Succede: vai in farmacia, chiedi il medicinale e al
massimo, aspetti fino al pomeriggio o al giorno dopo; il tempo per il
farmacista di fare la richiesta e di attendere la consegna del distributore.
Questo è ciò che accade normalmente e che dovrebbe accadere. Ma ci sono
medicinali che in farmacia, invece, non si trovano: né in quella vicino a casa,
né in quella dall’altra parte della città e neanche nell’intero circondario. E non si
tratta di farmaci per i comuni malanni di stagione, ma di medicinali per
problemi anche pesanti, come il Parkinson.
È ciclicamente successo che alcuni farmaci, che
servono per i sintomi di questo disturbo cronico e degenerativo del sistema
nervoso centrale, diventassero introvabili, in alcuni casi, per mesi (magari
solo in alcune regioni) scatenando il panico tra i malati, abituati alla loro
terapia e alle prese con sintomi anche molto gravi.
I malati di Parkinson devono prendere le medicine!
Devono farlo, addirittura più volte al giorno. Se non lo fanno magari non riescono
neanche a parlare o a stare in piedi. Non riescono a deglutire o ad aprire gli
occhi: è tremendo. E quando poi riassumono il farmaco vanno incontro a dolori
articolari fortissimi. Sono, quindi, medicinali che non possono essere sospesi
improvvisamente: se non si trova il medicinale, quello a cui sono abituati,
diventa un problema non solo per loro, ma anche per i loro familiari. Servono
soluzioni.
Occorre un accesso efficiente alle informazioni, questo
chiedono i pazienti: in alcuni casi di indisponibilità non si riesce neanche a
capire dove vanno a finire questi farmaci. Non c’è un controllo di filiera
completo e può persino succedere che i distributori abbiano il medicinale, ma non
lo carichino nel sistema da cui possono vederlo le farmacie. E può capitare che,
con una semplice telefonata al distributore, i farmacisti trovino i farmaci che
a video non risultavano disponibili.
Sempre meglio chiedere di fare anche una telefonata.
C’è, poi, il processo di segnalazione delle
indisponibilità, che è migliorabile: per i farmacisti avviare la procedura può
risultare oneroso in termini di tempo.
Ma perché un certo farmaco non si trova?
Perché i farmaci scompaiono?
Il problema della scomparsa dei farmaci, che
riguarda medicinali per diverse malattie, è molto articolato e c’è da distinguere
tra due fenomeni principali.
Il primo è quello delle carenze ufficiali, legate,
ad esempio, all’interruzione della produzione da parte della casa farmaceutica
(per esempio per difficoltà a reperire il principio attivo). Questa
interruzione va comunicata almeno due mesi prima all’Aifa, che inserisce il
farmaco in una lista sul suo sito e nei casi più gravi, come quando non
esistono medicinali alternativi, mette in moto iniziative, come
l’autorizzazione all’importazione dall’estero.
Il secondo fenomeno alla base della scomparsa dei
farmaci, invece, non è lecito ed è legato a distorsioni della rete distributiva
nell'esportazione parallela dei medicinali (parallel trade). L’esportazione è
legale di per sé ma, in teoria, grossisti e farmacisti con licenza da grossisti
dovrebbero soddisfare il fabbisogno sul territorio e solo dopo esportare. Non solo:
i farmacisti-grossisti, dovrebbero tenere separate le due attività e non potrebbero,
come spesso denunciato, vendere all'estero (come grossisti) i farmaci che
dovrebbero distribuire ai pazienti (come farmacisti), allo scopo di guadagnarci
di più. Infatti, in Paesi come Francia e Germania, i farmaci costano di più.
Gli interessi coinvolti potrebbero essere di tutti gli attori della filiera. L’Aifa
li ha chiamati tutti a un tavolo tecnico anti indisponibilità nel 2016.
Stop alle esportazioni a rischio?
Dopo il 2016, il fenomeno è rientrato almeno per un
paio di anni. Adesso si stanno notando nuove criticità, anche sul fronte delle
carenze produttive, per cui si sta cercando di migliorare la segnalazione di
queste carenze soprattutto per ridurne i tempi. Quanto alle indisponibilità
dovute alla rete distributiva, c'è più consapevolezza tra gli operatori e la
grossa novità su cui si sta ragionando, dopo il pronunciamento della
Commissione Ue, è la possibilità di bloccare o quantomeno limitare le esportazioni
di farmaci che sono stati
oggetto di fenomeni di accaparramento nel parallel
trade.
Con la rete distributiva, Aifa sta lavorando anche
su altri fronti: un sistema di reportistica per classificare in modo puntuale
le segnalazioni (nel quadro normativo mancano persino le definizioni su cos'è una
carenza) formazione degli operatori: affinché ci sia conoscenza del fenomeno e
degli strumenti già a disposizione. Nel 2025,
poi, sarà pienamente operativo il regolamento Ue che renderà tracciabile ogni
singola confezione: chi "rastrella" farmaci sarà inevitabilmente
visibile ed è inevitabile che alcune distorsioni si correggeranno da sole.
Il fenomeno alla base della scomparsa dei farmaci è legato a distorsioni della rete distributiva nell'esportazione parallela dei medicinali (parallel trade). L’esportazione è legale di per sé ma, in teoria, i grossisti dovrebbero soddisfare il fabbisogno sul territorio e solo dopo esportare, con lo scopo di guadagnarci di più. Infatti, in Paesi come Francia e Germania, i farmaci costano di più.
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