I contatti e gli incontri ravvicinati con esseri
provenienti dallo spazio esistono da sempre. Ne hanno parlato vari scrittori,
fra cui lo svizzero Erich von Däniken, che l’ha esposta già una quarantina di
anni fa nel suo libro “Ricordi dal futuro”. Questa teoria sembra essere
confermata da una serie di ritrovamenti archeologici. Ad esempio, in Equador troviamo delle statuette di
personaggi vestiti con tute spaziali, in Colombia abbiamo invece raffigurazioni
in oro di “uccelli” del tutto simili a moderni aeroplani. Vi sono anche delle
rappresentazioni di UFO nelle pitture rupestri rinvenute in Francia e in
Spagna. Infine in Uzbekistan è stata scoperte una pittura rupestre, vecchia di
settemila anni, ma straordinariamente moderna quanto a soggetto, tanto che la
si potrebbe prendere per un moderno fumetto di fantascienza.
Nei testi sumeri vi sono racconti dettagliati di Dei
che arrivano dal cielo. Dai sumeri abbiamo la più antica raffigurazione del
sistema solare, su un sigillo conservato a Berlino e datato di 4500 anni fa. In
questa raffigurazione vediamo il sole attorniato da dieci pianeti che gli
ruotano intorno, una scoperta che in Europa venne fatta da Copernico solo migliaia
di anni dopo. Quindi ci si può chiedere come mai i Sumeri sapessero che i
pianeti girano attorno al sole. E come mai conoscevano dieci pianeti, mentre
noi ne conosciamo solo nove, anzi, otto da quanto la Società Astronomica
Internazionale ha tolto a Plutone lo status di pianeta.
Passando poi all’argomento dei contatti e dei
rapimenti, se ci basiamo sugli scritti sumeri, scopriamo che esseri venuti dal
cielo e chiamati Anunaki avevano istruito gli uomini. Su questo tema Zacharias
Sitchin ha scritto tutta una serie di libri, rivisitando antichi miti.
Troviamo anche dei racconti nei quali gli Anunaki
mescolano il loro DNA con quello delle creature che vivevano sulla terra, ossia
degli ominidi, creando una nuova specie: l’uomo. I Sumeri sostengono che l’uomo
venne creato per lavorare per conto degli Dei. Questi ultimi, infatti, sarebbero
venuti sulla terra per estrarre l’oro, necessario a risanare l’atmosfera del
loro pianeta. In effetti, la polvere d’oro è un’ottima soluzione contro le
radiazioni cosmiche. Quindi l’uomo sarebbe stato creato per lavorare nelle
miniere e solo in seguito, impiegato anche nei campi, per allevare il bestiame,
etc. Questi Dei avrebbero avuto una base sul pianeta Marte dove, in effetti, sono
state avvistate strane conformazioni rocciose che potrebbero far pensare ad
antiche costruzioni.
Anche nella Bibbia si trovano racconti simili a
quelli sumeri, ma non così precisi. Infatti la Bibbia non accenna a un solo
Dio, ma a molteplici Dei, gli Elohim, che crearono l’uomo a loro immagine e
somiglianza. Nella Bibbia si dice anche che i figli degli Dei, i Ben-Elohim,
arrivarono sulla Terra (da Marte, suggerisce Sitchin) e cercarono la compagnia
di donne terrestri, da cui ebbero dei figli. Chi erano questi Ben-Elohim?
Secondo i teologi si trattava di angeli caduti, ma gli angeli non possono
procreare dato che non possiedono un corpo fisico.
Oltre alla Bibbia, abbiamo altri testi, detti
aprocrifi, antichi quanto il Libro, ma ritenuti irrilevanti dal punto di vista
religioso. Uno di questi testi è il Libro di Enoch. Enoch, per farla breve, era
il bisnonno di Noè. Narra il testo, che si svegliò una notte e vide due figure risplendenti accanto al letto.
I due esseri lo invitarono a seguirli e subito tutti loro furono sollevati da
un turbine di vento luminoso. Mentre si trovava lassù venne a sapere che esseri
chiamati “Guardiani” erano giunti sulla terra per sorvegliare l’uomo e avevano
avuto dei figli con donne terrestri. Questi scritti sono antichissimi, alcuni
frammenti del Libro di Enoch sono stati ritrovati a Qumram, sul Mar Morto,
insieme ai famosi Rotoli, il che dimostra che sono vecchi di almeno duemila
anni.
Ma c’è un altro libro di cui si sono trovati
frammenti a Qumran, si tratta di testi tramandati sia dagli ebrei etiopi che da
quelli slavi. In questi scritti è narrata la storia della nascita di Noè e di
come il padre di questi, Lamech, fosse turbato quando sua moglie mise al mondo
il figlioletto. Il piccolo Noè infatti aveva la pelle bianca, i capelli biondi
e gli occhi chiari. Era insomma molto diverso dagli altri bambini che, essendo
mediorientali, erano piuttosto scuri come i loro genitori.
Lamech era disperato poiché sospettava che quel
bambino non era figlio suo, che la moglie si fosse concessa a uno dei
Guardiani. La cosa appare possibile visto che, come viene citato nei libri, gli
Dei avevano preso l’abitudine di
accoppiarsi con le donne umane.
Siamo agli albori dell’umanità, in un tempo
imprecisato in cui il mondo non ci apparteneva; l’essere umano non aveva
ancora acquistato consapevolezza di se: era nato per servire gli Dei. Come
poteva una donna rifiutarsi di giacere con un Dio? Messa alle strette, la
moglie di Lamech rivelò a Enoch tutto quanto. Quindi il piccolo Noè era un
figlio dei Guardiani. Questa cosa dovrebbe farci riflettere, dato che Noé viene
indicato come l’antenato dell’interna umanità e ciò significa che noi tutti
siamo discendenti dei Guardiani.
Passando a quanto avviene ai nostri giorni, sono
ipotizzabili nuovi incontri di donne terrestri con i Guardiani?
Nel 1975 una cittadina Americana, Betty Andreas,
sosteneva di aver subito quella che oggi viene chiamata una abduction. Betty si
sarebbe svegliata nel cuore della notte e avrebbe visto accanto al
suo letto quattro creature che l’avrebbero condotta fino a un oggetto luminoso
che l’avrebbe portata in cielo. Inoltre, e questo è un aspetto particolarmente
impressionante, in quell’oggetto vi sarebbe stato un laboratorio nel quale le
sarebbe stata praticata una inseminazione artificiale in seguito alla quale
sarebbe rimasta incinta. Più avanti Betty Andreas sarebbe stata nuovamente
rapita e avrebbe dato alla luce un bambino che le sarebbe stato tolto. Il bimbo
in questione sarebbe stato in qualche modo un “meticcio” umano-alieno.
Il fatto interessante è che quello di Betty Andreas
non rappresenta affatto un caso isolato. Secondo le ricerche fatte da studiosi
come John Mack, Jacobs e altri ancora, sarebbero centinaia le donne che
avrebbero subito la stessa sorte. E questo non solo negli USA, ma in tutto il
mondo. C’è chi ipotizza che questi piccoli “meticci”, siano destinati ad essere
reinseriti nell’umanità, magari in futuro, quando i contatti con gli alieni
saranno più aperti, affinché possa essere fatto un nuovo passo nell’evoluzione
umana.
Per quanto fantastico possa sembrare il fenomeno
dei rapimenti è una realtà. Esistono testimonianze e anche fotografie vecchie
di trent’anni, quando non esistevano i mezzi di manipolazione delle immagini di
cui disponiamo oggi. Abbiamo altresì la prova dell’esistenza di cicatrici sul
corpo dei rapiti, là dove sono stati prelevati loro dei campioni di tessuti.
Abbiamo infine la prova degli impianti, quei minuscoli pezzi di metallo che
vengono a volte trovati dai medici addirittura nel cervello di certe persone.
Ora, per quanto si possa essere scettici, non si può sostenere che qualcuno si
impianti volontariamente un oggetto metallico nel cervello per dimostrare che è
stato rapito dagli alieni.
Le creature vedute dai rapiti sono molto simili a
quelle riprodotte nelle statuette vecchie di circa settemila anni e spesso
chiamate dagli archeologi, divinità-insetto: esseri piccoli, con grandi teste,
grandi occhi a mandorla, bocche piccole e nasi quasi inesistenti. Un’immagine
molto diversa dai Guardiani.
Agli albori dell’umanità, in un tempo imprecisato in cui il mondo ancora non ci apparteneva (l’essere umano non aveva ancora acquistato consapevolezza di se: era nato per servire gli De) Come poteva una donna rifiutarsi di giacere con un Dio?
RispondiEliminaMessa alle strette, la moglie di Lamech rivelò che il piccolo Noè era un figlio dei Guardiani. Questa cosa dovrebbe farci riflettere, dato che Noé viene indicato come l’antenato dell’interna umanità e ciò significa che noi tutti siamo discendenti dei Guardiani.