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venerdì 6 settembre 2019

L’INCIDENTE DI VARGINHA


La notizia fu riportata da Vitorio Pagaccini: a Belo Horizonte (Brasile) il 20 gennaio del 1996, i militari catturarono, vive, due creature apparentemente extraterrestri. La cattura avvenne nelle vicinanze della città di Varginha, situata nello stato di Minas Gerais. L’evento è ancora considerato uno dei più significativi mai registrati in Brasile e forse nel mondo intero. Le autorità militari tengono segreti i dettagli dell’operazione e l’informazione ha raggiunto il pubblico grazie al lavoro investigativo del Prof. Vitorio Pacaccini e di Ubirajara Rodriguez. Entrambi vivono nelle vicinanze e sono considerati ricercatori seri e assidui.
Nel pomeriggio del 20 gennaio, verso le 15:30, ora locale, tre giovani ragazze: Liliane e Valquira Silva e la loro amica Katia de Andrade Xavier, tornavano a casa.  Mentre attraversavano un prato, a poca distanza da dove vivevano, s’imbatterono in una strana piccola creatura. Era sabato e le ragazze tornavano dal lavoro. Nell’attraversare quest’area, la loro attenzione fu attratta da questa creatura che era in ginocchio e sembrava ferita e sofferente. Le ragazze la osservarono per qualche minuto, poi scapparono via spaventate perché, nella loro ingenuità, credettero di aver incontrato il Diavolo.
Le tre ragazze furono interrogate dai sopraccitati ricercatori. Descrissero la creatura come di colore scuro con un piccolo corpo di quattro o cinque piedi di altezza. Non aveva capelli, ma una grande testa marrone e un piccolo collo. Il viso fu descritto come avente due occhi grandi e rossi senza pupille. C’era un taglio al posto della bocca, un naso molto piccolo e cosa interessante, tre protuberanze proprio sulla fronte. Le ragazze descrissero le protuberanze come simili a corna: cosa che causò la loro paura di aver incontrato il demonio.
 
 

I ricercatori Pacaccini e Rodriguez continuarono a investigare allargando il loro campo d’azione ai dintorni della città di Varginha, per scoprire se qualcun altro avesse visto la stessa creatura. Nel condurre l’investigazione, entrambi scoprirono che diversi testimoni, proprio quella mattina, avevano visto dei camion dell’Esercito e altri veicoli militari a poca distanza da dove le ragazze ebbero il loro incontro. Mentre cercavano di scoprire cosa stessero facendo i militari, Pacaccini e Rodriguez riuscirono a parlare con alcuni soldati e sottufficiali. Uno dei soldati decise di parlare della missione e di rilasciare, in modo confidenziale, una intervista, che fu registrata. Il militare confermò che verso le 09:00 del 20 gennaio i pompieri di Varginha furono chiamati dai militari per catturare uno strano “animale” nel distretto di Jardim Andere. Tra i pompieri che risposero all’appello c’erano Nivaldo e Santos, il Caporale Rubens, il Sergente Palhares, comandati dal Maggiore Maciel. Al loro arrivo, però, non trovando alcun animale, si misero in comunicazione con il Comando della Scuola Sottufficiali dell’Esercito - Escola de Sargentos das armas (ESA) – Ma, prima che arrivasse una riposta, un camion dell’Esercito era già sul posto. La creatura fu individuata e catturata mediante l’uso di reti e di altro equipaggiamento normalmente usato per catturare animali selvaggi. Come un animale, fu rinchiusa in una cassa di legno di un metro quadrato, coperta con un telone e caricata sul camion dell’Esercito. I testimoni affermarono che emetteva un suono ronzante simile a quello prodotto dalle api. Il veicolo si diresse all’ESA. Il T. Col. Wanderley ordinò a tutto il personale coinvolto nella cattura di astenersi dal parlare dell’incidente con chiunque, dicendo loro che si trattava di un’operazione segreta. Il T. Col. Wanderley, era un esperto in guerra atomica, biologica e chimica, forse è per queste sue attitudini che fu messo al comando dell’operazione anche se all’epoca l’ESA era agli ordini di un generale.
Il poliziotto Marco Chereze toccò la forma di vita senza alcuna protezione. Morì due settimane dopo di una infezione generale. La famiglia mostrò a Pacaccini gli ultimi esami del sangue, che mostravano come fosse contaminato da una sostanza tossica sconosciuta. Tuttavia, secondo Pacaccini, la polizia di Varginha cercò di confutare tale testimonianza affermando che Chereze non era neanche in servizio il 20 gennaio del 1996. A tal proposito, la famiglia di Chereze ribadì che non solo era in servizio quella notte, ma che era venuto a casa per cambiarsi, informandoli che non sarebbe tornato per cena poiché avrebbe dovuto lavorare fino a tardi, impegnato in una missione.

 

 

In seguito, altri militari si fecero avanti per parlare dell’incidente, a condizione che le loro identità fossero mantenute segrete. Tutti coloro che si fecero avanti rilasciarono interviste confidenziali e permisero di registrarle. Tutti confermarono che una seconda creatura, probabilmente quella vista dalle tre ragazze nel pomeriggio, era stata catturata la stessa notte con l’ausilio di personale dell’Esercito, dei pompieri, del servizio segreto e della polizia. Grazie agli sforzi investigativi di Pacaccini e Rodriguez, molti dei dettagli dell’operazione di recupero sono ora conosciuti. La seconda creatura, identica alla prima, era anch’essa viva quando fu condotta presso l’ospedale di Varginha. Dopo avervi passato alcune ore fu trasferita al più attrezzato Humanitas Hospital. Due giorni dopo, nel pomeriggio del 22 gennaio, la creatura, ormai morta, fu oggetto di una gigantesca operazione di copertura. Quanti ebbero a che fare con la creatura furono ammoniti a non discuterne con nessuno, neanche con i loro parenti e ad evitare, in modo specifico, la stampa e i ricercatori UFO. Le interviste confidenziali con i militari coinvolti nelle operazioni di rimozione, riportarono che furono utilizzati tre camion dell’Esercito per rimuovere il corpo dell’extraterrestre, cosicché nessuno avrebbe potuto sapere quale camion stava effettivamente trasportando la creatura.
Gli investigatori brasiliani sono riusciti a determinare questi fatti: personale militare dell’S-2 brasiliano (l’intelligence dell’Esercito) fu incaricato di prelevare il cadavere dall’interno dell’ospedale, di riporlo in un cassa di legno per poi caricarlo in uno dei camion. Tutti e tre i mezzi tornarono all’ESA. La mattina successiva, alle 04:00, i camion si diressero verso un’altra installazione militare situata a Campinas, nello stato di Sao Paulo: un viaggio di 200 miglia. Lì il cadavere fu trasferito all’Università di Campinas, una delle migliori istituzioni brasiliane. Il corpo fu oggetto di autopsia da parte del Dott. Fortunato Badan Palhares, che era universalmente considerato come uno dei migliori medici forensi. Tuttavia il Dott. Palhares ha pubblicamente negato di aver preso parte all’autopsia.
Un anno dopo l’incidente di Varginha, un altro testimone si fece avanti: Joao Bosco Manoel. Egli chiamò Pacaccini il quale lo incontrò insieme a Rodriguez e ascoltò la sua storia: aveva assistito, non visto, alla cattura della prima creatura. Verso le 10:45 del 20 gennaio, il Sig. Bosco era in zona per vendere del pesce, quando la sua attenzione fu attratta dalla presenza di un camion dei pompieri, senza che vi fosse traccia di un incendio. Incuriosito, si nascose per vedere cosa accadeva. Vide sei pompieri emergere concitatamente dai cespugli seguiti da altri quattro che indossavano grossi guanti e che trasportavano una creatura avvolta in una rete. La forma di vita fu adagiata nel camion che mise in moto e partì. Il Sig. Bosco avvertì un odore estremamente acre come di ammoniaca permeare l’aria aperta. Tenne anche una conferenza stampa e rese pubblica la sua storia affermando che avrebbe potuto identificare almeno due dei pompieri. Inutile dire che tutto ciò scatenò un pandemonio, poiché la sua storia veniva ufficialmente smentita. Il Sig. Bosco subì delle intimidazioni e fu trattenuto dopo la sua conferenza stampa. Bosco, successivamente, lasciò lo stato di Minas Gerais.
I ricercatori Pacaccini e Rodriguez scoprirono che i poliziotti coinvolti nella cattura furono, in seguito, promossi e trasferiti altrove. Per un certo periodo di tempo, dopo l’incidente, l’area dove è situata Varginha, nella parte sud dello stato di Minas Gerais, fu oggetto di uno delle più grandi ondate di avvistamenti UFO mai registrate, che includevano testimonianze su enormi UFO e contatti ravvicinati con gli abitanti. Tale evento comparve sulla prima pagina del Wall Street Journal, sebbene il tono dell’articolo fosse piuttosto ridicolizzante.

3 commenti:

  1. Le tre ragazze descrissero la creatura come di colore scuro, alta non più di quattro o cinque piedi. Non aveva capelli, ma una grande testa marrone e un piccolo collo. Il viso fu descritto come avente due occhi grandi e rossi senza pupille. C’era un taglio al posto della bocca, un naso molto piccolo e cosa inquietante, tre protuberanze proprio sulla fronte. Le ragazze descrissero le protuberanze come simili a corna: cosa che causò la loro paura di aver incontrato il demonio.

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  2. comunque quel che non si puo' credere in questi racconti, coloro che "parlano" pur essendo legati al "segreto militare".
    Tutti Generali in pensione, o anonimi con raccomandazioni speciali. .....i quali fanno diventare i racconti "veri".....bufale!

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