Nazaret.
Esisteva al tempo di Gesù? Pare che da alcuni la sua esistenza sia negata
poiché nessun documento ne parla prima del IX secolo, mentre da altri viene
riconosciuta sotto forma di un piccolo agglomerato di capanne dai tetti di
paglia. È interessante notare la sua posizione geografica: leggermente
collinare, distante circa trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade.
Analizzando i vangeli non si può non restare sorpresi dalle descrizioni
che essi fanno della patria di Gesù, che non hanno nulla a che vedere con questa
realtà.
Leggiamo insieme:
"Terminate queste parabole, Gesù partì di là e venuto nella sua patria insegnava nella Sinagoga. La gente del suo paese, riconosciutolo, si mise a parlare di lui. Gesù, udito ciò che dicevano, partì di là su una barca, ma visto che la gente restava sulla spiaggia guarì i malati e moltiplicò i pani e i pesci. Congedata la folla, salì sul monte e si mise a pregare. Dal monte vide che sotto, nel lago di Tiberiade, la barca degli apostoli era messa in pericolo dalle onde generate dal vento che si era improvvisamente levato". (Mt. 13,2)
Se la patria di Gesù è Nazaret e Nazaret è una città situata su una zona
leggermente collinare e lontana dal lago di Tiberiade ben trentacinque
chilometri, sarebbe interessante capire come possa esserci una riva, delle
barche e un monte che si erge sul lago. Una vera contraddizione, che non può
trovare nessuna giustificazione, neanche la più assurda, dal momento che la
troviamo ripetutamente confermata da tutti gli evangelisti, come risulta dai
passi sotto riportati:
"Gesù si recò a Nazaret dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di Sabato nella Sinagoga e si alzò a leggere.... all'udire queste cose tutti furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero al ciglio del monte sul quale la città era situata per gettarlo giù dal precipizio, ma egli, passando in mezzo a loro se ne andò". (Lc. 4-14 e segg.).
"Quel giorno Gesù uscì di casa e sedutosi in riva al mare (lago di Tiberiade), cominciò a raccogliersi intorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca". (Mt. 13-1,2).
"Sentendo ciò che diceva, una gran folla si recò da Gesù. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.... salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle andassero da lui...
Entrò in casa e si radunò intorno a lui molta folla, al punto che non poteva neppure prendere cibo. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori lo mandarono a chiamare. Dopo aver spiegato chiaramente chi fossero realmente i suoi parenti, uscito di casa, Gesù si mise a insegnare di nuovo lungo il mare"...
e come questi, tanti sono ancora i passi dei quattro evangelisti che,
riferendosi alla città natale di Gesù, escludono nella maniera più evidente che
Nazaret possa essere la sua patria, a meno che, non si voglia (tutto è
possibile per i devoti) mettere barche in acqua in un paese che dista
trentacinque chilometri dal lago di Tiberiade o trasformare un pagliaio in una
montagna!
Gamala
Se la patria di Gesù non è Nazaret, qual è allora questa città a cui si
riferiscono i vangeli? La risposta ci viene da un passo della “Guerra Giudaica”
(IV – 4 – 8) nel quale Giuseppe Flavio ci parla di Ezechia, padre di Giuda il
Galileo e nonno di Giovanni, pretendente al trono di Gerusalemme quale
appartenente alla casta degli Asmonei discendente della stirpe di Davide:
"Ezechia era un Rabbi appartenente a famiglia altolocata della città di Gamala che era situata sulla sponda golanite del lago di Tiberiade. Questa città non si era sottomessa ai romani confidando nelle sue difese naturali. Da una montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s'innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti che di dietro, tanto da somigliare al profilo di un cammello (gamla); da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l'esatta pronuncia del nome chiamandola Gamala. Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro. Ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio. Le case costruite sui pendii erano fittamente disposte l'una sopra l'altra: sembrava che la città fosse appesa e sempre sul punto di cadere dall'alto su se stessa. Affacciata a mezzogiorno, la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto di cui un dirupo privo di mura sprofondava in un profondissimo burrone."
Quindi la città di Gesù non è Nazaret ma Gamala?
Se è così, come è potuto accadere che gli evangelisti siano caduti in una
simile incoerenza? La risposta è semplice: il capitolo riguardante la nascita
di Gesù, nel quale viene dichiarata Nazaret come patria di Gesù, fu aggiunto in
Matteo e in Marco quando i vangeli erano già stati scritti e pubblicati, cioè
nel IV secolo, allorché i Padri della Chiesa decisero di dare a Gesù una
incarnazione attraverso una nascita terrena; incarnazione che, fino ad allora, si
era sostenuto che era avvenuta all'età di trent'anni, nel momento del battesimo
ricevuto da Giovanni, per dichiarazione di Dio: "Questi è il mio figlio prediletto che oggi ho generato".
Perché fu scelto proprio Nazaret? Che al tempo di Gesù poteva essere un insignificante
villaggio formato da quattro capanne dai tetti di paglia. Perché dovevano far
sparire dalle scritture quell'appellativo di Nazireo che, significando
"attivista del movimento rivoluzionario", avrebbe compromesso la
trasformazione di un sovversivo in un predicatore di pace e di perdono. E così,
ancora una volta, come in tante altre trasformazioni fatte per nascondere la
natura originaria zelota dei discepoli (vedi "qananite", in nativo di
Cana, "Escariot" in nativo di Keriot, "Galileo" nativo della
Galilea), ricorrendo all'espediente geografico, trasformarono
"Nazireo" in "Nazareno" quale oriundo della città di
Nazaret.
Se, quindi, la patria di Gesù non è Nazaret ma Gamala, questo ci porta ad
affrontare (magari in un prossimo post) un discorso più ampio e articolato,
nonché a delle attente riflessioni di carattere storico: non potrebbe essere individuato, il Cristo, proprio in quel
figlio di Giuda il Galileo che morì crocifisso per restaurare il regno di
Davide del quale, come asmoneo, pretendeva il trono?
Se la patria di Gesù non è Nazaret, qual è allora questa città a cui si riferiscono i vangeli? La risposta ci viene da un passo della “Guerra Giudaica” (IV – 4 – 8) nel quale Giuseppe Flavio ci parla di Ezechia, padre di Giuda il Galileo e nonno di Giovanni, pretendente al trono di Gerusalemme quale appartenente alla casta degli Asmonei discendente della stirpe di Davide.
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