La notizia fu riportata da Vitorio Pagaccini: a
Belo Horizonte (Brasile) il 20 gennaio del 1996, i militari catturarono, vive,
due creature apparentemente extraterrestri. La cattura avvenne nelle vicinanze
della città di Varginha, situata nello stato di Minas Gerais. L’evento è ancora
considerato uno dei più significativi mai registrati in Brasile e forse nel
mondo intero. Le autorità militari tengono segreti i dettagli dell’operazione e
l’informazione ha raggiunto il pubblico grazie al lavoro investigativo del
Prof. Vitorio Pacaccini e di Ubirajara Rodriguez. Entrambi vivono nelle
vicinanze e sono considerati ricercatori seri e assidui.
Nel pomeriggio del 20 gennaio, verso le 15:30, ora
locale, tre giovani ragazze: Liliane e Valquira Silva e la loro amica Katia de
Andrade Xavier, tornavano a casa. Mentre
attraversavano un prato, a poca distanza da dove vivevano, s’imbatterono in una
strana piccola creatura. Era sabato e le ragazze tornavano dal lavoro.
Nell’attraversare quest’area, la loro attenzione fu attratta da questa creatura
che era in ginocchio e sembrava ferita e sofferente. Le ragazze la osservarono
per qualche minuto, poi scapparono via spaventate perché, nella loro ingenuità,
credettero di aver incontrato il Diavolo.
Le tre ragazze furono interrogate dai sopraccitati
ricercatori. Descrissero la creatura come di colore scuro con un piccolo corpo
di quattro o cinque piedi di altezza. Non aveva capelli, ma una grande testa
marrone e un piccolo collo. Il viso fu descritto come avente due occhi grandi e
rossi senza pupille. C’era un taglio al posto della bocca, un naso molto
piccolo e cosa interessante, tre protuberanze proprio sulla fronte. Le ragazze
descrissero le protuberanze come simili a corna: cosa che causò la loro paura
di aver incontrato il demonio.
I ricercatori Pacaccini e Rodriguez continuarono a
investigare allargando il loro campo d’azione ai dintorni della città di
Varginha, per scoprire se qualcun altro avesse visto la stessa creatura. Nel
condurre l’investigazione, entrambi scoprirono che diversi testimoni, proprio
quella mattina, avevano visto dei camion dell’Esercito e altri veicoli militari
a poca distanza da dove le ragazze ebbero il loro incontro. Mentre cercavano di
scoprire cosa stessero facendo i militari, Pacaccini e Rodriguez riuscirono a
parlare con alcuni soldati e sottufficiali. Uno dei soldati decise di parlare della
missione e di rilasciare, in modo confidenziale, una intervista, che fu
registrata. Il militare confermò che verso le 09:00 del 20 gennaio i pompieri
di Varginha furono chiamati dai militari per catturare uno strano “animale” nel
distretto di Jardim Andere. Tra i pompieri che risposero all’appello c’erano
Nivaldo e Santos, il Caporale Rubens, il Sergente Palhares, comandati dal Maggiore
Maciel. Al loro arrivo, però, non trovando alcun animale, si misero in comunicazione
con il Comando della Scuola Sottufficiali dell’Esercito - Escola de Sargentos
das armas (ESA) – Ma, prima che arrivasse una riposta, un camion dell’Esercito era
già sul posto. La creatura fu individuata e catturata mediante l’uso di reti e
di altro equipaggiamento normalmente usato per catturare animali selvaggi. Come
un animale, fu rinchiusa in una cassa di legno di un metro quadrato, coperta
con un telone e caricata sul camion dell’Esercito. I testimoni affermarono che
emetteva un suono ronzante simile a quello prodotto dalle api. Il veicolo si
diresse all’ESA. Il T. Col. Wanderley ordinò a tutto il personale coinvolto
nella cattura di astenersi dal parlare dell’incidente con chiunque, dicendo
loro che si trattava di un’operazione segreta. Il T. Col. Wanderley, era un
esperto in guerra atomica, biologica e chimica, forse è per queste sue
attitudini che fu messo al comando dell’operazione anche se all’epoca l’ESA era
agli ordini di un generale.
Il poliziotto Marco Chereze toccò la forma di vita
senza alcuna protezione. Morì due settimane dopo di una infezione generale. La
famiglia mostrò a Pacaccini gli ultimi esami del sangue, che mostravano come
fosse contaminato da una sostanza tossica sconosciuta. Tuttavia, secondo
Pacaccini, la polizia di Varginha cercò di confutare tale testimonianza
affermando che Chereze non era neanche in servizio il 20 gennaio del 1996. A
tal proposito, la famiglia di Chereze ribadì che non solo era in servizio
quella notte, ma che era venuto a casa per cambiarsi, informandoli che non
sarebbe tornato per cena poiché avrebbe dovuto lavorare fino a tardi, impegnato
in una missione.
In seguito, altri militari si fecero avanti per
parlare dell’incidente, a condizione che le loro identità fossero mantenute
segrete. Tutti coloro che si fecero avanti rilasciarono interviste
confidenziali e permisero di registrarle. Tutti confermarono che una seconda creatura,
probabilmente quella vista dalle tre ragazze nel pomeriggio, era stata catturata
la stessa notte con l’ausilio di personale dell’Esercito, dei pompieri, del servizio
segreto e della polizia. Grazie agli sforzi investigativi di Pacaccini e Rodriguez,
molti dei dettagli dell’operazione di recupero sono ora conosciuti. La seconda
creatura, identica alla prima, era anch’essa viva quando fu condotta presso l’ospedale
di Varginha. Dopo avervi passato alcune ore fu trasferita al più attrezzato
Humanitas Hospital. Due giorni dopo, nel pomeriggio del 22 gennaio, la creatura,
ormai morta, fu oggetto di una gigantesca operazione di copertura. Quanti
ebbero a che fare con la creatura furono ammoniti a non discuterne con nessuno,
neanche con i loro parenti e ad evitare, in modo specifico, la stampa e i
ricercatori UFO. Le interviste confidenziali con i militari coinvolti nelle
operazioni di rimozione, riportarono che furono utilizzati tre camion
dell’Esercito per rimuovere il corpo dell’extraterrestre, cosicché nessuno
avrebbe potuto sapere quale camion stava effettivamente trasportando la
creatura.
Gli investigatori brasiliani sono riusciti a
determinare questi fatti: personale militare dell’S-2 brasiliano (l’intelligence
dell’Esercito) fu incaricato di prelevare il cadavere dall’interno
dell’ospedale, di riporlo in un cassa di legno per poi caricarlo in uno dei
camion. Tutti e tre i mezzi tornarono all’ESA. La mattina successiva, alle
04:00, i camion si diressero verso un’altra installazione militare situata a Campinas,
nello stato di Sao Paulo: un viaggio di 200 miglia. Lì il cadavere fu
trasferito all’Università di Campinas, una delle migliori istituzioni
brasiliane. Il corpo fu oggetto di autopsia da parte del Dott. Fortunato Badan
Palhares, che era universalmente considerato come uno dei migliori medici
forensi. Tuttavia il Dott. Palhares ha pubblicamente negato di aver preso parte
all’autopsia.
Un anno dopo l’incidente di Varginha, un altro
testimone si fece avanti: Joao Bosco Manoel. Egli chiamò Pacaccini il quale lo
incontrò insieme a Rodriguez e ascoltò la sua storia: aveva assistito, non
visto, alla cattura della prima creatura. Verso le 10:45 del 20 gennaio, il
Sig. Bosco era in zona per vendere del pesce, quando la sua attenzione fu attratta
dalla presenza di un camion dei pompieri, senza che vi fosse traccia di un
incendio. Incuriosito, si nascose per vedere cosa accadeva. Vide sei pompieri
emergere concitatamente dai cespugli seguiti da altri quattro che indossavano
grossi guanti e che trasportavano una creatura avvolta in una rete. La forma di
vita fu adagiata nel camion che mise in moto e partì. Il Sig. Bosco avvertì un
odore estremamente acre come di ammoniaca permeare l’aria aperta. Tenne anche una
conferenza stampa e rese pubblica la sua storia affermando che avrebbe potuto
identificare almeno due dei pompieri. Inutile dire che tutto ciò scatenò un
pandemonio, poiché la sua storia veniva ufficialmente smentita. Il Sig. Bosco
subì delle intimidazioni e fu trattenuto dopo la sua conferenza stampa. Bosco,
successivamente, lasciò lo stato di Minas Gerais.
I ricercatori Pacaccini e Rodriguez scoprirono che
i poliziotti coinvolti nella cattura furono, in seguito, promossi e trasferiti
altrove. Per un certo periodo di tempo, dopo l’incidente, l’area dove è situata
Varginha, nella parte sud dello stato di Minas Gerais, fu oggetto di uno delle
più grandi ondate di avvistamenti UFO mai registrate, che includevano
testimonianze su enormi UFO e contatti ravvicinati con gli abitanti. Tale
evento comparve sulla prima pagina del Wall Street Journal, sebbene il tono
dell’articolo fosse piuttosto ridicolizzante.
Le tre ragazze descrissero la creatura come di colore scuro, alta non più di quattro o cinque piedi. Non aveva capelli, ma una grande testa marrone e un piccolo collo. Il viso fu descritto come avente due occhi grandi e rossi senza pupille. C’era un taglio al posto della bocca, un naso molto piccolo e cosa inquietante, tre protuberanze proprio sulla fronte. Le ragazze descrissero le protuberanze come simili a corna: cosa che causò la loro paura di aver incontrato il demonio.
RispondiEliminaNo comment non saprei !?
RispondiEliminacomunque quel che non si puo' credere in questi racconti, coloro che "parlano" pur essendo legati al "segreto militare".
RispondiEliminaTutti Generali in pensione, o anonimi con raccomandazioni speciali. .....i quali fanno diventare i racconti "veri".....bufale!