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domenica 2 giugno 2019

GOBLINS


Negli anni '50 nel Kentucky, alcuni posti non erano molto diversi da quelli che siamo abituati a vedere in certi films Western. Persa nella campagna, tra Kelly e Hopkinsville, c’era una grande casa di legno che non offriva alcun conforto e ancor meno distrazioni. Rari mobili decoravano  le pareti interne, non c’era acqua corrente, telefono, radio, televisione e non avevano neanche dei libri. La signora Glennie Lankford, una vedova di cinquanta anni, aveva affittato la fattoria e vi abitava con i suoi tre figli piccoli: Mary, Charlton e Lonnie, e con i suoi due nipoti, John Charley e Elmer.
La sera del 21 agosto 1955 ricevettero la visita di Bill Ray e June Taylor, una giovane coppia di amici; la famiglia stava per mettersi a tavola e naturalmente, li invitarono a rimanere per  la cena.
Verso le 19:00, Billy uscì per prendere dell'acqua nel cortile e fu vicino al pozzo che notò improvvisamente una palla luminosa attraversare il cielo. Il bolide lasciò dietro di se una scia color arcobaleno e sembrò atterrare a poche centinaia di metri, vicino a un boschetto nel retro della fattoria. Billy si precipitò in casa per dire agli altri ciò che aveva appena visto. Descriveva loro l'oggetto luminoso, sottolineando che si muoveva molto velocemente, poi spiegò che era atterrato dietro il fienile e si offrì di andare a vederlo. Sfortunatamente nessuno lo prese sul serio. Credettero che avesse visto una stella cadente e così, risero per le sue affermazioni.
La cena continuò tranquillamente, ma avevano appena terminato che il cane, da fuori, cominciò ad abbaiare in modo inconsueto. Insospettito, Billy  uscì insieme a Elmer che, al tempo, aveva solo venticinque anni, ma era il ragazzo più grande e quindi il capo famiglia. Videro il cane correre, in preda al terrore, per rifugiarsi in un anfratto sotto la casa e per quanto Elmer cercasse di richiamarlo, si rifiutò di uscire. Temendo un pericolo, i due uomini decisero di ispezionare i paraggi e iniziarono facendo un giro intorno alla casa. Erano arrivati vicino alla porta sul retro, quando notarono uno strano bagliore nei campi che sembrava muoversi verso di loro. Mentre si avvicinava riuscirono, pian piano, a distinguere la sagoma di un piccolo uomo luminoso, alto poco più di un metro, che si avanzava con le mani alzate, come se volesse arrendersi. Indossava una tuta aderente di color argento (forse era la sua pelle che brillava così) il suo corpo, piuttosto gracile, era sormontato da una testa grande da cui sporgevano grandi orecchie a punta, la  bocca era larga e sottile, mentre due occhi gialli, luminosi, spuntavano ai lati della faccia. Le gambe erano sottili e corte, le braccia, invece, erano così lunghe che quasi toccavano terra. 



Negli anni '50 in una fattoria del Kentucky, in caso di potenziale pericolo, era normale sparare prima ancora di fare domande e i due uomini non erano propensi a fare eccezioni. Si precipitarono in casa per prendere le armi, poi uscirono e le puntarono sulla creatura che, intanto, continuava ad avvicinarsi. Quando fu a soli sei metri, spararono senza esitare, Billy con una carabina, Elmer con un fucile da caccia. A distanza ravvicinata, non potevano certo mancarlo, ma i proiettili risuonarono come se avessero colpito un tamburello metallico. L’alieno cadde all’indietro o meglio, fu sbalzato indietro ma non cadde. Piuttosto sembrò fluttuare nell’aria, quindi si rialzò e sparì nella boscaglia. 
I due uomini attesero qualche minuto poi, non vedendolo tornare, rientrarono in casa. Erano appena tornati in soggiorno quando all'improvviso una testa mostruosa apparve alla finestra. Assomigliava a quella della creatura che avevano appena visto, ma indossava una specie di elmetto con occhiali. Le donne e i bambini più piccoli, che si erano riuniti tutti insieme nella stanza, furono presi dal panico. Alcuni erano così spaventati da nascondersi sotto al letto.
Billy e Elmer si precipitarono alla finestra ma, vedendoli arrivare, la creatura fuggì. I due uomini, ancora con le armi in pugno, spararono contro la piccola figura che stava dileguandosi nell'oscurità. Udirono di nuovo quel rumore metallico e sicuro di averla colpita,  Billy andò fuori a cercarne il corpo. Si era appena fermato sotto la tettoia, quando improvvisamente una mano artigliata cercò di afferrarlo per i capelli. In casa cominciarono a urlare e afferrarono rapidamente il giovane per riportarlo dentro. Elmer, che era proprio dietro di lui e aveva assistito all'intera scena, si precipitò nel cortile e riuscì a sparare alla creatura quasi a bruciapelo. L’essere fu sbalzato dal tetto dalla violenza del proiettile ma, ancora una volta, invece di precipitare a terra, scese lentamente, planando per  circa dodici metri, fino ad arrivare al recinto, dove fu colpito nuovamente. A quel punto, Elmer notò che un'altra creatura lo stava osservando, nascosto dietro un acero e subito aprì il fuoco contro di lui, coadiuvato da Billy, che era appena uscito dalla casa. Presa in pieno, fluttuò dolcemente fino a terra, poi si mise a correre e sparì nell'oscurità.
Un'altra creatura, forse quella che prima era sul tetto, apparve sul lato della casa, quasi di fronte a loro, e immediatamente Elmer gli sparò. Ancora una volta si sentì quel rumore metallico, ma l’essere rimase illeso. L’assedio, intanto, sembrava continuare, con le creature che si presentavano una dopo l'altra: sembrava volessero solo molestarli. Alcuni avanzavano con le mani in alto, altri si mostravano alle finestre e parevano deriderli. Non ne vedevano mai più di due alla volta. Stimarono che fossero una dozzina, quindici al massimo. Si muovevano in un modo particolare: le loro gambe, a differenza di quelle umane, non si piegavano al ginocchio, i movimenti erano imperniati solo sull'anca. Di solito stavano dritti ma, quando fuggivano, si chinavano in avanti e si aiutavano con le loro lunghe braccia. 




I vicini udirono gli spari, ma non gli dettero alcun peso pensando che, a modo loro, i Sutton stessero festeggiando. Avevano sparato a volontà; ora Billy e Elmer si rendevano conto che le loro armi erano inefficaci. La signora Lankford li consigliò di risparmiare le munizioni sottolineando che, nonostante gli spari, le creature non si erano mai dimostrate aggressive e non avevano risposto in alcun modo agli attacchi. Tuttavia, non sembrava che volessero andar via. Così suggerì ai due uomini di prendere l’auto e dirigersi verso la stazione di polizia più vicina. Cosa che fecero. Alle 23:00, approfittando di una tregua, tutti si precipitarono nelle macchine e partirono per Hopkinsville, distante  circa venti miglia. Mezz'ora dopo, le due auto si fermarono davanti alla stazione di polizia e le due famiglie uscirono, molto agitate e visibilmente spaventate: - Abbiamo bisogno di aiuto - disse uno degli uomini alla polizia - li abbiamo combattuti per quasi quattro ore.
Una volta raggiunta la fattoria, la polizia, che  si era fatta accompagnare anche da quattro soldati, notò i segni dei colpi d’arma da fuoco, ma non fu avvistata nessuna creatura. L’atmosfera era molto tesa: i nervi erano a fior di pelle. Ad un certo punto, mentre camminavano nell'oscurità, uno degli uomini pestò accidentalmente la coda di un gatto, che cominciò a miagolare. Lo spavento fu tale da scatenare il putiferio: tutti i poliziotti estrassero contemporaneamente le armi e il povero gatto rischiò veramente di brutto.
Gli investigatori notarono, nell'erba, un bagliore verdastro esattamente dove una delle creature era stata colpita. Il bagliore scomparve il giorno dopo.
Nel suo rapporto la polizia scrisse che i testimoni erano davvero terrorizzati, non c’erano dubbi al riguardo e la loro testimonianza pareva sincera. Ma i poliziotti cercavano una spiegazione logica, chiedendosi prima di tutto, se non avessero fatto uso di bevande alcoliche, anche se nulla sembrava confermarlo. Conclusero che i Sutton erano stati vittima di qualche scherzo di cattivo gusto e  dato che non potevano fare altro, alle 02:15 se ne andarono. Le famiglie, ancora spaventate abbandonarono la fattoria per trasferirsi a Evansville.
Il giornale Kentucky New riportò la vicenda lo stesso giorno, poi la radio cominciò a parlarne e molti curiosi si precipitarono alla fattoria sperando di vedere gli ometti o per prendere in giro Sutton. I reporter si affrettarono a interrogare le donne che, nel frattempo, erano tornate a casa e schizzarono anche un disegno delle creature, basandosi sulle loro descrizioni. Il cane uscì dal nascondiglio, ma il gatto di casa Sutton era così nervoso che era impossibile tenerlo.  




La sera, quando gli uomini tornarono a casa dal lavoro, una fila di macchine bloccò loro la strada in entrambe le direzioni: i giornalisti li stavano aspettando. Gli chiesero di descrivere le creature. Fu quindi abbozzato un nuovo ritratto, che fu confrontato con il primo e che si rivelò quasi identico.
Intervistati separatamente, ogni membro della famiglia descrisse esattamente la stessa cosa, senza mai cambiare alcun dettaglio e senza mai contraddirsi. Anche i bambini più piccoli che, di certo, non potevano aver bevuto, confermarono la testimonianza degli adulti dando la stessa descrizione. Ad avvalorare tutta la storia, quella notte, nell'area, furono segnalati diversi avvistamenti di UFO. Ma su ciò che i Sutton raccontavano, non c’era alcuna prova.
Se i primi articoli riportarono di piccolo esseri, ben presto alcuni giornalisti, probabilmente in vena di scoop, cominciarono a definirli goblins, affibbiandogli quel nome che poi gli rimase.
Che dire? Se la storia è vera ed ha tutta l’aria di esserlo, questi uomini ebbero l’opportunità, più unica che rara, di incontrare esseri provenienti da un altro mondo e il meglio che seppero fare fu di sparargli. Si evidenzia la gretta mentalità della gente di campagna; loro stessi si giustificarono dicendo: quando qualcuno invade la nostra proprietà, la difendiamo con le armi; così fan tutti.
Il caso, soprannominato The Kelly-Hopkinsville Encounter, sembra aver ispirato il regista Stephen Herek's per il suo film: Critters.

1 commento:

  1. Ebbero l’opportunità, più unica che rara, di incontrare esseri provenienti da un altro mondo e il meglio che seppero fare fu di sparargli.

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