Il tema “vaccini” ha reso calde le ultime
settimane. Fra ipotesi di proroga delle scadenze per mettersi in regola, autocertificazioni
e una certa dialettica fra gli stessi membri del governo, il dibattito sulle
vaccinazioni è tornato alla ribalta.
L’argomento, negli ultimi anni, si è tradotto in
una disputa senza quartiere, nella quale le diverse posizioni (favorevoli e
contrari) si sono radicalizzate escludendo ogni possibilità di dialogo. La
discussione ha preso la via della faziosità e si è persa la possibilità di
spostare l’attenzione sui contenuti. Sul tema vaccini bisognerebbe lasciare da
parte ogni sterile discussione e adottare un approccio scientifico, libero da
qualsiasi presupposto ideologico o preconcetto. La scelta di intraprendere la
strada dell’obbligatorietà ha avuto
l’effetto di polarizzare le posizioni, distogliendo l’attenzione dalla
sostanza. La conseguenza è che tutto si riduce a “bianco o nero” e costringe le
persone a prendere posizioni nette, dogmatiche; questo è l’esatto contrario di
un approccio scientifico. Questa semplificazione del dibattito, si svolge più
nelle piazze mediatiche, dove è facile raccogliere consensi, che tramite
strumenti di divulgazione seri e trasparenti: si tramuta in una sorta di velo
che non permette di cogliere la complessità dei fatti. Spiegare, informare,
rendere consapevoli: questa è la via maestra. I dieci vaccini contemplati dal
decreto sono utili e sicuri. La scienza ne ha chiarito l’efficacia e la sicurezza,
la storia ne ha decretato il successo.
Il calo di adesioni è espressione di paura e di
sfiducia nelle (scelte delle) istituzioni, timori che andavano affrontati con
un dibattito libero da preconcetti, aperto ai dubbi e trasparente rispetto alle
decisioni prese. Solo così si rendono i cittadini adulti e consapevoli. La fiducia
non si costruisce tornando a insinuare dubbi su uno strumento fondamentale per
la nostra salute, sul quale la scienza ha già dato una risposta chiara e
definitiva.
Pubblicato nell'agosto 2018, quindi pre covid e tuttavia attualissimo.
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