Nel redigere questo post, non avevo intenzione di
screditare i Vangeli. Cercavo soltanto di individuare i frammenti di una verità
possibile o probabile e di estrarli dal conglomerato di leggende in cui erano
inglobati. Cercavo in particolare frammenti di carattere ben preciso: frammenti
che attestassero il matrimonio di Gesù. È superfluo aggiungere che tali
attestazioni non potevano essere esplicite: per trovarle, bisognava leggere tra
le righe, colmare certe lacune e indagare certe cesure; avere ha a che fare con
omissioni e allusioni e con riferimenti come minimo trasversali. Bisognava cercare
le tracce delle circostanze che potevano aver portato a un matrimonio. Quindi
l'indagine doveva includere vari interrogativi, diversi ma strettamente
correlati. Incominciammo dal più ovvio.
Nei Vangeli vi sono indizi, diretti o indiretti, che
fanno pensare che Gesù fosse sposato?
Naturalmente, non, vi è mai affermato esplicitamente che lo
fosse. D'altra parte, non è mai affermato esplicitamente il contrario e questo
è più curioso e significativo di quanto potrebbe apparire a prima vista. I
Vangeli dicono che molti dei discepoli, ad esempio Pietro, erano sposati. E
Gesù non predica mai il celibato. Al contrario, nel Vangelo di Matteo egli
dichiara: "Non avete letto che il
Creatore da principio li creò maschio e femmina... Per questo l'uomo lascerà
suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne
sola?" (19:4-5).
Difficilmente questa affermazione si può conciliare con
l'imposizione del celibato. E se Gesù non predicava il celibato, non vi è
neppure motivo di supporre che lo praticasse.
Secondo il costume ebraico del tempo, era non soltanto
usuale, ma quasi obbligatorio, che un uomo si sposasse. Se si escludono certe
comunità essene, il celibato era vigorosamente scoraggiato da tutti. Verso la
fine del I secolo, un autore ebreo paragonò addirittura il celibato volontario
all'omicidio e sembra, che non fosse il solo a sostenere tale punto di vista.
Per un padre ebreo, trovare una moglie al proprio figlio era obbligatorio
quanto provvedere a farlo circoncidere.
Se Gesù non fosse stato sposato, questo fatto avrebbe
suscitato un notevole scalpore. Avrebbe attirato l'attenzione e sarebbe stato
usato per caratterizzarlo e identificarlo. Lo avrebbe distinto, in modo
significativo, dai suoi contemporanei. Se fosse stato così, sicuramente almeno
uno dei Vangeli avrebbe fatto cenno a una deviazione tanto netta dalla normale
consuetudine. Pertanto, se Gesù era davvero celibe come sostiene la tradizione
successiva, è straordinario che non vi siano accenni alla cosa. L'assenza di
riferimenti in proposito indicherebbe che Gesù, per quanto riguardava il
celibato, seguisse le convenzioni dei suoi tempi e della sua cultura: tutto,
insomma, indicherebbe che era sposato. Solo questo potrebbe spiegare in modo
soddisfacente il silenzio dei Vangeli al riguardo.
L'ipotesi del matrimonio diviene ancora più sostenibile
grazie al titolo di "Rabbi", (Maestro), che nei Vangeli viene spesso
dato a Gesù. È possibile, naturalmente, che questo termine sia impiegato nel
senso più ampio e indichi semplicemente un maestro autonominatosi tale. Ma la
cultura dimostrata da Gesù, ad esempio nel dibattito con i dottori nel Tempio,
indica che fosse ben più di un sedicente maestro, ma che ebbe una regolare
istruzione rabbinica e che fosse riconosciuto ufficialmente come rabbi. E
questo sarebbe conforme alla tradizione, che presenta Gesù come rabbi nel senso
più completo della parola. Ma se Gesù era un rabbi in questo senso completo, il
suo matrimonio sarebbe non soltanto verosimile, ma virtualmente certo. La Legge
Mishnaica degli Ebrei è esplicita in proposito: "Un uomo non sposato non può essere un maestro."
Nel Quarto Vangelo c'è un episodio correlato a un
matrimonio che potrebbe essere appunto quello di Gesù. È l'episodio delle nozze
di Cana, decisamente molto noto. Tuttavia, pone certi interrogativi salienti
che meritano un'attenta considerazione. Secondo il racconto del Quarto Vangelo,
le nozze di Cana sembrerebbero un tipico matrimonio di paese e la sposa e lo
sposo restano anonimi. A queste nozze Gesù è specificatamente invitato, il che
è un po' strano, visto che non aveva ancora iniziato il suo magistero. Ancora più
strano, però, è il fatto che c'era anche sua madre e la presenza della madre,
anche se data per scontata, non viene spiegata in alcun modo. Ma c'è di più. È
Maria che non soltanto suggerisce al figlio di provvedere ad altro vino ma,
praticamente, glielo ordina. Si comporta esattamente come se fosse la padrona
di casa:
"Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: - Non hanno più vino - E Gesù rispose - Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora" (Giovanni 2:3-4).
Maria, però, per nulla turbata, non bada alla protesta del
figlio: "La madre dice ai servi: - Fate quello che vi dirà." I servitori obbediscono prontamente, come se
fossero abituati a ricevere ordini da Maria e Gesù. Sebbene Gesù cerchi di
eludere la sua richiesta, Maria ottiene ciò che desidera: Gesù compie il suo
primo grande miracolo, la trasmutazione dell'acqua in vino. A quanto ci fanno
sapere i Vangeli, in precedenza non ha mai mostrato i suoi poteri.
Ma perché quei doni, unici e sacri, dovrebbero venire usati
per uno scopo tanto banale?
Perché Maria dovrebbe rivolgere al figlio una richiesta del
genere?
E soprattutto perché due ospiti invitati a un matrimonio
dovrebbero assumersi la responsabilità di provvedere al necessario, una
responsabilità che per tradizione spetta ai padroni di casa?
A meno che, naturalmente, le nozze di Cana siano le nozze
di Gesù. In tal caso, sarebbe stato suo compito fornire il vino.
C'è un altro indizio che induce a pensare che le nozze di Cana siano le nozze di Gesù. Subito dopo il miracolo, il maestro di tavola chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono." Queste parole sembrerebbero chiaramente rivolte a Gesù. Secondo il Vangelo, tuttavia, sono rivolte allo sposo. Una conclusione ovvia è che Gesù e lo sposo siano la stessa persona.
Perché due ospiti invitati a un matrimonio dovrebbero assumersi la responsabilità di provvedere al necessario, una responsabilità che per tradizione spetta ai padroni di casa?
RispondiEliminaA meno che, naturalmente, quelle nozze siano le nozze di Gesù.