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lunedì 13 ottobre 2025

I VISITATORI PROVENIENTI DA ZOTORN



Il caso è liberamente tratto dal libro di Jack Vallet "Passport to Magonia".


Joseph Maliszevsky, nato a Boltava, Ucraina, nel 1900, partecipò alla prima guerra mondiale nei ranghi dell'esercito tedesco. Dopo la guerra si stabilì in Danimarca, dove, verso a metà del XX secolo iniziò a lavorare presso una stazione di servizio a Sunderburg, vicino al confine tedesco. Joseph è stato descritto come un uomo serio e pacato: un filosofo amante della natura.

La mattina del 19 luglio 1951, alle 02:30, Joseph si svegliò per andare in bagno. Quando tornò, sentì un fischio. Scoprì che il suono proveniva da una grande nave a forma di piatto che atterrò in un campo vicino. Spinto dalla curiosità, corse verso il velivolo ma, a 50 metri dal suo obiettivo fu fermato da un campo di forza invisibile. Rimase paralizzato, ma riusciva comunque a sentire e vedere tutto. Notò che i cavalli e le mucche, presenti nel campo, non riuscivano più a muoversi e anche gli uccelli tacevano. Maliszewski temeva che il veicolo fosse venuto a prelevare il bestiame, ma udì una voce nella sua testa che gli diceva: - Stai tranquillo, non li prenderemo!
Fu allora che Joseph vide otto piccoli oggetti rotondi uscire dai lati del veicolo e alzarsi in alto per poi rimanere fermi a mezz’aria. Poi si aprì una porta e ne uscì una scala da cui scesero giù quattro uomini alti. Questi andarono subito sul lato destro del veicolo e iniziarono ad armeggiare, come per aggiustare qualcosa. Maliszewski li descrisse come molto alti (m. 2,10), di carnagione scura e “molto belli”. Portavano caschi trasparenti che facevano intravvedere una dotazione simile a maschere per l'ossigeno. Indossavano abiti blu scuro, lucidi, che coprivano tutto il corpo e a quanto pare, avevano con se degli oggetti che sembravano contenitori. Joseph intravide anche delle sagome dietro ai finestrini del velivolo: c’erano altri uomini a bordo.
Dopo circa 15 minuti, quegli individui tornarono all’interno della navicella e la scala fu ritratta. Joseph ricevette un ultimo messaggio telepatico, contenente un messaggio di commiato e una promessa: - ci incontreremo di nuovo.
Il disco volante volò via. Maliszewski scoprì di non essere più paralizzato e vide che anche il bestiame era in grado di muoversi. Gli uccelli erano tornati e cinguettavano come se niente fosse successo.
Intanto Joseph Maliszewski, mentre stava lì a guardare il velivolo che scompariva, pensò qualcosa del tipo: - Che stupidi che siamo su questa terra!
Inaspettatamente, ricevette una risposta alla sua domanda. Il messaggio riferiva che non eravamo più stupidi degli altri abitanti dello spazio, ma eravamo entrati nell'era atomica e loro erano venuti ad avvertirci, perché noi non eravamo più in grado di controllare la situazione.
L'orologio di Joseph era rimasto fermo alle 02:30 e in seguito, scoprì che il velivolo aveva lasciato delle tracce sul campo. Tracce di ruote e grandi impronte di piedi tra le ruote. Ma, una folla di curiosi si recò sul campo per vedere il luogo del presunto sbarco e tutte le tracce vennero confutate.
Nei primi giorni dopo l’incontro, Joseph stette male: avvertiva un sapore amaro in bocca, aveva la diarrea e non riusciva a dormire.

Joseph Maliszewski asserì di aver incontrato di nuovo visitatori, come gli era stato predetto. Il 18 maggio 1954 incontrò per la seconda volta gli spaziali. Stava pescando tranquillamente sulla sua barca, di prima mattina, quando una piccola navicella passò a bassa quota sull'acqua. Accostò, si aprì una porta e ne uscì un astronauta. Per tranquillizzarlo, lo spaziale gli offrì una bevanda (un tranquillante?) e si spartirono qualcosa di molto simile al pane. Fu in quell’occasione che il visitatore dichiarò di provenire da un pianeta chiamato Zotorn.

Due settimane dopo, racconta Maliszewski, era su un volo interstellare con gli stessi astronauti ed ebbe modo di incontrare una delle loro donne. La descrisse come "la donna più bella che io abbia mai visto”. Indossava una camicetta lucida, una gonna corta e portava un mantello sulle spalle. Lei parlava danese. Maliszewski affermò: - Mi ha baciato su entrambe le guance e infine sulla fronte, poi ha detto: “Tu sei mio fratello e io sono tua sorella. Non dovete pensare di essere i soli qui, l’Universo è tanto grande".

Nel corso degli anni, Joseph continuò a raccontare tante altre storie sui suoi incontri con visitatori del pianeta Zotorn. Forse troppe. Aggiungeva, via via, sempre più dettagli e molti di questi erano stravaganti. Ciò portò la comunità degli ufologi a diffidare di lui: molti erano ormai convinti, che quei particolari fossero semplicemente inventati per tenere alta l’attenzione su di se.

Passarono gli anni e Joseph Maliszewski si ammalò: diventò un uomo completamente debilitato. Incolpava della sua malattia l’esposizione ai raggi della navicella spaziale. Nel corso degli anni, i giornali danesi lo hanno preso in giro a causa delle sue storie stravaganti e a dir poco, esagerate. Rendendolo, nei suoi ultimi anni di vita, un individuo schivo e depresso.
Joseph Maliszewski si è spento all'età di 63 anni il 26 ottobre 1963.

L'immagine è puramente indicativa.

giovedì 9 ottobre 2025

UN INCONTRO RAVVICINATO DECISAMENTE NOCIVO


 
"A differenza di altri, questo caso si è dimostrato deleterio per lo sfortunato protagonista. A riprova di quanto spesso affermo: gli incontri ravvicinati sono pericolosi. Devono essere sempre affrontati, per quanto è possibile, con estrema cautela.
Il caso è liberamente tratto dalle pagine del libro "UFO Danger Zone" di Bob Pratt.
Pratt apprese la storia di Geraldo Da Costa attraverso la testimonianza del professore in psicologia "Holvio Brant Alexo" di Belo Horizonte, che aveva investigato l'incidente. Alexo gli fornì i certificati, i documenti medici e tutti i dettagli sul caso, che l'autore poi inserì nel suo libro."


In una calda notte di maggio del 1977, nella campagna di Minas Gerais (Cfr. l'incidente di Varginha), in Brasile, Geraldo da Costa, un umile contadino, stava tornando a casa. Nella strada buia e silenziosa solo il rumore degli zoccoli del suo cavallo rompeva quella quiete. Improvvisamente, sopra di lui apparve una luce così intensa da illuminare a giorno tutta la strada. Il cavallo, spaventato, tentò di scappare, mentre un oggetto di forma ovale e dall'aspetto metallico, scendeva lentamente emettendo, al contempo, luci colorate e intenso calore. Atterrò pochi metri più avanti. Subito dopo, Geraldo notò la presenza di due piccole creature accanto al veicolo. Avevano grandi occhi lucidi, capelli lunghi e lineamenti, tutto sommato, umani. Uno sembrava indicare qualcosa: come se chiedesse aiuto. L'altro si avvicinò e toccò Geraldo sulla spalla. In quel momento, lui sentì che il suo corpo era diventato così leggero da staccarsi da terra.
La mattina dopo, fu ritrovato privo di sensi in una foresta di bambù a pochi chilometri dal luogo dell’incontro. Era confuso, non proferiva parola e aveva degli strani segni sul corpo. Si trattava di una cicatrice rossa sul braccio, lunga circa quindici centimetri e di cinque piccoli fori: due su ogni lato del petto, uno alla vita e un altro sulla spalla. Quest’ultimo, era circondato da bordi d'argento che riflettevano la luce.
Geraldo rimase in coma per tre giorni. Quando riprese conoscenza, non era in grado di parlare. Le analisi cliniche, effettuate a Bello Orizzonte, evidenziarono un piccolo tumore alle corde vocali, prontamente rimosso. Tuttavia, non riacquistò mai più la voce.
Da quel giorno, Geraldo non fu più lo stesso: divenne un individuo apprensivo, poiché era certo che le creature sarebbero tornate. Ogni suono, anche il semplice bussare alla porta, lo intimoriva.
Visse così fino alla morte, senza mai riacquistare la voce e senza mai dimenticare l’incubo che aveva vissuto, quella notte in cui fu toccato da un essere di un altro mondo.

martedì 11 febbraio 2025

OLTRE LA MORTE


Julia Fischer (di Vienna) alla tenera età di sei anni, ebbe una straordinaria esperienza di pre-morte. Correva l’anno 2023: racconta di essersi svegliata con un forte mal di testa e di come è collassata subito dopo a causa di un'emorragia cerebrale, potenzialmente letale, che la costrinse in terapia intensiva per due settimane. Fu proprio durante quel ricovero che Fisher sperimentò l'esperienza di pre-morte.
Ebbe la netta sensazione di "scivolare fuori" dal corpo. Si ritrovò, quindi, a fluttuare a circa due metri sopra il letto, mentre osservava il suo corpo disteso e gli strani tubi collegati alla testa. Inizialmente, non capì cosa stesse succedendo, ma presto si rese conto che qualcosa non andava. Questa consapevolezza la portò alla conclusione che poteva essere morta. Osservava se stessa o meglio, il suo corpo e l'attrezzatura medica con un senso di distacco e di leggerezza. Non riusciva a vedere i suoi piedi e neanche le mani, il che potrebbe sottolineare la natura disincarnata di questa sua esperienza.

- La parte più impressionante - ha rivelato - era il silenzio. Un silenzio assoluto che non è possibile sperimentare in questo mondo. Era come premere il pulsante di pausa, click: più nessun rumore. Vedi tutto al rallentatore, è così che l'ho percepito. Ripeto: era un silenzio che non possiamo sperimentare su questa Terra.

Fisher ricorda di essersi diretta verso lo stipite della porta che era inondato di luce. Una luce che aveva una frequenza unica, diversa da qualsiasi luce sulla Terra. Come una falena, si sentì attratta da quella luce, ma all'improvviso fu fermata da una voce che le chiedeva se davvero voleva andare oltre la soglia. La “persona” che avanzò la richiesta non era visibile, il che aggiunge qualcosa di mistico all’intera vicenda. Mentre rifletteva su quella domanda, il pensiero corse ai suoi genitori e questo la riportò al suo corpo con grande impeto.

- Ebbi la sensazione che fosse di un tono leggermente bluastro, un mix di luce bianca e blu. Ne fui attratta: era qualcosa che non avevo mai visto prima. Mi sono mossa lentamente verso questa luce, molto lentamente. Poi ho sentito una voce, una voce che mi chiedeva: "vuoi andare oltre?" Mi fu posta questa domanda, ma non vidi nessuno, udivo solo una voce che chiedeva: "vuoi andare?" Fu davvero emozionante. In quel momento, ho riflettuto, ci ho pensato e ho avuto un solo pensiero: i miei genitori. Ho pensato immediatamente ai miei genitori: mamma e papà. Mentre avevo questo pensiero, fu come se una forza mi tirasse indietro, come se il pensiero di mamma e papà mi stesse riportando indietro, nel mio corpo, ad una velocità incredibile. Ecco, questa è stata la mia esperienza di pre-morte.

Fischer descrisse la luce come un'evocazione di sentimenti di amore e sicurezza: si sentiva in buone mani. La decisione di tornare nel suo corpo sembrò influenzata solo dai suoi pensieri: non avvertì alcuna pressione da parte di una forza esterna a restare o ad andare.
Dopo aver trascorso due settimane in terapia intensiva e altre due settimane in reparto, Fisher scelse di non condividere immediatamente la sua esperienza, tantomeno con i suoi genitori, troppo fragili emotivamente in quel momento. Ci vollero due anni per elaborare l'evento prima di parlarne con la madre, che reagì in modo aperto e solidale.
Fischer ha descritto l'esperienza di pre-morte e di come abbia influenzato il resto della sua vita. Tuttavia non ne parla molto: comprende che la gente potrebbe non capire. L'esperienza ha portato Fisher a esplorare argomenti spirituali: è profondamente interessata al significato della vita. Crede che le anime vengano sulla Terra per sperimentare vari aspetti dell'esistenza, come il perdono, vivendo eventi di vita specifici. È diventata più sensibile alle energie che la circondano e prova emozioni nuove. Questa sensibilità accresciuta, influenza le sue interazioni con le persone. Ormai, il suo orientamento spirituale influenza anche le sue scelte professionali, portandola a formarsi come kinesiologa, anche se cerca di integrare al massimo la spiritualità nel suo lavoro.


C'è sicuramente qualcosa dopo la morte. In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr.(Cfr. dopo la morte) un medico, inizialmente scettico ed in seguito, fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, è considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna.

giovedì 16 gennaio 2025

NOI E GLI "ALTRI"


    L’ingenuità e la gentilezza con cui l’umanità guarda l’Universo rivela una strana contraddizione: sulla Terra, gli uomini possono sbarcare su un altro continente e senza pensarci due volte, distruggere civiltà affini con guerre ed epidemie. Guardando le stelle, invece, diventano sentimentali, si convincono che, se gli extraterrestri esistono, vivono all’insegna di nobili principi morali e che curare e amare altre forme di vita fa parte di un indubitabile codice di condotta universale.
Io ritengo che debba essere esattamente il contrario: dovremmo rivolgere la bontà che mostriamo nei confronti delle stelle ai nostri simili sulla Terra e costruire quei legami di fiducia e comprensione con i diversi popoli e civiltà che compongono l’umanità. Ma per quanto riguarda l’Universo fuori dal Sistema Solare, dovremmo stare sempre in guardia ed essere pronti ad attribuire le intenzioni peggiori a quegli “Altri” che potrebbero esistere nel cosmo. Per una forma di vita fragile come la nostra, questo è senza dubbio l’atteggiamento più responsabile.

Cixin Liu

sabato 29 giugno 2024

TRUMBULL (OHIO): LA POLIZIA INSEGUE GLI UFO

Una serie di eventi insoliti si verificarono il 14 dicembre 1994 nella contea di Trumbull, nell'Ohio.
Subito dopo la mezzanotte gli operatori del 911 ricevettero una serie interminabili di chiamate. Tutte riguardanti avvistamenti di UFO a bassa quota. La maggior parte di queste chiamate furono accolte dal centralinista Roy Anne Rudolph.
Le segnalazioni riguardavano per lo più oggetti sconosciuti o luci che si muovevano velocemente e che sembravano scendere a terra. Naturalmente, in un primo momento, gli operatori del 911 pensarono che le chiamate interessassero un pallone, un aereo, un elicottero o un altro tipo velivolo convenzionale. Ma, le chiamate si susseguivano, tanto che Rudolph decise di allertare i poliziotti di Liberty Township.
La prima unità di polizia contattata ritenne che le segnalazioni, probabilmente, non fossero nulla di preoccupante: forse era un aereo che volava a bassa quota.
Ma il sergente Toby Meloro decise che valeva la pena di dare un’occhiata. Fu il primo poliziotto ad arrivare sulla scena e mentre procedeva lungo Samson Drive, venne informato da un passante che le luci c’erano e che si stavano spostando verso sud. Meloro, quindi, si diresse verso sud seguendo la Samson Drive ma, improvvisamente, la sua auto si fermò.
Mentre tentava di riavviare il suo veicolo, fu investito da una luce intensa proveniente dall'alto. Sorpreso e spaventato, scese dall’auto e rimase a guardare un grande oggetto di forma circolare, intensamente luminoso, specie nella sua sezione centrale.
Dopo circa trenta secondi, il grande oggetto si allontanò senza mai emettere alcun suono.
Quando scomparve alla vista, le funzioni dell'auto della polizia tornarono alla normalità.
Cercando di capire cosa aveva appena visto, Meloro partì all'inseguimento dell'UFO. Non riuscì a tenere il passo. Chiamò la Centrale informandoli di ciò che aveva visto e fornì la direzione dell'oggetto volante. Ben presto, queste informazioni furono trasmesse a tutte le unità delle forze dell'ordine attive nell'area e i rapporti sulla direzione dell'oggetto furono usati per triangolarlo e consentire alle unità di spostarsi per intercettarlo.
Rudolph dichiarò, in seguito, che almeno 14-15 agenti avevano visto l'UFO. I loro rapporti sull'oggetto e sui suoi movimenti furono oggetto di discussione tra di loro, poichè facevano apertamente uso della radio.
Fu interpellata la Torre di Controllo dell'aeroporto locale per chiedere se avessero qualcosa di insolito sul loro radar. La torre di controllo dichiarò che non vedevano nulla di insolito nel raggio di 60 miglia intorno a Youngstown.




Il ricercatore Kenny Young ha condotto uno studio approfondito sugli avvistamenti della contea di Trumbull. Richiese i documenti riguardanti il caso appellandosi al Freedom of Information Act, ma le sue richieste furono respinte. Però, ebbe modo di intervistare gli agenti coinvolti nel caso: la sua opinione era dicessero la verità.
Il tenente James Baker, del dipartimento di polizia di Brookfield Township, era uno degli agenti che monitorava le chiamate. Decise di dare un'occhiata di persona. Si arrampicò su una torre radar in disuso per avere una visuale migliore. Quando raggiunse la cima della torre, rimase scioccato da ciò che vide: non uno, ma tre UFO. I tre oggetti erano disposti a triangolo, con l'oggetto centrale leggermente più in alto dei due laterali. Baker affermò che gli oggetti cambiavano colore simultaneamente: rosso, giallo, blu e verde. Questo è quello che riferì agli altri poliziotti in servizio.
Banalmente, gli avvistamenti furono spiegati dai soliti “esperti” come semplici stelle che apparivano basse nel cielo e sembravano cambiare colore.
Questo però non spiega come quelle stelle potessero bloccare i veicoli della polizia, come spiegare le luci che si muovono o gli oggetti solidi che furono visti e inseguiti dai poliziotti.
Alcuni teorizzarono che l'oggetto fosse un velivolo sperimentale top secret proveniente dalla base della riserva aerea di Youngstown. Tuttavia, il capitano John Keytack smentì in modo categorico queste teorie: dichiarò che non c’erano aerei, sperimentali o meno, in volo quella notte.

venerdì 21 giugno 2024

L’OMINO DI RUWA


 

Venerdì 16 settembre 1994, intorno alle 10:15, sessantadue bambini della Ariel School, una scuola elementare privata di Ruwa, a circa 20 km da Harare (Zimbabwe) erano nel loro campo da gioco per la pausa di metà mattinata. All'improvviso videro tre palline d'argento nel cielo sopra la scuola. Queste sparirono in un lampo di luce per poi ricomparire altrove. Ciò accadde per tre volte, poi iniziarono a scendere verso la scuola e una di loro atterrò (o si librò) su un terreno accidentato, con alberi, cespugli spinosi e dell'erba da cui spuntavano germogli di bambù.
I bambini non potevano accedere a quest'area, nonostante fosse adiacente al loro campo da gioco e non fosse recintata, a causa della presenza di serpenti, ragni e altre creature velenose. Il campo incolto era attraversato da una stradina utilizzata dai trattori che, di tanto in tanto, cercavano di ripulire quella zona. Nel sito corre una linea elettrica supportata da tralicci e secondo un ragazzo, l'oggetto seguì questa linea prima di atterrare. Tuttavia, non è chiaro se l'oggetto sia veramente atterrato o sia rimasto sospeso a mezz’aria.

Martedì 20 settembre si recò sul posto una piccola squadra di cui faceva parte anche un giornalista della BBC con la loro attrezzatura televisiva e un tecnico, Gunter Hofer. Avevano in dotazione un contatore Geiger, un metal detector e un magnetometro. Strumenti che furono utilizzati per capire se l'oggetto aveva lasciato tracce della sua presenza. Il preside della scuola, il signor Colin Mackie, fu molto collaborativo e sebbene non credesse negli UFO, ammise di credere che i bambini avessero visto quello che descrivevano. Furono intervistati circa 10 o 12 bambini, i più grandi e il tutto fu registrato per il canale televisivo della BBC.

Un testimone oculare, identificato solo come Barry D., disse di aver visto tre oggetti volare là sopra. Avevano luci rosse lampeggianti. Sono scomparsi e sono riapparsi quasi subito da un’altra parte. Ciò è accaduto per tre volte. Poi atterrarono nei pressi di alcuni alberi della gomma. Barry riferì che l’oggetto principale aveva le dimensioni apparenti dell'unghia del suo pollice tenuto a distanza di un braccio. Il resoconto fu confermato dagli altri bambini. Secondo loro, l’oggetto scese nella zona indicata, a circa 100 metri da loro, al confine del campo sportivo della scuola.
Poi, un piccolo uomo (alto circa un metro) apparve sopra l'oggetto. Scese, camminò per un po' sul terreno accidentato e quando si accorse dei bambini, scomparve. Lui o un suo simile, poi riapparve sul retro dell'oggetto. Questo, decollò molto rapidamente e scomparve.
L'omino indossava un abito nero attillato che, secondo una ragazza, era "lucente". Aveva un collo lungo e magro e occhi enormi a forma di palloni da rugby. Aveva un viso pallido con lunghi capelli neri che gli arrivavano fin sulle spalle.

Fu suggerito al signor Mackie, prima di visitare la scuola e prima che i bambini venissero intervistati, di invitarli a disegnare ciò che avevano visto. Furono raccolti circa 30-40 disegni, alcuni dei quali molto espliciti e chiari. La maggior parte dei disegni sono simili, ma alcuni velivoli sembrano effettivamente dei "dischi volanti". C’è da chiedersi quanti di questi bambini siano stati influenzati dai media.
Sappiamo che i bambini più piccoli, quelli con un’età compresa tra i 5 e i 7 anni, di fronte al fenomeno, erano molto spaventati e correvano gridando: "Aiutatemi, aiutatemi". I bambini più grandi cercarono di tranquillizzarli e chiesero loro del perché fossero così spaventati. La risposta fu: - Viene a mangiarci. - C’è da credere che questo ragionamento possa applicarsi maggiormente ai bambini africani che conoscono le leggende dei tokoloshies, che mangiano bambini.

I loro insegnanti erano in riunione e non sono usciti. Il preside, ha riferito che i bambini urlavano e gridavano sempre durante il gioco per cui nessuno pensò che stesse succedendo qualcosa di insolito. L'unico altro adulto disponibile in quel momento era una delle madri che gestiva il negozio di dolciumi. Quando i bambini vennero a chiamarla, lei non ci credette e non volle uscire: non era disposta a lasciare il negozio incustodito, visto che c’era tanto cibo e del denaro.

Gunter e gli uomini esaminarono attentamente il terreno attorno al punto in cui i bambini avevano visto l'oggetto, ma non riuscirono a ottenere alcuna lettura sul contatore Geiger o su qualsiasi altra attrezzatura. In effetti, se l'oggetto non fosse atterrato, non ci sarebbe stato nulla da rilevare. Camminando con cautela sotto i tralicci, tra cespugli spinosi e tane di serpenti, non fu trovato alcun segno di un punto di atterraggio.


L'immagine è solo indicativa.

martedì 18 giugno 2024

IL RAPPORTO DEL CAP. JEAN CHARLES DUBOC


Un altro capitolo della serie: i piloti vedono gli UFO, degnamente introdotta dal post “Piloti” (Cfr. Piloti) pubblicato verso la fine del 2015.
Il 28 gennaio 1994, all'inizio del pomeriggio, l'equipaggio del volo Air-France AF-3532 (Nizza-Londra) osservò un fenomeno insolito. UFOCOM iniziò un’indagine interrogando, in primis, il comandante Jean-Charles Duboc.

Di seguito, l’intervista.

Comandante, lei il 28 gennaio 1994 si è imbattuto in un fenomeno insolito mentre era in volo sulla tratta Nizza-Londra. Potrebbe raccontarci a cosa ha assistito?

Sì, ero ai comandi del volo AF-3532 quel 28 gennaio del 1994, il copilota era Valerie Chauffour e avevamo imbarcato ventiquattro passeggeri. Conservo copia dell'OCTAVE, che è il seguito informatico del volo e posso precisare che sopra la zona parigina, a quota 11.700 metri (FL 390), la temperatura esterna era di meno 59 gradi centigradi, il vento proveniva da Nord-Ovest. La visibilità era di oltre 300 km (150 Nm) e la copertura nuvolosa era costituita da altocumuli. Il volo non riscontrò alcun problema, la navigazione si svolse in ottime condizioni meteo nonostante il vento contrario (triangolato) a quasi 130 km/h (70 kts). Ciò ci dava una velocità al suolo di 650 km/h (350 kts). L'ora di decollo da Nizza, era alle 00:56 UT e l'ora prevista per l’arrivo a Londra era alle 14:13 UT.
Come dicevo, fu un volo particolarmente tranquillo, senza particolari problemi. Quando arrivammo sopra Coulommiers, uno steward notò un oggetto che pensava potesse essere un pallone meteorologico. Questo oggetto fu poi visto dal copilota e da me, pochi istanti dopo.
Sembrava avere una forma variabile e attraversò molto rapidamente la nostra diagonale. L'ho identificai dapprima come un aereo, era di fronte a noi, a circa 45 km (25 Nm) a una quota di circa 10.500 metri (25 Nm) e con un assetto molto cabrato, vicino ai 45°. Ho trovato questo assetto assolutamente anomalo perché a questa quota gli aerei non si inclinano oltre i 30 gradi senza rischiare di andare in stallo. Quest'oggetto ci sembrò assolutamente anomalo per le sue dimensioni che ci parvero immense, per il suo colore rosso scuro e per i bordi sfocati. Ebbi l'impressione di osservare una gigantesca lente in evoluzione. Non assomigliava a nulla che avessimo già visto, nella nostra carriera.
Questo oggetto, questo fenomeno, è rimasto immobile mentre lo lasciavamo alla nostra sinistra, sempre a una distanza di circa 45 km. L'abbiamo osservato per circa un minuto, consapevoli che stavamo vedendo qualcosa di assolutamente anomalo. Abbiamo continuato ad osservarlo mentre si fondeva gradualmente con l'ambiente. L'abbiamo visto diventare traslucido, trasparente, diluirsi nello spazio. Fu assolutamente fantastico.
Dopo, abbiamo contattato il centro di controllo di Reims per annunciargli la presenza di questo oggetto non identificato, come richiesto dalla regolamentazione del trasporto aereo.

Questo “oggetto” è stato tracciato dai suoi strumenti? E la scatola nera del volo 3532 ha registrato le comunicazioni tra il vostro aereo e il centro di controllo di Reims?

I nostri strumenti di bordo non sono predisposti per localizzare altri aeromobili. Il radar (meteorologico) dell’aereo serve esclusivamente a localizzare i temporali per poterli, eventualmente, evitare. Caratteristici di questi fenomeni atmosferici sono i cumulonembi. Durante questo evento il radar non era in funzione, poiché è necessario solo nel volo strumentale (IFR).
Allo stesso modo la scatola nera non può in nessun caso rilevare velivoli o fenomeni esterni. Sull'Airbus 320 è presente un primo registratore che è il Quick Access Recorder (QAR). Registra solo i parametri di volo, velocità, altitudine, meccanica, motori, impianto elettrico, ecc. Viene analizzato dal servizio di manutenzione.
Il secondo registratore, il DFDR, ha le stesse funzioni, ma deve sopportare i carichi estremi di un incidente. Questo registratore viene analizzato solo in caso di incidente o su richiesta dell'equipaggio. Poiché non risultava alcun pericolo e quindi nessun parametro del nostro volo fu modificato, le registrazioni non sono state analizzate poiché sarebbe stato inutile.
L'UFO si trovava a circa 45 km dal nostro aereo e non si sono verificati disturbi elettrici o magnetici.
D'altra parte questo UFO era a circa 10 km sopra Parigi. Se ci fossero stati i disturbi elettromagnetici, qualche milione di persone se ne sarebbe accorto. Le comunicazioni sono sempre state regolari e così anche per i principali programmi televisivi e radiofonici!

Quali sono stati i proseguimenti di questa vicenda a livello professionale e personale? È stato intervistato dalle autorità civili o militari?

Nell'immediato non fu preso alcun provvedimento, anche perché non presentai una relazione scritta. L’ho feci per evitare di essere ridicolizzato. Fu tre anni dopo, mentre leggevo un articolo di Paris Match, che descriveva come un UFO fosse stato rilevato sopra Parigi, che stabilii il collegamento tra quell’UFO e ciò che avevo visto. Ho quindi presentato un rapporto alla polizia francese, la Gendarmerie Nationale, che dispone di una Standard Operating Procedures (SOP) per la raccolta dei rapporti sugli UFO.