Martedì scorso si è tenuta un'altra seduta di "Leggiamoci". Liquidata in modo definitivo la discussione su "Gita al faro" di Virginia Woolf, un libro che, a quanto pare, è stato difficile da "digerire" e contrariamente a quanto avevo previsto, l’assise, a cui non ho potuto partecipare, ha decretato la prossima lettura che riguarderà un libro dal titolo che è tutto un programma: “La noia”.
La scelta, infatti verteva su di un libro scritto da un autore italiano o locale. Ora, senza nulla togliere all’italianissimo Moravia, penso che ancora una volta e magari senza neanche correre il rischio di annoiarsi, si sia persa l’occasione di leggere un autore locale. Per ovvie ragioni, non avrei voluto essere io a dirlo, ma è un peccato che in un ambiente come Leggiamoci, squisitamente “nostrano”, si tenda a ignorare gli autori locali (tanto per citarne alcuni: Cipolletta, Sabatino, Corradino, Morgera, Treccagnoli, ed altri ancora) che pure hanno prodotto scritti degni di un certo interesse.
La scelta, infatti verteva su di un libro scritto da un autore italiano o locale. Ora, senza nulla togliere all’italianissimo Moravia, penso che ancora una volta e magari senza neanche correre il rischio di annoiarsi, si sia persa l’occasione di leggere un autore locale. Per ovvie ragioni, non avrei voluto essere io a dirlo, ma è un peccato che in un ambiente come Leggiamoci, squisitamente “nostrano”, si tenda a ignorare gli autori locali (tanto per citarne alcuni: Cipolletta, Sabatino, Corradino, Morgera, Treccagnoli, ed altri ancora) che pure hanno prodotto scritti degni di un certo interesse.
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