Nelle cronache ufologiche russe non mancano i
racconti di incontri con i cosiddetti “Ufonauti”. Le sembianze di tali esseri
sono differenti a seconda dei vari incontri, ma le descrizioni dei testimoni
sembrano comunque avere un unico comune denominatore, cioè la forma cosiddetta
umanoide, se non proprio umana degli Ufonauti, come in alcuni casi che citeremo
di seguito.
L’incontro avvenne nel 1978 nei pressi di Tbilisi,
capitale della Georgia (allora Repubblica Sovietica). Il capitano della
Milizija Avtandil Bukhrashvili fu testimone della discesa di un enorme oggetto
luminoso, che atterrò su una collina poco distante dalla sua abitazione e da
cui uscirono librandosi nell’aria due esseri, che prima si spostarono in
orizzontale e poi discesero in verticale sulla sua veranda, venendosi a trovare
davanti a lui. Erano coperti da una tuta e da uno scafandro che ne nascondeva
il volto e che ricordava una specie di elmo con due antenne laterali dotate di
piccole sfere luminose alle estremità, che vibravano. In corrispondenza del naso
e degli occhi avevano una specie di finestrella orizzontale, attraverso la
quale si intravedevano due occhi che ricordavano quelli delle rane. Anche sul
petto si notava una “finestrella” di tipo simile. Uno dei due si rivolse al
testimone in perfetto georgiano, invitandolo a fare un giro sulla loro nave. Il
testimone rifiutò, accampando la scusa che aveva problemi di cuore. I due, a
quanto pare non insistettero. Dopodiché si sentì un rumore simile a un pigolio,
forse un segnale, al quale i due esseri reagirono sollevandosi e ritornando
alla loro nave, che ripartì in verticale.
Un altro caso si verificò nel 1981 nei pressi del
villaggio di Borok, nella regione di Jaroslavl. I protagonisti furono un
abitante di Leningrado (oggi tornata al suo nome storico di San Pietroburgo),
Aleksandr K. e un abitante del posto, un certo Vitaly S. Il fatto si verificò
nell’area cittadina, in uno spiazzo innevato: davanti ai testimoni comparve un
oggetto di colore argenteo, dalla forma di disco appiattito, senza alcuna apertura
che ricordasse un oblò o un portello di alcun tipo. I testimoni riferirono al
corrispondente della sezione dell’Accademia delle Scienze preposta allo studio
dei “Fenomeni Anomali” (così venivano e vengono tuttora chiamati sovente gli
Ufo in Russia), che l’oggetto non
poggiava a terra, rimaneva sospeso a mezz’aria.
D'un tratto, si “dischiuse”, come un fiore e nel
mezzo comparvero due esseri del tutto simili agli uomini. Questi si
avvicinarono ai testimoni fino a una distanza di circa 3-4 metri. I testimoni avvertinono una sorta di torpore e notarono
che emanavano una specie di luminosità viola-rosato. A parte il volto, il resto
del corpo era come avvolto da un alone luminoso che faceva brillare come
l’argento le tute di volo che questi esseri indossavano. Si sentì come una
frase musicale; non è chiaro se l’avessero realmente udita o se fosse trasmessa
per via telepatica. Diceva: - Non abbiate paura, non vi faremo alcun male. –
Al che, uno dei testimoni, senza neanche sapere
come, rispose con una “frase musicale” dello stesso tipo, chiedendo da dove
venissero. La risposta fu data tramite lo stesso sistema di comunicazione: - da
un sistema stellare composto di tre stelle tra loro in stretta correlazione. -
La conversazione si protrasse ancora per qualche
minuto, dopodiché gli alieni tornarono nel centro dell’oggetto, che si richiuse
e partì. Il racconto, reso dai testimoni, fu trascritto nell’archivio della
Commissione di Studio dei Fenomeni Anomali di Leningrado.
La trasmissione “Ufo – Una visita non annunciata”,
nella puntata del 9 marzo 1990, portò alla ribalta un altro caso. Il fatto
accadde il 13 settembre 1989, nei pressi della cittadina di Protvino, vicino a
Mosca. Protagonista fu una donna di nome Tatjana Mikhajlovna L., una casalinga
sulla quarantina che stava rientrando a casa con la borsa della spesa. Da
dietro un dosso, comparvero due donne di altezza inusitata (circa due metri)
che indossavano una tuta molto aderente. Le donne avevano capelli chiari e
indossavano una specie di cuffia con due
piccole antenne laterali. Una delle due si rivolse alla testimone parlandole in
russo, con una voce stridula ed un accento strano, ma con frasi assolutamente
corrette, invitandola ad andare con loro. A circa un centinaio di metri, sul
ciglio della stradina, nei pressi di una cabina elettrica, era posato al suolo
un disco metallico di circa quattro metri di diametro, alto sui due metri e
mezzo. Non si vedevano né porte né giunture: sembrava fatto di un pezzo unico.
Ma al loro avvicinarsi, improvvisamente comparve come dal nulla un portello e
le tre donne entrarono così nell’apparecchio. Al centro del disco si vedeva una
cupola trasparente, di un materiale che Tatjana non seppe identificare e che da
fuori non era visibile. Lungo tutta la parete interna vi era una consolle con
dei comandi e davanti alla consolle vi erano tre poltrone, disposte a triangolo,
alla stessa distanza l’una dall’altra. Su una di quelle sedie la signora vide
una figura di spalle, che data la corporatura piuttosto massiccia pareva essere
un uomo. Tale individuo, per tutto il
tempo non si voltò e rimase sempre seduto ai comandi.
- Adesso ti portiamo a fare un giro con noi - disse
una delle due donne. La signora si impaurì e imbarazzata, rispose che doveva
tornare a casa, che aveva comprato il pane per i suoi due figli e che doveva
preparare loro la cena. Anzi, propose alle misteriose “Ufonaute” di assaggiare
il pane che aveva nella borsa. Loro gentilmente rifiutarono, ma proposero per
contro alla signora di assaggiare un pezzo del “loro” pane, cosa che lei fece.
Era duro, ma molto dolce. Intanto il portello si chiuse e il disco prese il
volo silenziosamente. Attraverso un oblò di circa 80 cm, disposto lateralmente
su una delle pareti, la signora vide le case di Protvino che si allontanavano.
La testimone, impaurita, si aggrappò allo schienale di una delle tre poltrone,
ma in effetti non provò alcun senso di vertigine e neanche di vuoto. Non
percepì alcuna accelerazione né altro. Il volo era assolutamente silenzioso e
senza scosse: non dava nessuna impressione di spostamento, caduta, rotazione,
inclinazione. La signora, però, manifestò l’intenzione di tornare velocemente a
terra: era preoccupata per i suoi figli.
- A che piano abiti della tua casa? - Chiese una delle
misteriose interlocutrici.
- Al quattordicesimo piano - rispose allarmata la
signora.
- Va bene, ti possiamo lasciare direttamente sul
balcone di casa tua - fu la strana risposta dell’Aliena.
Al che la signora si innervosì: - no,
assolutamente, che cosa direbbero mio marito e i miei figli?! –
Le Ufonaute non insistettero e il disco di posò
dolcemente a terra nei pressi di un parcheggio.
- Ci vedremo ancora - disse una delle due
misteriose visitatrici.
- Va bene, la prossima volta vedrò di avere più
tempo per stare con voi - disse con cortesia la signora, che però si affrettò
ad uscire dal disco e a dirigersi di corsa verso casa, senza alcun istinto di
voltarsi. Nelle ore successive la signora raccontò l’accaduto ai familiari e
denunciò l’esperienza vissuta accettando di andare in televisione per farsi
intervistare. Dopo un paio di mesi, un’altra abitante di Protvino confermò di
avere visto, in quel giorno e a quell’ora, uno strano oggetto in cielo. Stessa
cosa confermarono altri testimoni e nel corso della stessa trasmissione
televisiva (mandata in onda alla TV centrale) il funzionario del Kgb
Kudrjavtzev, incaricato di analizzare le testimonianze degli abitanti di
Protvino circa gli avvistamenti del presunto Ufo, asserì che non aveva alcun
motivo di dubitare della loro sincerità. A suo dire erano tutte persone
assolutamente normali, che tenevano soprattutto a una cosa: l’anonimato.
L’ultimo caso di cui sono venuto a conoscenza, riguarda un incontro
ravvicinato che ebbe luogo nel maggio del 1990 nei pressi di Mosca, vicino al
villaggio di “Novyj Jerusalim”.
Il testimone, di nome Boris Konstanovich (B.K.)
vide improvvisamente abbassarsi sulla sua casa di campagna un oggetto argenteo
sigariforme, lungo circa 8-10 metri. Dall’oggetto, che si librava immobile
nell’aria, discesero volando lentamente verso terra, due esseri di aspetto
umano che una volta atterrati si diressero verso il testimone. Erano alti circa
due metri, portavano una tuta aderente di colore grigio, che li avvolgeva
completamente e lasciava libero soltanto il volto. La tuta, in un pezzo
unico, comprendeva anche i guanti, gli
stivali e le cuffie. B.K. era impietrito dallo stupore e si apprestava a
chieder loro chi fossero e da dove venissero, quando sentì nella sua mente
delle domande, domande riguardanti la natura degli alberi e degli arbusti
circostanti, della sua casa ed dei materiali con cui era costruita. Gli alieni
decisero addirittura di entrare in casa e fecero molte altre domande
riguardanti i vari elettrodomestici e le suppellettili presenti. Inoltre uno
dei due, sempre librandosi in aria, raggiunse il tetto della casa e successivamente,
ispezionò anche quello della casa vicina. Infine, i due alieni tornarono alla
loro nave, rimasta “parcheggiata” a mezz’aria sopra la casa, vi rientrarono e
ripartirono.
In cosa differiscono gli incontri ravvicinati avvenuti in Russia da quelli avvenuti nel resto del mondo?
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