. Come poteva una donna rifiutarsi di giacere con un Dio? Messa alle strette, la moglie di Lamech rivelò a Enoch tutto quanto. Quindi il piccolo Noè era un figlio dei Guardiani. Questa cosa dovrebbe farci riflettere, dato che Noé viene indicato come l’antenato dell’interna umanità e ciò significa che noi tutti siamo discendenti dei Guardiani.
 
 
 
Passando a quanto avviene ai nostri giorni, sono ipotizzabili nuovi incontri di donne terrestri con i Guardiani?
Nel 1975 una cittadina Americana, Betty Andreas, sosteneva di aver subito quella che oggi viene chiamata una abduction. Betty si sarebbe svegliata nel cuore della notte e avrebbe visto accanto al suo letto quattro creature che l’avrebbero condotta fino a un oggetto luminoso che l’avrebbe portata in cielo. Inoltre, e questo è un aspetto particolarmente impressionante, in quell’oggetto vi sarebbe stato un laboratorio nel quale le sarebbe stata praticata una inseminazione artificiale in seguito alla quale sarebbe rimasta incinta. Più avanti Betty Andreas sarebbe stata nuovamente rapita e avrebbe dato alla luce un bambino che le sarebbe stato tolto. Il bimbo in questione sarebbe stato in qualche modo un “meticcio” umano-alieno.
Il fatto interessante è che quello di Betty Andreas non rappresenta affatto un caso isolato. Secondo le ricerche fatte da studiosi come John Mack, Jacobs e altri ancora, sarebbero centinaia le donne che avrebbero subito la stessa sorte. E questo non solo negli USA, ma in tutto il mondo. C’è chi ipotizza che questi piccoli “meticci”, siano destinati ad essere reinseriti nell’umanità, magari in futuro, quando i contatti con gli alieni saranno più aperti, affinché possa essere fatto un nuovo passo nell’evoluzione umana.
Per quanto fantastico possa sembrare il fenomeno dei rapimenti è una realtà. Esistono testimonianze e anche fotografie vecchie di trent’anni, quando non esistevano i mezzi di manipolazione delle immagini di cui disponiamo oggi. Abbiamo altresì la prova dell’esistenza di cicatrici sul corpo dei rapiti, là dove sono stati prelevati loro dei campioni di tessuti. Abbiamo infine la prova degli impianti, quei minuscoli pezzi di metallo che vengono a volte trovati dai medici addirittura nel cervello di certe persone. Ora, per quanto si possa essere scettici, non si può sostenere che qualcuno si impianti volontariamente un oggetto metallico nel cervello per dimostrare che è stato rapito dagli alieni.
Le creature vedute dai rapiti sono molto simili a quelle riprodotte nelle statuette vecchie di circa settemila anni e spesso chiamate dagli archeologi, divinità-insetto: esseri piccoli, con grandi teste, grandi occhi a mandorla, bocche piccole e nasi quasi inesistenti. Un’immagine molto diversa dai Guardiani.

lunedì 27 agosto 2018

ALTRI CASI DAGLI ARCHIVI DESEGRETATI DELL'U.R.S.S.


Nelle cronache ufologiche russe non mancano i racconti di incontri con i cosiddetti “Ufonauti”. Le sembianze di tali esseri sono differenti a seconda dei vari incontri, ma le descrizioni dei testimoni sembrano comunque avere un unico comune denominatore, cioè la forma cosiddetta umanoide, se non proprio umana degli Ufonauti, come in alcuni casi che citeremo di seguito.
L’incontro avvenne nel 1978 nei pressi di Tbilisi, capitale della Georgia (allora Repubblica Sovietica). Il capitano della Milizija Avtandil Bukhrashvili fu testimone della discesa di un enorme oggetto luminoso, che atterrò su una collina poco distante dalla sua abitazione e da cui uscirono librandosi nell’aria due esseri, che prima si spostarono in orizzontale e poi discesero in verticale sulla sua veranda, venendosi a trovare davanti a lui. Erano coperti da una tuta e da uno scafandro che ne nascondeva il volto e che ricordava una specie di elmo con due antenne laterali dotate di piccole sfere luminose alle estremità, che vibravano. In corrispondenza del naso e degli occhi avevano una specie di finestrella orizzontale, attraverso la quale si intravedevano due occhi che ricordavano quelli delle rane. Anche sul petto si notava una “finestrella” di tipo simile. Uno dei due si rivolse al testimone in perfetto georgiano, invitandolo a fare un giro sulla loro nave. Il testimone rifiutò, accampando la scusa che aveva problemi di cuore. I due, a quanto pare non insistettero. Dopodiché si sentì un rumore simile a un pigolio, forse un segnale, al quale i due esseri reagirono sollevandosi e ritornando alla loro nave, che ripartì in verticale.
 
 
Un altro caso si verificò nel 1981 nei pressi del villaggio di Borok, nella regione di Jaroslavl. I protagonisti furono un abitante di Leningrado (oggi tornata al suo nome storico di San Pietroburgo), Aleksandr K. e un abitante del posto, un certo Vitaly S. Il fatto si verificò nell’area cittadina, in uno spiazzo innevato: davanti ai testimoni comparve un oggetto di colore argenteo, dalla forma di disco appiattito, senza alcuna apertura che ricordasse un oblò o un portello di alcun tipo. I testimoni riferirono al corrispondente della sezione dell’Accademia delle Scienze preposta allo studio dei “Fenomeni Anomali” (così venivano e vengono tuttora chiamati sovente gli Ufo in Russia),  che l’oggetto non poggiava a terra, rimaneva sospeso a mezz’aria.
D'un tratto, si “dischiuse”, come un fiore e nel mezzo comparvero due esseri del tutto simili agli uomini. Questi si avvicinarono ai testimoni fino a una distanza di circa 3-4 metri. I testimoni  avvertinono una sorta di torpore e notarono che emanavano una specie di luminosità viola-rosato. A parte il volto, il resto del corpo era come avvolto da un alone luminoso che faceva brillare come l’argento le tute di volo che questi esseri indossavano. Si sentì come una frase musicale; non è chiaro se l’avessero realmente udita o se fosse trasmessa per via telepatica. Diceva: - Non abbiate paura, non vi faremo alcun male. –
Al che, uno dei testimoni, senza neanche sapere come, rispose con una “frase musicale” dello stesso tipo, chiedendo da dove venissero. La risposta fu data tramite lo stesso sistema di comunicazione: - da un sistema stellare composto di tre stelle tra loro in stretta correlazione. -
La conversazione si protrasse ancora per qualche minuto, dopodiché gli alieni tornarono nel centro dell’oggetto, che si richiuse e partì. Il racconto, reso dai testimoni, fu trascritto nell’archivio della Commissione di Studio dei Fenomeni Anomali di Leningrado.
 


 
La trasmissione “Ufo – Una visita non annunciata”, nella puntata del 9 marzo 1990, portò alla ribalta un altro caso. Il fatto accadde il 13 settembre 1989, nei pressi della cittadina di Protvino, vicino a Mosca. Protagonista fu una donna di nome Tatjana Mikhajlovna L., una casalinga sulla quarantina che stava rientrando a casa con la borsa della spesa. Da dietro un dosso, comparvero due donne di altezza inusitata (circa due metri) che indossavano una tuta molto aderente. Le donne avevano capelli chiari e indossavano  una specie di cuffia con due piccole antenne laterali. Una delle due si rivolse alla testimone parlandole in russo, con una voce stridula ed un accento strano, ma con frasi assolutamente corrette, invitandola ad andare con loro. A circa un centinaio di metri, sul ciglio della stradina, nei pressi di una cabina elettrica, era posato al suolo un disco metallico di circa quattro metri di diametro, alto sui due metri e mezzo. Non si vedevano né porte né giunture: sembrava fatto di un pezzo unico. Ma al loro avvicinarsi, improvvisamente comparve come dal nulla un portello e le tre donne entrarono così nell’apparecchio. Al centro del disco si vedeva una cupola trasparente, di un materiale che Tatjana non seppe identificare e che da fuori non era visibile. Lungo tutta la parete interna vi era una consolle con dei comandi e davanti alla consolle vi erano tre poltrone, disposte a triangolo, alla stessa distanza l’una dall’altra. Su una di quelle sedie la signora vide una figura di spalle, che data la corporatura piuttosto massiccia pareva essere un uomo.  Tale individuo, per tutto il tempo non si voltò e rimase sempre seduto ai comandi.
- Adesso ti portiamo a fare un giro con noi - disse una delle due donne. La signora si impaurì e imbarazzata, rispose che doveva tornare a casa, che aveva comprato il pane per i suoi due figli e che doveva preparare loro la cena. Anzi, propose alle misteriose “Ufonaute” di assaggiare il pane che aveva nella borsa. Loro gentilmente rifiutarono, ma proposero per contro alla signora di assaggiare un pezzo del “loro” pane, cosa che lei fece. Era duro, ma molto dolce. Intanto il portello si chiuse e il disco prese il volo silenziosamente. Attraverso un oblò di circa 80 cm, disposto lateralmente su una delle pareti, la signora vide le case di Protvino che si allontanavano. La testimone, impaurita, si aggrappò allo schienale di una delle tre poltrone, ma in effetti non provò alcun senso di vertigine e neanche di vuoto. Non percepì alcuna accelerazione né altro. Il volo era assolutamente silenzioso e senza scosse: non dava nessuna impressione di spostamento, caduta, rotazione, inclinazione. La signora, però, manifestò l’intenzione di tornare velocemente a terra: era preoccupata per i suoi figli.
- A che piano abiti della tua casa? - Chiese una delle misteriose interlocutrici.
- Al quattordicesimo piano - rispose allarmata la signora.
- Va bene, ti possiamo lasciare direttamente sul balcone di casa tua - fu la strana risposta dell’Aliena.
Al che la signora si innervosì: - no, assolutamente, che cosa direbbero mio marito e i miei figli?! –
Le Ufonaute non insistettero e il disco di posò dolcemente a terra nei pressi di un parcheggio.
- Ci vedremo ancora - disse una delle due misteriose visitatrici.
- Va bene, la prossima volta vedrò di avere più tempo per stare con voi - disse con cortesia la signora, che però si affrettò ad uscire dal disco e a dirigersi di corsa verso casa, senza alcun istinto di voltarsi. Nelle ore successive la signora raccontò l’accaduto ai familiari e denunciò l’esperienza vissuta accettando di andare in televisione per farsi intervistare. Dopo un paio di mesi, un’altra abitante di Protvino confermò di avere visto, in quel giorno e a quell’ora, uno strano oggetto in cielo. Stessa cosa confermarono altri testimoni e nel corso della stessa trasmissione televisiva (mandata in onda alla TV centrale) il funzionario del Kgb Kudrjavtzev, incaricato di analizzare le testimonianze degli abitanti di Protvino circa gli avvistamenti del presunto Ufo, asserì che non aveva alcun motivo di dubitare della loro sincerità. A suo dire erano tutte persone assolutamente normali, che tenevano soprattutto a una cosa: l’anonimato.
 
 
 
L’ultimo caso di cui sono venuto a conoscenza, riguarda un incontro ravvicinato che ebbe luogo nel maggio del 1990 nei pressi di Mosca, vicino al villaggio di “Novyj Jerusalim”.
Il testimone, di nome Boris Konstanovich (B.K.) vide improvvisamente abbassarsi sulla sua casa di campagna un oggetto argenteo sigariforme, lungo circa 8-10 metri. Dall’oggetto, che si librava immobile nell’aria, discesero volando lentamente verso terra, due esseri di aspetto umano che una volta atterrati si diressero verso il testimone. Erano alti circa due metri, portavano una tuta aderente di colore grigio, che li avvolgeva completamente e lasciava libero soltanto il volto. La tuta, in un pezzo unico,  comprendeva anche i guanti, gli stivali e le cuffie. B.K. era impietrito dallo stupore e si apprestava a chieder loro chi fossero e da dove venissero, quando sentì nella sua mente delle domande, domande riguardanti la natura degli alberi e degli arbusti circostanti, della sua casa ed dei materiali con cui era costruita. Gli alieni decisero addirittura di entrare in casa e fecero molte altre domande riguardanti i vari elettrodomestici e le suppellettili presenti. Inoltre uno dei due, sempre librandosi in aria, raggiunse il tetto della casa e successivamente, ispezionò anche quello della casa vicina. Infine, i due alieni tornarono alla loro nave, rimasta “parcheggiata” a mezz’aria sopra la casa, vi rientrarono e ripartirono. 

domenica 26 agosto 2018

INCREDIBILI INCONTRI SUBAQUEI


I fondali dei mari e dei laghi della Russia sono scenario di incredibili incontri subacquei. Le testimonianze di militari e scienziati

 

Nell'estate del 1982, due ufficiali russi, Mark Shteynberg e il tenente Colonnello Gennady Zverev, stavano dirigendo addestramenti periodici dei sommozzatori da ricognizione nelle regioni del Turkestan e dell'Asia Centrale. Le esercitazioni avevano luogo nell'Issik Kul, un profondo lago nell'area del Transiliysk Ala Tau. In un giorno imprecisato, gli ufficiali ricevettero la visita inaspettata di un ufficiale di alto grado, il General Maggiore V. Demyanko, comandante del Servizio Sommozzatori del Genio della Difesa, Unione Sovietica. Si trattava di una visita di natura informale per mettere al corrente il personale locale di un fatto straordinario verificatosi nel corso di esercitazioni nelle regioni militari del Transbaikal e della Siberia occidentale. Durante le loro immersioni, gli uomini rana avevano incontrato misteriosi nuotatori subacquei, di aspetto umanoide, ma di dimensioni enormi (quasi tre metri di altezza). Questi “nuotatori” indossavano aderenti tute argentee, che non sembravano confortevoli date le gelide temperature dell'acqua. A cinquanta metri di profondità, non avevano né autorespiratori né altro, tranne degli elmetti sferici che ne nascondevano la testa. Il comandante militare locale, piuttosto allarmato da tali incontri, aveva deciso di catturare una di quelle creature e con questo intento, era stato appositamente inviato un gruppo di sette sommozzatori, agli ordini di un ufficiale. Nel momento in cui i sub avevano provato ad imbrigliare la creatura con una rete, tutto il gruppo si era ritrovato, suo malgrado, scaraventato in superficie da una forza inspiegabile. Gli autorespiratori non consentono di risalire a galla dalle profondità senza seguire le procedure di decompressione, tutti i membri della sciagurata spedizione vennero colpiti da aeroembolismo (sindrome di Caisson) e non c’era modo di poter somministrare le cure adeguate. Tre di loro (incluso il capo del gruppo) morirono, gli altri rimasero invalidi: le terribili conseguenze dei soliti pasticci militari sovietici. Il generale aveva raggiunto Issik Kul per mettere in guardia i militari del posto contro simili irresponsabili azioni. Sebbene il lago Issik Kul fosse meno profondo del lago Baikal, a suo dire, era di profondità sufficiente ad ospitare creature del genere.
 
 

Poco tempo dopo, il personale del quartier generale della regione militare del Turkmenistan ricevette un ordine dal Comandante in Capo delle Forze di Terra, riguardante l'analisi dettagliata e diverse sanzioni disciplinari in riferimento ai fatti del Lago Baikal. Allegato, c'era un memorandum del quartier generale dei Reparti Genieri del Ministero della Difesa sovietica, che elencava diversi laghi dove erano state segnalati avvistamenti di fenomeni analoghi: apparizioni di creature sottomarine simili a quelle del Baikal, immersione ed emersione di sfere ed oggetti discoidali giganteschi, forti luminescenze provenienti dalle profondità e così via. Tali documenti, senza eccezione, erano segretati e destinati a una cerchia ristretta di ufficiali. Scopo dei documenti era 'prevenire incontri non necessari'. Il territorio di giurisdizione dell'unità militare dove era di stanza Shteynberg, aveva un'enorme riserva d'acqua, il Lago Sarez, nel Pamir. Profondo circa un chilometro e mezzo, il Sarez è visibile da un punto di rilevamento sulle montagne del Pamir. Strumenti di rilevamento delle unità militari sovietiche avevano ripetutamente registrato immersioni nel Sarez di oggetti discoidali, la loro emersione e il seguente decollo. I files del Centro Russo di Ricerca Ufologica, a quanto pare, contengono molte più informazioni sugli avvistamenti "a carattere idrosferico", comprese le dichiarazioni degli ufficiali della Marina e degli agenti dell'intelligence ed è chiaro che i sovietici prima, e i russi oggi, sono preoccupati a riguardo delle strane e inquietanti creature che si nascondono nelle loro acque. I fascicoli segreti della Marina Sovietica contengono informazioni di grande valore e le relative ricerche dei militari sono molto accurate. Anche se i files sono rimasti inaccessibili per molto tempo, dopo la caduta dell'URSS, qualcosa comincia a trapelare.

 

- Bersagli molto strani -
Il signor V.V. Krapiva, residente in Ucraina, ha ascoltato numerose testimonianze di veterani dei sottomarini nucleari sovietici, che avevano prestato servizio nel Nord dell'Unione Sovietica, in basi e installazioni navali segrete. Queste rivelano diversi, avvincenti, episodi, fra i quali quelli in cui tecnici sonar sovietici  udivano (a grande profondità) strani 'target'. I loro sommergibili venivano inseguiti da altri sommergibili. Gli inseguitori cambiavano velocità a piacimento, velocità molto superiori a quella di qualsiasi altro mezzo navale dell'epoca.

 

- La base segreta di Sebastopoli -
Alcuni anni fa, lo stesso Krapiva incontrò il professor Korsakov dell'università di Odessa, il quale gli riferì di una conversazione da lui avuta con un amico, un ufficiale della Marina sovietica già in servizio presso la base navale di Sebastopoli, sul Mar Nero (la base nucleare sottomarina, dismessa nel 1993 e oggi visitabile). Negli anni '50 l'ufficiale aveva visto un UFO. L'oggetto era salito da dietro un incrociatore. L'ufficiale aveva avuto l'impressione che l'oggetto fosse affiorato dalle profondità del Mar Nero.

 

 

- Testimoni oculari -
Nell'Agosto 1965 l'equipaggio del piroscafo "Raduga", in navigazione sul Mar Rosso, osservò un fenomeno anomalo. A circa due miglia di distanza, una sfera infuocata era sfrecciata fuori dall'acqua e aveva sorvolato la superficie del mare, illuminandola. La sfera misurava 60 metri di diametro e si librava ad un'altitudine di 150 metri. Nel momento in cui la sfera emerse si sollevò una gigantesca colonna d'acqua, collassata subito dopo.
Nel Dicembre 1977, non lontano dall'isola di Novy Georgy, anche l'equipaggio del peschereccio "Vasily Kiselev" avvistò qualcosa di straordinario. Un oggetto 'a ciambella' emergeva verticalmente dall'acqua. Il suo diametro misurava dai 300 ai 500 metri. Volò ad un'altitudine di quattro, cinque chilometri. La strumentazione radar del peschereccio smise improvvisamente di funzionare. L'oggetto sorvolò l'area per tre ore e poi scomparve.

 

 

- Disco volante sulla "Gori" -
La testimonianza di Alekander G. Globa, marinaio della petroliera sovietica "Gori" venne pubblicata sulla rivista Zagadki Sfinksa (n. 3, 1992), di Odessa. Nel Giugno 1984, la Gori era sul Mediterraneo, a venti miglia nautiche dallo Stretto di Gibilterra. Alle 16:00 Il marinaio Globa era di turno, con il comandante in seconda S. Molotov, di guardia sulla fiancata del ponte di sinistra, quando videro uno strano oggetto multicolore. Giunto all'altezza della poppa, l'oggetto si fermò bruscamente. Molotov, agitava il suo binocolo e gridava: "un disco volante, un disco vero, Dio mio, presto, presto, guarda!" Con il binocolo, Globa notò ad una certa distanza nella direzione di poppa un oggetto appiattito (una padella capovolta). L'UFO splendeva di una grigiastra luce metallica. Attorno alla parte inferiore Globa notò delle onde di protuberanza nel rivestimento metallico esterno. La base dell'oggetto era composta da due semi-dischi, il più piccolo al di sopra, che lentamente ruotavano in senso opposto. Alla circonferenza del disco inferiore Globa vide diverse scintillanti luci a goccia. L'attenzione del marinaio era focalizzata sulla parte sottostante dell'UFO apparentemente liscia e uniforme, gialla, al cui centro spiccava una macchia tonda, simile ad un nucleo. Sul bordo del fondo dell'UFO c'era qualcosa di simile ad un tubo, che brillava di un'innaturale luce rosata, come un neon. La sommità del disco centrale era coronata da un qualcosa di triangolare. Sembrava muoversi nella stessa direzione del disco inferiore, ma molto più lentamente. Improvvisamente il disco sobbalzò diverse volte, come scosso da un'onda invisibile. Molte luci ne illuminavano la parte inferiore. L'equipaggio del "Gori" tentò di attirare l'attenzione dell'oggetto usando un proiettore di segnali. Il capitano Sokolovky era sul ponte con il suo secondo e insieme osservarono l'oggetto. Ad ogni modo l'attenzione dell'UFO venne distratta da un'altra nave, che si avvicinava a babordo. Era una nave araba, diretta verso la Grecia. Gli arabi confermarono che l'oggetto li aveva sorvolati. Un minuto e mezzo dopo aveva cambiato traiettoria, s'inclinò verso destra, guadagnò velocità e salì verso l'alto. Occhieggiava fra le nuvole, di tanto in tanto illuminato dai raggi del sole. Il velivolo alla fine avvampò, come una scintilla e scomparve.

domenica 19 agosto 2018

ABDUCTION


Lo ripeto: tutto ciò che sappiamo è che il fenomeno esiste e che si manifesta, in tutto il mondo, allo stesso modo. Pertanto, di solito, mi limito ad esporre i casi ufologici senza aggiungere altro: lascio che ognuno ne tragga le proprie considerazioni. Più raramente, ho inteso esporre delle opinioni che, beninteso, non sono mai le mie personali, ma quelle dei più quotati ed attendibili studiosi del fenomeno. In questo post tratteremo, ancora una volta, delle abduction; approfondendone alcuni aspetti.
 
 
 

I “rapimenti” possono considerarsi un’interferenza da parte di entità sconosciute. Gli effetti, postumi, rilevabili sugli addotti sono molteplici. Se soffrite di tutti o di alcuni di questi sintomi, fossi in voi, comincerei a preoccuparmi: paralisi, sensazione di essere spiati, sogni lucidi, luci blu, strani simboli, percezione di esseri non umani, insonnia, percezione di suoni e di ronzii, richiami, percezione di luoghi strani e soprattutto, le visioni.
Nella fase di paralisi, il soggetto prova la sensazione di essere paralizzato e di giacere su una superficie dura senza potersi muovere. A volte nell’ambiente si manifestano luci brillanti e si avverte la presenza di altri esseri. Il soggetto si sente osservato.
Spesso vive sogni lucidi particolarmente intensi: sogna di possedere dei superpoteri, come la capacità di volare o di attraversare le mura di casa. Sogna grandi città di cristallo con edifici di foggia strana, cieli dal colore innaturale o l’interno di sale dalle pareti metalliche dotate di apparecchiature futuristiche.
Sotto ipnosi, durante il recupero dei ricordi originali, ricorre l’immagine di una diffusa luce blu. A volte il soggetto menziona strani simboli simili a lettere, numeri o disegni incomprensibili. Il soggetto spesso sogna esseri le cui fattezze variano dallo stereotipo del classico grigio, a spettrali figure alte e incappucciate, al tipo nordico: biondo con penetranti occhi azzurri.
Soffre di insonnia, in particolare concomitanza con le ore centrali della notte. Il soggetto entra in uno stato di tensione perché nel cedere al sonno teme il ripetersi dell’esperienza. Non di rado percepisce sfere luminose o lampi di luce blu al di là di una finestra. Chiudendo gli occhi nel desiderio di addormentarsi, di colpo, si manifestano immagini di extraterrestri di vario genere accanto al letto o di UFO, che svaniscono riaprendo gli occhi. È soggetto a manifestazioni acustiche di origine ignota, simili ad impulsi, ticchettii o frequenze acutissime, talvolta meccaniche.
Alcuni addotti avvertono l’irrefrenabile impulso di doversi recare in luoghi a loro sconosciuti e spesso, ben specifici.

 

 

Essenzialmente, un’adduzione si configura come una visita medica, condotta da entità sconosciute. Spesso avviene che dalla visita medica si passi agli esperimenti, ai rapporti sessuali, al prelievo di sperma, all’inseminazione artificiale.
Comune nel ricordo di molti addotti è il senso di sdoppiamento della propria personalità, la sensazione di aver perso qualcosa di sé. Quando ciò accade, è facile cadere in forti depressioni, difficili da superare. Tali sfasamenti di personalità potrebbero, secondo alcuni, essere causati dalle copie: si tratta di veri e propri cloni dell’addotto. L’adduzione dura in media 40/45 minuti ma, in certi casi si è visto come l’addotto può essere trattenuto per giorni, settimane o addirittura mesi. Se ciò accade, al suo posto viene rilasciata una copia che svolgerà le funzioni dell’originale in sua sostituzione.
Le adduzioni, a loro volta, possono variare a seconda della razze extraterrestri che le conducono, ma fondamentalmente si distinguono in due tipi principali: l’Adduzione Fisica e Olografica.
L’Adduzione Fisica consiste nell’entrare nella camera dell’addotto attraverso una porta dimensionale: questo tipo di adduzione sembra essere comune a quelle entità o razze inferiori che, secondo alcuni, svolgono mansioni per altre razze in qualità di servitori (o schiavi). Spesso accade che l’addotto, venga prelevato fisicamente, magari prendendolo letteralmente in braccio. In genere, queste entità, sono molto accorti a non lasciare tracce, ma può capitare che spostino oggetti, lascino impronte o che quando riportano l’addotto, non sia rivestito correttamente o venga riposizionato sul letto nudo.
Nell’Adduzione Olografica, invece, l’Alieno rimane dentro l’astronave e in qualche modo, cattura l’addotto.

 

 

Sugli addotti vengono riscontrati degli effetti fisici: cicatrici, bruciature inspiegabili, dolori, complicanze nelle donne, sinusiti croniche, fobie, emorragie, mal di testa e presenza di corpi estranei sotto la pelle.
Le cicatrici si evidenziano soprattutto nella zona della bocca, del naso, dietro o nelle orecchie, sui genitali o sotto il ginocchio e nelle mani. Avvertono frequenti dolori alla schiena o al collo oppure ai genitali. Nelle donne: gravidanze apparenti (isteriche, secondo la medicina) e sparizione del feto prima del parto. Le fenomenologie sono talvolta accompagnate da sogni vividi in cui la donna viene fatta partorire anzitempo da qualcuno, spesso da esseri non umani.
Sinusiti croniche: il blocco o la sensazione di occlusione nasale sono frequenti, talvolta in associazione ad epistassi (perdite di sangue).
Fobie: in particolare nei confronti degli occhi neri o di creature (anche animali) con occhi grandi, come gufi e foche. Si palesano fobie nei confronti degli ambienti ospedalieri e delle procedure mediche. Sono tipiche anche quelle verso gli insetti e alcuni rumori meccanici, nonché disagio di fronte a film o altre rappresentazioni di tipo apocalittico.
Emorragie: tipiche quelle nasali e dalle orecchie e per le donne, talvolta in aree genitali.
Mal di Testa: è un altro sintomo piuttosto frequente, talvolta accompagnato da perdita dell’equilibrio e malumore.
Presenza di corpi estranei: si manifestano sottocute, di norma sono duri, sferoidali e non superano il mezzo centimetro. Ad una analisi medica superficiale possono apparire come inusuali depositi calcarei o comunque litici, mentre una volta estratti rivelano una composizione minerale anomala.
Gli “impianti” che, come abbiamo letto, vengono estratti dal corpo dei soggetti che sostengono di essere stati rapiti. In genere, vengono scoperti durante normali analisi mediche: ecografie, radiografie ecc., e dopo avere accertato che questi corpi estranei non sono masse tumorali, cisti o quant’altro di consueto.
Un campanello d’allarme che può far pensare di avere all’interno del corpo impianti alieni, sono i segni e/o le cicatrici sulla pelle dei quali non si conosce la causa. In alcuni casi, queste cicatrici sono comparse durante la notte, mentre il soggetto dormiva. Dopo essere state esaminate da medici specialisti, si è scoperto che si trattava di veri e propri tagli operatori, realizzati con una tecnica a noi sconosciuta.
Il ricercatore Darel Sims, anni fa, selezionò dei volontari a cui identificò ed estrasse degli impianti facendo delle sensazionali scoperte. Gli impianti, da allora, furono suddivisi in tre categorie, Metallici, Non Metallici e Biologici.
  • Metallici: questi tipi di impianti si sono rivelati essere di una grandezza media di 5 mm con una varia tipologia di forme, triangolare, a forma di bastoncino ricoperti da una membrana biologica. Ovali o a forma bivalve come i molluschi. Questi oggetti sembrano avere delle proprietà elettromagnetiche che, però, scompaiono una volta che l’oggetto viene espiantato dal corpo. In un oggetto, in particolare, si è potuto verificare che se si passava una calamita sopra di esso, da questo fuoriuscivano due appendici le quali si muovevano simmetricamente alla calamita.
  • Non Metallici: elementi di una componente chimica simile alla plastica.
  • Biologici: spesso costituiscono l’involucro di altri oggetti, hanno la caratteristica di reagire ai raggi UV e cambiano la loro struttura una volta estratti: da spessa ed elastica a sottile e fragilissima.

 

 

Si rilevano anche conseguenze psichiche.
L’insorgere di facoltà quali: telepatia, preveggenza e la capacità di emettere energia curativa (pranoterapia).
L’improvvisa tendenza alla protezione ambientale, al cibo vegetariano e al rispetto della natura in genere. Spesso ci si associa a cause comunitarie, ispirazioni, credo e tendenze New Age, sviluppando un profondo senso civile. La sensazione di avere un compito da portare a termine risulta parte integrante del post-incontro.
Intenso interesse per gli UFO e fenomeni associati, nonché il desiderio di apprendere argomenti inerenti la scienza, l’astronomia e la magia.
La necessità di frequentare corsi di Yoga o di meditazione; quasi a cercare una disciplina mediante la quale “allineare” e riequilibrare mente, corpo e spirito.
L’irresistibile necessità di scoprire di più su se stessi e sul cosmo.
L’interazione con gli apparecchi elettrici ed elettronici: il soggetto interferisce, in qualche modo, con le trasmissioni televisive, da o prende la scossa, in sua presenza gli apparecchi elettrici si spengono o si accendono da soli.
Infine, la sensazione di sentirsi diverso dalla gente comune, con gusti e abitudini inusuali. Si sviluppa una  forte tendenza antisociale che, unita all’insorgere della passione per la natura, può portarlo a vivere in campagna o in montagna.

sabato 18 agosto 2018

MANTELL: IL PRIMO PILOTA A PERDERE LA VITA MENTRE INSEGUIVA UN UFO


Thomas Mantell era membro della Kentucky Air National Guard e sarebbe diventato il primo pilota a perdere la vita mentre inseguiva un UFO.
Dopo l'avvistamento di Kenneth Arnold del 1947 e il successivo incidente di Roswell, molte persone erano realmente spaventati da ciò che volava nei nostri cieli. I piloti militari erano e sono tutt’oggi i guardiani del nostro spazio aereo e anche se molti di loro non l'avrebbero mai ammesso, stavano vedendo gli UFO e li stavano avvistando in continuazione.
 

Era il sette gennaio del 1948, Mantell, a bordo di un F-51, fu raggiunto da altri tre aviatori della Guardia, diretti alla base Air Force di Standiford, nel Kentucky. Verso le 13.30, la Polizia di Stato del Kentucky iniziò a ricevere telefonate da cittadini ansiosi che denunciavano l'avvistamento di un grande oggetto circolare. Questi avvistamenti iniziarono nei cieli di Mansville, ma presto si diffusero a Irvington e Owensboro.
Gli operatori nella torre di controllo della base aerea di Godman, a seguito dei rapporti di avvistamento, furono in grado di osservare direttamente l'oggetto sconosciuto. Lo descrissero come estremamente grande e di colore bianco. Rotondo, con una luce rossa sul ventre. L'oggetto si muoveva volando lentamente verso sud. Circa un'ora dopo, Mantell e il suo squadrone furono contattati via radio per controllare il misterioso oggetto. Mantell ripose dicendo:


"l'oggetto è a ore 12:00, in alto [è davanti a me, più in alto (n.d.r.)] si muove a circa metà della mia velocità... Sembra essere un oggetto metallico ed è di dimensioni enormi... Sono ancora in arrampicata... Sto cercando di salire per avere una visuale migliore." 

Stavano salendo nell'aria rarefatta, senza ossigeno: per quanto potente, l’F51, un aereo ad elica, non è in grado di volare così in alto. Così due dei piloti rinunciarono all’inseguimento e decisero di rientrare. Solo Mantell continuò a inseguire quell’enorme oggetto sconosciuto. A 30.000 piedi il motore del suo aereo si spense. Gli investigatori hanno supposto che il pilota fosse già svenuto per la mancanza di ossigeno. l'aereo andò giù e in pochi minuti si schiantò al suolo vicino a Franklin, nel Kentucky.
Il luogo dell'incidente era teatro di una scena orribile. Il corpo di Mantell era ancora legato al sedile. Sappiamo che circolarono voci secondo cui il suo corpo sarebbe scomparso dall'aereo, ma queste dicerie risultarono infondate. Il suo orologio si era fermato esattamente alle 15:16, ovviamente nel momento dello schianto.
 

Alcuni investigatori dell’USAF si precipitarono sul luogo dell’incidente e capirono immediatamente cosa era successo o almeno così dissero. La loro supposizione, oltre che prematura apparve tanto assurda quanto infondata: dissero che i piloti erano stai tratti in inganno ed avevano inseguito il pianeta Venere! Effettivamente, l’avevano sparata grossa, tanto che questa stupida teoria fu respinta e aspramente criticata. Ma l'Air Force aveva già pronta una teoria di ripiego: lo squadrone doveva aver inseguito uno "Skyhook", un pallone sonda usato dalla U. S. Navy. Purtroppo, per loro, nessuno Skyhook era stato lanciato quel giorno. Quello che Mantell aveva inutilmente inseguito, in quel fatidico giorno, non è paragonabile a nulla che esiste su questa Terra.

martedì 14 agosto 2018

IL CASO SCHIRMER


Era il 1967, esattamente il tre dicembre. Al poliziotto Herbert Schirmer, che all’epoca aveva solo ventidue anni, capitò una bizzarra esperienza. Mentre faceva i suoi giri di pattuglia ad Ashland, nel Nebraska, vide quelle che sembravano delle luci rosse su un grande camion. Decise di dare un'occhiata più da vicino.
 

Mentre proseguiva lungo la Highway 63, si fermò e puntò il faro su quell'oggetto illuminato di rosso. Presto si rese conto che non era un camion: le luci rosse lampeggianti sembravano provenire dagli oblò. Poteva vedere chiaramente un UFO metallico a forma di disco che poggiava a terra leggermente inclinato. L'oggetto era lucido e aveva il colore dell’alluminio, c’era una sorta di passerella lungo la circonferenza. Poteva anche vedere il carrello o meglio dei supporti che sporgevano da sotto l'oggetto. Questo, ad un certo punto, cominciò lentamente a salire emettendo un suono simile a una sirena ed emettendo una luminosità che faceva supporre che si sprigionasse una fiamma nella parte inferiore. Sporgendo la testa dal finestrino, il sergente Schirmer potè osservare l'UFO che passava sopra di lui. Poi improvvisamente udì uno schiocco e l’oggetto sparì dalla vista. 
Schirmer tornò di corsa alla stazione di polizia, prendendo nota dell’ora: erano le 3:00, rimase perplesso. Sapeva che era stato di pattuglia per moto tempo, sicuramente più dei 10 minuti indicati dal suo orologio.
 
 
Cominciò ad accusare dei problemi fisici. Soffriva di mal di testa, si sentiva male e rilevò un livido rosso sul collo. La Commissione Condon, che all'epoca indagava sugli avvistamenti UFO, non si scomodò più di tanto: convocò l’unico testimone della vicenda a Boulder, in Colorado, probabilmente al solo intento di screditarlo. Quello che sappiamo è che il 13 febbraio 1968, Schirmer si sottopose a ipnosi regressiva. Lo psicologo che lo esaminò era il Dr. Leo Sprinkle dell'Università del Wyoming. Le sedute di regressione rivelarono molti nuovi dettagli che la sua mente, a quanto pare, aveva rimosso. Mentre si avvicinava all'UFO, il motore della sua auto si spense. Anche la radio non funzionava più. Un oggetto bianco emerse dal velivolo e gli comunicò telepaticamente di non estrarre la sua arma da fuoco. Il poliziotto ricordò pure che gli esseri che incontrò all’interno della nave si dimostrarono amichevoli; gli rivelarono che la navicella era alimentata con elettricità e che avevano una base operativa su Venere.
Il Comitato Condon liquidò la questione scrivendo nel rapporto che non vi erano prove a sostegno del suo racconto. Il Dr. Sprinkle, tuttavia, ritenne che Schirmer "credeva” che gli eventi narrati fossero reali. 
 


Purtroppo, quando tornò al suo lavoro, come succede a tutti i poliziotti incappati in storie simili, non ebbe vita facile. Sebbene diventasse il capo del distretto di polizia, non riuscì a svolgere correttamente i suoi compiti poiché, per i suoi concittadini, era caduto nel ridicolo. Si rifiutavano di credere alla sua storia e gli resero la vita impossibile: arrivarono al punto di piazzare della dinamite nella sua auto di pattuglia. Quando anche sua moglie finì per lasciarlo, si dimise.
Schirmer era un testimone attendibile: tutti i poliziotti lo sono. Era sicuro di quello che aveva visto e cercando di ottenere altre risposte ai suoi tanti interrogativi, si sottopose ad un’ulteriore seduta di ipnosi regressiva nel giugno 1968. L'ipnotista Loring G. Williams condusse le sedute, queste rivelarono un’infinità di nuovi dettagli. Il contenuto di questi ricordi riempì le pagine di due libri: "Gods, Demons, and Space Chariots" e "Gods and Devils from Outer Space" di Eric Norman.

venerdì 10 agosto 2018

VACCINI


Il tema “vaccini” ha reso calde le ultime settimane. Fra ipotesi di proroga delle scadenze per mettersi in regola, autocertificazioni e una certa dialettica fra gli stessi membri del governo, il dibattito sulle vaccinazioni è tornato alla ribalta.
 

L’argomento, negli ultimi anni, si è tradotto in una disputa senza quartiere, nella quale le diverse posizioni (favorevoli e contrari) si sono radicalizzate escludendo ogni possibilità di dialogo. La discussione ha preso la via della faziosità e si è persa la possibilità di spostare l’attenzione sui contenuti. Sul tema vaccini bisognerebbe lasciare da parte ogni sterile discussione e adottare un approccio scientifico, libero da qualsiasi presupposto ideologico o preconcetto. La scelta di intraprendere la strada dell’obbligatorietà  ha avuto l’effetto di polarizzare le posizioni, distogliendo l’attenzione dalla sostanza. La conseguenza è che tutto si riduce a “bianco o nero” e costringe le persone a prendere posizioni nette, dogmatiche; questo è l’esatto contrario di un approccio scientifico. Questa semplificazione del dibattito, si svolge più nelle piazze mediatiche, dove è facile raccogliere consensi, che tramite strumenti di divulgazione seri e trasparenti: si tramuta in una sorta di velo che non permette di cogliere la complessità dei fatti. Spiegare, informare, rendere consapevoli: questa è la via maestra. I dieci vaccini contemplati dal decreto sono utili e sicuri. La scienza ne ha chiarito l’efficacia e la sicurezza, la storia ne ha decretato il successo.
 

Il calo di adesioni è espressione di paura e di sfiducia nelle (scelte delle) istituzioni, timori che andavano affrontati con un dibattito libero da preconcetti, aperto ai dubbi e trasparente rispetto alle decisioni prese. Solo così si rendono i cittadini adulti e consapevoli. La fiducia non si costruisce tornando a insinuare dubbi su uno strumento fondamentale per la nostra salute, sul quale la scienza ha già dato una risposta chiara e definitiva.

sabato 4 agosto 2018

NON E' VERO, MA CI CREDO...


La situazione che andrò a descrivere è quella tipica. Quello che succede ai piloti è pressoché identico, il fenomeno si differenzia solo nei dettagli. Il pilota di un jet, così descrisse una missione di pattugliamento.
Raccontò la sua storia con tutta l’angoscia che può provare un uomo di fronte all'ignoto, eppure era un veterano di guerra. 
 

"Eravamo in volo sul Tornado: l’equipaggio comprendeva, oltre al pilota, un navigatore. Eravamo intenti a compiere il solito pattugliamento nel cielo notturno,  quando il Centro Intercettazioni ci chiamò per radio. Il suo radar, di portata maggiore del nostro, aveva avvistato qualcosa. Così, ci diedero i parametri per portarci al "contatto". Il segnale,  sul loro radar, indicava che l’intruso stava compiendo strette virate ed evoluzioni incredibili, a una velocità superiore a qualsiasi altro aereo: era il loro modo di dirci che era un UFO. Da quel momento sapevamo che non si trattava più di una comune intercettazione non c’era da  inseguire un jet. Contro un aereo nemico puoi intervenire e quando è a tiro puoi lanciare i missili oppure puoi sparargli col cannoncino. Con gli UFO è diverso: l'ordine è di intercettare senza sparare. A meno che le loro intenzioni appaiano palesemente ostili. Il problema è come si fa a saperlo? E quale efficacia avrebbero, in tal caso, le nostre armi?
 

D'un tratto vedemmo  una luce  che volteggiava velocissima. Anche il radar di bordo confermò l’avvistamento visivo. Una volta stabilito il contatto, cominciammo a seguire l’oggetto. Nel frattempo l'Ufficio Operazioni ci comunicò che ci vedevano sul loro schermo radar e che vedevano anche l’intruso che ora volava un paio di miglia davanti a noi, un po’ spostato alla nostra destra. Sapevamo di avere a che fare con qualcosa di reale, non si trattava di un riflesso che veniva rilevato dai nostri strumenti per un qualche disturbo o malfunzionamento.
L’ordine era di avvicinarsi: potevamo apprendere qualcosa che il Comando ancora ignorava e poi c’era quella maledetta curiosità che reclamava la sua parte. Così, con il cuore in gola, provai ad accostarmi dando tutta manetta: per esperienza sapevo che, se L'UFO non si fosse fermato, non sarei riuscito ad avvicinarlo.
 

L’oggetto fece una brusca virata nella mia direzione: mi resi conto di essere stato individuato e cominciai a sentire male allo stomaco. A voi sembrerà strano: un pilota, alla guida di un caccia armato di tutto punto, che si spaventa per una luce che brilla nel buio! Ma voi siete a terra, mentre io ero lassù e non sapevo con chi avevo a che fare. Sapevo, invece, che quella luce nascondeva qualcosa di solido, che si riusciva appena a intravvedere. Ci raggiunse in un attimo e cominciò letteralmente ad orbitare intorno all’aereo!
Nessun aereo sarebbe in grado di farlo e nessun pilota (umano) sopporterebbe l'accelerazione di una virata così stretta. La velocità dell'oggetto, infatti, era tale che non riuscivo a seguirlo con lo sguardo!
Certe volte, dietro la luce, è possibile scorgere una sagoma dai contorni definiti, altre volte no. Di una cosa, invece, ero certo: qualcuno dotato di intelligenza guidava quella cosa ed ebbi la netta sensazione di essere osservato. Pensando a una cosa simile a 25.000 piedi,  di notte, si prova una strana emozione. Dareste qualsiasi cosa perché ad un tratto venisse la luce del giorno. Tutto ciò che sapete, è che può spararvi addosso (Dio sa cosa) se solo lo volesse!
Ma  ecco che, ad un tratto,  il disco se ne andò. Partì ad una tale velocità che, per un attimo, mi sembrò di volare all’indietro. Quando atterrammo, il Servizio di intelligence ci fece il terzo grado. L’interrogatorio andò avanti per ore, ma nonostante le domande e le numerose risposte, non riuscii (forse non volli) far trapelare lo spavento che avevo provato.
Così andai al circolo e ordinai da bere."



Succede sempre così: i piloti danno sempre (più o meno) gli stessi resoconti; questi finiscono all'Ufficio Operazioni e tutto va allo SHAPE, a Brusselles e poi negli USA. Quando possono (non era quello il caso) evitano di fare rapporto.  Un mio amico, poi passato con Alitalia, al terzo rapporto si sentì dire: "se vuoi volare ancora stattene zitto..."