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lunedì 10 giugno 2019

JOE BENSON È TORNATO


Joe Benson, di Wendover, nell'Utah, era il capo spirituale degli indiani Goshute. Era sempre accompagnato da un superbo pastore tedesco che chiamava Sky. Quando Benson diventò vecchio e semicieco, Sky gli fece da guida e lo difese dai pericoli.
Ma la salute di Benson continuò a peggiorare e un giorno, verso il finire del 1962, annunciò a sua moglie Mable che, di lì a poco, sarebbe morto. Mable sapeva che era vero, così avvertì i parenti e poco dopo essi furono al suo capezzale. Ma, avendo ormai abbandonato le tradizioni indiane, insistettero perché egli venisse portato all'ospedale nella vicina Owyhee, nel Nevada.
Ignorando le sue proteste e il sordo ringhiare di Sky, lo fecero ricoverare. Benson rimase all'ospedale solo per breve tempo. Quando i medici constatarono che, in effetti, non c'era più niente da fare, lo rimandarono a casa dove, poco dopo, nel gennaio del 1963, morì.
Dopo le cerimonie funebri parecchi degli intervenuti, secondo la tradizione, chiesero di poter avere Sky. La signora Benson, vedendo che il cane sembrava ancora più prostrato di lei dal dolore, sentì che non sarebbe stato giusto cederlo e così lo tenne con sé. Dieci giorni dopo, nel guardare dalla finestra, vide che qualcuno stava dirigendosi verso la casa. Era una famiglia molto ospitale e gli amici passavano spesso, così senza badare a chi fosse arrivato, accese la stufa e preparò del caffè. Ma, quando alzò gli occhi, comparve sull'uscio un uomo che riconobbe subito: era il suo defunto marito.


 

Per gli indiani queste visite sono insolite, ma non sono affatto una novità. Con molta calma, confidando nelle tradizioni del suo popolo, la donna gli disse gentilmente che era morto e che non aveva niente da fare in questo mondo. Joe Benson annuì e si limitò a dire: “Me ne vado subito. Sono tornato a prendere il mio cane”.
Fece un fischio e Sky, scodinzolando gioioso arrivò di corsa nella cucina. “Voglio il mio guinzaglio” disse Benson. Sua moglie lo staccò dal gancio appeso alla parete e glielo porse, badando bene a non toccare il fantasma. Toccandolo lo avrebbe condannato a restare in questo mondo. Egli allacciò il guinzaglio al collare di Sky e uscì dalla cucina, scese le scale e si avviò per il sentiero che circondava la collina. Dopo qualche minuto di esitazione, la signora Benson scalò la collina per guardare dall'altra parte. Di Joe e Sky non c'era neanche l'ombra.


 

Arvilla Benson Urban, la figlia di Joe e Mable, che abitava lì accanto, fu testimone della strana visita e lo confermò in una dichiarazione scritta e giurata in questi termini: 


“Ho visto mio padre entrare nella casa e non più di pochi minuti dopo l'ho visto andarsene col nostro cane al guinzaglio. Ho visto mia madre andargli dietro e, d'impulso, l'ho seguita. Quando sono arrivata sulla cima della collina, mio padre e il suo cane non c’erano più”.  
 
Nei giorni che seguirono i giovani della famiglia cercarono il cane, ma senza risultato. Era come se Sky fosse svanito col suo amato padrone, in un altro mondo.

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